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  1. #12576
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    Predefinito Riferimento: Calciopoli...se ne parla qua...e solo qua!

    Citazione Originariamente Scritto da Camus Visualizza Messaggio
    E' bello vedere che questo esposto sta generando una marea di cagate
    Citazione Originariamente Scritto da frittole Visualizza Messaggio
    Piu' che altro penso che il fax della Uefa alla FIGC abbia dato uno scossone non indifferente, ed ora in parecchi stanno incominciando a sentire puzza di letame...
    Conflitto tra FIGC e CONI?



    di G. Fiorito

    8 dicembre 1985. L’hanno definita la finale di Coppa Intercontinentale più bella della storia. L’hanno definito il gol più bello della storia della Coppa, forse della storia del calcio. Mauro, Bonini, Platini che dentro l’area stoppa la palla di petto, la alza di destro con un sombrero sulla testa dell’avversario e la calcia di sinistro in rete. Ancora oggi non abbiamo capito se Roth, l’arbitro di Juventus Argentinos, abbia visto un fuorigioco o gli abbia fischiato un inverosimile gioco pericoloso. Platini corre inseguito dai compagni incontro al pubblico, l’abbraccio di smorza, come la gioia. Michel si sdraia di fianco sull’erba del campo, si risolleva seduto, applaude. La Juventus vince l’edizione dell’Intercontinentale ai calci di rigore, dopo il 2 a 2 siglato da Laudrup, al quale Roth aveva negato annullandola per fuorigioco un’altra rete.
    In quel gesto ironico e composto c’era il Platini che amavo. E anche il calcio che amo. Quello che piaceva anche all’Avvocato quando diceva che nei momenti più bui bisogna essere in grado di tirare fuori qualcosa di più. E che per questo la Juve aveva vinto un’altra volta. Platini, 3 volte Pallone d’Oro con La Juventus. Platini, che un francobollo commemorativo, sdraiato di fianco sull’erba, lo avrebbe meritato.

    E sarà forse per questo che non aveva voglia di apporne uno e aveva fatto – forse - inizialmente solo una battuta, come ha sottolineato Andrea Agnelli alla cena tenutasi a Palazzo della Cancelleria a Roma, adesso che si ritrova burocrate con qualche chilo e molti grattacapi in più, sulla lettera da spedire alla FIGC perché spiegasse i motivi per i quali la Juventus di Andrea Agnelli ha chiesto all’UEFA di cui è presidente:
    1) di pronunciarsi sulla maniera con la quale la Figc ha svolto l'inchiesta sui fatti che riguardano la Juventus e - soprattutto - l'Internazionale di Milano;
    2) di sanzionare l'Internazionale Milano dichiarando il club non in diritto di partecipare all'Uefa Champions League 2011.12;
    3) di informare la Juventus sulle misure che prenderà contro l'Internazionale Milano e la Figc.

    Come risulta dalla traduzione che nemmeno la Gazzetta dello Sport ha potuto esimersi dal pubblicare del testo della risposta che Pierre Cornu, consigliere capo degli affari legali della UEFA, ha inviato eccome alla FIGC, che entro il 19 ottobre dovrà rispondere se “abbia svolto bene il suo lavoro".
    Non lo ha fatto. E non perché non abbia revocato lo scudetto 2005-2006 all’Inter. Quella è una conseguenza dell’aggrovigliarsi di tante decisioni prese male perché indagini, inchieste e processi sono stati condotti “male”.
    E lo scudetto di cartone ha finito per essere interpretato dal comune sentimento popolare sempre cavalcato da certa stampa come un pomo della discordia. Non è così. Non è un contentino da dare a nessuno. E’ un trofeo vinto sul campo. Dalla Juventus. Che la Juventus rivendica sulla base di un articolo del codice di giustizia sportiva. Per il quale sussistono nuovi fatti e nuove prove che avrebbero dovuto convincere la FIGC a revisionare il processo del 2006.

    Ma c’è un altro argomento che può aiutarci a capire gli equilibri che dovranno prima o poi dare una soluzione a calciopoli. Interessante a questo proposito l’intervento di Paco D'Onofrio, legale di Moggi nei processi sportivi, alla trasmissione radiofonica “Stile Juventus”. D’Onofrio detta i tempi e afferma che se la risposta della FIGC alla UEFA è attesa per giorno 19 ottobre, essa sarà preceduta il 13 dal responso dell’Alta Corte di Giustizia del CONI sulla radiazione di Moggi. Scopriremo se s’è davvero un conflitto tra FIGC e CONI, basato sul mancato rispetto da parte della Federazione del suggerimento di prendere atto di un'attualizzazione dei fatti dal 2006 a oggi, che dovrebbe vanificare le due sentenze avverse sulla radiazione di fronte a una superiorità di giudizio del CONI.

    Dal canto suo Andrea Agnelli ha ribadito anche in occasione della cena romana che l’iter intrapreso dalla Juventus andrà avanti “per il rispetto che abbiamo di milioni di tifosi che vogliono par condicio”.
    La UEFA impone un atto di controllo, dettato dalla responsabilità degli organi sportivi a garantire la par condicio. Ha sollecitato l'uscita del Fenerbahce dalla CL in seguito alla scommessopoli turca. Non intende evidenziare disparità di trattamenti, come ha fatto la FIGC adottando nei confronti di illeciti riconosciuti alla società Internazionale dalla relazione di Palazzi la prescrizione.

    Sarà per il momento il CONI a rappresentare il capolinea della giustizia sportiva?
    Segnali di competenza sono arrivati anche dal TNAS.
    Nel momento in cui la FIGC accetta, perché costretta, che il quadro delineato è diverso dal 2006, il processo va revisionato.
    La rimozione del cartone sarebbe stata solo un altro segnale in questa direzione.

    Incompetenza verso l’Inter e radiazione verso i dirigenti juventini sono le facce della stessa medaglia, coniata dallo spregio assoluto della par condicio. Lo hanno capito anche in casa Inter. Con le esternazioni inopportune di Ranieri e quelle parzialmente rientrate di Moratti.
    Che hanno dato una lettura di Inter Napoli nel senso di una ritorsione della Federazione per non aver restituito lo scudetto da revocare.
    L’Inter come vittima sacrificale del sistema è l’ultimo vagito di un’onestà che con lo sport non ha niente a che vedere.
    Ci pensino i molti commentatori dalla penna facile che per salvare la credibilità di un sistema che ha le ore contate non si ispirano più ai valori etici, ma intendono risolvere la questione in un derby d’Italia nel quale non ci siamo mai riconosciuti.
    La giustizia non è un trofeo da vincere. Tanto meno a tavolino.
    http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1893

  2. #12577

    Predefinito Riferimento: Calciopoli...se ne parla qua...e solo qua!

    Da domani riparte la giostra di Calciopoli - Dopo la solita quiete del weekend, in questo reso ancora più sonnolento dalla mancanza del campionato, ripartirà domani la giostra di Calciopoli, con una serie di date significative, che coincidono con altrettanti appuntamenti in grado di dare il via a quell'effetto domino di cui parlava l'altro ieri Luciano Moggi in un suo articolo su 'Libero'.
    - Mettiamo dunque un po' d'ordine:
    10 ottobre, lunedì - Udienza presso il Tnas: Juventus da una parte e le strane (ma non troppo) alleate Inter e Figc dall'altra si troveranno davanti al Tribunale Nazionale Arbitrale per lo Sport, a discutere dello scudetto 2006, oggetto del ricorso del club bianconero. Dopo il pasticciaccio della nomina di Scandurra, uscitosene poi con un'anodina rinuncia per motivi personali, a celare un'imbarazzante situazione, a presiedere sarà il dottor Angelo Grieco (a capo del collegio arbitrale completato da Dario Buzzelli e Enrico De Giovanni). Davanti al collegio ci sono tre possibilità: dichiararsi incompetenti (perché Inter e Figc torneranno alla carica sul tema della competenza, questione che occuperà certo buona parte del primo incontro); respingere il lodo Juve; accogliere il lodo Juve (e quindi revocare lo scudetto all'Inter). Se verrà scartata la prima ipotesi, il Tnas stilerà presumibilmente un calendario di udienze, che dovranno forzatamente però concludersi entro il 29 dicembre, data fissata come termine per la pronuncia del lodo.
    13 ottobre, giovedì - Appuntamento alle 16 presso l'Alta Corte per il terzo grado di giudizio sulla radiazione di Moggi, Giraudo e Mazzini. Le difese hanno presentato, entro i termini previsti, le memorie difensive e, davanti al presidente Chieppa, si parlerà di alcuni imbarazzanti precedenti, quelli che riguardano le mancate radiazioni di Preziosi e Sabatini. La sezione consultiva dell'Alta Corte del Coni aveva indicato la strada dell'attualizzazione, cioè un giudizio che tenesse conto dei nuovi elementi emersi, raccomandazione che è stata sinora completamente disattesa, in quanto sinora ci si è basati solo sulle sentenze rese nel 2006.
    19 ottobre, mercoledì - Questo è un appuntamento che riguarda solo la Figc, che dovrà, entro questo termine rispondere alla cortesissima ma ferma richiesta di delucidazioni di Monsieur Cornu, Chief Counsel, Integrity and Regulatory Affairs, che è alla guida della sezione che si occupa dei servizi legali e dell'unità disciplinare sportiva dell'Uefa: La Federazione italiana non dovrà spiegare solo la non competenza del 18 luglio, ma come si è potuti arrivare a quel punto, cioè il suo comportamento dal 2006 ad oggi, alla luce delle nuove prove emerse a Napoli e della relazione del Procuratore Federale Stefano Palazzi; certo, il 18 luglio la situazione, almeno in parte, poteva essere sanata e bisognerà spiegare il diniego a farlo. E crediamo che l'avvocato Briamonte sia acquattato dietro un angolo ad attendere gli sviluppi, perché da questo carteggio tra Uefa e Figc la Juventus potrà ricavare materiale utile per i suoi passi successivi.
    25 ottobre, martedì - Riprende il processo di Napoli, alla quale potrà finalmente prendere parte l'avvocato Morescanti: portata a termine felicemente la gravidanza, ha dato alla luce la sua bambina e tornerà a difendere di persona, come chiedeva, i suoi tre assistiti: Paolo Bergamo, Mariano Fabiani e Maria Grazia Fazi. Potrebbe essere la penultima udienza. Devono ancora intervenire solo il pm Capuano (per una replica) e l'avvocato Paolo Trofino, l'altro difensore di Luciano Moggi. Poi si arriverà a sentenza: si spera l'8 novembre, altra data che potrebbe dar vita ad un effetto domino, in caso di esito favorevole agli imputati.
    - In mezzo a questi fatti se ne insinuano altri due, anch'essi lambiti da Calciopoli.
    Il 18 ottobre, martedì, l'assemblea degli azionisti Juve è chiamata al duro e sgradevole compito di porre rimedio alle gigantesche falle di bilancio: l'inizio della fine anche qui fu il 2006, foriero di danni sia direttamente sul piano economico (uno squadrone distrutto e vittima di una disastrosa diaspora) sia sul piano gestionale, con l'avvento di una dirigenza dimostratasi non all'altezza del compito di riportare la Juve al suo posto.
    Il 29 ottobre, sabato, ore 20.45, l'unico fatto di cui avremmo dovuto e voluto parlare, ma che finisce per essere messo in ombra dal contorno farsolopolesco; a Milano si gioca Inter-Juve, cose di calcio, cui i fatti del 2006 hanno fatto cambiare strada a tavolino: perché sul campo la Juve ha vinto 29 scudetti, senza se senza ma, e avrebbe continuato a vincere per un bel po', altro che triplete nerazzurro. Ma si gioca a Milano, e per mostrare ai nerazzurri i 29 scudetti tutti bianconeri che fanno bella mostra di sé davanti allo spogliatoi degli ospiti nello Juventus Stadium bisognerà attendere ancora, fino a marzo

  3. #12578
    Shogun Assoluto L'avatar di firewall76
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    Citazione Originariamente Scritto da Ben_Weasel Visualizza Messaggio
    Citazione Originariamente Scritto da Kralizek Visualizza Messaggio
    beh... a dire la veritá é alquanto doveroso come atto.
    Art. 2 – Principio di lealtà - AUTOASSEGNARSI dei titoli sportivi NON E’ LEALE.
    l'autodenuncia è sempre qualcosa di doveroso

  4. #12579
    Shogun Assoluto L'avatar di firewall76
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    Predefinito Riferimento: Calciopoli...se ne parla qua...e solo qua!

    ORRORI DI STAMPA: Presidenti, mobbizzati e giornalisti confusi

    Vittorio Di Dodo & Simone Di Dio Domenica 09 Ottobre 2011 19:34



    La Juve resta prima in classifica e i pruriti antijuventini della stampa continuano a manifestarsi nitidi. In questa puntata ci occuperemo di una descrizione da "Libro Cuore" del mobbizzato e infelice Amauri di Angelo Carotenuto, di un'intervista al giornalista Italo Cucci, difensore strenuo della sacralità dogmatica della giustizia "da avanspettacolo" e di un'altra intervista di Andrea Ramazzotti "cucita su misura" all'Onestissimo del pallone nostrano.

    Amauri, il fuori rosa di fatto - Angelo Carotenuto, la Repubblica - 29/09/2011.
    Un Carotenuto dai contorni letterari quello che ci propone "La Repubblica". Se si legge il pezzo senza sapere chi è l'autore si può arrivare a pensare in grande. Chi sarà? Dickens o De Amicis? Va a toccare le corde del cuore la storia del "povero" Amauri, ingiustamente mobbizzato da quei delinquentoni della Juventus. Eppure non se lo merita. Carotenuto ci ricorda come questo grande campione della Juventus sia costretto ad allenarsi con i ragazzini della Primavera, dove potrebbe giocare in campionato da fuori quota, ma lui non vuole dare fastidio a nessuno. Che ragazzo d'oro, che discrezione. Finire l'allenamento e poi ritrovarsi tristi ed affranti in una "Chevrolet Camaro gialla, quella dei Transformers". E neanche il sostegno del sindacato dei calciatori, quelli che scioperano bloccando l'inizio del campionato a parole, mentre quando c'è da fare i fatti non tendono la mano verso il povero italo-brasiliano. Il tono è quello usato per un operaio in cassa-integrazione, con l'unica differenza che questo è un mobbizzato da 3,8 milioni di euro a stagione. Ma ce lo ricordiamo noi l'Amauri juventino. Arrivò nel 2008-2009 per 24 mil. di euro dal Palermo (cui andarono Nocerino e metà Lanzafame) ed ebbe una partenza da grande attaccante: tanti gol nella prima metà della stagione, pochissimi nella seconda metà. In totale 14 gol. Peccato che successivamente il campo avrebbe dimostrato che l'Amauri vero era quello poco prolifico. 7 gol nella stagione 2009-2010, solo 3 gol nei primi 6 mesi della stagione 2010-2011. Così il nuovo "Oliver Twist" andava a Parma in prestito e lì si ritrovava mettendo dentro 7 palloni in 11 presenze. Arriviamo all'ultimo mercato estivo: Amauri, sebbene destinatario di parecchie offerte, le ha rifiutate tutte, dimostrando di essere più attaccato al suo mostruoso (ed immeritato) ingaggio piuttosto che alla carriera e a quella maglia azzurra tanto agognata ed ora possibile dopo un'attesa lunghissima in ansia per le pratiche della naturalizzazione. E cosa dovrebbe fare la Juventus dopo aver messo in chiaro che il giocatore non rientra nei piani di Conte? Eppure non ricordiamo atteggiamenti scandalizzati quando Lotito mise fuori rosa Ledesma e Pandev, men che meno quando Cellino fece la stessa cosa col portiere Marchetti (addirittura fuori rosa per una stagione intera). Alla Juventus l'ultima parola è sempre spettata alla società e quando un giocatore, davanti a tante opportunità, le rifiuta tutte deve anche assumersi le sue responsabilità. Il fatto è che prima del 2006 raramente ci capitavano questi casi, poiché la società programmava gli acquisti per valore e funzionalità. E difficilmente ciccava. Ringraziamo per l'ennesima volta il duo Blanc-Secco, la cui gestione ci ha abituato a queste situazioni spinose. Ma forse conviene guardare ai lati positivi: la Juve è prima in classifica e poco a poco sta tornando ad essere antipatica scatenando le fantasie letterarie dei Carotenuto di turno. Con la sola differenza che abbiamo alle spalle tanti anni di gogna mediatica ed una Farsa che ci ha distrutto, abbiamo le spalle larghe e forse ora riusciamo anche a godere dell'antijuventinità della stampa. Non siamo più quelli dello smile. Alla Juventus la parola della società è legge e chi preferisce il proprio ingaggio al bene della squadra può anche guardare le partite in tv. Solo che per alcuni è "violenza privata" e per altri no.

