situazione buona nei quartieri visti stasera (Arenella, Vomero, Fuorigrotta, la parte solitamente più pulita di Pianura).
situazione buona nei quartieri visti stasera (Arenella, Vomero, Fuorigrotta, la parte solitamente più pulita di Pianura).
Beh, son stati quasi tutti bannati a causa di quel topic?
Chi aveva l'immondizia per strada era Napoli, e i napoletani l'hanno prodotta, ad ogni modo. Dai, non possiamo piangere se qualche analfabeta scherza facile sulle nostre disgrazie. Possiamo solo rimboccarci le maniche, ma la veggo dura, stantibus sic rebus: risolvere il problema una volta per tutte non conviene a nessuno tra quelli che sono in grado di cambiare la cosa. Non conviene a Berlusconi. Non conviene a Bertolaso. Non conviene alla camorra. Non conviene ai netturbini. Non conviene ai comuni.
Ultima modifica di Emack; 29-09-10 alle 08:51:47
beh il Vomero qualche giorno fa esplodeva
"E' strano" che l'emergenza rifiuti a Napoli sia tornata in un "periodo particolarmente critico dal punto di vista politico". Lo dice il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso a 'Mattino 5' sottolineando che "Andreotti diceva che a pensar male si fa peccato ma ogni tanto si indovina pure...". "Non voglio fare supposizioni - afferma Bertolaso - registro solo che il problema del pagamento dei netturbini di Napoli è un problema ciclico che noi abbiamo sempre segnalato. La società che appalta la raccolta della spazzatura vanta un credito di 150 milioni dal comune di Napoli". Finora, prosegue, é andata fin troppo bene. Ne abbiamo parlato tante volte ed ecco come è stato risolto il problema: con la spazzatura nelle strada". Bertolaso ha poi ribadito che con la nuova emergenza l'Italia fa una "pessima figura a livello internazionale" e che il problema non dipende dagli impianti e dal programma approvato dal governo due anni fa. "Dire che c'é stato il fallimento di quella che è stata la mia gestione dell'emergenza, mi pare sia abbastanza strumentale e sicuramente non corrispondente al vero". Quanto allo stop del termovalorizzatore di Acerra - ieri si è fermata l'unica delle tre linee attualmente in funzione - Bertolaso parla di un problema già di fatto risolto. "Si è fatta una tempesta in un bicchier d'acqua perché si è rotto un tubicino e quindi la linea del termovalorizzatore è ferma: riparte stanotte".
ah ecco, ci mancava l'emergenza ad orologeria...
ma di che anno parla ?"E' strano" che l'emergenza rifiuti a Napoli sia tornata in un "periodo particolarmente critico dal punto di vista politico".
Un patto tra clan siglato alla luce del giorno, nel pieno di una festa popolare. È quello che è successo a Barra, quartiere di Napoli, dove domenica scorsa si è celebrata la tradizionale Festa dei Gigli.
Dal palchetto di uno degli obelischi di legno e cartapesta, ripetuti sono stati gli omaggi all'indirizzo di Arcangelo Abete, boss considerato uno dei fondatori del gruppo dei cosiddetti ''Scissionisti'' di Scampia, protagonisti della famigerata faida che ha insanguinato le strade del capoluogo campano tra il 2004 e il 2005.
Al padrino, attualmente detenuto agli arresti domiciliari, la banda ha dedicato gran parte dello spettacolo: «Arcangelo chesta è pe te!» è stato più volte ripetuto dai microfoni, anche sulle note della colonna sonora del "Padrino" di Francis Ford Coppola.
Ma il riferimento più esplicito è nella canzone "O' Re", un testo inquietante che invita apertamente a inchinarsi al boss e attraverso il quale vengono lanciati messaggi chiari e inequivocabili anche a chi non conosce la lingua napoletana: «chi ha sbagliato stà avvisato già: 'na sentenza se l'adda aspettà».
Un refrain ripetuto fino a notte fonda, a suggellare un inedito patto d'acciaio tra clan della zona orientale della città e una delle più potenti cosche del narcotraffico con base operativa all'ombra della Vele nella cosiddetta 167 di Scampia.
