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  1. #751
    Il Nonno
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    Citazione Originariamente Scritto da rainbow6_sniper Visualizza Messaggio
    OT
    Ho la patch installata ma non funziona, cioè carico il video mi và a scatti e poi mi crasha. E provato anche a aumentare il file di paging a 5 GB. Ma nulla.
    /OT

    Tornando It: stasera scriverò ancora qualcosa, tempo permettendo.
    Bene bene non vedo l'ora di leggere la storia

  2. #752
    Lo Zio
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    credo che l'ultimo diario che ho fatto sara l'ultimo che faro per 2-3 settimane ho preso la febbre e ho la laringite quindi credo che non postero per un bel po,ma forse mi riprendo entro lunedi

  3. #753

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    DIARIO DI ANDREA – CAPITOLO QUINTO

    Data 6/2/2012
    Ora 11.30

    Le giornate trascorrono tranquille nel villaggio. Ogni giorno, all’albeggiare, ciascuno di noi pian piano si sveglia e capisce di essere arrivato vivo a un altro giorno di maledetta esistenza in questa terra ostile. Ogni tanto io, Walik e Daniil andiamo a ripulire il terreno qua intorno dai mutanti (soprattutto cani) per esercitarci con le armi e con la rilevazione delle anomalie, ricavando anche qualche soldo. Sono giorni che facciamo esattamente le stesse cose e la mia mente comincia a reclamare adrenalina. Anche se, data la linearità delle giornate, non sembra di essere nemmeno più nella Zona, ogni tanto si viene riportati di fronte alla dura realtà. Ed è questo, ciò che è successo proprio pochi minuti fa, quando uno novellino, quasi un ragazzo, è tornato sanguinante, con un braccio rotto e lividi ovunque. Stando a quanto ha raccontato dopo essere stato rimesso in sesto, è stato assalito dai banditi mentre era in perlustrazione con un suo amico, un po’ più esperto di lui… è stato portato al parcheggio delle auto e torturato per ottenere informazioni sul nuovo check-point e sulle difese, probabilmente per un successivo attacco... è riuscito a salvarsi, grazie all’aiuto di un tipo, che sembrava sapesse il fatto suo. Non è però riuscito a sapere come si chiamava. Grazie a questo individuo sconosciuto a chiunque, le informazioni che i banditi sono riusciti a estorcere al novellino non sono andate più in la del parcheggio.

    Ora 13.44

    Dopo giorni di intensa riflessione ho deciso di piazzare il nostro deposito rifornimenti nella cantina della casa nella quale dormiamo, qui al villaggio. Questo per ovvia comodità, rapidità di accesso e di difesa delle scorte. Sono andato da quel succhiasangue di Sidorovich a comprare delle casse in acciaio in cui stivare la roba che accumuleremo e per sapere se ci sono incarichi “speciali” da portare a termine.
    <<Niente di importante al momento>>, ha risposto, <<ma se vuoi tirare su un bel po’ di soldi puoi farmi un favore>>.
    <<Vedi, un tale che io ho spedito nella Valle Oscura per delle informazioni di alto livello, ha pensato bene di farsi sparare in testa dai banditi e ora le informazioni della sua pendrive sono cadute nelle mani del loro capo, che dopo aver provato a decriptarle, ha deciso ironicamente di vendermi la pendrive in cambio di un paio di armi di ultima generazione. Il tuo compito sarà di fare da mio emissario, portare le armi al punto di incontro e ritirare la pendrive. E non combinare casini. Accetti?>>
    La faccenda mi puzzava, forse più dell’alito del vecchio. Ma come al solito sono i soldi che comprano l’equipaggiamento di uno stalker (e soprattutto le munizioni), quindi, dopo aver ricevuto le coordinate del luogo del randez-vous ed avermi caricato le armi da consegnare in spalla (e che armi!), sono andato a chiamare gli altri. Spero che la prendano bene.

    Ora 14.01

    Come immaginavo, a Daniil la cosa non piace, decisamente non piace…. Diciamo pure che se la fa sotto… bè, fattostà che dopo qualche spintarella e incoraggiamento si è deciso e siamo partiti. E’ sempre bene avere un paio di occhi in più, nella Zona.

    Ora 18.27

    La lunga passeggiata con cui abbiamo attraversato l’intero cordon e mezza discarica fino ad arrivare all'ingresso della valle oscura, ci ha resi testimoni di quanta ironia possa mostrare la Zona verso i suoi “abitanti”. Eravamo già arrivati al confine con la Valle Oscura e stavamo procedendo molto lentamente data la quantità incredibile di anomalie che rilevavamo. I bulloni si esaurivano rapidamente e nostra sanità mentale pure. Pensavamo di essere già condannati a vagare in quel campo di anomalie. In quegli istanti già maledicevo di aver accettato l’incarico… ma poi sono stato riportato indietro da una voce che sia io, che Walik abbiamo cominciato a sentire…. Anche Daniil (quando glielo abbiamo fatto notare) se ne è accorto. Siamo rimasti lì immobili con le orecchie tese e gli occhi vigili, in preparazione di una possibile imboscata… non che potessimo fare molto, comunque, dato che eravamo immobilizzati in un campo di anomalie… fattostà che siamo quasi morti di paura tutti e tre, quando ci siamo accorti che la “voce” veniva da dietro di noi. E, si, caro diario, scrivo voce fra virgolette perché in realtà quello era il doloroso lamento di uno zombi… quando l’ho visto ho pensato di morire. Chiuso in un campo di fottutissime anomalie con uno zombi! Ma questo era strano: non ci ha neppure visti… è come se avesse avuto in mente uno scopo preciso, per cui non aveva possibili distrazioni… Come se un’entità superiore gli avesse annullato la sua volontà, o una cosa simile… sembrava un burattino, un pezzo di carne che si muoveva non si sa come…. Era con noi nel campo di anomalie e lo attraversava andando a destra e a sinistra come se sapesse pure dove fossero le anomalie… è stato in quel momento che ho deciso di seguirlo e ho fatto segno ai ragazzi di venire con me. Non so… più ci penso e meno riesco a capire come lo zombie ci sia riuscito… ma ci ha portati fuori dal campo anomalo e questo mi basta… per adesso ci accamperemo qui all’ingresso della valle. Abbiamo trovato un luogo appartato, vicino ad alcune rocce…

    A proposito, dopo l’incontro ravvicinato con lo zombi, Walik non è più lo stesso… sono andato a parlargli e mi ha detto che quello era uno stalker che lui ha conosciuto quando era ancora un novellino diversi anni fa…. lo ha riconosciuto dal nome cucito sulla tuta… un suo amico mi ha detto… non ha voluto aggiungere altro…
    Ultima modifica di Andrea____92; 15-07-10 alle 19:25:12

  4. #754
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    Citazione Originariamente Scritto da Andrea____92 Visualizza Messaggio
    DIARIO DI ANDREA – CAPITOLO QUINTO

    Data 6/2/2012
    Ora 11.30

    Le giornate trascorrono tranquille nel villaggio. Ogni giorno, all’albeggiare, ciascuno di noi pian piano si sveglia e capisce di essere arrivato vivo a un altro giorno di maledetta esistenza in questa terra ostile. Ogni tanto io, Walik e Daniil andiamo a ripulire il terreno qua intorno dai mutanti (soprattutto cani) per esercitarci con le armi e con la rilevazione delle anomalie, ricavando anche qualche soldo. Sono giorni che facciamo esattamente le stesse cose e la mia mente comincia a reclamare adrenalina. Anche se, data la linearità delle giornate, non sembra di essere nemmeno più nella Zona, ogni tanto si viene riportati di fronte alla dura realtà. Ed è questo, ciò che è successo proprio pochi minuti fa, quando uno novellino, quasi un ragazzo, è tornato sanguinante, con un braccio rotto e lividi ovunque. Stando a quanto ha raccontato dopo essere stato rimesso in sesto, è stato assalito dai banditi mentre era in perlustrazione con un suo amico, un po’ più esperto di lui… è stato portato al parcheggio delle auto e torturato per ottenere informazioni sul nuovo check-point e sulle difese, probabilmente per un successivo attacco... è riuscito a salvarsi, grazie all’aiuto di un tipo, che sembrava sapesse il fatto suo. Non è però riuscito a sapere come si chiamava. Grazie a questo individuo sconosciuto a chiunque, le informazioni che i banditi sono riusciti a estorcere al novellino non sono andate più in la del parcheggio.