    Cucci: "Calciopoli, conta solo la giustizia sportiva" - Tuttomercatoweb, 01-10-2011.
    Ha le idee un po' confuse su Farsopoli Italo Cucci. Ce lo ricordiamo baldanzoso e stizzito rispondere: "Non si possono cambiare le leggi per la Juventus!" all'avvocato Paco D'Onofrio in occasione della puntata di "Porta a Porta" del 13 gennaio 2009, nella quale era ospite Luciano Moggi. E ce lo ricordiamo anche, molto più recentemente, affermare di aver sentito le ultime intercettazioni inedite e di essere sicuro che Moggi avrebbe restituito i due scudetti frodati alla Juventus. Quindi ammettendo implicitamente la revisione dei processi farsa di 5 anni fa. Ma, incredibilmente, poche settimane dopo torna ad essere il paladino dei processi sportivi in questa intervista. Dice Cucci: "Intanto dal punto di vista giudiziario di sentenze non ne aspettiamo una sola, ve ne potranno essere più di una secondo quello che è la norma di legge italiana processuale. Ci sarà tempo per arrivare a sapere cosa è successo all'Inter. In Italia la navigazione processuale porta raramente alla scoperta della verità... Penso che alla fine non si andrà molto avanti su questo piano, perché la vicenda sportiva ha già avuto le sue sentenze e non esiste un altro tipo di legge che può cancellare le sentenze sportive, almeno fino a quando il calcio rimarrà una struttura autonoma così come è stato per cent'anni". Quindi, per sapere cosa è successo all'Inter ci si può permettere il lusso di aspettare anni, mentre per distruggere la Juventus possono bastare due o tre settimane. E si ci permette pure di mettere in dubbio i processi ordinari, mentre quelli sportivi sono la verità rivelata. Vietato toccare le sentenze sportive. Anche quando i giudici li sceglie un commissario straordinario in palese conflitto di interessi, oppure quando lo stesso abolisce un grado di giudizio? Anche nel caso in cui non si garantisce agli imputati il diritto di difesa e si negano le prove filmate agli arbitri? E continua: "Secondo me si sta perdendo di vista quella che è stata la regola per quasi un secolo. La giustizia sportiva è stata spesso lodata perché riesce ad arrivare alle conclusioni in tempi rapidi e anche a tutela del patrimonio del campionato di calcio, che è la cosa che più conta nel mondo del pallone. Se si dovesse decidere qualcosa che riguarda il campionato sulla base delle sentenze della giustizia ordinaria avremmo smesso di giocare almeno ottant'anni fa. Invece si va avanti. Quello che deve contare per il mondo del calcio è la giustizia sportiva punto e basta". La giustizia sportiva non solo è intoccabile, ma anche lodevole! Perché è veloce e poco importa se alcune società le distrugge, altre le grazia permettendo addirittura loro di vincere una Champions League, e ad altre ancora assegna scudetti di cartone impunemente in base ad una presunta eticità (giustificata anche dalle omissioni delle sgangherate indagini auricchiane): lo scopo è giocare, non garantire stessi pesi e stesse misure per tutti. La verità che Cucci non ha capito è che la giustizia sportiva è giustizia "da avanspettacolo", sottoposta ai poteri forti del pallone e in grado di inventarsi illeciti ad hoc, facendo prima i processi e poi le regole. E che è sottoposta alla giustizia ordinaria. Ancora una volta il problema è sempre lo stesso: tanti giornalisti in Italia si ostinano a sentenziare su fatti che conoscono molto poco. Si prega di studiare le carte prima di parlare di Farsopoli. In alternativa c'è sempre Ju29ro.com: noi, a differenza della giustizia sportiva, non "radiamo" mai nessuno dei nostri lettori.

    Corriere dello Sport, 7 ottobre 2011 - "Moratti esclusivo: Garantisco io, vinceremo ancora" di Andrea Ramazzotti.
    Il piatto forte del Corriere dello Sport di venerdì è un’intervista a, udite udite, il presidente della squadra più abituata a vincere degli ultimi 7 anni. No, l’intervistato non è Sandro Rosell, presidente del Barcellona, ma è Massimo Moratti.
    "Ha vissuto stagioni difficili e ha sofferto, ma da sette anni ha iniziato a vincere con una continuità che nessun altro club o presidente del Vecchio Continente può vantare. Neppure il Barcellona, che nel 2007-08 è rimasto a secco di trofei, ha fatto come l’Inter di Moratti". Ormai va di moda che ognuno si inventi ad arte una propria classifica personale per risultare il migliore di tutti almeno in qualcosa. L'aveva inaugurata il Milan con lo slogan del "club più titolato al mondo", ora tocca all'altra sponda di Milano. Allora introduciamo un concetto nuovo, vediamo chi ha vinto almeno qualcosina ogni anno. D’altra parte se andiamo a contare semplicemente i trofei vinti negli ultimi sette anni non c'è storia, 17 a 14 (uno di cartone) per il Barcellona. E quindi giustamente aggiungiamo le due coppette Italia vinte dall’Inter in due stagioni tutt’altro che trionfali, le ultime due prima di Calciopoli, e il primato è bello che servito, con buona pace dei catalani che nello stesso tempo hanno rimpinguato la loro bacheca con tre Coppe dei Campioni, il triplo di quante ne avessero vinte nei loro precedenti 105 di storia. Fa quasi peccato in quest'ottica del tutto particolare che l’Inter i trofei dell’anno del triplete non se li sia divisi su diversi anni. Ma forse è meglio così perché, pensiamoci bene, è meglio vincere di più in meno tempo, o di meno ma continuamente in un arco di tempo più lungo? Boh. E magari ci piacerebbe anche sapere se tra i trofei vinti dall’Inter in questi 7 anni il signor Ramazzotti ci mette anche lo scudetto 2005/06…
    Dopo tanto miele comincia l’intervista vera e propria, e qui si cambia completamente registro, con domande scomode che neanche la Sanipoli ai tempi di Moggi. Del tipo: "Presidente, qual è il segreto per vincere trofei per 7 anni di fila e far meglio anche del Barcellona?", "E’ possibile allungare la serie degli anni vincenti e conquistare almeno un trofeo anche in questa stagione?", oppure "Le sue frasi rassereneranno i tifosi un po’ in apprensione dopo un inizio difficile."
    Si passa ad analizzare la classifica attuale, con elogi al Napoli e l’ammissione di aver cercato Lavezzi in estate. Ma dopo un simile fuoco di fila arriva la parte sicuramente più attesa e probante: è il momento di parlare di Calciopoli e dell’esposto all’Uefa. Ramazzotti si supera: "Con la Juventus siete avversari sul campo e nelle aule giudiziarie complice la storia dello scudetto del 2006. Adesso c’è l’esposto alla Uefa che ha chiesto spiegazioni alla Figc... Risposta: «Non mi sembra una cosa bella che una squadra italiana denunci la propria Federazione e un’altra squadra italiana alla Uefa. Non aggiungo altro». E non aggiunge altro per davvero, Moratti, anche perché sull’argomento le domande finiscono qui. Non serviva nemmeno andare troppo oltre con la fantasia, si poteva benissimo chiedere, ad esempio, perché mai nella personale visione del presidente nerazzurro una squadra dovrebbe tollerare qualsiasi comportamento della propria Federazione. Oppure perché non si debba denunciare ad un organo superiore un'altra società sulla base della stessa nazionalità? Una squadra straniera si può denunciare e una italiana no? E qui è meglio che non aggiungiamo altro neanche noi, perché si potrebbe andare avanti fino a Natale.
    Dopo questo corposo excursus giudiziario, è giusto concedere anche un po' di spazio a piagnistei e recriminazioni arbitrali. Che da questo punto di vista Moratti offre sempre di che riempire pagine.
    "Non bella è stata anche la direzione di sabato di Rocchi in Inter-Napoli. E’ passata la rabbia per certi fischi dell’arbitro fiorentino?
    «Credo sia umano essere arrabbiati subito dopo una partita andata in quel modo anche perché pensi ai sacrifici che hai fatto e a come sono stati rovinati. Essere battuti così dà un fastidio ancora più particolare. Ho molto rispetto per gli arbitri che ritengo una categoria di grande prestigio. E proprio alla luce di questo prestigio, loro non possono andare in campo pensando che siccome sbagliano i giocatori, degli errori li possono fare anche loro».
    Il numero delle espulsioni subìte dalla sua squadra (7 in tutto, ndr) le fa pensare che con Rocchi l’Inter sia un po’. . . sfortunata?
    «Sì, in effetti quello che è successo sabato non è stata una cosa accidentale. Insomma, non è la prima volta che capita... Rocchi con noi in questi anni ha avuto... una continuità notevole. Il rancore per l’accaduto adesso non c’è più, ma il ricordo rimane».

    E se l’Inter nei prossimi mesi si trovasse nuovamente ad essere arbitrata da Rocchi cosa succederà?
    «Spero che venga usato il buon senso»".
    Tra le mezze insinuazioni dell’intervistatore e le risposte di Moratti non è ben chiaro se la direzione di gara di Rocchi sia stata semplicemente scarsa o in malafede. Ma essendo stato il presidente dell’Inter uno dei grandi fautori del Nuovo Calcio Pulito non abbiamo motivo di pensare che venga messa in dubbio la buonafede dell’arbitro. Del resto Moggi non c’è più, chi condiziona gli arbitri oggi? Ma non è chiaro nemmeno in cosa consista l’uso del buon senso invocato da Moratti: il buon senso dell’arbitro? E in questo caso per Moratti sarebbe usare buon senso da parte di Rocchi, nel caso tornasse ad arbitrare l’Inter, fare una partita equilibrata o “risarcire” i nerazzurri? O forse il buon senso è inteso essere quello di Braschi che dovrebbe evitare di mandare Rocchi ad arbitrare di nuovo l’Inter? Lo stesso buon senso che ha spinto più volte il designatore di turno a mandare ad arbitrare la Juventus direttori di gara che erano coinvolti nel processo penale di Calciopoli? E si è mai premurato Moratti di andare a vedere se ad esempio sia stato usato il buon senso di non rimandare a fare l’Inter il guardalinee che convalidò il gol di Maicon al Siena con 5 giocatori in fuorigioco? Forse almeno una di queste domande Andrea Ramazzotti avrebbe potuto porla all’Onestissimo. Ma invece ha preferito continuare sulla scia dell’inizio dell’intervista, parlando di strategie di mercato, di attacco, di giovani talenti, di Fair Play finanziario e crisi economica nel pallone.
    Ah, come non ricordare poi "il quadro sulla parete davanti alla Sua scrivania. «Me lo hanno regalato i giocatori dopo lo scudetto del 2006-07. Lo ha fatto un pittore francese. Bellissimo».
    Attenzione, Presidente! Per come era abituata la Sua squadra in quegli anni controlli che non sia solo una “crosta” d’autore!http://www.ju29ro.com/contro-informa...i-confusi.html

  5. #12580
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    Non è una bella cosa

    Il Corriere dello Sport pubblica oggi un'intervista a Massimo Moratti. Tra le tante risposte fornite dal presidente nerazzurro, ci vogliamo concentrare su una a caso.

    D: "Con la Juventus siete avversari sul campo e nelle aule giudiziarie complice la storia dello scudetto del 2006. Adesso c’è l’esposto alla Uefa che ha chiesto spiegazioni alla Figc..."
    R: "Non mi sembra una cosa bella che una squadra italiana denunci la propria Federazione e un’altra squadra italiana alla Uefa. Non aggiungo altro."
    Insomma, Moratti è scocciato perché la Juventus ha presentato un esposto all'Uefa, o più probabilmente perché l'Uefa non l'ha subito cestinato, come magari si aspettava.
    Ma cerchiamo di comprendere meglio il problema: Moratti afferma che ricorrere all'Uefa, vale a dire il massimo organo di controllo sul calcio in Europa, non è una bella cosa. Sarebbe come se un PM affermasse che ricorrere in Cassazione contro una condanna non è una bella cosa, cioè far valere i propri diritti in ogni grado di giudizio, e presso ogni sede, non è una bella cosa!
    Tra l'altro, queste parole vengono dal presidente di una società che verso la fine del 2002, secondo le testimonianze di Tavaroli, di Ghioni e di Cipriani rese al tribunale di Milano e considerate attendibili dal giudice (si veda decisione del giudice Panasiti), avrebbe commissionato alla security Telecom indagini illegali nei confronti di Moggi, De Santis, Ceniccola e Gabriele.
    Moratti ha una concezione della giustizia davvero singolare. Ma soprattutto, che strana concezione dell'informazione hanno i giornalisti: possibile che nessuno gli chieda mai conto dei dossier illegittimi commissionati dall'Inter, lasciandolo invece parlare a sproposito delle legittime inizative degli altri?

  6. #12581
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    Citazione Originariamente Scritto da firewall76 Visualizza Messaggio
    l'autodenuncia è sempre qualcosa di doveroso
    per moRatti dipende da chi la deve fare

    NON SOLO UEFA. SULLA FIGC IL RISCHIO CORTE EUROPEA

    Le radiazioni di Moggi, Giraudo e Mazzini, arrivate dopo 5 anni, violano le leggi comunitarie. Un altro sblocco per la ricerca di giustizia da parte degli imputati di Calciopoli.

    Articolo a pag. 13 di tuttosport di oggi 10 ottobre 2011.

