Stefansen: guarda un npo' se questa T-Shirt ti va' bene?
Stefansen: guarda un npo' se questa T-Shirt ti va' bene?
Stefansen
wat r u doin
Stefansen
STAPH!
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Pensavo di dare alla mia opera uno schema logico.
Cioè nella descrizione delle personalità influenti nella società partire dal basso per poi arrivare sempre più in alto.
Una cosa tipo questa:
personalità influenti a livello popolare>star della tv e dello spettacolo>politici nazionali>politici internazionali
In questo modo il mio percorso potrebbe sembrare quasi una risalita dal basso verso l'alto della scala sociale.
Anche se penso che nel prossimo canto ci metterò il Papa
Asper...
però, io faccio comunque i miei complimenti a questo nostro poeta, sarà che di poesia o temi non sono mai stato maestro...
Mi iscrivo. Qua si fa la storia.
stefansen mi dai il permesso di tradurre la Tua arte?
Canto III sinossi: Dante si ferma lungo il cammino e fa incontrare Benedetto 16° a Stefansen. Egli dapprima non lo riconosce scambiandolo per Papa Celestino 5° ma poi gli chiede scusa e ascolta ciò che ha da dire. Papa Benedetto 16° rivela a Stefansen le cagioni che lo hanno portato ad abdicare, come le intestine lotte tra i cardinali e la dura fatica che tale posizione porta. Il Papa chiede inoltre a Stefansen di professare al mondo intero la sua buona fede e le sue buone motivazioni alla base della sua abdicazione
CANTO III
Insieme allo mio maestro sentiero
percorrevam così caliginoso e lungo
che lo ricordo non m'è lusinghiero.
Indietro rimasi e così passo allungo
raggiungendo lo vate oramai fermo,
e finalmente a mia guida mi congiungo.
"Scusa se qui mi soffermo
ma osserva tal figura bianca
già visto l'hai nello teleschermo"
Lo fiato dentro per poco mi manca
dinnanzi me Benedicto decimo sesto
che braccia a me fò spalancare.
"Non restar così colà indigesto,
io feci per viltade il gran rifiuto
risposto ho quesito ancor non chiesto"
"Celestino V essi t'ho riconoscuto"
"Nein qual Celestino et Celestino
son papa Benedetto o mio cocciuto!"
Abbaglio presi come un gran cretino
scambiando li due papi viventi ritirati
prima che a prenderli fosse il destino.
"Tedesco son di nascita onorati
ma romano d'adozion divenni quando
tiara diete li cardinal elettorati.
La Chiesa tutta fu a mio comando
e con severità adempii mio potere
che ancor di me li fedeli vò parlando.
Sotto mio pontificato devi sapere,
lotte intestine tra tutti li cardinali
che sembravan essere megere.
Discordi e tormentate scelte dottrinali
lo corvo curvo che ruba li segreti
lotte, botte e fatiche senza eguali,
spiazzando lo voler di tutti i preti
mi persuasero a lasciar tale trono
per li roman Castelli e suoi vigneti
prima che a decider fosse Crono.
Di me tante dicerie verranno fori
si dirà perfin ch'ero un poco di bono
ma sappi caro Stefansen cor mi onori
che lo Mal dilaga sin anche alla Chiesa,
che a saperli vengon sù li dolori.
Dì a tutti ciò che hai intesa
narra a lì venturi la mia pura spiegazione
e dì che la mia fede è ancora illesa"
Finita che fù l'interlocuzione
ripresi lo mio cammino impervio
conscio che l'emerito papa merita devozione
No no, mi sono interrotto perchè mi fai un po' schifo
Dai... simpatica... ma non ho capito codesto Papa ove incontrato fu. In qualche girone, o nel sali-scendi avventurato non ti sei?
"Così Dante e Stefansen si incamminano in un mondo immaginario in cui incontrano i vari personaggi che hanno fatto la storia del 21° secolo e con fare interrogativo proveranno a parlare con loro"
in pratica è un trip mentale suo dopo l'uso di diversi stupefacenti
Nel pieno di una notte tarda e afosa
Io e la dama mia sulla vettura,
giungemmo in camporella in zona ascosa.
Poiché ella del guardon tenea paura,
primanco di sganciar lo tieni seno,
li vetri a gazzettar ebbi gran cura.
Con fame astinenzial di mesi almeno,
tuffommi su di lei, ma porca vacca,
mi pianto nello sterno il manual freno.
Lo trauma intercostal l’ardor non fiacca,
ma impervio è il fornicar entro stà Panda,
- Dannata imitazion di Fiat polacca!-
Ma un tratto lei a me – qualcun ci guarda –
e scorgo tra i giornal mettendo a foco,
un uomo a ravanar entro mutanda.