    Ora 13.44

    Dopo giorni di intensa riflessione ho deciso di piazzare il nostro deposito rifornimenti nella cantina della casa nella quale dormiamo, qui al villaggio. Questo per ovvia comodità, rapidità di accesso e di difesa delle scorte. Sono andato da quel succhiasangue di Sidorovich a comprare delle casse in acciaio in cui stivare la roba che accumuleremo e per sapere se ci sono incarichi “speciali” da portare a termine.
    <<Niente di importante al momento>>, ha risposto, <<ma se vuoi tirare su un bel po’ di soldi puoi farmi un favore>>.
    <<Vedi, un tale che io ho spedito nella Valle Oscura per delle informazioni di alto livello, ha pensato bene di farsi sparare in testa dai banditi e ora le informazioni della sua pendrive sono cadute nelle mani del loro capo, che dopo aver provato a decriptarle, ha deciso ironicamente di vendermi la pendrive in cambio di un paio di armi di ultima generazione. Il tuo compito sarà di fare da mio emissario, portare le armi al punto di incontro e ritirare la pendrive. E non combinare casini. Accetti?>>
    La faccenda mi puzzava, forse più dell’alito del vecchio. Ma come al solito sono i soldi che comprano l’equipaggiamento di uno stalker (e soprattutto le munizioni), quindi, dopo aver ricevuto le coordinate del luogo del randez-vous ed avermi caricato le armi da consegnare in spalla (e che armi!), sono andato a chiamare gli altri. Spero che la prendano bene.

    Ora 14.01

    Come immaginavo, a Daniil la cosa non piace, decisamente non piace…. Diciamo pure che se la fa sotto… bè, fattostà che dopo qualche spintarella e incoraggiamento si è deciso e siamo partiti. E’ sempre bene avere un paio di occhi in più, nella Zona.

    Ora 18.27

    La lunga passeggiata con cui abbiamo attraversato l’intero cordon e mezza discarica fino ad arrivare all'ingresso della valle oscura, ci ha resi testimoni di quanta ironia possa mostrare la Zona verso i suoi “abitanti”. Eravamo già arrivati al confine con la Valle Oscura e stavamo procedendo molto lentamente data la quantità incredibile di anomalie che rilevavamo. I bulloni si esaurivano rapidamente e nostra sanità mentale pure. Pensavamo di essere già condannati a vagare in quel campo di anomalie. In quegli istanti già maledicevo di aver accettato l’incarico… ma poi sono stato riportato indietro da una voce che sia io, che Walik abbiamo cominciato a sentire…. Anche Daniil (quando glielo abbiamo fatto notare) se ne è accorto. Siamo rimasti lì immobili con le orecchie tese e gli occhi vigili, in preparazione di una possibile imboscata… non che potessimo fare molto, comunque, dato che eravamo immobilizzati in un campo di anomalie… fattostà che siamo quasi morti di paura tutti e tre, quando ci siamo accorti che la “voce” veniva da dietro di noi. E, si, caro diario, scrivo voce fra virgolette perché in realtà quello era il doloroso lamento di uno zombi… quando l’ho visto ho pensato di morire. Chiuso in un campo di fottutissime anomalie con uno zombi! Ma questo era strano: non ci ha neppure visti… è come se avesse avuto in mente uno scopo preciso, per cui non aveva possibili distrazioni… Come se un’entità superiore gli avesse annullato la sua volontà, o una cosa simile… sembrava un burattino, un pezzo di carne che si muoveva non si sa come…. Era con noi nel campo di anomalie e lo attraversava andando a destra e a sinistra come se sapesse pure dove fossero le anomalie… è stato in quel momento che ho deciso di seguirlo e ho fatto segno ai ragazzi di venire con me. Non so… più ci penso e meno riesco a capire come lo zombie ci sia riuscito… ma ci ha portati fuori dal campo anomalo e questo mi basta… per adesso ci accamperemo qui all’ingresso della valle. Abbiamo trovato un luogo appartato, vicino ad alcune rocce…

    A proposito, dopo l’incontro ravvicinato con lo zombi, Walik non è più lo stesso… sono andato a parlargli e mi ha detto che quello era uno stalker che lui ha conosciuto quando era ancora un novellino diversi anni fa…. lo ha riconosciuto dal nome cucito sulla tuta… un suo amico mi ha detto… non ha voluto aggiungere altro…
    Carino, mica male bravo andrea

  5. #755

    Predefinito Riferimento: Diario di uno S.T.A.L.K.E.R.

    Citazione Originariamente Scritto da StalkerStrelok Visualizza Messaggio
    Carino, mica male bravo andrea
    Come puoi vedere è il capitolo quinto. Gli altri sono dispersi nell'eternità del topic. L'ho postato perchè era già mezzo fatto e mi è venuta una vena d'ispirazione, ma il fatto che io scriva è una cosa puramente casuale... e non succede spesso.

  6. #756
    La Borga L'avatar di BoBoBorg
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    troppi diari da leggere, perdonatemi ma non ce la faccio A malapena ho le risorse idriche per questo

    Nelle precedenti puntate...

    Episodio Tre - Spazio Ubiquo

    USER: Sgt. "major tom" Stradivski
    LOCATION: Foresta Rossa
    DATE/TIME: classificata/0:20
    DATA TYPE: diario 4/4


    Continuai per ore ed ore a camminare nella stessa direzione. Schivando fronde, aggirando alberi ed evitando anomalie non mi trovai davanti dopo tre ore se non altre fronde da schivare, alberi da aggirare e anomalie da evitare. Il dubbio lo ebbi circa alle 19:56, di stare girando in tondo.

    Dico circa perchè dopo quello che ho vissuto non sono sicuro assolutamente di niente. Ogni mia conoscenza certa, come la linearità del tempo e l'unicità dello spazio erano piano piano crollate. Avevo avuto queste esperienze di esistere in differenti punti dello spazio e del tempo in simultanea che mi facevano dubitare di qualsiasi unità di misura.

    La distanza la percepivo in funzione del tempo, ed il tempo era solo un cronometro dall'ultimo orario che sapevo essere certo: le 15 e 15, quando mi risvegliai da quella esperienza avuta nel freddo della seconda guerra mondiale.

    Come dissi verso quell'orario mi fermai dove ero. Tesi l'orecchio e mi guardai intorno, in cerca di possibili anomalie. Soltanto Trampolini e Gorghi, col loro gorgoliante suono rivelavano la loro presenza. Da quel momento in avanti iniziai a concentrarmi nel ricordo di quello che avevo davanti, perchè il dubbio era quello di un'anomalia spaziale

    Le anomalie spaziali rompono alcuni dei fondamentali postulati della fisica e della geometria. Un punto non può coesistere in due differenti coordinate spaziali. E per conseguenza nemmeno temporali. Un anomalia spaziale invece permette questo tipo di paradossi.

    Gente teletrasportata in altri luoghi, gente che non riusciva ad uscire da certi luoghi... Come un buco di verme nella geodetica dello spazio e del tempo chi attraversava queste invisibili anomalie risultava per una frazione di secondo in due posizioni contemporaneamente, e nel secondo successivo nella nuova posizione. Il mio timore era di essere in un loop, un circolo vizioso che mi faceva tornare sempre al punto di partenza. Evitarlo avrebbe significato perdere il sentiero, e addentrarsi nel folto del bosco senza alcuna cognizione di orientamento, soltanto schivando anomalie e radiazioni senza sapere dove andare, magari in un altro circolo vizioso.