    Vi trascrivo alcuni passi.

    Non è più materia per ministri degli affari interni federali, Calciopoli. E non solo perchè c'è l'esposto della Juve che ha provocato l'accertamento con invio documentale ordinato dal responsabile degli affari legali della Uefa, Pierre Cornu entro il 19 di ottobre. Quanto decideranno le corti sportive potrà finire sul tavolo dei giudici della Corte Europea per i diritti dell'uomo.

    Lasciare un un professionista quasi 5 anni senza la certezza di un appendice della propria sanzione che ne chiude la carriera è materia rilevante. Anche per i giudici europei, che dal caso Bosman in avanti prendono a spallate il diritto sportivo e le sue consuetudini o i suoi lacunosi adattamenti alla realtà mutata. L'art. 6 della Corte dei Diritti dell'Uomo di Lussemburgo sostiene che il giusto processo deve portare a giuste e certe sanzioni in 12 mesi. Tutto il resto è ingiusto. La CEDU ha stabilito che il procedimento si considera di durata irraggionevole in ogni caso quando si superanpo i tre anni per grado di giudizio.

    La radiazione potrebbe violare il diritto al lavoro. Giraudo era già molto avanti nei contratti con lo standard liegi, negli ultimi mesi di una squalifica quasi completamente scontata a luglio: quella radiazione arrivata fuori tempo massimo per la Corte di Strasburgo è un danno. Nel caso di Sabatini, proprio il fatto che il lavoro da DS fosse l'unico sostentamento dopo tre anni senza decisione fece cancellare l'ergastolo sportivo.
    Altrimenti? Giraudo s'è organizzato con l'avvocato Dupont, che è pronto a due anni di battaglia per arrivare dove è arrivata la signora di Portsmouth sui diritti Tv o dove arrivò, proprio con Bosman, Dupont.

  7. #12582
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    A parere della Figc

    Clodoveo Venerdì 07 Ottobre 2011 23:04



    La FIGC si è dichiarata incompetente sullo scudetto di cartone, dicendo di essersi consultata con dei legali.
    A distanza di mesi viene da fare qualche domanda: chi ha consultato gli uffici legali? Chi ha reso il parere, poi seguito nella decisione di incompetenza?
    Possibile che non ci sia nessun documento, né sulla richiesta di parere, né sul parere legale?
    L'attività della FIGC dovrebbe svolgersi per atti secondo le regole del diritto amministrativo. Un parere tecnico, quale quello a contenuto giuridico, deve rispondere a criteri di formalità e trasparenza, per dare supporto tecnico-giuridico a qualsiasi provvedimento, ivi compreso, ed anzi soprattutto, quello dichiarativo della propria incompetenza, per sua natura squisitamente ed esclusivamente di natura giuridica.
    Si è proceduto alla carlona, chiedendo un'opinione al bancone del bar a funzionari della FIGC, oppure nessuno in FIGC era disponibile a mettere la propria firma sulla questione giuridica risolta dal Consiglio Federale?
    Nella delibera del Consiglio Federale, contenente esclusivamente motivazioni di carattere giuridico, non c'è alcun riferimento a detti pareri legali (unico accenno questo, contenuto nel verbale della seduta: "Abete ha ripercorso tutte le tappe della vicenda e ha illustrato la posizione della FIGC in esito agli approfondimenti giuridici e normativi."), pur se la delibera stessa risulta predisposta fuori dal Consiglio Federale e a questo sottoposta per l'approvazione.
    Senza un atto ufficiale formale, dunque, perché membri del Consiglio Federale citano i pareri legali quale fonte tecnica ispiratrice del provvedimento di incompetenza?
    Detta decisione, contrariamente a quanto dichiarato e secondo le regole del diritto amministrativo, risulta ad oggi presa in assenza di un parere legale da parte di uffici della FIGC o di professionisti esterni incaricati.
    La questione non è puramente formale, perché - come tenne a precisare Abete nella conferenza stampa - senza l'apporto tecnico giuridico sull'incompetenza la posizione del Presidente e del Consiglio Federale sarebbe stata di non revoca dello scudetto. Insomma, chi sono gli ispiratori della motivazione sull'incompetenza?
    Un altro motivo di censura davanti al TNAS e fuori.http://www.ju29ro.com/farsopoli/3483...ella-figc.html

  8. #12583
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    Federazione Interista Giuoco Calcio


    Oggi alle ore 15 vi è stata la prima udienza arbitrale davanti al TNAS, che ha visto fronteggiarsi la Juventus da una parte, e la Figc coalizzata con l'Inter dall'altra. Per i dettagli rimandiamo al comunicato sul sito del CONI.
    Quello che appare evidente è come vi sia un chiusura totale da parte della Figc, infatti i legali della Federazione hanno dichiarato la propria "opposizione a una conciliazione in quanto la materia non è disponibile".
    La Juventus, da parte sua, chiede che il Collegio senta Abete e Palazzi in merito all'indagine su Calciopoli, e che vengano acquisiti tutti gli atti ufficiali (eventuali pareri legali interni ed esterni) a supporto della decisione del 18 luglio.
    L'Inter, tanto per cambiare, ha proposto considerazioni analoghe a quelle della FIGC.
    Prima osservazione: Figc e Inter viaggiano a ranghi compatti senza alcuna differenziazione, e questo la dice lunga sulla capacità della Figc stessa di comportarsi da organo terzo, da organo di garanzia.
    Seconda osservazione: non era Lei, caro presidente Abete, che uno dei fautori del tavolo chiarificatore? Bene, caro Abete, si presenti davanti al TNAS, e spieghi il comportamento della Figc nella vicenda Calciopoli.
    Sarebbe anche opportuno che invitasse Palazzi a spiegare come è stata condotta l'indagine: sarebbe infatti ora che la giustizia sportiva spiegasse quali documenti aveva realmente in mano nel giugno 2006.
    Sarebbe opportuno che Lei, presidente Abete, e Palazzi stesso spiegaste quali indagini sono state fatte in merito alle dichiarazioni di Bergamo, il quale già nel 2006 disse chiaramente che lui parlava con tutti.
    Ecco, caro presidente Abete, ora ha l'occasione per spiegare, non si faccia sfuggire l'ultima chance per fare chiarezza e restituire un minimo di credibilità e dignità alla Figc ed alla giustizia sportiva.
    In caso contrario, non rimane che la via del commissariamento. O della giustizia ordinaria. O meglio ancora, di entrambe le cose.

  9. #12584
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    Anche De Santis chiederà i danni a Moratti - Vieri, con la sua richiesta di 21 milioni di euro di danni a Moratti e Tronchetti Provera, come risarcimento dei danni causati da un'opera di intelligence privata (pedinamenti e controlli di tabulati telefonici), ha fatto da apripista: ora sulla stessa strada si è avviato l'ex arbitro Massimo De Santis. La rivendicazione in termini pecuniari è la stessa, parametrata su quella di Vieri, ed è rivolta direttamente a Massimo Moratti. De Santis, assistito dal suo legale Paolo Gallinelli, dopo un infruttuoso tentativo di composizione della vertenza con una lettera di richiesta di risarcimento all'Inter, rimasta senza risposta, depositerà, forse già oggi, la sua istanza al tribunale civile di Milano, con un esposto in cui si parla di "analisi sul patrimonio, sui conti correnti, fotografie dell'abitazione, appostamenti ambientali, esame di traffico telefonico, approfondimenti su partecipazioni societarie". E sull'entità del risarcimento il difensore dell'ex arbitro ritiene di aver anche volato basso: "Secondo noi - chiarisce infatti Gallinelli - il danno è superiore considerando che nel caso del nostro assistito a finire sotto controllo è stata tutta la famiglia e in più c’è stata anche una violazione della privacy in molti settori, compreso quello dei conti bancari. Abbiamo scelto una strada diversa da quella di Vieri, avvalendoci di una legge recente legata al rito del lavoro. Questo vuol dire che entro 60 giorni da domani ci sarà una prima udienza e se in quell’occasione non ci sarà una conciliazione tra le parti, allora si andrà all'istruttoria. Noi abbiamo preparato una documentazione con molti atti incontrovertibili, come i verbali degli interrogatori. Crediamo che in breve tempo il giudice possa convocare Moratti per un'audizione. E in ogni caso entro il 2012 avere una sentenza che faccia giustizia. Ovviamente speriamo che la stessa cosa avvenga nel processo di Napoli".
    Ma per Moratti le richieste non dovrebbero essere finite: anche Paolo Bergamo, con l'assistenza dell'avvocato Silvia Morescanti, intende avanzare una richiesta di danni: in questo caso al tribunale civile di Firenze.

  10. #12585
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    Anche De Santis chiederà i danni a Moratti - Vieri, con la sua richiesta di 21 milioni di euro di danni a Moratti e Tronchetti Provera, come risarcimento dei danni causati da un'opera di intelligence privata (pedinamenti e controlli di tabulati telefonici), ha fatto da apripista: ora sulla stessa strada si è avviato l'ex arbitro Massimo De Santis. La rivendicazione in termini pecuniari è la stessa, parametrata su quella di Vieri, ed è rivolta direttamente a Massimo Moratti. De Santis, assistito dal suo legale Paolo Gallinelli, dopo un infruttuoso tentativo di composizione della vertenza con una lettera di richiesta di risarcimento all'Inter, rimasta senza risposta, depositerà, forse già oggi, la sua istanza al tribunale civile di Milano, con un esposto in cui si parla di "analisi sul patrimonio, sui conti correnti, fotografie dell'abitazione, appostamenti ambientali, esame di traffico telefonico, approfondimenti su partecipazioni societarie". E sull'entità del risarcimento il difensore dell'ex arbitro ritiene di aver anche volato basso: "Secondo noi - chiarisce infatti Gallinelli - il danno è superiore considerando che nel caso del nostro assistito a finire sotto controllo è stata tutta la famiglia e in più c’è stata anche una violazione della privacy in molti settori, compreso quello dei conti bancari. Abbiamo scelto una strada diversa da quella di Vieri, avvalendoci di una legge recente legata al rito del lavoro. Questo vuol dire che entro 60 giorni da domani ci sarà una prima udienza e se in quell’occasione non ci sarà una conciliazione tra le parti, allora si andrà all'istruttoria. Noi abbiamo preparato una documentazione con molti atti incontrovertibili, come i verbali degli interrogatori. Crediamo che in breve tempo il giudice possa convocare Moratti per un'audizione. E in ogni caso entro il 2012 avere una sentenza che faccia giustizia. Ovviamente speriamo che la stessa cosa avvenga nel processo di Napoli".
    Ma per Moratti le richieste non dovrebbero essere finite: anche Paolo Bergamo, con l'assistenza dell'avvocato Silvia Morescanti, intende avanzare una richiesta di danni: in questo caso al tribunale civile di Firenze.

  11. #12586
    Shogun Assoluto L'avatar di hansolo
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    La famiglia Moratti diventerà poverissima se il presidentissimoissimoissimo dell'inter dovrà pagare tutti quei risarcimenti

  12. #12587
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    Notare che la richiesta di risarcimento l'ha fatta proprio a Moratti perchè la Polis D'Istinto di Cipriani fu pagata, per il dossieraggio illecito, con un assegno Inter FC.

  13. #12588
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    Notare che la richiesta di risarcimento l'ha fatta proprio a Moratti perchè la Polis D'Istinto di Cipriani fu pagata, per il dossieraggio illecito, con un assegno Inter FC.
    non ci credo

  14. #12589
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    Beh, è lo stesso motivo con cui Vieri ha chiesto il risarcimento. E non saranno gli ultimi due: Bergamo e lo stesso Moggi, stante la sentenza che verrà pronunciata a Napoli, credi che non presenteranno il conto al patron? Ma quanto mi dispiaaaace...

  15. #12590
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    A me dispiace così tanto che gli presterò 50-60 milioni, nel caso dovesse pagare.

  16. #12591
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    Citazione Originariamente Scritto da hansolo Visualizza Messaggio
    A me dispiace così tanto che gli presterò 50-60 milioni, nel caso dovesse pagare.
    valuta? calci in culo?

  17. #12592
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  18. #12593
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    le valigette erano finite

  19. #12594
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    Soldi del monopoli

  20. #12595
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    De Santis per i pedinamenti presenta il conto a Moratti

    L’ex arbitro ha chiesto i danni morali per le indagini che l’Inter commissionò su di lui per trovare prove di corruzione. De Santis potrebbe accettare un risarcimento di 5 milioni. Vieri ne chiese 21

    ROMA - Dieci domande, ma questa volta Berlusconi non c’entra. A rispondere è chiamato Massimo Moratti che dovrà farlo davanti al Tribunale Civile di Milano, presso il quale l’ex arbitro Massimo De Santis ha fatto ricorso. Oggetto: richiesta danni per le indagini illegali che l’Inter commissionò tra la fine del 2002 e il 2003 alla ricerca di prove sull’ipotetica corruzione di De Santis (ipotesi che - per altro - le stesse indagini nerazzurre non comprovarono). Alla stessa stregua di Bobo Vieri, pure lui oggetto di pedinamenti e controlli assortiti ordinati da Moratti per verificarne comportamenti e atteggiamenti fuori dal campo, pure De Santis chiede i danni per le spiate della Polis d’Istinto, la società di Cipriani alla quale si rivolgeva Tavaroli, all’epoca uomo di fiducia di Tronchetti Provera a capo della security di Telecom. E se Vieri ha chiesto 21 milioni, De Santis - che non fa esplicita richiesta nel documento, ma lascia alla corte il compito di stabilire l’importo - potrebbe accettare un risarcimento fra i 5 e i 6 milioni, anche in virtù del fatto che si tratta di danni “morali” e non “materiali” come quelli chiesti da Vieri, che fa risalire alla scoperta di quelle indagini una forma depressiva. Ma al di là dei milioni che Moratti rischia di sborsare, nel ricorso emergono le incongruenze fra le deposizioni di Moratti alla procura federale e le verità del processo Telecom, di cui la vicenda De Santis è un risvolto. Perché Moratti aveva negato a Borrelli di aver dato mandato e pagato per quelle indagini, mentre Tavaroli sostiene l’esatto contrario nelle sue deposizioni. Non solo, ma il famoso dossier “Operazione Ladroni” che conteneva le indagini su De Santis non è stato ritrovato dagli inquirenti nella sua forma completa, ma conteneva molto più materiale e perfino delle intercettazioni telefoniche illegali, come ha spiegato, nel verbale di sommarie informazioni del 21 giugno 2006, Caterina Agata Plateo che si sarebbe occupata delle trascrizione delle stesse. Insomma, le prime intercettazioni di Calciopoli potrebbero essere quelle che Moratti avrebbe commissionato su De Santis. Il tutto ispirato da Nucini, il confidente di Facchetti che aveva avanzato sospetti su De Santis. L’ex arbitro bergamasco avrebbe dovuto denunciare la vicenda al pm Ilda Bocassini, dalla quale ha spiegato Tronchetti Provera sempre all’interno del processo Telecom nel 2010 ci andò Moratti. Per riferire cosa? E’ una delle dieci domande con cui si conclude il ricorso. E alle quali Moratti, prima o poi, dovrà rispondere.
    http://www.tuttosport.com/calcio/ser...onto+a+Moratti

  21. #12596
    La Borga L'avatar di Reri
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    Citazione Originariamente Scritto da firewall76 Visualizza Messaggio
    Non è una bella cosa

    Il Corriere dello Sport pubblica oggi un'intervista a Massimo Moratti. Tra le tante risposte fornite dal presidente nerazzurro, ci vogliamo concentrare su una a caso.

