Sta tenendosi in questi giorni la seconda conferenza annuale di Games for Change, un'organizzazione no-profit che incoraggia cambiamenti sociali utilizzando i videogiochi.
Nei mesi passati abbiamo visto diversi esempi in questo senso, a partire dal più famoso di tutti, Food Force, simulazione di aiuti umanitari realizzata dalle Nazioni Unite.
Le varie organizzazioni e gli sviluppatori sono invitati a discutere di come si possa utilizzare in maniera intelligente l'influenza dei videogiochi per ottenere cambiamenti positivi nella società, seppur modesti.
La prima cosa che ci possiamo dire, non potendo noi prendere parte alla conferenza, è che si tratta pur sempre di un'iniziativa dal valore mooolto limitato: alla fine, di sei o sette miliardi di persone che vivono sul pianeta, quelli che si possono permettere il lusso di videogiocare e discutere di come cambiare il mondo con i VG sono i "soliti" fortunati.
Va anche detto che non saranno mai i videogame a cambiare le persone. Quelle, con ogni probabilità rimarranno sempre quelle che sono (sì, anche Jack Thompson, purtroppo). Però ci possono aiutare a comprendere meglio, o semplicemente conoscere, problemi o tematiche di cui altrimenti non saremmo a conoscenza. Esattamente come avviene anche con cinema, musica e libri.
Ipotesi di lavoro: un MMORPG nel quale alcuni giocatori scatenano una guerra, e altri devono successivamente riparare ai danni collaterali. Voi in che parte vorreste trovarvi?