    Come conosco queste cose? Saul me le ha spiegate, ora come ora, prima di questa quarta pagina di diario. Questa è anche la pagina in cui lo incontrerò, ma non anticipiamo il tempo, a quello basta la Zona e non io.

    Raccolsi con lentezza un sasso dal terreno, mantenendo uno sguardo esaminatore dritto davanti a me. Lanciai il sasso in assenza di bulloni...

    Niente.

    Continuai con alcuni timidi passi, e lanciai un altro sasso....

    Niente

    Vi avvicinai ad una gorgogliante anomalia, il sasso che tirai era leggermente spostato in modo da evitare il campo d'azione dell'anomalia gravitazionale...

    Niente

    Superai una zona radioattiva. Il contatore Geiger ticchettava con insistenza mentre io lanciavo il nuovo sasso innanzi a me...

    Niente

    Quando feci per raccogliere un'altro sasso dopo i canonici sette passi in avanti mi resi conto che qualcosa non andava.

    Un identico ramo sotto di me corrispondeva a dove avevo preso il primo sasso. Segnai una X nel terreno e col cuore in gola e le bestemmie sulla lingua iniziai a correre nella medesima direzione di prima: sempre avanti. Superai le frasche secche, i tronchi grigi, le anomalie gorgoglianti e le radiazioni ticchettanti per poi...

    Vedere di nuovo, con grande disappunto e sconfitta personale, una X segnata da un coltello nella nuda terra marrone.

    Ero in un loop. Dovevo uscirne, ma come? Mi voltai precisamente di 90 gradi a destra e iniziai a correre... per poi trovare la solita X. Anche a sinistra e anche indietro, ovunque andassi alla X tornavo sempre, come se fossi in trappola.

    Ma ERO in trappola, senza modo per uscirne.

    "C'è sempre un'identica sfera, che permette di uscire" Mi dissi, e guardai in alto. Se c'era non la vedevo, ma i rami alti e massicci mi avrebbero permesso una migliore visione.

    Mi arrampicai sull'albero più vicino, una quercia possente con rami robusti. Arrivato al primo ramo caddi, perchè gli appigli mancavano. Riprovai con maggiore spinta a scalare la corteccia e a cercare di appendermi al ramo, ma al terzo tentativo niente.

    "Umorismo malsano?" pensai, perchè rassomigliava terribilmente il mio problema di fondo con l'anomalia. La Zona sa essere tremendamente cinica quando vuole, e anche divertente se si potesse osservare tale cinismo con un occhio estraneo e con una mente neutrale a questo tragicomico luogo

    "L'altro lato sarebbe andato meglio" sperai dal profondo, mentre aggiravo il ramo per provare a scalarlo dall'altro lato. Appena mi voltai di nuovo nella direzione di prima ebbi qualcosa come il più grande spavento della mia vita

    Un volto umano

    Vivo e vegeto, che mi guardava. Un volto anziano, tuta da stalker, ma ancora arzillo e con una certa allegria nel sorriso che portava, a mio parere, senza alcun motivo. Non lo avevo visto arrivare, nè sentito. Nessuno scricchiolio, nessun movimento d'aria, nessuna sensazione o sesto senso, che si dice sia tra le nostre facoltà di Spetsnaz. Lo guardai come un fantasma, perchè solo un fantasma compare in quella maniera

    "Chi sei tu?" dissi brandendo il coltello in modo professionale, pronto a tagliargli una mano se avesse provato a toccarmi
    "Un viaggiatore, e mi sono perso come te" la sua voce era serena e pacata, più giovane di quella barbetta bianca che portava. Sembrava che non si radesse da appena un giorno, non aveva quella barba lunga e folta degna di un naufrago della foresta.
    "Mi seguivi?"
    "Beh si, lo ammetto, ho visto un uomo e mi sono eccitato nella possibilità di uscire da questo posto"
    "Ho una brutta notizia, siamo in una anomalia spaziale, se restavi fuori avresti avuto molte più probabilità da solo di uscire da questo bosco che ora con me"
    "Una bolla di Hansen dici?" fece con una certa meraviglia "Oh che peccato non poterne gustare le uniche caratteristiche fisiche. Posso accompagnarti fuori se prometti di seguirmi"
    "Cosa vuoi da me?"
    "Aiuto. Sono anziano, posso dirti certe cose sulla Zona, ma non ho la forza di metterle in pratica. E poi sono corto di vista, mi puoi essere utile nella maniera in cui io sono utile a te"
    "Puoi portarci fuori dall'anomalia? Come?"
    "Beh diciamo... facendo finta che l'anomalia non esista" disse sorridendo

    Mi offrì la mano che rifiutai. Non si scompose, anzi mi fece cenno di seguirlo. Non avevo nulla da perdere, e come un ombra segue una persona gli rimasi dietro mentre si dirigeva verso la X, superandola nella direzione che seguivo quando ero ancora ignorante di essere in quella trappola spaziale.

    Superammo le frasche, i tronchi, le anomalie gorgolianti e le radiazioni ticchettanti per...

    Vedere un tronco. Mi chinai e guardai con un occhio il terreno e con l'altro quel misterioso uomo. Nessuna X, eravamo fuori

    "Mi spiegherai come hai fatto" gli dissi, guardandolo con molto sospetto
    "Se devo essere sincero... Non ne ho idea" sembrava sincero mentre lo diceva. Lo strattonai, non tanto per renderlo collaborativo, quanto per assicurarmi che fosse reale. Il tessuto della tuta e le ossa del suo corpo mi convinsero che stavo parlando con una persona vera. Strana, ma vera

    "Non ci siamo presentati, io sono Saul"
    "Io sono Stradivski, ma tu puoi, anzi devi, chiamarmi maggiore tom"
    "Oh un pò lungo, va bene tom? O maggiore?"
    "Maggiore, grazie"
    "Sei un fan di David Bowie?"
    "Si"
    "Beh, io sono un fan dei Police. La mia canzone preferita... Message in a Bottle, la conosci?"
    "Si. E' di buono augurio" dissi ironicamente
    "Non più di Space Oddity" rispose ridendo

    Il ghiaccio era rotto, il bottone attaccato. Insomma la fiducia c'era. Non capivo perchè, ma anche volendo forzatamente dubitare di lui come persona o... cosa.... non riuscivo. Chissà, con una donna sarebbe stato amore, con lui amicizia. D'altronde il sentimento alla base è il medesimo.

    Con forza estrema mantenni un distacco razionale, sebbene propendevo al crollo di tali barriere.

    "Dove andiamo ora?" mi disse con un aria più preoccupata
    "Non ne ho idea" dissi guardandomi intorno "Tu mi hai portato fuori di qui e tu dovresti sapere...."

    Mi fermai, perchè avevo visto un casolare diroccato in lontananza

    "Là, non vedi?" glielo indicai "Una fattoria. Dovremmo andarci, hai armi?"
    "No..." disse con fare mortificato mentre sforzava la sua vista per guardare in avanti "non mi servivano ma... sicuro che ci sia una fattoria?"
    "Si c'è" ne ero sicuro, come poche altre cose nella mia vita "ti faccio strada io"

    Mi accorsi che gli avevo appena allungato la mano. Il vecchio sorrise, e me la strinse. Affogai un sorriso incipiente e gli lasciai la mano. Gli feci con un cenno di andare avanti, mentre brandivo il coltello. Il vecchio si corrucciò per un attimo, poi fece spallucce e si diresse in avanti nella direzione da me indicata

    Di lì come si suol dire è storia. Il casolare era abbandonato, mezzo diroccato ma ancora stabile. Privo di pericoli e con un buon scantinato. Quando arrivò un Emissione ci rinchiudemmo al suo interno, anche se Saul sosteneva che si trattasse di una semplice tempesta. Lì scrissi il diario che ora si conclude, per penuria di caratteri e di sufficiente attenzione. Ho sonno, appena avrò qualcosa di nuovo da scrivere lo farò.

    Per ora ho sonno, molto sonno...