    D: "Con la Juventus siete avversari sul campo e nelle aule giudiziarie complice la storia dello scudetto del 2006. Adesso c’è l’esposto alla Uefa che ha chiesto spiegazioni alla Figc..."
    R: "Non mi sembra una cosa bella che una squadra italiana denunci la propria Federazione e un’altra squadra italiana alla Uefa. Non aggiungo altro."
    Insomma, Moratti è scocciato perché la Juventus ha presentato un esposto all'Uefa, o più probabilmente perché l'Uefa non l'ha subito cestinato, come magari si aspettava.
    Ma cerchiamo di comprendere meglio il problema: Moratti afferma che ricorrere all'Uefa, vale a dire il massimo organo di controllo sul calcio in Europa, non è una bella cosa. Sarebbe come se un PM affermasse che ricorrere in Cassazione contro una condanna non è una bella cosa, cioè far valere i propri diritti in ogni grado di giudizio, e presso ogni sede, non è una bella cosa!
    Tra l'altro, queste parole vengono dal presidente di una società che verso la fine del 2002, secondo le testimonianze di Tavaroli, di Ghioni e di Cipriani rese al tribunale di Milano e considerate attendibili dal giudice (si veda decisione del giudice Panasiti), avrebbe commissionato alla security Telecom indagini illegali nei confronti di Moggi, De Santis, Ceniccola e Gabriele.
    Moratti ha una concezione della giustizia davvero singolare. Ma soprattutto, che strana concezione dell'informazione hanno i giornalisti: possibile che nessuno gli chieda mai conto dei dossier illegittimi commissionati dall'Inter, lasciandolo invece parlare a sproposito delle legittime inizative degli altri?
    Questa me l'ero persa e mi ha fatto cappottare dalle risate....

  22. #12597
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    Ai microfoni della nota emittente ligure "passa quella palla ! " è intervenuto anche l' On. M. Pirovano, personaggio noto della politica Nazionale, che ha voluto dire la sua sulle vicende calcistiche degli ultimi giorni con un riferimento preciso anche al passato: " da spettatore esterno in questi giorni sono davvero a disagio quando assisto a certi spettacoli ...e mi riferisco in particolare a questa querelle della Juventus e in modo particolare del suo Presidente nei confornti di un'altra società dello stesso campionato .... penso ai tempi che furono e alle schermaglie di un tempo dove c'era ancora spazio per l'aspetto sportivo. Oggi non è più così, forse la politica dovrebbe fare un passo indietro perchè quello che il tifoso comune non capisce ancora è come possa una squadra pagare due volte: prima di calciolpoli per macchinazioni di altri e ora per accuse infamanti su una persona deceduta e che ha ununica colpa, il silenzio. " ... prosegue quindi l'On. Pirovano : " ne ho parlato in questi giorni con il mio amico l'On. Timballo e d'accordo anche con altri abbiamo intenzione di promuovere un interrogazione parlamentare nei confronti dell'operato della società torinese...riteniamo infatti che in questo periodo così critico per le sorti nazionali e di grandi sacrifici che aspettano il popolo italiano non sia di buon auspicio un operato che non miri alla coesione nazionale" .
    l'Onorevole Timballo

    ovviamente: http://www.interfans.org/forum/showthread.php?t=138228


  23. #12598
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    Citazione Originariamente Scritto da Ben_Weasel Visualizza Messaggio
    a caso

    fossi nei politici farei una interpellazione su il nuovo "juventus stadium" e dell'apporto pubblico piuttosto che su argomenti sterili , facciano una bella inchiesta a riguardo, come mai nessuno si muove ... caro Pirovano sostanza non chiacchiere!!!!
    di che parlano?

    l'utente gipes spera che i media mettino in risalto le parole di Pirovano
    forse gipes non sa che i media italiani non farebbero mai una cosa a favore dell'Inter

    caro gipes,i media italiani sono gestiti da personaggi che facevano parte di essi anche nell'era moggi ......... non so se mi spiego.


    i media da sempre fanno il buono ed il cattivo tempo,non solo nel gioco del calcio.
    purtroppo nei riguardi dell'Inter hanno sempre avuto un occhio di riguardo particolarmente negativo,sia quando l'Inter non vinceva sia quando ha vinto tutto e portato in alto il nome del calcio italiano in Europa e in tutto il mondo.

    la verità è che stiamo sul ***** a tutti.
    per il primo grossettato

    per il secondo

  24. #12599
    beren
    ospite

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    Segnale anche questo breve "articolo"

    http://www.canaleinter.it/news/quant...ioreschi-20986

    Un articolo scritto a quattro mani da JMM ed Effenberg.

    In data 27.09.2011 al processo di Napoli riguardante i fatti della c.d. “Calciopoli” – che vede coinvolti molteplici soggetti per il reato di associazione a delinquere (ex art. 416 c.p.) e per vari reati di frode sportiva (ex art. 1, legge nr. 401/1989) – ha preso la parola l’avv. Maurilio Prioreschi che, insieme all’Avv. Paolo Trofino, difende il principale imputato di tale processo, ovvero Luciano Moggi.

    Il presente elaborato si pone come fine quello di contestare punto per punto le conclusioni del legale dell’ex D.S. della Juventus F.C. in relazione ai fatti di causa, fatti che, a distanza di 5 anni, fanno ancora discutere.

    L’ Avv. Prioreschi, dopo aver preso la parola, precisava immediatamente che avrebbe affrontato le contestazioni riguardo i capi d’imputazione per frode sportiva a carico del suo assistito lasciando il compito della difesa dal capo d’imputazione principale (capo A – art. 416 c.p., ovvero il reato di associazione a delinquere) al suo collega Avv. Trofino.

    Prioreschi esordisce subito dimostrando di non rispettare le nr. 3 sentenze emesse dalla Giustizia sportiva nei confronti anche del suo cliente, apostrofando tale ordinamento con il termine “giustizia da avanspettacolo”, aggiungendo, immediatamente dopo, “con tutto il rispetto per l’avanspettacolo”. Ne prendiamo atto.

    Prioreschi continua dicendo che il vero processo, ma principalmente le risultanze processuali più veritiere, sono emerse in dibattimento (luogo dove si forma la prova) che è stato celebrato con “tutte le intercettazioni”, ovvero anche con le chiamate ritenute penalmente irrilevanti dagli inquirenti ma sbobinate ai fini difensivi dai consulenti di Moggi.

    L’Avv. Prioreschi ignora però volontariamente quanto attestato dalle intercettazioni svolte dalla P.G. nel periodo settembre/ottobre 2004 – maggio 2005.

    Il materiale probatorio prodotto con le suddette intercettazioni ha fatto emergere una situazione che nel dibattimento non avrebbe mai potuto affiorare in quanto in questo processo, di fatto, nessuno degli imputati ha fatto dichiarazioni nemmeno velatamente ammissive delle proprie responsabilità. L’omertà l’ha fatta da padrona in questo procedimento (come nella maggior parte dei processi aventi ad oggetto reati associativi, caratterizzati dalla mancanza di c.d. “pentiti”) per tale ragione si è dovuto per forza di cose fare leva principalmente sui dialoghi emersi dalle – inequivocabili – conversazioni telefoniche tra gli imputati.

    Il complesso delle intercettazioni ha evidenziato, al contrario di quanto sostenuto dal difensore, che il campionato di calcio 2004/2005 era stato gravemente condizionato nello svolgimento. Tale processo si caratterizza per essere di natura indiziaria (come la quasi totalità dei processi) ma ciò non significa di certo che non si possano agevolmente provare i fatti contestati attraverso una ricostruzione dei fatti fondata sulla prova logica e critica, ricostruzione che rende possibile un’interpretazione dal valore probatorio pregnante come molto spesso ribadito dalla Suprema Corte di Cassazione.

    E’ quindi evidente come il fatto di non aver rinvenuto la classica “pistola fumante” non tolga affatto validità al materiale probatorio rappresentato dalle intercettazioni i cui dialoghi sono altamente indicativi essendo stati carpiti in condizioni di genuinità incontestabile (dettata dall’inconsapevolezza di essere intercettati). La stessa Corte di Cassazione si è spesso soffermata sulla validità delle intercettazioni che vengono quale mezzo di ricerca della prova “provvisto di piena e autonoma valenza dimostrativa” per cui il contenuto delle intercettazioni ambientali e telefoniche “non necessita di ulteriori riscontri al fine del loro compiuto utilizzo in sede di valutazione della prova” (Cass. N. 6350/2000).

    A tal proposito si evidenzia come non sia casuale il fatto che, nel corso di una delle udienze del processo in esame, il Giudice Teresa Casoria abbia affermato che le valutazioni del collegio avranno ad oggetto principalmente il contenuto delle intercettazioni e solo in secondo luogo le testimonianze. Sarà forse per questo che Lei, Avv. Prioreschi, da quel momento in poi, ha rinunciato all’idea di escutere i suoi molteplici testi indicati ab origine preferendo sbobinare le intercettazioni non rilevanti alla ricerca di chissà quale miracolosa prova?

    Questa premessa serve a precisare come nel processo penale di “calciopoli” il materiale prodotto dagli inquirenti sia di ottima qualità perché rappresentato in massima parte da intercettazioni ed attività investigative di supporto scaturite da esse.

    Tra i dialoghi intercettati ad un certo punto gli inquirenti si sono imbattuti su conversazioni telefoniche effettuate con utenze fittiziamente intestate attraverso l’ausilio di schede appartenenti a gestori telefonici stranieri. Solo in un caso è stato possibile captare una conversazione tra gli imputati avvenuta tra un telefono fisso italiano (casa Bergamo) e un’utenza svizzera (intestata ad un settantenne) al quale rispondeva Luciano Moggi. In altre occasioni si sono sentiti tratti di conversazioni che sono stati ascoltati durante telefonate su normali utenze italiane intercettate i cui apparecchi hanno avuto funzione di ambientale: in tali “intercettazioni di rimbalzo” – ove logicamente si può ascoltare solo la voce di Moggi attraverso la captazione effettuata tramite il suo telefono in chiaro – sono state evidenziate alcune condotte straordinariamente importanti per il loro contenuto probatorio, intercettazioni che – seppur già note – vogliamo brevemente riportare:

    Luciano Moggi si rivolge così ad un arbitro che poi si scoprirà essere Tiziano Pieri:

    - “ma dove lo trovi un difensore come me? io quando le prometto le mantengo, vai tranquillo! c’hai le spalle coperte!” -

    Sempre Luciano Moggi intento a conferire al telefono – in due occasioni distinte – con un arbitro che, in esito alle indagini della Polizia Giudiziaria, si scoprirà essere Racalbuto:

    - Oh, la peggiore che ti poteva toccà, eh!… Però tu fa la partita tua, regolare, eh?… No, senza regalà niente a nessuno, con tranquillità perché qua a me mi serve per la… Eh? Ok! Dondarini!….. Eh, ma a me quello che mi serve è Fiorentina – Bologna… In modo particolare… Apposta!… Il minimo… Eh eh… Quello, quello mi serve in particolare e poi… Ehm mi serve ehm… Il Milan, di avanzare.. Nelle ammonizioni per far fare le diffide, insomma! Vabbè! Tanto comunque ne parliamo stasera”… -

    -”Pronto!… Come ti senti oh… mi sa che domenica hanno paura a farti uscì e… e… perché gli ha detto avevi la febbre alta, te ora rassicurali poi vedo un pochino io eh…. Se non ti senti bene è meglio per quest’altra a Cagliari eh… Se no la lascia perde… Sta’ a sentì detto inter nos, inter nos giochiamo col Livorno e non ti devi impelagà a… Va’ tranquillo…“.

    Ogni commento sulle suddette chiamate è superfluo.

    Proseguendo ora nella specifica replica all’arringa difensiva del difensore di Moggi, va sottolineato come l’attività investigativa effettuata sulle suddette utenze riservate svizzere e successivamente slovene e del Liechtenstein (procurate dall’ex D.S. della Juve e distribuite ed utilizzate da designatori arbitrali e arbitri in attività) sia stata compendiata in diverse informative di P.G. le quali, come noto, hanno fatto emergere l’attribuzione incontestabile di esse – di cui si avrà modo di parlare nello specifico infra – a soggetti appartenenti alla classe arbitrale. La funzione di queste sim era ovviamente quella di far intrattenere conversazioni riservate tra Moggi ed i designatori arbitrali e tra Moggi ed un elevato numeri di arbitri in attività.

    Tale circostanza, nonostante i difensori degli imputati abbiano tentato maldestramente di contestarla, appare particolarmente temuta dal Prioreschi in primis in quanto ha optato quale soluzione difensiva primaria la contestazione degli accertamenti svolti dalla P.G. in merito all’acquisizione dei dati e delle notizie sulle schede telefoniche straniere senza produrre, a suo dire, la necessaria rogatoria internazionale.

    Tale omissione, secondo il legale di Moggi, comporta una sorta di inutilizzabilità che travolge qualsiasi atto investigativo successivo rendendo tale dato processuale nullo. In relazione a ciò l’affermazione di Prioreschi appare pretestuosa. Innanzitutto la questione è stata già oggetto di doppia valutazione in sede d’udienza preliminare davanti al GUP De Gregorio e davanti al collegio giudicante presieduto dal Presidente Teresa Casoria i quali non hanno ritenuto gli accertamenti sulle schede telefoniche straniere un’attività investigativa in violazione di legge.

    Il legale di Moggi ha fatto riferimento alla deposizione del Maresciallo Nardone datata 22.12.2009 secondo la quale l’acquisizione delle informazioni sarebbe avvenuta in territorio svizzero. Leggendo le dichiarazioni di Nardone si evince tuttavia che Teodosio De Cillis (titolare di un negozio di telefonia a Chiasso) contattò i carabinieri di Como allorquando uscirono sui giornali le notizie relative alla scheda svizzera utilizzata da Moggi (probabilmente quella della c.d. telefonata “delle griglie” con Bergamo) che era intestata al padre del De Cillis, totalmente ignaro del fatto.

    A questo punto i Carabinieri di Como informarono i colleghi romani di tale circostanza anche perché il loro comandante andava spesso a mangiare in un ristorante gestito dal fratello del giovane De Cillis, figlio come detto dell’intestatario della predetta scheda svizzera. Il predetto gestore del negozio di telefonia elvetico veniva quindi invitato presso il Comando Provinciale dei Carabinieri di Como ove si procedeva a sentirlo in atti da parte del Maresciallo Nardone con il quale De Cillis si metteva d’accordo per faxare un elenco di nr. 385 sim del Liechtenstein riportanti i numeri identificativi delle schede acquistate da Moggi o per conto di Moggi.