Il tutto, utilizzando come cassa di risonanza una centenaria festa di popolo. E non è una novità assoluta. Il ruolo dei clan nelle feste popolari campane è descritto nel capitolo ''La notte nera'' all'interno del libro "Strozzateci tutti" (Aliberti editore), un'antologia collettiva sulle mafie in uscita il prossimo 30 settembre: «La camorra - recita un passaggio del testo - semina morte e dà lavoro, impone il terrore e la gioia, il sangue e la festa. Succede a Barra come in altri rioni popolari di tutto il Sud Italia. Anche i fratelli Graviano offrivano denaro per i cantanti e i fuochi di artificio per i festeggiamenti in onore di San Gaetano nel quartiere palermitano di Brancaccio. È il "panem et circensem" dei latini, il "festa, farina e forc" di Ferdinando II di Borbone».
Così, il boss appare come il benefattore che garantisce il divertimento in luoghi di periferia troppo spesso abbandonati colpevolmente al loro destino. Poco importa se, con la scusa di raccogliere finanziamenti per l'organizzazione, ogni settimana un emissario del clan bussa alla porta di ogni abitazione del rione per chiedere un contributo fisso settimanale. Un obolo che suona come un pizzo porta a porta. Per organizzare la macchina del consenso criminale e stringere alleanze pericolose.
All'alba, distingui solo le scie. Occorre far l'occhio, alle ombre di Diossina Land. Dalle carreggiate monche dell'Asse mediano, lo stradone che corre tra Napoli e Caserta sull'ammasso di troppe periferie cementate tra loro, le vedi poco a poco, mentre sporcano l'orizzonte. Strisce nere, sottili o più dense. Serpenti di fumo e fiamme, avvitati sul rito delle economie e delle vite clandestine. Sono i fuochi delle terre di nessuno. Incendi in lontananza di scarti industriali, copertoni d'auto o di camion, residui agricoli a rischio inquinamento, immondizia di serie C. Incendi di ogni dimensione, quasi sempre tossici. Che sprigionano diossina e altre sostanze pericolose. E sono tanti, ogni giorno. Senza fare rumore.
È paese reale, eutanasia dell'ambiente. Senza bisogno di aspettare una nuova crisi o un nuovo commissario all'emergenza, c'è chi appesta ogni giorno aria e salute pubblica. Quei fumi puntellano il cielo di mezza Campania sia quando l'immondizia balza nei titoli d'apertura, sia quando non è più notizia. Solo nell'ultima settimana, i vigili del fuoco hanno contato centocinque roghi in tutto, compresi quelli avvenuti in discarica. Il fenomeno si è moltiplicato negli ultimi anni; ne sa assai più il web che i tavoli istituzionali, ed è un social network ad averne fatto una battaglia a più voci, grazie al censimento che ogni giorno finisce nella bacheca de La terra dei fuochi (laterradeifuochi. it, o www. facebook. com/LaTerraDeiFuochi), e alla rabbia meticolosa di un laureato trentenne, Angelo Ferrillo, che dei veleni sparsi è diventato nemico ufficiale, archivista e quasi antropologo.
"Abbiamo registrato più di 200mila utenti unici, e abbiamo un centinaio di filmati up-loadati su La terra dei fuochi, ma fa cadere le braccia il fatto che questo materiale non serva a prevenire - racconta Angelo - . Lo abbiamo fornito alle forze dell'ordine, spesso con le nostre segnalazioni abbiamo anticipato quello che sarebbe accaduto. Ad esempio, un vasto rogo è stato appiccato il 31 agosto in via Casacelle a Giugliano, mentre avevamo avvertito del rischio ai primi di luglio. Ma quasi mai le nostre denunce sono servite a bloccare un avvelenatore per tempo". Quasi. Perché meno di 48 ore fa, c'era lui con una troupe di Striscia la Notizia a fermare un trasportatore di rifiuti di tessuti tra Giugliano e Caserta, proprio mentre filmavano una delle vie delle illecite fumarole. Non è escluso che lo sconosciuto, di nazionalità cinese, si preparasse a incendiare tutto. Sulla strada, una prostituta racconta che "quel signore viene spesso e scarica materiale. Mica è il solo".