  7. #757
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    lasciate stare quello che avevo scritto prima di editare e anche del fatto che sto male ma questo e' vero ma non e' grave la febbre e' passata ancora un di dolore alla laringe ma vabbè....comunque volevo dire che il diario di andrea e' carino e l'ultimo di BoBoBorg e' stupendo
    Ultima modifica di Droide HK-47; 17-07-10 alle 10:57:53

  8. #758

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    Citazione Originariamente Scritto da maciok Visualizza Messaggio
    lasciate stare quello che avevo scritto prima di editare e anche del fatto che sto male ma questo e' vero ma non e' grave la febbre e' passata ancora un di dolore alla laringe ma vabbè....comunque volevo dire che il diario di andrea e' carino e l'ultimo di BoBoBorg e' stupendo
    Grazie Maciok. A proposito del la storia di BoBoBorg anche a me piace abbastanza. Forte il racconto di uno stalker intrappolato in questa anomalia. Non mi pare che nessuno l'abbia mai raccontata prima d'ora. E devo dire che la faccenda del vecchio mi intriga.

  9. #759
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    il vecchio è importante. Il prossimo episodio lo vedrà protagonista. Purtroppo non ho idea di quando lo scriverò, ieri sera avevo proprio l'ispirazione

  10. #760
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    Citazione Originariamente Scritto da Andrea____92 Visualizza Messaggio
    Grazie Maciok. A proposito del la storia di BoBoBorg anche a me piace abbastanza. Forte il racconto di uno stalker intrappolato in questa anomalia. Non mi pare che nessuno l'abbia mai raccontata prima d'ora. E devo dire che la faccenda del vecchio mi intriga.
    volevo anche dirti che mi piace il pezzo dello stalker zombificato EX-amico del altro stalker,se lo approfondisci sarebbe interessante(almeno per me)
    ma comunque la decisione e' tua volevo solo consigliarti.

  11. #761
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    Diario di Rainbow6

    Episodio numero 5

    Luogo Area dormitorio 100rads

    Ore 08:45 Data 25/03/2012

    Caro diario, finalmente dopo aver completato la missione per quel trippola di sidorovich, sarà anche un vecchio sanguisuga, e dall'alito pesante, ma a me stà pure simpatico.. e aver consegnato la chiavetta al barista e parlato alla base della duty con il Gen.Voronin per la missione che dovrò fare, ho deciso di riposarmi nel dormitorio del bar 100rads. Quanto odio i lampi e i tuoni dei temporali, non ho dormito un granchè, un pò al pensare della missione e un pò ai lamenti del cielo, avrò si e no chiuso occhio per 3-4 ore non di più.
    Ed eccomi qua a scrivere qualcosa, prima di incamminarmi per questa missione.... spero solo di svolgerla al meglio e che non faccia trapelare nulla il mio atteggiamento per la missione a questi individui, che sono chiamati freedom. Uhm, voglio proprio conoscerli questi fazionati, dicono che sono degli esaltati che pensano solo a loro come individuo e non come gruppo, dediti ai piaceri che gli vita gli concede in questo schifosissimo posto, che è la zona. Ho voglia di andarmene da qua, ma non sò, la mia priorità è scoprire cosa è successo al mio amico dell'esercito italiano, poi vedrò, ma credo che resterò qua. Oramai il contatto con la zona mi ha "estasiato". Mi sono anche arricchito già abbastanza, si guadagna proprio bene devo dire in questo posto, 2 missioni e ho già 10000 rubli, che è il mio stipendio nell'esercito in un anno di servizio. Ma ora torniamo a noi caro diario, mi devo preparare per la missione, e ho bisogno del massimo delle forze, per svolgerla. Spero che il mio nuovo fucile, in caso di necessità non mi tradisca, ma credo che non lo farà, ho piena fiducia in lui. Lo terrò sempre perfetto, e lui per ringraziarmi a dovere di volergli bene, dovrebbe fare il suo lavoro come deve essere. Ho fatto colazione con un tozzo di pane e una bicchiere di bibita energetica, ma è meglio che mi incammini verso il checkpoint del 100 rads, quindi caro diario ti saluto e scriverò qualcosa, non appena arriveròò nella base di questi esaltati.
    Ultima modifica di rainbow6_sniper; 18-07-10 alle 23:17:18

  12. #762
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    Citazione Originariamente Scritto da rainbow6_sniper Visualizza Messaggio
    Diario di Rainbow6

    Episodio numero 5

    Luogo Area dormitorio 100rads

    Ore 08:45 Data 25/03/2010

    Caro diario, finalmente dopo aver completato la missione per quel trippola di sidorovich, sarà anche un vecchio sanguisuga, e dall'alito pesante, ma a me stà pure simpatico.. e aver consegnato la chiavetta al barista e parlato alla base della duty con il Gen.Voronin per la missione che dovrò fare, ho deciso di riposarmi nel dormitorio del bar 100rads. Quanto odio i lampi e i tuoni dei temporali, non ho dormito un granchè, un pò al pensare della missione e un pò ai lamenti del cielo, avrò si e no chiuso occhio per 3-4 ore non di più.
    Ed eccomi qua a scrivere qualcosa, prima di incamminarmi per questa missione.... spero solo di svolgerla al meglio e che non faccia trapelare nulla il mio atteggiamento per la missione a questi individui, che sono chiamati freedom. Uhm, voglio proprio conoscerli questi fazionati, dicono che sono degli esaltati che pensano solo a loro come individuo e non come gruppo, dediti ai piaceri che gli vita gli concede in questo schifosissimo posto, che è la zona. Ho voglia di andarmene da qua, ma non sò, la mia priorità è scoprire cosa è successo al mio amico dell'esercito italiano, poi vedrò, ma credo che resterò qua. Oramai il contatto con la zona mi ha "estasiato". Mi sono anche arricchito già abbastanza, si guadagna proprio bene devo dire in questo posto, 2 missioni e ho già 10000 rubli, che è il mio stipendio nell'esercito in un anno di servizio. Ma ora torniamo a noi caro diario, mi devo preparare per la missione, e ho bisogno del massimo delle forze, per svolgerla. Spero che il mio nuovo fucile, in caso di necessità non mi tradisca, ma credo che non lo farà, ho piena fiducia in lui. Lo terrò sempre perfetto, e lui per ringraziarmi a dovere di volergli bene, dovrebbe fare il suo lavoro come deve essere. Ho fatto colazione con un tozzo di pane e una bicchiere di bibita energetica, ma è meglio che mi incammini verso il checkpoint del 100 rads, quindi caro diario ti saluto e scriverò qualcosa, non appena arriveròò nella base di questi esaltati.
    bello , bella anche la descrizione dei Freedom

  13. #763
    Lo Zio
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    Mah questo diario ero sotto ispirazione nel scriverlo, mentre sono assorto nei miei pensieri mia mamma non fà cadere l'asse da stiro. Faccio un salto dalla sedia e arrovescio la tastiera. Ho finito il diario ma non ero più in vena di scrivere per lo spavento.
    Ed è venuto uno schifo di episodio.