    Da quanto si può evincere dalla suddetta ricostruzione l’attività informativa viene eseguita solo ed unicamente su territorio italiano: invero la pattuglia accompagnata da Teodosio De Cillis si reca presso il negozio di telefonia sito in Chiasso, in un secondo momento, esclusivamente per reperire la documentazione da acquisire come da verbale redatto in territorio italiano.

    L’Avv. Prioreschi fa riferimento a nr. 3 schede svizzere (741 finale di Moggi, 213 finale di Pairetto e 284 finale di Bergamo), contestandone l’acquisizione delle informazioni in quanto riferite da un Ufficiale di collegamento svizzero in servizio presso il Ministero dell’Interno, il quale avrebbe chiamato il centro doganale di Chiasso per reperire le informazioni, sulla base di quanto riferito dal Colonnello Auricchio e dal Maresciallo Di Laroni in dibattimento. A parte il fatto che, con tale affermazione, anche lo stesso legale ammette che esse sono riconducibili al suo cliente ed ai designatori (quando fino a circa un anno fa si giurava e spergiurava che esse non erano mai state utilizzate), va precisato che queste nr. 3 sim sono state intercettate dal 25.02.2005 al 12.03.2005 senza che emergessero elementi probatori significativi (in particolare la prima scheda ad essere evidenziata è stata la 741 finale di Moggi identificata con la conversazione intercettata dal telefono fisso di Bergamo il 09.02.2005. Le altre due sono state riferite dall’ufficiale della Dogana di Chiasso. I risultati non sono stati di rilievo in quanto Moggi, resosi conto dell’imprudenza di Bergamo – che ha chiamato da un telefono fisso l’ex D.S. della Juve – procedette nei giorni successivi a cambiare le sim propria e per i designatori dimostrando buon fiuto).

    Quindi, ricapitolando, il lavoro effettuato dall’ufficiale di collegamento svizzero è stato eseguito su queste tre schede nell’inverno 2005 (definito da Prioreschi “uno degli importanti atti investigativi”) e sarebbe stato finalizzato via telefono senza produrre nessuna informativa. Tale risultato non ha rispettato le aspettative mentre, viceversa, l’attività investigativa del Maresciallo Nardone datata 07.06.2006, nei giorni immediatamente successivi allo scoppio dello scandalo “calciopoli”, può essere considerata uno degli atti investigativi più importanti. Tali atti sono slegati tra loro perché quanto operato nel giugno 2006 è frutto di spontanea presentazione del De Cillis e le informazioni rese sono state acquisite in territorio italiano. Solamente il materiale di reperimento è stato prelevato dai Carabinieri presso il negozio di Chiasso in esito, però, alle predette formalità preliminari.

    Inoltre c’è da rilevare che il GUP De Gregorio, a pag. 16 delle motivazioni alla sentenza del giudizio abbreviato, evidenzia come il De Cillis avesse un negozio di telefonia in Cernobbio (CO) presso il quale vendeva utenze di un gestore svizzero e che svariate volte aveva ceduto schede del genere a tale Bertolini, emissario di Moggi, fornendo un elenco di nr. 12 utenze alla P.G. per il periodo giugno 2004 – gennaio 2005 e successivamente fino alla primavera del 2006.

    Va a tal proposito sottolineato che si recarono presso il negozio del De Cillis anche Moggi unitamente a Fabiani richiedendo sempre queste schede da intestare fittiziamente (il gestore le ha intestate a se stesso ed al padre). Queste furono cedute a Cernobbio (Italia) e non in Svizzera, per tale ragione anche in questo caso non servì alcuna rogatoria.

    Passiamo ora alla disquisizione sul reato di frode sportiva così come contestato e configurato dall’art. 1, legge nr. 401/1989. Prioreschi dice che avendo riletto i lavori preparatori della legge, giunge alla conclusione che essendo la seconda parte dell’art. 1 la condotta contestata nei capi d’imputazione, “non si ravvisa il reato di pericolo che invoca l’accusa” ed aggiunge che “…potrebbe essere identificato come atto fraudolento solamente un fatto in cui vi deve essere un artificio o raggiro”.

    Non è questo il punto: la seconda parte dell’art. 1 in cui si parla di “altri atti fraudolenti” riguarda la protezione del bene giuridico delineato dal leale e corretto svolgimento delle competizioni sportive e dell’affidamento che il pubblico fa in esso, a differenza degli artifici e raggiri tipici del reato di truffa posti a tutela dell’integrità patrimoniale. Sono due beni giuridici diversi e ben distinti. Riprendendo la citazione del “Nuvolone” in relazione alla fattispecie di cui alla frode sportiva, si semplifica l’accertamento probatorio e si estende oltre i confini della truffa, fattispecie che per i casi in specie si era rivelata di difficile applicazione, come riporta il GUP De Gregorio nella sua sentenza. Nella frode sportiva i presupposti illeciti si collocano nella pericolosità della condotta degli agenti: essi basta che nella loro mente abbiano ben presente la volontà di alterare il risultato sportivo che non necessariamente deve verificarsi. Insomma appare chiaro che l’intento sia quello di un dolo specifico costituito dal fine di raggiungere un risultato diverso da quello conseguente il corretto svolgimento della competizione.

    Ed allora, viene da chiedere all’ Avv. Prioreschi, per quale motivo Moggi interagisce con i designatori arbitrali predisponendo le griglie “ad personam” con relativi assistenti “alla carta” (rigorosamente indicati per nome) e contatta direttamente gli arbitri con schede telefoniche ad intestazione fittizia se non per “raggiungere un risultato diverso” (sempre a lui favorevole) da quello conseguente il corretto svolgimento della competizione?

    Perché, esimio Avvocato, si deve intervenire sui designatori per “punire” alcuni arbitri non allineati?

    Perché si stravolge la conduzione di una trasmissione sportiva di notevole impatto sugli sportivi ordinando di “difendere” certi arbitri e di accanirsi contro altri?

    Non è difficile capire le suddette finalità come le hanno capite i malcapitati arbitri costretti a sottostare ai voleri moggiani per evitare di essere ostracizzati all’interno della CAN.

    Il legale di Moggi parla di indagine sulla formazione delle griglie arbitrali fatta dalla Procura di Torino fino alla 26° giornata del campionato 2004/2005. Con quali strumenti, di grazia? Le intercettazioni sono state effettuate dalla Procura di Torino fino al 23.09.2004, non quindi fino alla 26° giornata, bensì, al massimo, fino alla 3°/4° giornata. Con quali strumenti investigativi l’ha condotta il dr. Maddalena questa indagine che, come riferisce il difensore, sfocia in una richiesta di archiviazione?

    Forse lo stesso difensore dimentica che il predetto dr. Maddalena si era successivamente affannato a ripresentare una richiesta di riapertura delle indagini che il GIP di Torino aveva accettato con provvedimento datato 05.06.2006, per i fatti troppo frettolosamente archiviati. E talmente si era ricreduto da sollevare un conflitto di attribuzione per la competenza delle indagini oggetto di controversia con la Procura di Napoli che la Cassazione giustamente ha ritenuto si pertinenza di quest’ultima.

    Quindi il Dr. Maddalena non deve essere stato molto convinto della bontà dei propri accertamenti investigativi, vero Avvocato Prioreschi?

    Passiamo ora alla “disquisizione semantica” su imbroglio e imbroglioni riportata da Prioreschi. Ebbene il predetto legale ci dice che nel mondo del calcio la millanteria è all’ordine del giorno, che è vero tutto ed il contrario di tutto secondo quanto riferito da alcuni testi illustri che hanno deposto al processo penale. Dice anche di aver letto un libro di magistrati in cui “si devono ricercare anche gli elementi in favore dell’indagato”. Ci faccia capire, caro Avvocato: se una parte offesa produce una denuncia per truffa contro un terzo, io soggetto che la raccolgo faccio indagini che mi confermano la condotta delittuosa del terzo, terminate queste che cosa devo fare, cercare di dimostrare anche perché può non essere stato “il terzo”?

    Che faccio allora denuncio il querelante per calunnia ai danni del terzo tanto per cominciare? O devo trovare un “quarto” che abbia commesso il reato al posto del terzo e comunque poi mi devo affannare a trovare gli elementi per scagionarlo, come per l’altro?

    Caro Avv. Prioreschi, in flagranza di reato se pesco uno tizio a rubare lo arresto oppure devo anche valutare che non sia stato lui a commettere il furto? Facendo questo duplice lavoro lo stipendio rimane in medesimo oppure l’avvocato difensore mi gira una parte della parcella perché ho lavorato anche per “scagionare il terzo”?

    E’ peraltro pacifico il significato relativo assunto attualmente dall’art. 358 c.p.p. Infatti il legislatore ha prodotto la legge nr. 397/2000 sulle indagini difensive ampliando quanto disposto dall’art. 38 delle disposizioni di attuazione del codice di procedura penale: trattasi delle indagini difensive ovvero quelle di cui il difensore di Moggi si è già (infruttuosamente) avvalso nel corso del processo.

    In relazione all’art. 358 c.p.p., caro Avv. Prioreschi, Lei aveva già avuto modo di testare il pensiero del Presidente Teresa Casoria nel corso del dibattimento, ricorda?

    - Avv. Prioreschi: “Giudice ma esiste L’art. 358 c.p.p. che dice che il PM di svolgere indagini a favore dell’imputato”

    - Casoria “vabbè avvocato ma l’articolo 358 è un articolo vuoto, non ha alcun valore”

    E la Casoria non afferma questo senza un fondamento: invero la Suprema Corte ha più volte sottolineato (vedi tra le tante Sez. II, 21 maggio 1997,Nappa) che:

    ”la disposizione di cui all’art. 358 c.p.p., secondo la quale il P.M., svolge altresì accertamenti su fatti e circostanze a favore della persona sottoposta alle indagini, non si traduce in un obbligo processualmente sanzionato e non toglie il carattere eminentemente discrezionale alle scelte investigative….” lasciando quindi che il potere d’indagine del P.M. non si traducesse in automatico a quel potere-dovere investigativo anche a favore dell’indagato

    Premesso quanto sopra viene poi da domandarsi perché il suddetto difensore di Moggi non spieghi come mai gli inquirenti si sarebbero accaniti su Moggi ed i suoi sodali (in seguito Prioreschi parlerà di “mandanti” e “killer”, evitando però di fare nomi, logicamente…) e conclude dicendo che le intercettazioni andrebbero sapute interpretare e che l’Università di New York ha scoperto che le bugie dette al telefono sono pari al 37% percentuale che scende al 27% se le persone si vedono di persona (ma pensa……)

    Quindi Racalbuto al telefono non doveva credere ai buoni uffici del suo “Procuratore” Moggi presso i designatori per evitare di arbitrare nei giorni immediatamente successivi al contatto telefonico perché “dovrà uscire a Cagliari” (dove poi effettivamente arbitrerà e, guarda caso, favorirà la Juve, ndr.). Attenzione signor arbitro Racalbuto: al 37% quello che gli è stato riferito da Moggi è una bugia!

    Lo stesso dicasi per l’arbitro Pieri: il suo “difensore” Moggi potrebbe non essere sincero, o al massimo lo è al 63%, quando afferma che “coprirà le spalle” al predetto fischietto!

    Prioreschi invoca altresì grande cautela e grande diffidenza perché “Auricchio ascolta il fatto di Reggina-Juventus e Moggi si becca il sequestro di persona.” Sinceramente, la contestazione di cui all’art. 605 c.p. non l’abbiamo vista tra i capi d’imputazione nel processo di Napoli in quanto già archiviata molto tempo prima (dal Tribunale di Reggio Calabria, ndr).

    Domanda: anche per le telefonate di Facchetti e Moratti è stata salomonicamente invocata “tanta cautela e tante diffidenza”? A noi non è parso.

    Prioreschi denuncia anche irregolarità nell’acquisizione della prova nel corso delle indagini preliminari in particolar modo quando sono state sentite le persone informate sui fatti.

    Questo processo, come detto, ha come punto di forza nell’acquisizione della prova le intercettazioni; solamente pochi testi (tra i quali Galati, Martino, Cellino, Baldini, Paparesta, Zamparini, Baraldi, Vignaroli ed in buona parte Nucini) hanno riferito fatti e circostanze di supporto a quanto emerso dalle intercettazioni.

    Prioreschi fa in particolare riferimento alle dichiarazioni di Gazzoni Frascara, Varriale, Nucini e Gianfelice Facchetti che il difensore sbeffeggia in aula insieme al colonnello Auricchio.

    Domanda, caro Prioreschi: i capi d’imputazione si fondano su queste dichiarazioni oppure su altro? E’ questa la domanda che ci si deve porre.

    Ma il predetto difensore non si pone domande e, viceversa, continua passando a correlare il numero di pagine dei verbali redatti in relazione alle ore di durata dell’escussione di alcuni testi. Erano un po’ duretti questi testi per metterci tutte quelle ore a riferire i fatti, come erano lenti a trascrivere gli inquirenti. Un po’ come è stato lento un tale Avvocato che scoprì nel 2006 (vedi i brogliacci delle intercettazioni allegati all’avviso di conclusione delle indagini 415bis c.p.p.) l’esistenza -ovvia- di conversazioni telefoniche che alcuni non imputati avevano intrattenuto con alcuni imputati (guarda caso alcune intercettazioni di questi non imputati, intercettate dalla Procura di Torino, erano state già rese note nel 2006). Peraltro, a tal proposito, giova precisare che uno di questi non imputati aveva rilasciato un’intervista al Corriere della Sera in data 31.08.2006 in cui non solo non escludeva di essere stato chiamato telefonicamente dai designatori ma che non escludeva neppure che i contatti telefonici li avesse avuti anche l’allora presidente della sua squadra. Che strano, si ha contezza di ciò ma di queste conversazioni (note alle difese fino dal 2006, è bene ribadirlo!) non se ne parla più fino ad aprile 2010 nel bel mezzo del processo penale di primo grado attualmente in fase di conclusione.

    Non si capisce tuttavia perché durante tutto questo tempo (circa 4 anni) chi già conosceva tali intercettazioni ha fatto in modo che dal punto di vista sportivo risultassero inutilizzabili in quanto prescritte. La responsabilità di ciò a chi è ascrivibile? Ma “ovviamente” ad Auricchio e la Procura di Napoli che le hanno tenute nascoste allo scopo di favorire alcuni non imputati (!). Incredibile.

    Ma attenzione: si arriva alla “genesi dell’imbroglio”. Prioreschi fa risalire tutto ciò alla data del 18.09.2004 (la Procura di Torino sta ultimando la terza proroga alle intercettazioni a carico di Moggi e soci che non sarà ulteriormente prorogata), informativa questa in risposta ad una delega d’indagini risalente al luglio 2004.

    Il predetto legale di Moggi contesta poi il fatto che per la c.d. indagine “off side” siano stati incaricati il team dei Carabinieri di Auricchio in Roma. Già, perché?

    A Napoli non c’erano certo le condizione per i motivi che verranno esposti in seguito.