- Ma vatti a spipettar in altro loco!-
Consiglio allo zozzon che fugge lesto
- Infodera l’augel che tanto è poco!-
Scacciato è il peccator nel buio pesto.
Mi sgrida un campanil, è mezzanotte -
Orsù concretizziam che m’alzo presto!-
-Pulcin - sussurro a lei, - belle guanciotte –
Ma lei risponde a me subitamente
-Appellami baldraccia e dammi botte! –
Giacchè tal perversion la fa gaudente
m’adopro a mulinar fanculi e calci
-Aumenta!! – implora lei – Non sento niente!-
M’aggrappo a li giornali atti a pararci.
Lo roseo gazzetton m’annuncia il lutto
- Lo nostro centravanti vuol lasciarci!-
Notizia bromural che spenge tutto
Ultima modifica di Mursey; 05-03-13 alle 10:26:15
Ma questo era quello che andava su Zelig un pò di tempo fa
Vi anticipo che nel prossimo Canto incontrerò i napoletani e altre cittadinanze italiane
Canto IV sinossi: Dante e Stefansen continuano a percorrere il loro sentier finquando si ritrovano davanti alcune persone divise in fazioni che litigano e lottano fra loro. Allora Dante spiega a Stefansen che quelli sono i popoli d'Italia. Pur essendo ormai raggiunta l'unità d'Italia essi continuano per campanilismo a non sentirsi uniti. Dante riflette sul fatto che la situazione non sia cambiata poi di molto da quando nel suo tempo le città erano in lotta tra loro e che quel campanilismo continua tutt'oggi.
Stefansen poi chiede chi siano quelli persone che sono alle pendici di un monte fumante, e Dante gli risponde dicendogli che sono i napoletani, i più problematici tra tutti, ma fa notare come anche nel male possa risiedere chi si comporta bene, e pertanto invita Stefansen a non dar retta ai pregiudizi che sono solo frutto di stupidità e ignoranza
CANTO IV
Lasciato che fu il Papa
sù per sentier nebbioso lesti
fin'quando ne vedemmo capa.
A li nostri lati più mesti
caste sediziose innegiar zuffe
che d'uman avea sol le vesti.
"Chi son ste genti così buffe
che s'azzuffan tra di loro
e si diverton in ste baruffe?"
E allor lo mi maestro in coro
"Son li popoli d'Italia tutta
i motivi della rissa io l' ignoro.
Già nella mia era così brutta
ogni cittade era in lotta col vicino
che città affianco volea distrutta
Nord e sud, guelfo e ghibbellino
stragi et odio senza fine
nessun connazionale solo aguzzino.
Ma ancor oggi è poco incline
lo popolo italian a star'unito
e capirai leggendo tal terzine.
Dai patrioti si sente punito,
chi unità fece ora è disprezzato,
lo campanilismo non s'è lenito.
Guarda i cittadin di Stato unificato,
i milanesi mastri assai laboriosi
che etica del lavoro han traviato,
i genovesi tirchi e poco generosi
preferiscon pensar a loro mare
che abbandonar stili scontrosi,
i torinesi con memoria a esaltare
i tempi in cui da gran signori
uniron l'Italia solo per comandare,
e i fiorentin de'lingua fondatori
allegri e nello spirito giocondo
ma di campanilismo son iniziatori
e i roman padroni dello mondo
ora invece vivon tra le rovine
che il nuovo non è più cosi fecondo
e poi li popoli del Sud infine
in povertate son costretti a stare
pur vivendo in terre assai divine.
Lo sdegno continuan a destare,
che lo Nord li rifiuta come a bestie,
corruzione gli inibisce a migliorare"
"Le mie domande son modestie"
aggiunsi io con fare domandoso
"ma le nozion son come ostie
dietro il monte più brumoso
chi son che sfoggian li cartelli
io non sono un coleroso?"
"Quelli sono i napoletani monelli,
su china di vulcan Vesuvio,
rappresentan li maggior fardelli.
Più disastri che l'Universal diluvio,
scippi, furti e tante truffe,
c'è chi spera nel Vulcan effluvio.
Ma come in cantine con muffe
oggetti di valore ancora stanno,
pur in partenope strade buffe
potrai veder gente senza danno,
rispettosa onesta e gentile
che le malelingue ingnoreranno.
Perchè anche in terra ostile
vive sempre almeno un giusto,
lo pregiudizio è solo infantile"
Bello, complimenti
also lettouncazzo
Questa è l'opera del secolo. Roba che i vostri figli mi studieranno sui banchi di scuola