  14. #764
    Il Nonno
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    Citazione Originariamente Scritto da rainbow6_sniper Visualizza Messaggio
    Mah questo diario ero sotto ispirazione nel scriverlo, mentre sono assorto nei miei pensieri mia mamma non fà cadere l'asse da stiro. Faccio un salto dalla sedia e arrovescio la tastiera. Ho finito il diario ma non ero più in vena di scrivere per lo spavento.
    Ed è venuto uno schifo di episodio.
    No dai, non dire così, non è mica male quell'episodio

  15. #765
    Il Puppies
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    Questo non è totalmente Stalker...ma ce lo vedrei bene, nel gioco

    I racconti del bar

    E così, tu ti vanti, qui, davanti a tutti, delle tue imprese…ragazzo.
    Sai, di novellini come te ne passano tanti, qui. Passano, parlando, dicono, declamano. E dopo due giorni li trovano spappolati in un mulinello.
    Ragazzo, ragazzo, cosa vuol dire uccidere un succhiasangue? Sconfiggere i banditi? Niente. Niente, ragazzo. Niente rispetto a quello che ho vissuto io.
    State zitti, eh? Non lo acclamate più? Parlate. Dite, anche voi. Lo incoraggiate. Ma è sbagliato. E’ falso. State solo illudendo questo…stalker, chiamiamolo così.
    Amici, lo sapete bene. Uno stalker non è uno che ammazza un mutante, o che trova qualche Fiore di pietra, qua e là. No. Uno stalker, è quello che va a cercare sottoterra. Sotto, sempre più sotto. Fino in fondo. Sotto. E’ dentro la Zona che si nasconde tutto. Dentro. Non sopra. Dentro.
    Te lo racconto, ragazzo, cosa vuol dire essere uno stalker…cosa vuol dire respirare, camminare e sparare sotto trenta metri di terra.
    Ero al Rostok…andavo verso lo Yantar. Perché? Non è importante, il perché. Ci andavo.
    E stavo seguendo i binari nella stazione vecchia…calmo, tranquillo. Niente da segnalare. Finché lontano non vedo un gruppo di banditi, venire più o meno verso di me.
    Sporchi, schifosi, maledetti parassiti…volevo tendergli una trappola e farli secchi tutti. Non si erano accorti di me, perciò mi sono infilato in piccolo cubicolo di servizio, lungo i binari…una piccola costruzione quadrata, di cemento. Da lì li avrei sterminati, sparando non appena fossero stati vicini.
    Ma ragazzo, sai come sono le lande desolate, vero? Tu che sei un grande eroe…
    Lì dentro c’era solo un tavolo e un paio di sedie distrutte. Ma io ho l’occhio allenato, e ho notato subito che in un angolo le mattonelle del pavimento erano diverse dalle altre. Più usurate.
    Mi sono avvicinato velocemente, spinto dalla curiosità. Ne ho smossa qualcuna…e sotto c’era una scala di metallo.
    Tu cos’avresti fatto? I banditi o lo scala? E’ una cantina, ho pensato, non ci sarà niente di importante sotto…pensiamo ai banditi.
    E dopo dieci minuti tengo in mano il mio Abakan fumante, mentre per terra ci sono quattro bastardi morti sui binari. Mi sono sentito orgoglioso di aver eliminato simile gentaglia. Ma non ho scordato la cantina…
    Avevo deciso di andare sotto a controllare, e l’ho fatto. Ragazzo, ti vanti di essere un vero duro…ma sono sicuro che a vedere quel buio saresti scappato via urlando.
    Solo a vedere il buio.
    Sotto la botola, sotto le scale c’era una piccola stanza…sembra va solo una specie di magazzino.
    Ma l’ho detto, e voi lo sapete, che io ho l’occhio allenato…e in mezzo a scatoloni, tubi e ciarpame ho individuato il profilo di una porta. Una porta metallica, pesante.
    Con una serratura magnetica, a codice…ragazzo. Eh, ragazzo. Io, lo Sparviero, ho trovato un laboratorio al Rostok. Tu, lo stalker conosciuto come Mangusta, hai ucciso da solo un succhiasangue. Vuoi ancora vantarti? Ma senti il resto, prima…oh, il resto, amico mio. Il resto.
    Era un laboratorio, si. La porta era malandata, semidistrutta. Aperta. Sono entrato tenendo avanti lo SPAS e con la torcia accesa…
    Si, mi sono chiesto anch’io il perché. Perché sotto una stazioncina di manutenzione dovrebbe esserci un laboratorio? O…ah, no. Tu ti stai chiedendo perché sono entrato…
    Si, te lo stai chiedendo, ragazzo, lo leggo nei tuoi occhi. Leggo che tu saresti andato via.
    Ho varcato la porta e mi sono guardato attorno.
    Nessun rumore, nessuna luce…un lungo corridoio diritto davanti a me.
    Dovevo essere un tre, quattro metri sotto il pavimento della costruzione, non troppo profondo. Cavolo, sono stato in posti peggiori, mi sono detto, vediamo se c’è qualche gingillo interessante.
    Vado avanti, il corridoio è lungo una decina di metri…e termina con una porta socchiusa. La apro piano, ma cigola come una dannata…e ci sono le scale. Altre scale, che vanno più giù. Sempre più giù.
    Una scala a chiocciola, di ferro, che scende…e davanti a me, proprio oltre la porta, un cadavere. Si, ragazzo, un altro presunto stalker, un po’ come un tizio che conosco…
    Era lì da almeno due mesi, mezzo putrefatto, la tuta tutta piena di morsi. Bene, mi dico. Che c’è qui sotto?
    Frugo il corpo e non trovo nulla di che…un AK arrugginito, una Fort scarrellata…e poi, nello zaino, vodka e pane ammuffito.
    Un novellino. Uno sprovveduto. Un morto.
    Ma i morsi ci sono e sono belli evidenti…eh, morsi, si. Ma ragazzo, non sembravano morsi di mutante…né quelle strisce che lasciano i tuoi amati succhiasangue.
    Amico, erano morsi fatti da una bocca umana. Si vedevano bene, in certi punti di quelle braccia marcite…segni impressi con forza.
    E sulla tuta altre tracce meno evidenti.
    A che stai pensando? Zombi? Snork? Eh, ragazzo…
    Scendo piano lungo la scala…ogni passo mi sembra che faccia un casino infernale.
    Dopo dieci minuti di discesa tocco di nuovo un pavimento di cemento. Un lungo corridoio, con stanze laterali…porte aperte, porte chiuse. Ci sono un paio di luci d’emergenza accese, sui muri incrostati di salnitro…un ronzio di macchinari elettrici…e poi.
    Poi, ragazzo? Poi…faccio un passo avanti nel corridoio, e sento lontano, davanti a me, una cosa strana. Lì sotto, sotto terra, sento qualcuno che dice Amen.
    E poi Amen, amen, amen, amen, amen, amen…
    Sei cattolico? Ortodosso? Non ha importanza. Sai cos’è. E sai come non potesse c’entrare nulla, lì.
    Chi è là, urlo, e punto il fucile. Ma niente, la voce si interrompe. Di botto. Sento solo il ronzio.
    E allora mi chiedo, si, mi chiedo che ci faccio lì e se devo andare via. Certo, ho avuto paura. Sono un essere umano, è normale.
    Ma ricordati che il coraggioso non è colui che non sente paura, ma chi prosegue controllandola.
    Si, sono andato aventi. Tengo lo SPAS ben stretto e mi avvicino alla prima porta a sinistra.