    Perché i Carabinieri e non la Guardia di Finanza o la Polizia di Stato? Basili gli dice niente, caro avvocato Prioreschi? Ed il di lui collega Pierluigi? Il Ministro dell’Interno Pisanu le suggerisce qualcosa? Oppure il ministro Siniscalco che magari avrebbe potuto consigliare al dr. Narducci di servirsi di un pool di uomini indicati dal gen. Attardi o dal gen. Pappa, si poteva fare dopotutto!

    Il fatto è che la delega d’indagine originale porta quale numero di ruolo generale il 43915 del 2002 mod. 21 che vedeva quali imputati Moggi, Giraudo, Pairetto per la violazione di cui all’art. 416 c.p. (associazione per delinquere… ebbene si, sempre di quel reato si tratta!). Tale indagine nacque da una costola dell’indagine a carico di cosche della Camorra (ecco perché la DDA di Napoli) da cui erano emersi elementi penali relativi a condotte perpetrate da Moggi ed i predetti.

    Sappiamo tutti che quando vengono richieste le intercettazioni vi è una procedura specifica da adottare: si fa una richiesta in cui si illustrano le fattispecie delittuose per le quali l’entità della sanzione prevedono l’utilizzo dell’intercettazione telefonica. Non da “sensazioni” bensì da situazioni ritenute oggettivamente rientranti nella fattispecie di reato idonea. E la Procura la sua richiesta la pone al vaglio del GIP che deve autorizzare. Senza autorizzazione del GIP, niente telefoni sotto controllo. Se il GIP ha autorizzato e prorogato fino al maggio 2005 evidentemente gli elementi non erano tanto deboli come si vuole supporre.

    Si è partiti da un fumus investigativo inerente la posizione della GEA e la famosa “combriccola romana” per arrivare a trovare anche altro nelle intercettazioni. Quella combriccola romana che viene dipinta come poca cosa ma che è oggetto di attenzione anche da parte di un altro P.M., Guariniello della Procura di Torino, che svolge indagini su Palanca e Gabriele e a tal fine ascolta alcune persone informate sui fatti (la Fazi e Martino).

    E’ quella combriccola insignificante per cui si sbraccia De Santis al fine di sapere lo stato delle indagini informandosi clandestinamente presso un amico al CSM e per cui la Fazi fa “scalo” a Collesalvetti, presso il sodale Bergamo per ragguagliarlo sull’esito della sua “comparsata” da Guariniello. Per essere una “combriccolina” pare non poca la movimentazione, vero?

    Veniamo ora ad una delle parti più interessanti dell’arringa di Prioreschi, quella relativa alle famose telefonate “occultate”. Moggi, tramite il suo legale, avanza la richiesta alla Cancelleria della Procura di Napoli per avere il duplicato dei CD in cui sono state archiviate le 171000 conversazioni dell’indagine. Il legale dice che per sbobinare, ascoltare e trascrivere le intercettazioni si è servito del consulente di Moggi Penta, dell’ing. Porta e del team di ju29ro.com. Aggiunge che per poter utilizzare il materiale appena acquisito non ha potuto servirsi dei brogliacci perché “non c’erano o se c’erano nono dicevano nulla”. E qui casca l’asino caro il mio avvocato. Appena notificato l’avviso di conclusione delle indagini 415 bis c.p.p. il fascicolo del P.M. contenente tutti gli atti investigativi viene messo a disposizione delle difese degli imputati che quindi per la prima volta prendono visione di questi atti. Nel fascicolo vi sono obbligatoriamente pena la nullità i brogliacci delle intercettazioni i quali riportato tutte le intercettazioni effettuate suddivise per RIT (ogni RIT corrisponde ad un’utenza intercettata) che al loro interno specificano per ogni intercettazione chiamante, chiamato, dato, ora, durata ed eventualmente un breve commento oppure la trascrizione integrale della conversazione ed le indicazioni sull’importanza della conversazione stessa (i famosi baffetti colorati). Ebbene, caro Avv. Prioreschi, si afferma che questi brogliacci non c’erano e se c’erano erano inservibili? Ma questa era una causa di nullità del 415bis che poteva essere fatta rilevare! Perché non l’ha fatto? Perché non era di suo interesse in quanto se così fosse stata si sarebbe avuta la conferma fin dal giugno 2006 dell’esistenza delle conversazioni di Facchetti e Moratti? Il primo era ben visibile in quanto l’utenza cellulare a lui in uso era intestata all’F.C. INTERNAZIONALE su gestore italiano (non quindi con un intestatario fittizio o con scheda straniera, come era di consuetudine per un tale “ex ferroviere”). Ma tutto questo ovviamente non doveva essere reso noto in quanto queste conversazioni era bene per la difesa del suo assistito che fossero rese pubbliche in pieno dibattimento penale ma con circa 4 anni di ritardo. Questo ritardo ha comportato la prescrizione dei fatti a cui si riferivano rimanendo utilizzabili per la difesa di Moggi nel processo penale ma precludendo ogni possibile utilizzo ai fini di giustizia sportiva. E allora che cosa ci si inventa per giustificare questo? Che gli inquirenti e la Procura, dolosamente, avevano nascosto queste telefonate che in realtà sono sempre state a disposizione delle parti fin dal 2006!

    Il suo consulente, Egregio Avvocato, non ha fatto altro che digitare nei CD delle conversazioni duplicate la parola chiave “Facchetti”, “Moratti”, “Inter” ed ecco che appariva un elenco di chiamate contenenti le parole predette (sono parole di Penta nei giorni immediatamente successivi alla citazione di alcune intercettazioni riguardanti Facchetti, nel processo di calciopoli). Ma quello che è semplicemente assurdo è che gli inquirenti della Procura avrebbero nascosto queste conversazioni fin dall’inizio! Ma a quale scopo? L’esimio avvocato non lo dice, per cui rimane molto difficile pensare che si sia voluto inquinare le prove senza una ragione plausibile. In fondo che interesse poteva avere il dr. Narducci per indagare Moggi, Meani o invece Moratti oppure Sensi, Cellino, Bergamo? La verità è che il predetto magistrato non ha fatto altro che analizzare tutte le intercettazioni che potevano essere rilevanti ai fini penali e scartare le altre che, ictu oculi, non lo erano.

    Caro avvocato Prioreschi, la verità (che anche Lei conosce) è che in quest’indagine moltissime persone parlavano al telefono (tutti i dirigenti delle squadre di calcio conferivano con i designatori) ma solo alcuni hanno raggiunto accordi illeciti (tra questi Luciano Moggi in primis).

    Facchetti, invece, non ha commesso reati e men che meno Moratti. Questa è la differenza egregio Prioreschi.

    Si precisa a tal proposito come l’art. 2, comma 3°, della legge sulla frode sportiva preveda come “gli atti del processo penale” possano essere richiesti dagli organi della giustizia sportiva per l’utilizzo ai fini della propria competenza. A tale scopo nel 2006 la Procura di Napoli mise a disposizione le informative redatte dalla P.G. contenenti il materiale investigativo di rilevanza penale, in piena conformità con la legge.

    Ma l’avv. Prioreschi, come abbiamo già detto in precedenza, nel 2006 dove si trovava? Invero il fatto che Facchetti avesse contatti telefonici con i designatori era già noto in tale data e anche lo stesso Moratti intervistato dal Corriere della Sera aveva confermato tale circostanza nell’agosto del predetto anno. Nessuno dell’entourage moggiano mosse però rilievi o fece commenti (zitti perfino i magnifici del team d’assalto ju29ro.com). Solamente Bergamo sommessamente fece rilevare che non erano presenti contatti telefonici intrattenuti con alcuni interlocutori. Per forza, caro imputato Bergamo, questi colloqui telefonici non avevano rilevanza penale perché non contemplavano accordi illeciti.

    Ma il bello viene ora: l’avvocato Prioreschi, per questi asseriti “occultamenti” di intercettazioni, chiede l’invio degli atti alla Procura per valutare profili di reità a carico degli inquirenti. Una domanda sorge tuttavia spontanea: perché l’Avv. Prioreschi non ha presentato un esposto con tanto di firma autografa invece di lasciare alla libera decisione del collegio giudicante la valutazione di questi asseriti profili di reato? Con l’esposto sarebbe stato obbligatorio formare un fascicolo che avrebbe avuto due strade: archiviazione oppure prosecuzione dell’azione penale con indicazione dei capi d’imputazione per le condotte illecite. Invece chiedendo il mero invio degli atti si opta per una soluzione pilatesca e cioè “io lo segnalo, valuterà il giudice”. In tale modo l’esimio Prioreschi – furbescamente – non presta il fianco ad eventuali azioni a tutela degli inquirenti (controdenunce per calunnia et similia).

    A questo punto viene enfatizzata dall’Avv. Prioreschi la nota frase di Narducci “non ci sono telefonate dei signori Moratti, Sensi, Campedelli…” il cui unico senso era quello di sottolineare come non ci fossero chiamate di rilevanza penale con implicati i soggetti nominati. Secondo la grancassa moggiana, invece, queste chiamate ci sono, peccato però che queste chiamate, per sfortuna degli imputati, non hanno avuto nessuna importanza penale in quanto una volta rese note in dibattimento non hanno dato origine a contestazioni suppletive o nuove contestazioni a carico di altri o di alcuni indagati. Ovviamente l’Avv. Prioreschi se ne è guardato bene dal farlo perché in relazione alle chiamate di Facchetti con Bergamo, ritenute dal predetto legale id Moggi di una “gravità assoluta”, nulla si sarebbe potuto fare a carico del compianto Giacinto ma, al contempo, Bergamo si sarebbe reso correo nell’ipotetico reato ad esso ascritto. Ci immaginiamo, fantasiosamente, quale sarebbe stata la reazione dell’ex designatore Bergamo il quale, in tal caso, si sarebbe trovato addirittura con più capi d’imputazione di Moggi!

    Ma Prioreschi non poteva permettersi di trovarsi di fronte un nuovo e pericoloso avversario e, per tale ragione, si affretta a dire che queste chiamate non avevano rilevanza penale. E allora? Gli inquirenti ci erano arrivati circa 5 anni prima a questa conclusione! Complimenti per il tempismo avvocato, meglio tardi che mai!

    Il legale prosegue poi con la disquisizione sul significato dei baffetti colorati con cui gli inquirenti erano soliti segnalare l’importanza e la pregnanza delle conversazioni intercettate. Scusi avvocato ma chi deve decidere se un’intercettazione è rilevante o meno, l’ufficiale o l’agente di P.G. con le cuffie? Oppure sono valutazioni che spettano al magistrato? Si ha prova che il col. Auricchio le abbia volutamente “nascoste” al P.M. oppure che lo stesso P.M. le abbia “nascoste”? Avvocato ha pure l’ardire di insegnare come si fanno le indagini alla P.G. ed alla Procura? Lei che eleva al rango di super investigatore senza macchia a senza paura un personaggio come Penta che, intercettato al telefono, tramava nell’ombra con il suo mantra per avviare un’attività di dossiereggio contro l’allora col. Arcangioli e il magg. Auricchio? Si, esatto: proprio quello che si dava un gran da fare per procurare materiale adatto a screditare vari personaggi tra cui gli ufficiali citati? (informativa dei CC datata 15.12.2007). I dialoghi intercettati con Moggi ci dicono di un Penta che nel gennaio-marzo 2007 (Moggi è stato intercettato una seconda volta dall’ottobre 2006 al maggio 2007) è intento a mettere insieme dossier di dubbia qualità per il suo capo Moggi, titolare di una rubrica sul giornale “Libero” di Feltri (“C’ho messo cinque giorni a fare quella lettera, non è che l’ho fatta in un giorno”, si vantava in una conversazione intercettata!).

    Lo stesso modus operandi è stato tenuto da Penta anche nei confronti del presidente del Coni Petrucci, con tanto di tentativo di avvicinare, senza successo, un ufficiale dei Carabinieri per avere notizie su un incidente stradale che aveva visto coinvolto il figlio del presidente del CONI, allo scopo, scrivono i Carabinieri, di promuovere campagne di stampa contro lo stesso. Sono questi gli investigatori modello avvocato?

    Per quanto attiene al rapporto tra il Col. Auricchio e Baldini – oggetto della requisitoria di Prioreschi – esso affonda le sue radici fin dai tempi in cui lo stesso team di Auricchio si era incaricato delle indagini in relazione ai fatti delle fidejussioni false presentate dalle squadre di calcio alla Covisoc per l’iscrizione ai relativi campionati. E’ in virtù di questo ottimo lavoro svolto che la Procura di Napoli decide di inviare la delega d‘indagini ad Auricchio nel luglio 2004. Ma perché si insiste sul presunto rapporto Auricchio-Baldini? Ad avviso degli scriventi il fine è quello di screditare entrambi visto che essi sono stati i testi che più hanno messo in difficoltà la difesa di Moggi. Prioreschi cita la famosa intercettazione del “ribaltone”, chiamata che Baldini ha avuto il 04.04.2005; indoviniamo con chi? Ma con il grande Innocenzo Mazzini che a quella data si preoccupava di salvare la sua posizione. Peccato che proprio in quel periodo l’ex vicepresidente federale si stesse adoperando per cercare arbitri compiacenti alla causa Lotito ed a quella degli “addomesticati” fratelli Della Valle, “aggravando” così ancor di più la sua posizione.

    Lei, caro avvocato Prioreschi, pensa che di questa pericolosa conversazione tra Baldini e Mazzini il suo cliente non fosse stato messo al corrente solo perché non lo abbiamo ascoltato al telefono? L’abbiamo visto tutti il “ribaltone” di Baldini nel 2005……

    Nel proseguire con la sua requisitoria, l’avvocato Prioreschi dirige le sue attenzioni sui vari capi d’imputazione relativi alle frodi sportive iniziando dalle ammonizioni mirate. Ne cita diverse mettendole tutte insieme allo scopo di confondere meglio il collegio giudicante. Sono balle?

    A smentire questa conclusione di Prioreschi bastano due elementi: il primo è la già menzionata intercettazione di rimbalzo in cui si parla di Fiorentina-Bologna e del fatto che il Milan avanzi nelle ammonizione per poter fare le diffide. Perché interessa la gara dei viola con il Bologna? Perché la giornata successiva i felsinei incontreranno la Juventus per cui con ammonizioni mirate sui giocatori diffidati si incorre nella squalifica (al Bologna verranno squalificati tre giocatori che non potranno giocare contro la Juve, Petruzzi, Nastase ed un altro titolare). Nell’indagine ci sono numerosi indizi che portano gli inquirenti in questa direzione investigativa. Ma la cosa che più sorprende è che un ulteriore elemento di conferma giunge agli inquirenti in maniera del tutto inaspettata e chiara. Dal marzo 2005 viene intercettata l’utenza cellulare in uso a Leonardo Meani, “addetto agli arbitri” per il Milan. Ebbene pure lo stesso Meani giunge all’identica conclusione su cui sta investigando, ovviamente a sua insaputa, la Procura di Napoli. Ne è talmente convinto che in una conversazione intrattenuta con il guardalinee Babini gli segnala l’ammonizione “dolosa” di Viali in Inter-Fiorentina ad opera di Bertini, invitandolo per il futuro a fare uno studio perché sospetta fortemente che la Juventus benefici in maniera massiccia di questo meccanismo illecito delle ammonizioni mirate.