I guardiani di Diossina Land si parlano per videodenuncia. Su quella piattaforma web scorre lenta, come dice lo strillo ad effetto, "la più grande catastrofe a partecipazione pubblica". Filmano, inviano, fanno girare. Scrivono: "Molti non immaginano l'entità del problema, i danni che stiamo subendo e le conseguenze per la salute. Informiamo tutti".
Scrivono da ogni provincia campana. Ma restano di più quelle immagini silenziose, dove spesso non c'è boato e non si vedono lingue di fuoco. Solo colonne di fumo che erodono ogni giorno uno spicchio d'orizzonte, guadagnano suolo, asfalto, strada sterrata, carreggiata, cortili e relitti di corpi di fabbrica, civile o industriale.
Fiamme che diventano fili neri e poi di nuovo piccoli roghi. I volontari di Legambiente, e gli animatori di Libera contro le mafie, hanno immaginato anche una casistica, come ricordano Geppino Fiorenza e don Tonino Palmese. "Qui va in fumo una montagna di pneumatici, lì si liquefa una partita cattiva di vernici, una volta è il fondo della merce scaduta, un'altra tocca ai sedili d'auto carbonizzati e altre gomme". Statisticamente, ricorda ancora Angelo Ferrillo, "a produrre le colonne di fumo sono spesso gli incendi del campo rom di Scampia, o qualche altro accampamento". Qualche litro di benzina e il problema è risolto. Mentre, per paradosso, i vigili del fuoco di Napoli rischiano, proprio al riacutizzarsi di una nuova emergenza, di perdere una ventina di uomini calati dagli altri comandi durante la cura Bertolaso. Chissà se servirà il grido d'allarme, firmato da Cgil, Cisl e Uil. Proprio oggi scatta l'ora X, per i pompieri il 30 settembre doveva finire - sulla carta - l'emergenza rifiuti. "Ma a Napoli siamo sotto organico da anni - puntualizza l'architetto Alfonso Giglio, vicedirigente del comando provinciale - esposti all'emergenza dei roghi ormai cronici, ed è impensabile spogliarci di 20 unità".
Puoi passarci il giorno a vederli nascere e morire, quei fumi all'orizzonte. Prima che sbiadiscano nelle gradazioni dei grigi, diventano contorsioni nocive, colonne e linee sempre più esili che si alzano, deviano, avvolgono i palazzi, fanno un giro intorno all'Asse mediano dei paesi che non sono paesi. E ritornano indietro: il giorno dopo, da un'altra parte, ridiventano incendio. "Fuochi che non sono in conto a nessun comune", spiegano alla rete Lilliput. "Camini" tossici che i sindaci, le Province e gli autocompattatori delle ditte di raccolta fingono di non vedere a dispetto di denunce, sos, forum sul web. Rifiuti scaricati nelle statali di mezzo, negli interstizi dei comuni, nello slargo sospeso delle arterie meno trafficate. E quindi dati alle fiamme con maggiore certezza di anonimato e impunità. Se si potessero mettere insieme i frammenti, formerebbero un panorama devastante, una piccola baraccopoli. Contesti che il comboniano Alex Zanotelli, già missionario a Korogocho (Kenya), e oggi spirito in lotta tra la gente di Napoli, ha il vizio di rovesciare. "In Campania la terra brucia o si inquina anche quando non vedi il fuoco. Questa regione è dentro una colossale truffa: si tratta la crisi rifiuti come nei paese sottosviluppati. Impongono discariche e ammassi di immondizia, mentre basterebbe la scelta di puntare tutto sulla differenziata, più investimento sull'educazione della popolazione. L'unica ricetta", predica Alex.