    In quel momento credevo che ci fossero zombi, nel sotterraneo…lo sai che parlano da soli. Quel pensiero mi aveva tranquillizzato, se li sai prendere non sono difficili da eliminare. E quando entro nella stanza, e la trovo piena di cadaveri decomposti, mi sento proprio sicuro che lì è pieno di zombi. C’era una puzza incredibile…un odore…un odore di morte. La morte fatta ad odore. Amico mio…
    Esco subito da quella camera. L’altra, di fronte, è vuota…poche casse rotte, un tavolo, una lampada fracassata…un ufficio riadattato a magazzino…
    La esploro per bene, facendo luce con la torcia, poi torno nel corridoio.
    E verso il fondo vedo una luce. Una luce bianca, intensissima…guardo, stupito.
    Ragazzo. Lì in fondo c’era Gesù. Si. Gesù. Non ti prendo in giro. C’era un uomo con barba e capelli lunghi, in tunica bianca, che mi guarda e sorride e avanza verso di me.
    Non cammina. Sembra volare. Io…mi vengono i brividi a pensarci. Ragazzo, fossi stato lì…
    Io non sono religioso. Ma so riconoscere un’immagine di Gesù. E quello era Gesù. In carne e ossa. Che mi viene incontro e…e…
    E ad un certo punto si mette ad urlare, a urlare come un pazzo. Grida orribilmente e mi viene incontro correndo mentre la luce diventa fortissima.
    Ho rischiato di morire d’infarto. E’ indescrivibile, davvero…forse…forse qualcosa mi è morta davvero, dentro, in quel momento. L’immagine mi arriva addosso e sparisce in un lampo. L’urlo finisce. Rimane solo, di nuovo, il ronzio elettrico.
    Pensi di nuovo che ti racconti balle, eh? Ascolta la fine. Vedrai. Ho le prove. Ho tutto. Tutti, qui, sanno chi sono…tutti.
    Gesù sparisce. Cioè, l’immagine…il grido, tutto. Resto due minuti buoni immobile, come un statua. Ho un terrore addosso che mi ghiaccia le ossa.
    Riesco a riprendermi quando vedo che in fondo al corridoio, da dove era arrivata quella…cosa, quel sogno…in fondo c’è una luce. Flebile, una luce verde.
    Mi muovo di nuovo, faccio due passi in avanti. Mi sento stordito, mi sento malissimo…decido di controllare comunque le altre stanze.
    Apro una porta alla mia sinistra…è buia come le altre. Faccio luce.
    E troco tutti i muri ricoperti da scritte. Ovunque. Ce ne sono pure per terra, sul soffitto…guardo meglio. Sono in rosso. E’ sangue. Sangue con cui sono state scritte preghiere.
    Oh, amico mio…che cos’era quel posto. Cos’è quel posto, cos’è questo posto…la Zona tira fuori il meglio e il peggio dell’uomo.
    Erano preghiere in latino, credo, lo conosco un poco…il latino.
    E li ho realizzato che davvero c’era qualcosa che non andava. Gesù? Si, dovevo realizzarlo dopo aver visto Gesù. Ma sai com’è, uno forse ci spera…o…o no, non intendevo quello. Cioè…io…ero rimasto molto colpito, e poi terrorizzato.
    Insomma, mi fu chiaro che lì sotto c’era qualcosa che causava allucinazioni, tipo il Bruciacervella. O forse c’era un controllore. O…
    Sento un rumore dietro le mie spalle. Non pensavo più agli zombi, alla loro presenza….
    Mi giro, pensando d’improvviso agli zombi. E non vedo uno zombi, illuminato dalla mia torcia. No.
    Vedo…santo dio. Vedo un succhiasangue che mi fissa. A un metro da me. Un succhiasangue che agita i suoi tentacoli…e poi...
    Gli punto il fucile ma prima che io possa urlare o sparare quel coso…oh. Ragazzo, quel coso si mette a parlare, e a dire che la messa è iniziata, di stare in silenzio, e a pregare e a dire cose in latino.
    Si, si…mi sento impazzire quando dice amen e gli sparo due colpi, gridando. Al primo svanisce nel nulla. Ma non è invisibile…semplicemente non c’è più. Non c’è mai stato.
    A quel punto mi viene da vomitare e da piangere insieme. Una sensazione stranissima…mai provata.
    E lo faccio, piango e vomito, per terra, sul pavimento ingombro di scritte. Mi inginocchio sul mio pranzo, piangendo e tenendomi la testa…
    E urlo di nuovo quando vedo il fucile, buttato accanto a me, muoversi da solo e girare su se stesso. Mi allontano di scatto e quello smette.
    Che cosa…che avventura, lì sotto. Che…che orrore. Si, ragazzo…esatto. Orrore.
    Pianissimo allungo una mano verso il fucile che si fa raccogliere senza problemi. Lo imbraccio. Niente. E’ il mio solito SPAS 12.
    Esco barcollando dalla stanza e vedo che il corridoio è illuminato. Illuminato da decine di candele appese ai muri. Mi sento morire.
    Un tappeto rosso ricopre la strada verso la fine del corridoio, e delirante, con la bava alla bocca alla bocca inizio a correre, a correre come un pazzo verso la porta, la bellissima porta di mogano che c’è lì in fondo…corro, e attorno a me ci sono cori d’angeli e di arcangeli…trombe del paradiso.
    La porta si spalanca, e dietro di essa una bellissima sala s’illumina di luce bianchissima…su un piedistallo si erge un trono, con attorno quattro figure, i banditi che ho ucciso sopra, che ora nelle loro tuniche bianche mi indicano il personaggio sulla pedana…un corpo mummificato, grigio e senza occhi, con una veste papale, che mi chiama gran voce e si sbraccia e mi accoglie…
    Corro…corro ragazzo verso di lui…piango…perché sembra essere la cosa più piena di senso lì, lì sotto, qua attorno, in tutta la mia vita…poi…e poi…
    Poi sono ad un metro da lui, e vedo che dietro il trono non c’è luce bianchissima…ma un tavolo operatorio arrugginito e insanguinato. E allora…
    Allora…urlo, impazzisco ancora di più, e invocando tutti i cieli e tutti i diavoli prendo lo SPAS e lo scarico in faccia al cadavere vivente.
    Si…si. E finisce. Ragazzo, finisce tutto…
    Mi sveglio forse dopo un’ora, dopo tre ore, dopo un giorno…mi gira terribilmente la testa…e mi guardo attorno.
    Sono in una stanza vasta, sporca, piena di macchine e scaffali e scrivanie e vasche di vetro…e davanti a me, ai piedi di un lettino da chirurgia, con quello che resta dalla testa attaccato a decine di fili elettrici…c’è un uomo. Un corpo ferito, emaciato, a tratti decomposto. Ma il sangue e le ferite indicano che fino a poco prima era vivo.
    Uno scheletro, quasi, con pochi muscoli attaccati…ma vivo, qualche ora prima.
    E attorno a lui…centinaia di ossa e resti umani. Solo a quel punto sento la puzza, simile a quella della prima stanza che ho trovato…ma peggio.
    Non so cosa fosse. Trovai diversi fascicoli, tieni, guarda coi tuoi occhi, fascicoli che parlavano del laboratorio X22 e di esperimenti sul pensiero fisico, sul viaggio astrale…sulla presenza fuori della mente della mente stessa. Dati, tabelle, analisi…esperimenti.
    Ho preso tutta la documentazione importante e sono scappato da lì. Non potevo restarci un minuto di più.
    Di questi dati ci capisco poco e niente…li voglio portare agli scienziati per sapere cosa succedeva là sotto, e a chi.
    Ma forse…un’idea ce l’ho, ragazzo.
    Io sono uno stalker, un vero stalker. Tu un novellino. Ma sapere che negli armadietti, lì sotto, trovai un abito da prete e dati su un certo padre Andrej…
    Beh. Sono certo che non ci stupisce allo stesso modo.