    Egregio difensore di Moggi, non mi vorrà dire che Meani era d’accordo con gli inquirenti, vero?

    Il Babini, sentito in qualità di testimone a tal proposito, cerca di sminuire il contenuto dei colloqui telefonici con Meani su questo tema ma la genuinità dei dialoghi intercettati parla chiaro. Si pensa veramente che il valore probatorio delle intercettazioni possa essere superato da esami testimoniali di soggetti come questi, che non vogliono e/o non possono dire la verità? Noi non crediamo che il Collegio giudicante – per quanto formato da donne che si sono dichiarate inesperte di calcio – abbia il cervello che orbita attorno a Marte!

    Prioreschi passa poi ad affrontare il tema dei sorteggi truccati dilungandosi in un’esposizione di quello che succedeva durante le fasi 3 e 4 del sorteggio ossia l’estrazione e l’abbinamento delle gare con gli arbitri. Sia i giornalisti che i notai presenti ai sorteggi arbitrali non hanno mai notato operazioni non conformi a quanto previsto per cui, in buona sostanza, il legale ritiene che i sorteggi non potevano essere truccati.

    Avvocato, ci scusi, ma la prima e la seconda fase – e quindi i lavori preparatori di predisposizione delle griglie arbitrali e con gli arbitri da inserire e le gare da destinare alle varie fasce e la successiva designazione degli assistenti – non fanno parte del sorteggio arbitrale? O fanno parte dell’estrazione del lotto?

    E’ inutile dire che le prime due fasi erano appannaggio di Luciano Moggi che obbligava i designatori a conformarsi ai suoi voleri. Era lui che decideva quali arbitri dovevano andare in prima griglia e quali gare dovevano esservi inserite, decideva inoltre anche gli arbitri da fermare perché “rei” di non avere arbitrato a comando. Questo è il risultato emerso dalle indagini con le intercettazioni.

    Era chiaro che il sorteggio arbitrale risultava così già inquinato fin dall’inizio in quanto Moggi aveva la possibilità di immettere arbitri in prima griglia a lui legati oppure sotto l’influenza di Bergamo e Pairetto (entrambi legati a triplo filo all’uomo di Monticiano). Ancora più clamorosa era la scelta degli assistenti e del 4° uomo a designazione diretta da parte dei designatori senza che esistessero regole che la contemplassero. Moggi ordinava quali erano quelli che gradiva e spediva molto spesso altri a lui vicini, per mezzo dei designatori, nelle gare degli avversari diretti. Questa indagine si caratterizza in quanto contemporaneamente si cerca di favorire la propria squadra (Juventus nella specie) e sfavorire le concorrenti dirette (Milan, Inter), avendo occhi di riguardo per le società amiche (Messina, Siena, poi forzatamente la Fiorentina) e penalizzare chi non è allineato (Parma, Bologna, Brescia).

    Chiaramente Prioreschi si fa forte del verbale notarile attestante la regolarità del sorteggio e ribatte con questo a quanto emerso dalle testimonianze di Dario Galati e soprattutto di Manfredi Martino. Ma è sfortunato il difensore perché a fare crollare le sue certezze granitiche sulla veridicità del verbale notarile sovviene un fatto occorso nell’aprile 2005 in relazione ad un sorteggio arbitrale. Viene estratto Collina per un Atalanta-Palermo ma poi ci si accorge che esso aveva una presunta preclusione che impediva allo stesso di arbitrare tale partita. Allora viene designato Rizzoli ma poi i designatori arbitrali intervengono ancora e rifanno nuovamente il sorteggio. Nella sua requisitoria Narducci fa notare che la preclusione di Collina per la gara suddetta – del tutto inesistente - ha portato ad una serie di operazioni effettuate ed a una serie di abbinamenti che erano di fatto pronti, senza che nel verbale notarile ne risultasse traccia. Addirittura il comunicato stampa della FIGC, che dovrebbe fornire la prova di come erano state redatte le griglie in quella giornata di campionato, evidenzia che Collina era in griglia B senza nessuna preclusione. Perché avvocato, se tutto è regolare come dice lei, il notaio non ha certificato questa circostanza? Forse appartiene alla stessa categoria di notai che durante in vari sorteggi nell’anno assistevano a sfere che improvvisamente si aprivano perché usurate, senza che rilevassero a verbale la circostanza (escussione dibattimentale del teste Martino).

    Sui sorteggi truccati ci sono diversi elementi che convergono in questa direzione ma il legale di Moggi cerca di abbattere la tesi degli inquirenti basandosi sugli orari del sorteggio e sull’orario in cui il suo assistito veniva informato dalla segretaria Alessia della Juventus.

    Alessia chiama diverse volte Moggi per comunicare il nome del direttore di gara per la partita della Juventus e Moggi gioca a fare l’indovino azzeccando non solo l’abbinamento della gara d’interesse ma anche gli abbinamenti arbitro-gare per la concorrenza.

    Prioreschi, per giustificarsi di ciò, dice che Moggi aveva accesso ad internet e da lì aveva acquisito quelle informazioni. Però tale affermazione non collima con i dialoghi telefonici intrattenuti con la tale Alessia. Se fosse vera la circostanza del difensore, Moggi avrebbe risposto “grazie li so già perché un amico me li ha comunicati” oppure “ho visto il comunicato Ansa appena uscito”. No, Moggi gioca a fare l’indovino cercando, riuscendoci, di stupire la sua interlocutrice che ridacchia e si complimenta.

    La riprova? Per la gara Inter-Juve Moggi sa già che arbitrerà Rodomonti (il povero Facchetti avrebbe voluto Collina, il nr. 1 degli arbitri, ma si dovette accontentare di quello che Moggi gli aveva destinato, tanto era a 15 punti di distacco dalla Juventus……..); nel gennaio 2005 lo stesso Moggi, a mò di oracolo predisse ben 10 giorni prima la direzione di gara di Racalbuto in Cagliari-Juventus. Siamo veramente di fronte ad un novello Tiresia oppure “c’è del marcio in Danimarca”?

    Prioreschi ritorna poi a parlare di sim svizzere: esso ribadisce che l’eccezione di inutilizzabilità viene riconfermata in modo da funzionare come “piomba libera tutti” (all’occorrenza non dovessi riuscire a smontare quanto prodotto dall’accusa, c’è sempre l’eccezione a salvare tutto). Si parla delle già menzionate prime tre schede che furono intercettate dal 25.02.2005 al 12.03.2005. Non emerge niente di rilevante ed il legale dice che infatti queste telefonate sono scarse e di pochi secondi. Certo, avvocato Prioreschi, esse sono state sostituite da Moggi a partire dal 10.02.2005 perché il sodale Bergamo aveva commesso l’imprudenza di telefonare al telefono “svizzero” di Moggi dall’utenza di casa in quanto col suo telefono “svizzero” non aveva più credito telefonico (“vai, tanto qui sono sicuro, dice Bergamo al telefono).

    Moggi non si è sentito così sicuro e, nel dubbio, ha cambiato gli apparecchi – col senno di poi ha fatto benissimo, dal suo punto di vista – .

    Prioreschi dice quindi che Moggi era andato dalla signora Castaldo per chiedere ad essa i soldi per l’acquisto di schede telefoniche. Infatti il teste Capobianco ha riferito che le continue richieste di denaro per l’acquisto di schede avevano generato dei buchi di bilancio che in società si era pensato di coprire con le vendite fittizie di gadgets ed orologi.

    Moggi – una volta anche insieme a Fabiani – si recherà a Chiasso presso il negozio di De Cillis e l’avvocato ironizza sul fatto che se questa cosa era illecita un po’ troppe persone ne erano al corrente.

    Ma allora ci domandiamo: perché andare in Svizzera a comprare le schede telefoniche? In Italia non c’erano?

    Bertolini nell’udienza del 30.06.2009 dirà che spesso era andato lui presso il negozio del De Cillis per acquistare le sim svizzere su espresso incarico di Moggi, il quale gli raccomandava di “…Queste le prendi, ma le prendi solo se non sono rintracciabili…”. Non devono essere rintracciabili, questo è l’importante, ma c’era anche un altro soggetto che si procurava videotelefoni con schede fittiziamente intestate ed era l’autista tuttofare di Moggi, Armando Aubry che dice al telefono il 12.05.2005: “Buonasera direttore, disturbo? Volevo dire nelle schede è tutto a posto” “L’UMTS li hai trovati?” “Sì sì…e quelle sono. Schede OMNITEL sono comprensive dell’UMTS che lei mi ha detto, cioè il video…tutto tutto preciso” “Però ascolta, Armando, che siano anonime…più anonime che non si può” “Io sabato, se Alessandro mi conferma il programma, gliele porterei a Torino sabato sera”.

    Servono schede anonime al suo cliente, caro avvocato! Perchè?

    Prioreschi ha il coraggio di riferire al collegio che Moggi cercava di procurarsi tali schede per evitare lo spionaggio industriale sulle questioni inerenti il mercato dei calciatori: ebbene, le indagini hanno evidenziato che le schede riservate sono state consegnate alle seguenti persone, come indicato nelle nr. 3 informative di P.G. datate 28.03.2007, 13.07.2007 e 01.12.2007: attribuite con certezza nr. 29 di cui Moggi 8, Fabiani 3, Racalbuto 3, Bergamo 2, Pairetto 2, Paparesta 2, Ambrosino 2, Pieri 2, Cassarà 1, De Santis 1, Gabriele 1, Bertini 1 e Dattilo 1.

    Tutti operatori di calciomercato, vero Egregio Avvocato? Vediamo parecchi direttori sportivi, procuratori e general manager tra i citati soggetti. Chissà quanti calciatori ha trattato il suo cliente al telefono con Bergamo o Racalbuto o De Santis……..

    Bene avvocato per ora ci siamo…

    Sul metodo di attribuzione delle schede riservate ci pare che quanto evidenziato dal dr. Narducci in requisitoria sia ampiamente esaustivo ed abbatte ogni argomentazione delle difese degli imputati, tuttavia vogliamo brevemente sintetizzarlo per chi ancora non lo ha recepito.

    Ebbene, per attribuire tali schede i Carabinieri hanno incrociato una serie di dati che hanno consentito di poter giungere a determinazioni incontrovertibili; infatti, è stato riscontrato che ogni sim “abbinata” ai suddetti “fischietti”:

    1.**agganciava celle nella zona di residenza dell’arbitro e nella zona di residenza dei genitori di quest’ultimo;

    2.**agganciava celle nei pressi di Coverciano nei giorni dei raduni arbitrali;

    3.**agganciava celle nelle città della squadra di calcio che l’arbitro doveva dirigere in quel determinato turno di campionato;

    4.**entrava in contatto con le sim assegnate ad alcuni degli altri imputati;

    5. agganciava le medesime celle che, in quel momento, anche il cellulare “italiano” dell’arbitro agganciava;

    6.**sui tabulati relativi alla determinata sim risultavano esserci, in molti casi, contatti con i numeri telefonici “in chiaro” (fissi o mobili) dei parenti più stretti dell’arbitro.

    Già premettendo questo, non ci sarebbe più nulla da aggiungere, ma è divertente proseguire:

    Un esempio su tutti per mortificare gli inutili tentativi di difesa dei soggetti accusati di possedere tali sim svizzere è fornito dal famoso documento attestante la presenza di De Santis ad un corso di formazione in Roma quando la sim svizzera a lui attribuita si accende in Firenze. L’esame dei tabulati sull’utenza mobile “in chiaro” di De Santis – che era sotto intercettazione – ha evidenziato che quando dal documento risultava essere presente altrove in realtà il suo telefono controllato agganciava celle site in Firenze; anzi: ci sono state delle conversazioni telefoniche in cui lui colloquiava con terzi da questo telefono. De Santis non era in Roma ma si trovava già al raduno arbitrale di Coverciano, come indicato dal suo telefono cellulare, come risultava dal tabulato della sua utenza svizzera riservata a lui attribuita. E il documento prodotto dal difensore di De Santis in aula? Leggermente “tarocco”? Meglio soprassedere………

    Il legale di Moggi parla quindi della scheda sim fittiziamente intestata – questa volta “made in Italy” – consegnata da Moggi e Fabiani a Nucini.

    Il suddetto ex arbitro rilascia dichiarazioni un po’ contraddittorie, in verità, ma in ordine a quanto detto prima appare credibile. Perché? Risulta credibile in quanto su questo numero telefonico -corrispondente ad una scheda TIM – la P.G. esperirà alcuni accertamenti e detta scheda risulterà attivata in Napoli in data 23.05.2003 intestata ad una persona ivi residente che quello stesso giorno ha acquistato alcuni telefoni ma che di quella scheda non ha mai sentito parlare. Che sfiga vero Avvocato? La P.G. ha fatto accertamenti ed ha rilevato quanto detto perché tale rivenditore telefonico era già stato attenzionato dagli inquirenti in altre indagini correlate.

    Continua Prioreschi facendo accenno alla sim svizzera attribuita a Paparesta. Aggiunge che Moggi aveva appena ammesso che le sim svizzere servivano per il mercato. Come mai però nella conversazione Moggi-Bergamo del 09.02.2005 Moggi appare molto informato dei movimenti di Paparesta? Logico, dice Prioreschi, era il padre che informava Luciano Moggi sui movimenti del figlio. Ma non doveva occuparsi di “mercato” Paparesta senior? Che interesse poteva avere, caro Avvocato, a riferire le abitudini del proprio figlio in veste arbitrale? La sim era in esclusivo uso al padre di Paparesta? No caro avvocato perché in dibattimento Gianluca Paparesta ha ammesso che da un certo punto in poi lui stesso ha fatto uso del telefono cellulare con scheda riservata. A Paparesta junior sono attribuite nr. 2 sim svizzere di cui la prima con il traffico più cospicuo, risulta agganciare celle nel comune di Firenze in concomitanza con i raduni arbitrali oltre ad impegnare le celle site in città in cui in quel momento si verifica un evento calcistico in cui Paparesta fa da arbitro. Inoltre in data 07.11.2004 Paparesta chiama Moggi con il telefono riservato mentre quest’ultimo è al telefono intercettato con la Garufi. La conversazioni viene troncata da Moggi ma permette di rilevare dai tabulati delle schede svizzere la chiamata in coincidenza del giorno ed ora in cui si è verificata. Le basta Avvocato per capire che la scheda era utilizzata da Gianluca Paparesta e che non serviva per fare il “mercato”? Paparesta riferisce che nei giorni immediatamente successivi ai fatti relativi a Reggina – Juve egli sentì il bisogno di trovare un po’ di conforto telefonando con la sim svizzera all’utenza di Paolo Bertini. Il contatto è stato individuato perché la cella agganciata da Bertini è situata in Arezzo, ulteriore elemento a corroborare la tesi dell’accusa. Prioreschi che ha in mano per dimostrare che Paparesta non si è sentito con Bertini? Niente, non ha uno straccio di prova per confutare ciò.

