Scena 1 - Interno, Giorno, Aula Universitaria
Studente di fronte alla cattedra che batte i piedi per terra alzando ed abbassando le braccia come se stesse marciando sul posto, invece è solo un gesto contrariato, fa i bisticci in pratica.
PROFESSORE - La sua tesi verterà sull'accoglienza critica di X film.
STUDENTE (continuando col broncio) - NO! NO! E ANCORA NO!
PROFESSORE - E come mai?
L'utente interrompe la pantomima guardandolo inebetito.
STUDENTE - Perché me l'ha detto Necronomicon il moderatore di Movie Machine..
Che manica di smidollati
![]()
Io ho visto anche una tesi di de berti su KEN IL GUERRIERODe Berti non è come la Dagrada che oltre il cinema anni '60 non va. Ho visto il suo db di tesi già fatte e c'era dentro di tutto. Certo non puoi proporgli chessò Kore-eda perchè di critiche sui quotidiani/riviste di Kore-eda ne trovi 3 e non ci puoi fare una tesi. Però se è un film uscito in italia con tante critiche te la fa fare anche se è di Solondz.
Però non si va oltre ad ACCOGLIENZA CRITICA DI HAPPINESS DI TODD SOLONDZ.
Scherzi a parte, è incredibile come il programma di cinema sia così limitato, anche all'università. il film più recente analizzato a lezione è stato taxi driver, che oramai ha quanti, quasi 40 anni?
sì ma è colpa della vostra università, eh. Cominciate a non prestarvi a sti giochetti, come prima cosa...
sul foglio che passava a lezione l'avevo scritto di considerare di più anche il cinema dei giorni nostri. Ma tanto diranno che 20 ore per fare tutta la storia del cinema son troppe poche e bla bla bla.
Un po' come storia al liceo, ti frantumano le palle con gli ittiti e poi non vanno oltre la seconda guerra mondiale.
Da che mondo è mondo i cambiamenti si fanno all'università. Glielo dici, al professore. Gli fai notare educatamente che sta sprofondando in un oscurantismo retrogrado, che si sta chiudendo alla contemporaneità, che proprio in reazione a cose del genere sono nati movimenti artistici e critici di fondamentale importanza lungo tutto il secolo scorso.
Se non reagisce gli dici che ti fa un po' tristezza e che dovrebbe riflettere sul suo ruolo di docente e ricercatore, e te ne vai da un altro.
E ma questo è molto difficile. Piegarsi alla sua volontà e fare in fretta una tesi orrenda, ma comunque una tesi, è molto più facileDa che mondo è mondo i cambiamenti si fanno all'università. Glielo dici, al professore. Gli fai notare educatamente che sta sprofondando in un oscurantismo retrogrado, che si sta chiudendo alla contemporaneità, che proprio in reazione a cose del genere sono nati movimenti artistici e critici di fondamentale importanza lungo tutto il secolo scorso.
Se non reagisce gli dici che ti fa un po' tristezza e che dovrebbe riflettere sul suo ruolo di docente e ricercatore, e te ne vai da un altro.![]()
there's your answer, right there![]()
Io non so voi che facoltà utopiche avete frequentato, ma le 2 che ho frequentato io contenevano dei professori che si legavano le stupidaggini alle dita, figurarsi a dargli degli oscurantisti retrogradi (anche se ovviamente vero). Tanto valeva poi cambiare direttamente università, in quanto quell'esame avresti anche potuto non passarlo più per eoni, giusto per ripicca. Per carità, contenevano anche dei luminari eccelsi, però ne ricordo 3 di numero (filosofia teoretica, morale e gnoseologia), il resto mi dava la sensazione di non avere nemmeno voglia di campare.
quoto Wolf.
le novità le devono portare i discenti.
Io l'ultima volta che ho mandato affanculo un professore dicendogli fondamentalmente che ciò che spiegava era inutile e pertanto uguale era la sua figura non sono più riuscito a mettere piede in aula
Con tutto il rispetto ma la soluzione di dargli del retrogrado, per quanto vera, non mi sembra niente di costruttivo.
si, anche io a alla prof di farmacologia gli ho consigliato di limitarsi a fare il medico e non il farmacista visto che il suo approccio alla materia non era adeguato, ma il tutto una volta finito l'esame però
lei mi ha risposto con un sorriso dicendomi che quella era solo la mia opinione.
Wolf si riferisce, penso, ad un relatore e quindi ad esami conclusi con lo stesso docente, quindi non c'è nulla da perdere anzi si guadagna un +1 a carisma![]()
Io ci andrei piano però a contestare un professore, che come minimo è uno che ne sa dieci volte più di te. Cioè, se io fossi un professore e vedessi 'sto pischello che mi dice qualcosa mi metterei a ridere.
ma infatti bisognerebbe parlare pacatamente. Ti propone una cosa - non ti piace - glielo fai capire e saluti. Se invece non trovi proprio di meglio fai come dice Hellvis e scrivi una tesi di merda ma almeno finisci.
C'è modo e modo. Il modo wolf è concettualmente ineccepibile, formalmente un azzardo: quelli con cui ho avuto a che fare io, per quanto pallosi e pomposi in pubblico, poi di persona conoscendoli un po' si sono rivelati più intelligenti di quanto mi aspettassi. Aperti anche al parere del sottoscritto, è infatti bastato discutere un poco sul loro parere per vederli mettere in discussione tanto (non tutto), mettersi un po' in gioco.
Poi oh, esperienza mia, magari ad altri è andata peggio.
