Innanzitutto ciao a tutti!
Volevo parlare con qualcuno di una mia riflessione, e visto che qui è frequentato da appassionati di storia molto in gamba non credo di poter trovare posto migliore!
Dunque, visto che si avvicina l'esame di Storia Contemporanea per l'uni mi sono trovato a studiare (ancora una volta) la grande guerra. Nel frattempo, per immergermi completamente nel periodo, ho cominciato a leggere un romanzo ambientato proprio in quel contesto (si chiama "I Biplani di D'Annunzio", uno splendido romanzo). Il genere è fantascienza ma non è quello il punto, per farla breve ieri, leggendo, mi ha colpito una frase del protagonista (un aviatore triestino della flotta austro-ungarica) che, parlando con un visitatore dal futuro, gli rimproverava di considerare la guerra solo come "un noioso capitolo su un libro di storia", al contrario di lui che aveva visto morire amici e compagni sotto i colpi del nemico.
Ora, a me questa frase ha colpito parecchio. In effetti a posteriori tutto è semplice, quà i vincitori, là i vinti. Persino il macabro conteggio dei caduti, a volte, non è molto di più che un numero da ricordare all'esame. Per non parlare poi delle critiche che spesso si muovono all'operato di capi di stato o generali, credo che tutti (compreso me) ci siamo sentiti in diritto di giudicare le scelte di, che so, Mussolini, piuttosto che Salandra ecc.
Eppure dopo ieri il mio approccio è cambiato. Adesso credo di provare un rispetto maggiore per gli eventi e per le persone coinvolte nei conflitti o nelle rivolte che hanno costellato l'ultimo secolo, perchè mi rendo conto che, non avendo una visione d'insieme, non potevano che cavalcare gli eventi e darsi anima e corpo alla propria causa, qualunque essa fosse.
Ecco, chiedo scusa per la banalità del tutto ma mi chiedevo se qualcuno di voi non avesse mai provato qualcosa del genere.