Esiste ormai la mappa in Gps dei roghi-serpenti, dei fuochi che avvelenano campi, quartieri, città. Sono i film attraverso i quali si compone il racconto di chi respira immondizia quando non c'è. Un dramma parallelo all'emergenza che va nei tg. Un sos così reiterato e concreto da diventare muto, invisibile.
Eppure esiste, tra le province dell'Asse mediano. E quelle tossine pesano drammaticamente in un territorio già segnato da picchi di mortalità e patologie cancerogene. Ricorda ancora Ferrillo: "Lo studio commissionato proprio dalla Protezione civile ad esperti delle relazioni tra rischio ambientale per i rifiuti e insorgenza di tumori, ha confermato che la mortalità prodotta dai tumori maligni, nel periodo preso in esame, è aumentata in provincia di Caserta del 29 per cento e in provincia di Napoli dell'8 per cento, come media complessiva, mentre in Italia diminuiva del 5 per cento".
È l'ulteriore miccia della Campania. Dove il più esteso comune costiero, Giugliano, è ormai costretto dalle consulenze geologiche della Procura antimafia a dichiarare contaminate le falde acquifere che corrono sotto la ex discarica Resit, e a vietare l'accesso ai vecchi pozzi agricoli. Mentre le 200mila sentinelle della rete anti-incendio non smettono di guardare, qui c'è chi chiama emergenza solo la caccia alla nuova discarica. Come se un grande buco fosse davvero la via di fuga da Diossina Land.
RIFIUTI: BERLUSCONI, A NAPOLI NON FUNZIONA RACCOLTA PER COLPA IERVOLINO
Sempre riguardo ai rifiuti...chi lavora nel settore sicuramente lo saprà già del SISTRI che domani dovrebbe entrare in funzione () ...chi non sa provi a leggersi in rete sui FORUM in che situazione è questo sistema elettronico di gestione dei rifiuti che domani dovrebbe entrare in funzione per la grande maggioranza delle aziende italiane
Se funziona è lui se non funziona son gli altri.
interessante l'inizio di Anno Zero sui rifiuti e su Terzigno
No, daranno la colpa alle precedenti gestioni.
La Russa on fire.
"Abbiamo costruito in tempi record l'inceneritore più efficiente d'Italia"
poi dice che il governo ha risolto il problema, ma le competenze sono delle province (e quella di Napoli è al cdx), per poi cambiare versione e dire che c'è un comune di sinistra e una regione che da poco è andata alla destra.
ma quante balle
meglio rivedere per l'ennesima volta Frankenstein Junior su La7, va.
Ultima modifica di Vitor; 30-09-10 alle 20:31:57
mi pare che riguardi solo i rifiuti pericolosi, e quindi non quelli solidi urbani...Sempre riguardo ai rifiuti...chi lavora nel settore sicuramente lo saprà già del SISTRI che domani dovrebbe entrare in funzione () ...chi non sa provi a leggersi in rete sui FORUM in che situazione è questo sistema elettronico di gestione dei rifiuti che domani dovrebbe entrare in funzione per la grande maggioranza delle aziende italiane
Uno ci spera sempre.
Certo però che se l'inceneritore "più efficiente" d'Italia dopo un anno è già fuori uso (perché hanno voluto costruire al risparmio) ed il capo della protezione civile e gli esponenti del governo IN MALAFEDE dicono che si tratta di un'emergenza ad orologeria, ne converrai che le prospettive non sono certo rosee.
Non proprio. Riguarda i rifiuti speciali (che a loro volta si dividono in pericolosi e non pericolosi). Comunque è rivolto alle aziende non ai privati. Ebbene, entra in funzione stamani ma già sulla gazzetta di oggi dovrebbe esserci una proroga al 01/01/2011. Il problema è che chi ha già ricevuto la chiavetta USB e (per i trasportatori) montato BlackBox sui mezzi deve da qui a fine anno usare il doppio sistema: cartaceo e elettronico. Questo può anche andare se non fosse che:
- Se io produttore ho ricevuto la USB per collegarmi ma il trasportatore ancora non ha potuto montare le blackbox sui mezzi che faccio? ok il cartaceo, ma io produttore avendo la USB devo fare anche la parte elettronica. Ma se il trasportatore non può ancora farla...quei rifiuti sul registro elettronico restano in carico pur essendo già scaricati...