Comunque per il database delle tesi cinematografiche ne ho una sul comodino da due anni, una lettura di alcuni tipi di violenza nel cinema, tesi specialistica, di un mio amico -non mia- che una volta s'era pure iscritto qua, dopo aver letto un thread interessante su mio suggerimento, ma poi non ha più postato![]()
Co sta logica non si va da nessuna parte. Se un professore sbaglia, bisogna dirglielo. Quelli veramente degni ti apprezzeranno per averlo fatto. E non è neanche detto che ne sappia effettivamente più di te - è vero in media, ma non sempre. Ad esempio nel caso specifico un professore ammuffito che non sa nulla di cosa sta succedendo ora nel suo campo dovrebbe inchinarsi a un suo studente che è più aggiornato.
Poi oh, io mica ho detto di sbattere la porta dandogli dello stronzo. Ho detto di parlarci educatamente, e - se lui dovesse dimostrarsi incapace di vedere il problema - altrettanto educatamente farglielo notare. Se sei retrogrado sei retrogrado, per rispetto te lo dico educatamente ma te lo dico. Sennò qua nessuno dice un cazzo, tutti piegano la testa e fra 5 anni altri studenti si troveranno di fronte allo stesso problema con lo stesso professore, ancora più ammuffito perchè voi glielo lasciate fare.
Chiaro, Slyverr, che parlo di una tesi, momento in cui si presume anche che il tuo rapporto col prof sia più adulto e paritario. Litigare a un esame non ti porta a nulla, ma piuttosto che fare come dice lui chinando il capo vado a farmelo cambiare, l'esame.
(io col mio relatore ci litigai, by the way)
Ultima modifica di MrWolf; 06-10-10 alle 14:01:58
Io sono totalmente daccordo che si deve fare così. Al 100%. Solo che con alcune persone non conviene perché poi ti rendono la vita accademica un inferno. E conosco almeno un paio di persone che per disperazione han cambiato facoltà.Co sta logica non si va da nessuna parte. Se un professore sbaglia, bisogna dirglielo. Quelli veramente degni ti apprezzeranno per averlo fatto. E non è neanche detto che ne sappia effettivamente più di te - è vero in media, ma non sempre. Ad esempio nel caso specifico un professore ammuffito che non sa nulla di cosa sta succedendo ora nel suo campo dovrebbe inchinarsi a un suo studente che è più aggiornato.
Poi oh, io mica ho detto di sbattere la porta dandogli dello stronzo. Ho detto di parlarci educatamente, e - se lui dovesse dimostrarsi incapace di vedere il problema - altrettanto educatamente farglielo notare. Se sei retrogrado sei retrogrado, per rispetto te lo dico educatamente ma te lo dico. Sennò qua nessuno dice un cazzo, tutti piegano la testa e fra 5 anni altri studenti si troveranno di fronte allo stesso problema con lo stesso professore, ancora più ammuffito perchè voi glielo lasciate fare.
Chiaro, Slyverr, che parlo di una tesi, momento in cui si presume anche che il tuo rapporto col prof sia più adulto e paritario. Litigare a un esame non ti porta a nulla, ma piuttosto che fare come dice lui chinando il capo vado a farmelo cambiare, l'esame.
(io col mio relatore ci litigai, by the way)
Con le persone intelligenti e misurate si può avere un dialogo perché contestualizzano nella giusta maniera. Altri lo prendono come un fatto personale, magari ti fanno anche la bella faccia al momento, ma poi te lo mettono in quel posto e scattano puerili vendette e boicottaggi pietosi. E scusate il francesismo ma ci sta a pennello in quanto fatti che accadono in continuazione. Testimone audiovisivo.
Che poi non so, me lo vedo il relatore a dire "Allora facciamo una bella tesi sul rapporto fra il cinema del primo novecente e l'impatto socio-politico dell'Europa" e Uorf che sbatteva i piedi urlando "NO NO E NO la socioropa te la fai TE, io voglio gioca coi furgoncini blu e i fucili automatici oh!!"![]()
Ripeto, non viene assegnato d'ufficio il relatore. Ti propongono una tesi, non ti piace, ne proponi una tu, non piace a lui = cerchi qualcun altro.
L'opzione più spregiudicata è accordarsi in maniera fittizia su cosa fare, e si comincia a lavorare indipendentemente alla propria idea per poi portargliela quando si è a buon punto. Se è valida si arrendono all'evidenza![]()
Domanda non polemica, ci sei passato? perchè non è esattamente così semplice, non basta schioccare le dita e trovare un relatore delcorso che ti interessa che accetti una tesi che ti interessa. E poi ci sono tempi, scadenze.
alla sapienza ho seguito lezioni su mulholland drive-
per quanto scorbutico, bertetto ci teneva e sicuramente quest'anno inizierà a introdurre INLAND EMPIRE nel programma (o almeno così aveva detto).
sul trovare un relatore simpatica e disponibile, son d'accordo con chi dice che è come un terno al lotto.
non pensavo di scatenare tutta questa discussione da un solo post![]()
Io ho preso contatti un anno e mezzo prima della data di laurea e ho vagliato e parlato con più docenti, con un paio di idee ed aperto ad altre proposte.
E comunque non è un mistero l'atteggiamento dei professori, ad esempio io sapevo chi non accettava tesi proposte dagli studenti e chi sì, ben prima di parlarci.
Insomma, non è che non ci siano le possibilità di fare una buona cosa, diciamo che manca la voglia di perderci tempo: alla fine dipende dal motivo per cui si sta studiando quella particolare materia.