  16. #766
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    Citazione Originariamente Scritto da Kyo999 Visualizza Messaggio
    Questo non è totalmente Stalker...ma ce lo vedrei bene, nel gioco

    I racconti del bar

    E così, tu ti vanti, qui, davanti a tutti, delle tue imprese…ragazzo.
    Sai, di novellini come te ne passano tanti, qui. Passano, parlando, dicono, declamano. E dopo due giorni li trovano spappolati in un mulinello.
    Ragazzo, ragazzo, cosa vuol dire uccidere un succhiasangue? Sconfiggere i banditi? Niente. Niente, ragazzo. Niente rispetto a quello che ho vissuto io.
    State zitti, eh? Non lo acclamate più? Parlate. Dite, anche voi. Lo incoraggiate. Ma è sbagliato. E’ falso. State solo illudendo questo…stalker, chiamiamolo così.
    Amici, lo sapete bene. Uno stalker non è uno che ammazza un mutante, o che trova qualche Fiore di pietra, qua e là. No. Uno stalker, è quello che va a cercare sottoterra. Sotto, sempre più sotto. Fino in fondo. Sotto. E’ dentro la Zona che si nasconde tutto. Dentro. Non sopra. Dentro.
    Te lo racconto, ragazzo, cosa vuol dire essere uno stalker…cosa vuol dire respirare, camminare e sparare sotto trenta metri di terra.
    Ero al Rostok…andavo verso lo Yantar. Perché? Non è importante, il perché. Ci andavo.
    E stavo seguendo i binari nella stazione vecchia…calmo, tranquillo. Niente da segnalare. Finché lontano non vedo un gruppo di banditi, venire più o meno verso di me.
    Sporchi, schifosi, maledetti parassiti…volevo tendergli una trappola e farli secchi tutti. Non si erano accorti di me, perciò mi sono infilato in piccolo cubicolo di servizio, lungo i binari…una piccola costruzione quadrata, di cemento. Da lì li avrei sterminati, sparando non appena fossero stati vicini.
    Ma ragazzo, sai come sono le lande desolate, vero? Tu che sei un grande eroe…
    Lì dentro c’era solo un tavolo e un paio di sedie distrutte. Ma io ho l’occhio allenato, e ho notato subito che in un angolo le mattonelle del pavimento erano diverse dalle altre. Più usurate.
    Mi sono avvicinato velocemente, spinto dalla curiosità. Ne ho smossa qualcuna…e sotto c’era una scala di metallo.
    Tu cos’avresti fatto? I banditi o lo scala? E’ una cantina, ho pensato, non ci sarà niente di importante sotto…pensiamo ai banditi.
    E dopo dieci minuti tengo in mano il mio Abakan fumante, mentre per terra ci sono quattro bastardi morti sui binari. Mi sono sentito orgoglioso di aver eliminato simile gentaglia. Ma non ho scordato la cantina…
    Avevo deciso di andare sotto a controllare, e l’ho fatto. Ragazzo, ti vanti di essere un vero duro…ma sono sicuro che a vedere quel buio saresti scappato via urlando.
    Solo a vedere il buio.
    Sotto la botola, sotto le scale c’era una piccola stanza…sembra va solo una specie di magazzino.
    Ma l’ho detto, e voi lo sapete, che io ho l’occhio allenato…e in mezzo a scatoloni, tubi e ciarpame ho individuato il profilo di una porta. Una porta metallica, pesante.
    Con una serratura magnetica, a codice…ragazzo. Eh, ragazzo. Io, lo Sparviero, ho trovato un laboratorio al Rostok. Tu, lo stalker conosciuto come Mangusta, hai ucciso da solo un succhiasangue. Vuoi ancora vantarti? Ma senti il resto, prima…oh, il resto, amico mio. Il resto.
    Era un laboratorio, si. La porta era malandata, semidistrutta. Aperta. Sono entrato tenendo avanti lo SPAS e con la torcia accesa…
    Si, mi sono chiesto anch’io il perché. Perché sotto una stazioncina di manutenzione dovrebbe esserci un laboratorio? O…ah, no. Tu ti stai chiedendo perché sono entrato…
    Si, te lo stai chiedendo, ragazzo, lo leggo nei tuoi occhi. Leggo che tu saresti andato via.
    Ho varcato la porta e mi sono guardato attorno.
    Nessun rumore, nessuna luce…un lungo corridoio diritto davanti a me.
    Dovevo essere un tre, quattro metri sotto il pavimento della costruzione, non troppo profondo. Cavolo, sono stato in posti peggiori, mi sono detto, vediamo se c’è qualche gingillo interessante.
    Vado avanti, il corridoio è lungo una decina di metri…e termina con una porta socchiusa. La apro piano, ma cigola come una dannata…e ci sono le scale. Altre scale, che vanno più giù. Sempre più giù.
    Una scala a chiocciola, di ferro, che scende…e davanti a me, proprio oltre la porta, un cadavere. Si, ragazzo, un altro presunto stalker, un po’ come un tizio che conosco…
    Era lì da almeno due mesi, mezzo putrefatto, la tuta tutta piena di morsi. Bene, mi dico. Che c’è qui sotto?
    Frugo il corpo e non trovo nulla di che…un AK arrugginito, una Fort scarrellata…e poi, nello zaino, vodka e pane ammuffito.
    Un novellino. Uno sprovveduto. Un morto.
    Ma i morsi ci sono e sono belli evidenti…eh, morsi, si. Ma ragazzo, non sembravano morsi di mutante…né quelle strisce che lasciano i tuoi amati succhiasangue.
    Amico, erano morsi fatti da una bocca umana. Si vedevano bene, in certi punti di quelle braccia marcite…segni impressi con forza.
    E sulla tuta altre tracce meno evidenti.
    A che stai pensando? Zombi? Snork? Eh, ragazzo…
    Scendo piano lungo la scala…ogni passo mi sembra che faccia un casino infernale.
    Dopo dieci minuti di discesa tocco di nuovo un pavimento di cemento. Un lungo corridoio, con stanze laterali…porte aperte, porte chiuse. Ci sono un paio di luci d’emergenza accese, sui muri incrostati di salnitro…un ronzio di macchinari elettrici…e poi.
    Poi, ragazzo? Poi…faccio un passo avanti nel corridoio, e sento lontano, davanti a me, una cosa strana. Lì sotto, sotto terra, sento qualcuno che dice Amen.
    E poi Amen, amen, amen, amen, amen, amen…
    Sei cattolico? Ortodosso? Non ha importanza. Sai cos’è. E sai come non potesse c’entrare nulla, lì.
    Chi è là, urlo, e punto il fucile. Ma niente, la voce si interrompe. Di botto. Sento solo il ronzio.
    E allora mi chiedo, si, mi chiedo che ci faccio lì e se devo andare via. Certo, ho avuto paura. Sono un essere umano, è normale.
    Ma ricordati che il coraggioso non è colui che non sente paura, ma chi prosegue controllandola.
    Si, sono andato aventi. Tengo lo SPAS ben stretto e mi avvicino alla prima porta a sinistra.
    In quel momento credevo che ci fossero zombi, nel sotterraneo…lo sai che parlano da soli. Quel pensiero mi aveva tranquillizzato, se li sai prendere non sono difficili da eliminare. E quando entro nella stanza, e la trovo piena di cadaveri decomposti, mi sento proprio sicuro che lì è pieno di zombi. C’era una puzza incredibile…un odore…un odore di morte. La morte fatta ad odore. Amico mio…
    Esco subito da quella camera. L’altra, di fronte, è vuota…poche casse rotte, un tavolo, una lampada fracassata…un ufficio riadattato a magazzino…
    La esploro per bene, facendo luce con la torcia, poi torno nel corridoio.
    E verso il fondo vedo una luce. Una luce bianca, intensissima…guardo, stupito.
    Ragazzo. Lì in fondo c’era Gesù. Si. Gesù. Non ti prendo in giro. C’era un uomo con barba e capelli lunghi, in tunica bianca, che mi guarda e sorride e avanza verso di me.
    Non cammina. Sembra volare. Io…mi vengono i brividi a pensarci. Ragazzo, fossi stato lì…
    Io non sono religioso. Ma so riconoscere un’immagine di Gesù. E quello era Gesù. In carne e ossa. Che mi viene incontro e…e…
    E ad un certo punto si mette ad urlare, a urlare come un pazzo. Grida orribilmente e mi viene incontro correndo mentre la luce diventa fortissima.
    Ho rischiato di morire d’infarto. E’ indescrivibile, davvero…forse…forse qualcosa mi è morta davvero, dentro, in quel momento. L’immagine mi arriva addosso e sparisce in un lampo. L’urlo finisce. Rimane solo, di nuovo, il ronzio elettrico.
    Pensi di nuovo che ti racconti balle, eh? Ascolta la fine. Vedrai. Ho le prove. Ho tutto. Tutti, qui, sanno chi sono…tutti.
    Gesù sparisce. Cioè, l’immagine…il grido, tutto. Resto due minuti buoni immobile, come un statua. Ho un terrore addosso che mi ghiaccia le ossa.
    Riesco a riprendermi quando vedo che in fondo al corridoio, da dove era arrivata quella…cosa, quel sogno…in fondo c’è una luce. Flebile, una luce verde.
    Mi muovo di nuovo, faccio due passi in avanti. Mi sento stordito, mi sento malissimo…decido di controllare comunque le altre stanze.
    Apro una porta alla mia sinistra…è buia come le altre. Faccio luce.
    E troco tutti i muri ricoperti da scritte. Ovunque. Ce ne sono pure per terra, sul soffitto…guardo meglio. Sono in rosso. E’ sangue. Sangue con cui sono state scritte preghiere.
    Oh, amico mio…che cos’era quel posto. Cos’è quel posto, cos’è questo posto…la Zona tira fuori il meglio e il peggio dell’uomo.
    Erano preghiere in latino, credo, lo conosco un poco…il latino.
    E li ho realizzato che davvero c’era qualcosa che non andava. Gesù? Si, dovevo realizzarlo dopo aver visto Gesù. Ma sai com’è, uno forse ci spera…o…o no, non intendevo quello. Cioè…io…ero rimasto molto colpito, e poi terrorizzato.
    Insomma, mi fu chiaro che lì sotto c’era qualcosa che causava allucinazioni, tipo il Bruciacervella. O forse c’era un controllore. O…
    Sento un rumore dietro le mie spalle. Non pensavo più agli zombi, alla loro presenza….
    Mi giro, pensando d’improvviso agli zombi. E non vedo uno zombi, illuminato dalla mia torcia. No.
    Vedo…santo dio. Vedo un succhiasangue che mi fissa. A un metro da me. Un succhiasangue che agita i suoi tentacoli…e poi...
    Gli punto il fucile ma prima che io possa urlare o sparare quel coso…oh. Ragazzo, quel coso si mette a parlare, e a dire che la messa è iniziata, di stare in silenzio, e a pregare e a dire cose in latino.
    Si, si…mi sento impazzire quando dice amen e gli sparo due colpi, gridando. Al primo svanisce nel nulla. Ma non è invisibile…semplicemente non c’è più. Non c’è mai stato.
    A quel punto mi viene da vomitare e da piangere insieme. Una sensazione stranissima…mai provata.
    E lo faccio, piango e vomito, per terra, sul pavimento ingombro di scritte. Mi inginocchio sul mio pranzo, piangendo e tenendomi la testa…
    E urlo di nuovo quando vedo il fucile, buttato accanto a me, muoversi da solo e girare su se stesso. Mi allontano di scatto e quello smette.
    Che cosa…che avventura, lì sotto. Che…che orrore. Si, ragazzo…esatto. Orrore.
    Pianissimo allungo una mano verso il fucile che si fa raccogliere senza problemi. Lo imbraccio. Niente. E’ il mio solito SPAS 12.
    Esco barcollando dalla stanza e vedo che il corridoio è illuminato. Illuminato da decine di candele appese ai muri. Mi sento morire.
    Un tappeto rosso ricopre la strada verso la fine del corridoio, e delirante, con la bava alla bocca alla bocca inizio a correre, a correre come un pazzo verso la porta, la bellissima porta di mogano che c’è lì in fondo…corro, e attorno a me ci sono cori d’angeli e di arcangeli…trombe del paradiso.
    La porta si spalanca, e dietro di essa una bellissima sala s’illumina di luce bianchissima…su un piedistallo si erge un trono, con attorno quattro figure, i banditi che ho ucciso sopra, che ora nelle loro tuniche bianche mi indicano il personaggio sulla pedana…un corpo mummificato, grigio e senza occhi, con una veste papale, che mi chiama gran voce e si sbraccia e mi accoglie…
    Corro…corro ragazzo verso di lui…piango…perché sembra essere la cosa più piena di senso lì, lì sotto, qua attorno, in tutta la mia vita…poi…e poi…
    Poi sono ad un metro da lui, e vedo che dietro il trono non c’è luce bianchissima…ma un tavolo operatorio arrugginito e insanguinato. E allora…
    Allora…urlo, impazzisco ancora di più, e invocando tutti i cieli e tutti i diavoli prendo lo SPAS e lo scarico in faccia al cadavere vivente.
    Si…si. E finisce. Ragazzo, finisce tutto…
    Mi sveglio forse dopo un’ora, dopo tre ore, dopo un giorno…mi gira terribilmente la testa…e mi guardo attorno.
    Sono in una stanza vasta, sporca, piena di macchine e scaffali e scrivanie e vasche di vetro…e davanti a me, ai piedi di un lettino da chirurgia, con quello che resta dalla testa attaccato a decine di fili elettrici…c’è un uomo. Un corpo ferito, emaciato, a tratti decomposto. Ma il sangue e le ferite indicano che fino a poco prima era vivo.
    Uno scheletro, quasi, con pochi muscoli attaccati…ma vivo, qualche ora prima.
    E attorno a lui…centinaia di ossa e resti umani. Solo a quel punto sento la puzza, simile a quella della prima stanza che ho trovato…ma peggio.
    Non so cosa fosse. Trovai diversi fascicoli, tieni, guarda coi tuoi occhi, fascicoli che parlavano del laboratorio X22 e di esperimenti sul pensiero fisico, sul viaggio astrale…sulla presenza fuori della mente della mente stessa. Dati, tabelle, analisi…esperimenti.
    Ho preso tutta la documentazione importante e sono scappato da lì. Non potevo restarci un minuto di più.
    Di questi dati ci capisco poco e niente…li voglio portare agli scienziati per sapere cosa succedeva là sotto, e a chi.
    Ma forse…un’idea ce l’ho, ragazzo.
    Io sono uno stalker, un vero stalker. Tu un novellino. Ma sapere che negli armadietti, lì sotto, trovai un abito da prete e dati su un certo padre Andrej…
    Beh. Sono certo che non ci stupisce allo stesso modo.
    Bello Kyo... Grande...

