NEW YORK SI ERA MOBILITATA PER STRAPPARE UNA «GRAZIA» CHE PERÒ NON È ARRIVATA
Oreo, la pitbull condannata a morte
L'hanno curata per poi «giustiziarla»
Era stata gettata dal sesto piano di un palazzo. Guarita, l'hanno considerata troppo aggressiva. E l'hanno uccisa
Oreo, la cagnolina condannata all'eutanasia per cui si stanno mobilitando gli animalisti Usa (Ap)NEW YORK - Si era salvata per miracolo, dopo che la sua padrona l'aveva gettata dal tetto di un palazzo di Brooklyn. Un volo dal sesto piano da cui era uscita miracolosamente viva, anche se piuttosto malconcia. Dopo alcuni interventi chirurgici e lunghe settimane di cure era praticamente guarita. Ma nel tardo pomeriggio di venerdì 13, una data che in America evoca scenari macabri, è stata giustiziata con un'iniezione letale. Lei è Oreo, una femmina di pitbull che nelle sue ultime ore di vita è riuscita a commuovere e a mobilitare un pezzo d'America. E' stata una associazione ambientalista, l'American Society for the Prevention of Cruelty to Animals, a decretarne di fatto la morte, stabilendo che non sarebbe stata recuperabile e che, pur se guarita dalle ferite fisiche, la sua aggressività avrebbe potuto rappresentare un pericolo. Non sono valsi a nulla i tentativi di farle avere una «grazia» in extremis, le tante telefonate e mail inviate alla sede dell'Aspca e neppure la disponibilità mostrata da un'altra associazione che dà rifugio ai trovatelli e che più volte in passato si è trovata a fronteggiare casi difficili. La notizia della sua morte è arrivata in italia due minuti prima delle 23.
LA MOBILITAZIONE - «Abbiamo fatto tutto quello che potevano per Oreo. Siamo stati in grado di guarire le sue ferite fisiche ma per quelle psicologiche non c'è nulla da fare» ha spiegato Andy Izquierdo, portavoce dell'Aspca, l'associazione che si era fatta carico della salute di Oreo dopo il terribile volo e che ora ha stabilito che la cagnetta è «aggressiva in modo imprevedibile», condannandola così all'eutanasia. Una giustificazione che non è però piaciuta ad altre organizzazioni impegnate sul fronte animalista.
LA «GRAZIA» NON E' ARRIVATA - «Non è finita. Non possiamo permettere che un'associazione per la protezione degli animali possa trascurare e abusare di un cane» aveva detto Camile Hankins, direttore di Win Animal Rights. Nel frattempo, Pets Alive, organizzazione no profit che gestisce una riserva per animali a Middletown, nello stato di New York, aveva provato, ma come si è visto senza successo, di ottenere la custodia di Oreo: le telefonate, le email e i messaggi via Twitter non hanno ricevuto risposta. «Abbiamo un'elevata percentuale di successo in casi analoghi. Dopo tutti gli abusi già subiti da Oreo - aveva evidenziato Kerry Clair, co-direttore esecutivo di Pet Alive -, la soluzione non è quella di ucciderla». Invece le cose sono andate proprio così. Lo scorso 18 giugno Oreo era stata lanciata dal tetto di un edificio a Brooklyn. La sua proprietaria si è dichiarata colpevole davanti alla giustizia e il prossimo 1 dicembre sarà emessa la sentenza a suo carico.
13 novembre 2009