Ah già, inoltre, la buona parte delle chiavette USB consegnate alle aziende e delle Black Box mandate agli installatori sono risultate difettose e quindi inutilizzabili
Comunque questi sono solo 2 dei numerosi problemi che il SISTRI porta con se
Considerate che sui rifiuti ci sono sanzioni economiche e penali non indifferenti...
Cala la scure sugli stipendi dei consiglieri regionali ed è subito rivolta. Come annunciato dal presidente Paolo Romano poche ore dopo il suo insediamento, l’ufficio di presidenza sta infatti lavorando senza sosta per giungere alla riduzione delle indennità. Il testo non è ancora pronto (dovrà essere messo a punto dall’ufficio di presidenza ed approvato in aula) ma la volontà politica è chiara: la Campania sta fronteggiando una drammatica crisi economica, anche per effetto dei problemi ereditati dal passato, primo fra tutti lo sforamento del patto di stabilità. Occorrono dunque segnali di sobrietà in coerenza con la linea del rigore portata avanti in questi mesi dal governatore Stefano Caldoro.
E allora, oltre ad eliminare sprechi e spese inutili, si pensa anche a un taglio del 10% degli stipendi dei consiglieri, che andrebbe ad aggiungersi alla riduzione di un altro 10% già effettuata per legge nel 2007: si tratta di un risparmio di circa mille euro al mese che, moltiplicati per 60 consiglieri, diventano 60mila euro al mese e 720mila euro all’anno. Non tutti, però, sono d’accordo e non mancano tensioni e polemiche: molti esponenti dell’assemblea ritengono infatti che le indennità siano adeguate al ruolo di responsabilità ricoperto. Ma su questo punto la legge è chiara: la 42 del 2010 prevede che ciascuna Regione definisca, «senza nuovi e maggiori oneri per la finanza pubblica, l’importo degli emolumenti e delle utilità, comunque denominati, ivi compresi l’indennità di funzione e di carica, la diaria, il rimborso spese, a qualunque titolo percepiti dai consiglieri regionali in virtù del loro mandato, in modo tale che, ove siano maggiori, non eccedano complessivamente, in alcun caso, l’indennità massima spettante ai membri del Parlamento».
Una norma studiata per ottenere la riduzione di stipendi da record come, appunto, quelli di Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia e Veneto ma soprattutto della Sicilia (a statuto speciale). Ciò emerge chiaramente dai dati della conferenza dei presidenti delle assemblee legislative regionali (forniti dagli stessi Consigli ed aggiornati al mese di dicembre del 200. In linea di principio, infatti, le indennità dei nostri consiglieri regionali non superano quelle dei parlamentari, però le buste paga lievitano quando si considerano altre voci che non sono definite come indennità ma che di fatto lo sono: è il caso, ad esempio, delle spese di comunicazione nonché delle risorse destinate al portaborse che si aggiungono alle indennità di carica e di funzione ed al rimborso spese.
Fino a qualche anno fa, inoltre, i consiglieri campani percepivano l’indennità per i trasporti e quella chilometrica, abolita su proposta di Salvatore Ronghi e Massimo Grimaldi. Peraltro, sempre in base ai dati del 2008, nella classifica delle assemblee più costose la Campania si è piazzata al terzo posto (80 milioni e 760mila euro), subito dopo il parlamentino siciliano (160 milioni) e quello sardo (85 milioni). Bisogna dunque cambiare al più presto qualcosa, come sostiene il deputato del Pdl Maurizio Iapicca: «Quando si chiedono comportamenti virtuosi, politici e amministratori pubblici hanno il dovere di assumerne di analoghi - chiarisce - L’assemblea regionale dev’essere di esempio in questo momento difficile per l’economia della Campania, le cui prospettive di crescita sono state pesantemente ipotecate dalla sciagurata gestione Bassolino».