Juventus: Aquilani, riscatto a gennaio e cessione di Sissoko
12.10.2010 08.00 di
Redazione TuttoJuve per
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Fonte: di Alvise Cagnazzo per carlonesti.it
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
Per l'ufficialità, occorrerà attendere ancora qualche mese. Perché la trattativa, abilmente condotta sottobanco, lontano da una ribalta mediatica assai nociva per sconti e procedure di ammortamento, prevedrà un robusta riduzione del conguaglio pattuito in estate, e le vicende legate alla cessione del Liverpool parrebbero aver accelerato i tempi per un condono sulle operazioni di mercato ancora in fase di stallo. Hodgson, potrà dunque contare su di una pletora di rinforzi già a partire dalla riapertura della sessione invernale del mercato. Potendo foraggiare gran parte dei nuovi investimenti non solo grazie all'iniezione di liquidità da parte dei nuovi proprietari, i New England Sports Ventures, ma anche grazie ai circa tredici milioni incassati dalla Juventus per il riscatto, definitivo, di Aquilani. Divenuto, nel giro di un rapido amen, elemento insostituibile di un centrocampo sovrabbondante di muscolarità, con i vari Felipe Melo e Sissoko, ma povero di fosforo. Posizionato al centro di una linea mediana composta da tre elementi, Aquilani avrà il compito, già assolto con dovizia nella sfida in trasferta contro l'Inter, di arieggiare la manovra.
Spingendo oltre la puerile linearità l'avvolgente manovra offensiva bianconera. Finalmente in grado, dopo la breve e sfortunata esperienza di Cristiano Zanetti, cliente fisso dell'infermeria, di poter schierare un vero regista, senza dover violentare le caratteristiche tecniche di giocatori con caratteristiche diverse, come Marchisio. Malleabile, questo si, ma non certo sacrificabile sull'altare di continui, ed imperituri, equilibri tattici da raggiungere. La metamorfosi dello schema basico, il 4-4-2, in un 4-3-3 di "lippiana" memoria che, oltre a far riecheggiare il mito di un'impresa, quella del primo scudetto targato 1994, avrebbe di fatto spronato l'intera squadra a recitare un ruolo finalmente aggressivo, e non più attendista sia nell'impatto che nella gestione della partita. Senza dover per forza ricorrere ad assai tristi motti del ventennio, la Juventus ha così scoperto che attaccando per prima difficilmente verrà attaccata, offrendo maggior respiro e, soprattutto, serenità al reparto arretrato. Più lucido nel districare situazioni difficile, impostando la manovra verso quell'Aquilani, punto di riferimento dell'intera squadra, accantonato in panchina nella primissima parte di stagione.
Sarà un caso, ma nelle uniche partite nelle quali è stato schierato come titolare, il regista romano è riuscito a render fluida una manovra altrimenti farraginosa e discontinua, senza alternarne i principi elementari. Fondati sulla corsa, sulle sovrapposizioni e sulla presenza di una punta centrale in grado di far salire la squadra, sfruttando il contropiede. Proprio come i tonni nel corso della faticosa risalita nel fiume, aggredendo gli spazi a disposizione, allacciandosi e sparpagliandosi secondo un ordine soltanto in apparenza casuale. Con l'obiettivo unico di rincontrarsi alla fine del viaggio, alla foce. Ovvero nel bel mezzo dell'area di rigore, rimanendo intrappolati nella rete, consegnandosi al proprio destino. I tredici milioni pattuiti con il Liverpool, cifra ancora rivedibile sia sulla base delle future prestazioni del giocatore, sia sulla base dei bisogni economici degli inglesi, verranno in parte recuperati dalla prevedibile cessione di Momo Sissoko, da operare nel medesimo mese di gennaio o, verosimilmente, a fine stagione. Quando, Bayern Monaco permettendo, persino l'ipotesi Dzeko dovrebbe tornare di attualità per il futuro attacco bianconero.
Un sacrificio, quello del maliano, assai difficile da sopportare e tollerare con una smorfia di leggerezza, additando l'irripetibile occasione di mercato come primaria giustificazione. Ma con la presenza di un capitale economico da non svilire, Felipe Melo, e di un centrocampista di appena ventitre anni, Marchisio, vicinissimo al rinnovo del contrato sino al 2015, la presenza di Sissoko pur non divenendo superflua, rischierebbe di appesantire, quantomeno nell'ottica di Marotta, il senno tattico e tecnico di una squadra in fase di ricostruzione. Per la quale, val bene un sacrificio…