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Niente sesso, siamo inglesi. Gli inglesi predicano bene ma razzolano male. Circa 11 milioni di britannici, fra i quali 1,4 milioni donne, nel 2005 hanno scaricato immagini porno dalla rete. I sudditi di sua maestà sono diventati voraci di materiale pornografico perché il Web garantisce loro l’anonimato e costi estremamente contenuti. A rivelarlo è un’inchiesta dell’Independent on Sunday pubblicata dall’Indipendent on Sunday.
Il tabloid ha scattato una vera e propria fotografia delle abitudini sessuali dei britannici. Ne risulta che il 40% della popolazione adulta maschile si collega a siti a luci rosse. I dati, raccolti da Nielsen NetRatings, società leader nel mondo per le analisi di Internet, evidenziano quella che è stata definita l'ossessione nazionale.
I britannici, da soli, contribuiscono con 1 miliardo di sterline (1,4 miliardi di euro) agli introiti dell'industria del porno su Internet. Il consumo di materiale pornografico, però, fa scoppiare le coppie: il 40% di quelle che si rivolgono a consulenti matrimoniali ammettono che la pornografia ha contribuito a creare problemi. A soffrirne di più sono le donne che, sostiene Christine Lacey di Relate, quando scoprono che il loro partner passa ore su Internet a guardare immagini porno, si sentono tradite e frustrate, non in grado di competere con le donne 'perfette' di quelle immagini.
“La pornografia on-line - commenta lo psicoterapista Phillip Hodson - crea dipendenza perché costa poco, è anonima e facilmente accessibile. Puoi usarla nella tua camera da letto, non devi uscire di casa per comprare riviste o film. Internet è inoltre infinita. È come cadere in un vortice: i dipendenti dal porno diventano sessualmente pigri”.