  17. #767
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    Già letto? Bene
    Credi che possa appartenere all'atmosfera di Stalker?

  18. #768
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    Citazione Originariamente Scritto da Kyo999 Visualizza Messaggio
    Già letto? Bene
    Credi che possa appartenere all'atmosfera di Stalker?
    Si, mi sembra abbastanza attinente, anche il mio è un po particolare ma rispecchia pur sempre l'atmosfera di Stalker... Perciò direi di si... Anche l'atmosfera del racconto rispecchia Stalker...

  19. #769
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    Bellissimo! L'ho tutto d'un fiato! Bellissimo, avevo il cuore a palla nel leggerlo! Kyo complimenti trasmetti emozioni nei tuoi racconti, non smettere che sono davvero belli.

  20. #770
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    Grazie ragazzi mi fa sempre piacere sentire i vostri commenti e leggere i vostri lavori

  21. #771
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    Citazione Originariamente Scritto da Kyo999 Visualizza Messaggio
    Grazie ragazzi mi fa sempre piacere sentire i vostri commenti e leggere i vostri lavori
    Beh se sei bravo tutti questi complimenti li meriti

    sto lavorando sulla 5° parte... solo che è da un po che mi sono fermato e quindi sono ancora a inizio parte.. Però cercherò di finirla...

  22. #772
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    Grazie, dal 1 agosto sarò completamente in vacanza e potrò dedicarmi alla stesura dei miei diari, così potrete conoscere come il mio personaggio sia arrivato nella duty.

  23. #773
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    Attendo pazientemente entrambi i diari >_>

  24. #774
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    l'ho letto bellissimo bravo kyo
    comunque quando lo stalker dice:
    Ma forse…un’idea ce l’ho, ragazzo.
    Io sono uno stalker, un vero stalker. Tu un novellino. Ma sapere che negli armadietti, lì sotto, trovai un abito da prete e dati su un certo padre Andrej…
    Beh. Sono certo che non ci stupisce allo stesso modo.

    secondo me vuol dire che quel uomo si e' attaccato alla macchina per vivere ed invecchia fino a diventare una mummia nel frattempo gli stalker ignari che trovano questo posto vengono uccisi e mangiati grazie alla mente della mummia che li fa impazzire e li fa morire

  25. #775
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    Potrebbe essere, certo
    O magari ce l'hanno attaccato, alla macchina
    Se l'avessi spiegato chiaro chiaro non sarebbe stata la stessa cosa >_>

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