    Ma il difensore di Moggi supera se stesso quando arriva a parlare delle telefonate “di rimbalzo”. Parla di quella avuta con Pieri durante una conversazione Moggi-Bozzo ma non si dilunga molto quando invece l’accusa aveva dimostrato robustamente con il metodo applicativo illustrato in precedenza, che Pieri era possessore di una sim svizzera.

    Il clou però avviene con la conversazione che si innesta nella telefonata Moggi-Garufi. Prioreschi dice che l’interlocutore di Moggi nella telefonata di rimbalzo non può essere un arbitro e non può essere Racalbuto perché, lui dice, lo chiama “albé” (Racalbuto si chiama Salvatore). Questo è l’unico elemento per smentire quanto rilevato dal dr. Narducci e dagli inquirenti. A parte che basterebbe sentirla almeno una volta questa intercettazione di rimbalzo per capire al volo che si tratta di un arbitro ma in particolare giova rimarcare che la sim attribuita all’arbitro in quel particolare momento storico aggancia celle del comune di Firenze in concomitanza di raduni arbitrali e aggancia celle di città in cui Racalbuto si reca ad arbitrare financo ad agganciare celle che si trovano sulla direttrice stradale che collega la città in cui ha arbitrato poco prima e la propria abitazione. Quindi da una parte si ha “albé” e dall’altra si hanno tutti questi riscontri, ripetuti precisi e concordanti con quanto affermato dagli inquirenti. Gli stessi rilevano dai tabulati che nel momento in cui Racalbuto telefona a Moggi che sta parlando con la Garufi, la sim dell’arbitro in quel momento aggancia una cella sita in Lonate Pozzolo (VA), comune molto vicino a Gallarate, luogo di residenza di Salvatore Racalbuto. Peraltro -vista la scarsa qualità audio della chiamata – che Moggi dica “ciao Albè” non pare essere così certo in quanto è possibile che le esatte parole pronunciate dall’ex ferroviere siano o “ciao bello” o “ciao Alb” (nomignolo derivante proprio dalla radice del cognome RacALButo).

    L’altra sim attribuita a Racalbuto è quella che contiene una conversazione di rimbalzo avuta con Moggi che si innesta in una telefonata Moggi-Girotto, in data 05.01.2005. E’ la famosa intercettazione di rimbalzo in cui si parla di far “uscire” l’arbitro in questione per l’incontro Cagliari-Juventus (circostanza puntualmente avveratasi, quando si dice che il sorteggio non era truccato e si dubita delle doti di preveggenza di Lucianone !) e di escludere dalle griglie arbitrali l’arbitro Morganti.

    Solito il metodo utilizzato precedentemente dagli inquirenti per attribuire una sim straniena ad un soggetto utilizzatore con puntuali risultati in termini di affidabilità e precisione. Prioreschi che dice? Afferma candidamente che la sim non è di Racalbuto e quindi il suo cliente ha parlato con un’altra persona (sempre di mercato, s’intende!) perché si sente un “Achì” che viene interpretato per “Achille”, confermando però che in questo caso si sente in maniere molto meno chiara (meno male avvocato). Anche qua abbiamo un “achì” (che peraltro non sembra per niente una chiamata di nome) in contrapposizione ad elementi investigativi granitici. Peraltro anche in questo caso, nel salutare l’interlocutore, Moggi dice un “ciao albè (o un “ ciao bello”? o un “ciao alb?”), circostanza questa che mortifica ancora una volta la difesa di Luciano Moggi. Comunque non c’è male avvocato Prioreschi, Lei è un “genio visionario” come il povero Steve Jobs, il fondatore di Apple, appena deceduto.

    Prioreschi poi si dilunga nel descrivere il metodo Di Laroni parlando di celle agganciate non normalmente in quanto le celle addette erano occupate e di dati dei tabulati che non corrispondo tra chiamate in uscita ed in entrata.

    Poi il Prioreschi, facendo finta di non aver capito nulla delle indagini, si domanda perché non furono interrogati i codici IMEI dei telefoni in quanto, se una scheda straniere viene immessa in un telefono italiano, l’usuario viene subito individuato. Appunto, caro Avvocato: il fatto è che Moggi forniva non solo schede straniere agli arbitri ed ai designatori arbitrali ma anche gli apparecchi telefonici, sempre acquistati presso il negozio svizzero del De Cillis! Molto spesso abbiamo sentito dialoghi tra Moggi e Pairetto in cui si parla di “altro telefono” e lo stesso avviene tra i due designatori arbitrali. “C’hai dietro l’altro telefono?” chiederà, ad esempio, Bergamo a Pairetto, con quest’ultmo che domanderà “quello svizzero?”).

    Addirittura è stata intercettata una chiamata tra la moglie di Bergamo e lui stesso in cui Alessandra Vallebona ricorda al marito che “ha sbagliato a prendere il telefono perché ha preso quello vecchio”. Lei, caro avvocato Prioreschi, che vuole insegnare l’”ABC al reparto operativo dei Carabinieri di Roma, perché non ci ha portato in aula quali testimoni della difesa, i famosi “operatori di mercato” percettori delle schede svizzere con i quali Moggi avrebbe dovuto fare affari in modo da evitare lo spionaggio industriale? Quanti “affari di mercato” sono stati conclusi con l’ausilio di queste schede svizzere, slovene o del Lichtenstein “anonime che più anonime non si può”?

    Ricordiamoci sempre che l’imputato per difendersi può anche mentire, lo prevede il nostro ordinamento giudiziario.

    Eccoci ora giunti alla parte finale della requisitoria in cui il difensore si appresta a parlare delle singole frodi sportive contestate al suo assistito.

    Si comincia con il capo B) Udinese-Brescia, in cui, al termine di tale gara, vi è la famosa intercettazione in cui Giraudo dice all’indirizzo di Dattilo “se è sveglio gli dimezza l’Udinese (prossimo avversario della Juventus)”. La partita è molto contestata e l’arbitro espelle Jankulovski per i friulani ed ammonisce altri giocatori dei quali solo uno salterà la gara contro la Juve. Moggi subito dopo la partita chiama Giraudo e gli dice “ma che devo fare ha mandato via anche Jankulovski, abbiamo un rompicoglioni in meno”. Da notare che Dattilo risulta essere percettore ed utilizzatore di schede riservate ricevute da Moggi e che il ferroviere si adopera fattivamente nella trasmissione televisiva “Il processo di Biscardi” per difendere accanitamente l’operato del predetto arbitro al fine di far sembrare positivo l’arbitraggio agli occhi dei telespettatori. Perché? Lei avvocato che dice, il Suo cliente era affetto da slanci filantropici degni di un santo?

    Capo C) Siena-Juventus 0-3. Vi sono contatti sulle schede riservate tra Moggi, Fabiani e Bertini, si parla di 42 contatti nei giorni immediatamente precedenti e Prioreschi dice che sono corrispondenti a 42 telefonate. Lo dice lei avvocato, a noi basta che i dialoghi intercorsi tra gli imputati ci siano stati. Se era tutto normale perché affidarsi alle schede riservate? A meno che anche qua non si parlasse di mercato……. Bertini risulta essere iscritto alla categoria dei direttori sportivi o dei procuratori? Oppure si è parlato di argomenti inerenti la direzione arbitrale per la gara in contestazione? La logica indica inequivocabilmente che la seconda è la chiave di lettura giusta. Mi spiace per lei avvocato Prioreschi che contesta questi fatti solamente per il numero delle presunte chiamate tra gli imputati secondo il suo personale sistema di quantificazione.

    Capo E) Lecce-Juventus 0-1. Le griglie arbitrali comprendenti la giornata di campionato con la gara in imputazione sono compilate il 12.11.2004 e risultano molti contatti tra la scheda svizzera di Moggi con quella in uso a Bergamo. Con ogni probabilità sono state compilate le griglie tra i due (Moggi designatore occulto, Bergamo e Pairetto sono i capi ma Moggi comanda). La partita si svolge su un campo ai limiti della praticabilità per la forte pioggia caduta sul terreno, in una situazione simile al famoso Perugia-Juventus del 2000, ma siccome in quest’occasione la Juve vince la partita allora è tutto regolare, campo un po’ allentato ma nella norma. Interessanti sono i dialoghi tra Ceniccola e De Santis, Moggi che si complimenta con Ceniccola che gli chiede se in futuro “potrà fare di nuovo la Juventus” ricevendo piena assicurazione da Moggi (designatore occulto). Ceniccola non farà più la Juventus per quell’anno in quanto è incappato nella nuova maniera (onesta) di arbitrare che il suo “tutor” De Santis sta iniziando a porre in essere preoccupato per l’indagine di Guariniello a Torino in cui sono indagati gli arbitri della combriccola romana Palanca e Gabriele. Che altro dire avvocato, tutto regolare?

    Capo F) Juventus-Lazio 2-1. La gara ha luogo il 05.12.2004, il sorteggio arbitrale il 03.12.2004 ma il giorno precedente si ha prova di un incontro conviviale tra Moggi, Giraudo e i designatori arbitrali. Un elemento su tutti per dire che le griglie arbitrali sono state preparate dal designatore occulto ed i due serventi: il comunicato ANSA con gli arbitri ufficiali è delle ore 18.30 del 03.12, la conversazione di Moggi con Alessia in cui gli rivela gli esatti abbinamenti incontri-terne arbitrali è delle ore 11.53 del 03.12. Da notare che l’arbitro è Dondarini che insieme a Giraudo sono stati condannati per questo capo F) nel giudizio abbreviato davanti al GUP De Gregorio (si vadano a tal proposito a leggere tutte le intercettazioni relative a quella gara – pre e post – riportate nelle informative e quindi evocate nella sentenza de rito abbreviato).

    Capo G) Fiorentina-Bologna 1-0. In questa gara Prioreschi contesta che le ammonizioni dolose a Gamberini, Nastase e Petruzzi non sono rilevanti (i primi due non titolari, il secondo non diffidato) e da del “somari” in aula agli inquirenti. Eccellentissimo Avvocato, il giorno 03.12.2004 quando il suo assistito colloquia al telefono con Silvana Garufi, interviene una conversazione di rimbalzo tra il suo cliente e l’arbitro Racalbuto. Moggi afferma esplicitamente il nome di Dondarini (arbitro di Juventus-Lazio) e del suo interesse per Fiorentina-Bologna in quanto la giornata successiva i felsinei incontreranno i bianconeri. E’ in questo spezzone di conversazione tra sim svizzere che si delinea fortemente il sistema fraudolento delle ammonizioni mirate in modo da far scattare le diffide e le conseguenti successiva squalifiche dei giocatori per le squadre che andranno ad incontrare la Juventus. Prioreschi parla di un’intercettazione Moggi-Damascelli (giornalista de “il giornale”) in cui gli dice dei tre difensori del Bologna squalificati per la gara successiva e Moggi non capisce (o meglio, fa finta di non sapere nulla). Ma il giornalista esordisce che il “loro uomo ha fatto il delitto perfetto”, perché questa parte della conversazione la omette avvocato? Questa è difficile da giustificare eh?

    Capo I) Bologna-Juventus 0-1. L’arbitro Pieri in questo capo d’imputazione è già stato condannato nel processo con rito abbreviato. Vi sono contatti tra la sim svizzera di Moggi con quella del sodale Fabiani e dell’arbitro Pieri. Che sia una gara arbitrata in senso favorevole alla Juventus non è una deduzione degli inquirenti ma il ricavato di conversazioni telefoniche tra la Fazi e Bergamo un mese dopo e addirittura tra Meani e Contini circa quattro mesi dopo. Lei che ha detto avvocato Prioreschi? Che le telefonate Pairetto-Bergamo condannano l’operato dell’arbitro e intendono metterlo a riposo per un po’. Ma la conversazione Fazi-Bergamo l’ha letta egregio principe del foro?

    Capo M) Juventus-Milan 0-0. Vi sono contatti con telefoni riservati tra Moggi, Fabiani e Bertini (ma non erano per il mercato?). Moggi spinge con Baldas affinché nella trasmissione di Biscardi l’operato di Bertini venga celebrato positivamente malgrado molte polemiche da parte milanista. Perché Moggi difende Bertini, Avvocato Prioreschi? Un altro slancio filantropico? Mi pare che il suo cliente voglia aiutare tante persone, ci ricorda un altro tizio che in questo periodo si da un gran da fare per “aiutare” giovani ragazze e intere famiglie di ridenti città pugliesi……….

    Capo N) Roma-Parma 5-1. Arbitra Racalbuto e vi sono contatti tra le schede telefoniche riservate tra Moggi e l’arbitro. Vale quanto detto sopra sul conto di Salvatore “Alb” da Gallarate e del filo diretto che ha con l’ex ferroviere di Civitavecchia che, in una delle già citate intercettazioni ambientali, si erge a suo “procuratore” in quanto nessun meglio di lui ne sa curare gli interessi. E Prioreschi? Sorvola con non chalance sulle ammonizione dolose di Contini e Pisano e dice che non ci sono intercettazioni. Però ci sono contatti sulle schede svizzere del suo assistito ma qua non profferisce verbo. Perchè?

    Capo O) Cagliari-Juventus 1-1. E’ la gara in cui Moggi sa già dieci giorni prima chi sarà l’arbitro ovvero il solito Racalbuto. Come faccia è oggi ben chiaro a tutti tranne che a Prioreschi e la sua band. Inutile ribadire della telefonata di rimbalzo tra Moggi e Racalbuto del 05.01.2005. Cellino avrà modo di lamentarsi di questo arbitraggio tanto che scomoderà la FIGC con l’ufficio indagini. Sistemerà tutto il solito Ghirelli che rassicurerà Moggi che tutto rientrerà perché sennò ribatte l’ex D.G. della Juve “da amici si diventa nemici”.

    Capo P) Messina-Parma. Contatti telefonici su schede riservate tra Moggi, Fabiani e Bertini, arbitro della gara. E’ questo un periodo in cui tra gli utilizzatori di schede svizzere vi sono numerosi contatti telefonici (Moggi-Dattilo, Moggi-Paparesta junior, Moggi-Racalbuto, Fabiani-Racalbuto, Moggi-Pieri, Bergamo-Moggi, Pairetto-Moggi ed altri ancora) che fa Prioreschi? Ovviamente sorvola…

    Capo Q) Juventus-Udinese. Giraudo è stato condannato in abbreviato per questo capo d’imputazione, Foschetti assolto. Partita il 13.02, sorteggio 11.02, griglie arbitrali il 09.02 in notturna tra Bergamo e Moggi in diretta dall’utenza di casa Bergamo (vai tanto qui son sicuro – buon per te che Moggi ha salvato qualcosa -). Assistenti richiesti “alla carte” da Moggi al sodale Bergamo che gli risponde per le rime “se non è zuppa e pan bagnato, tanto per non dargli quello che vuole lui”. D’altronde da uno a cui “è stata messa la CAN in mano” che fai, non lo vuoi accontentare? “Tanto quando Bergamo dice che ha un padrone, ha te” dice la Fazi a Moggi e ciò lo racconta telefonicamente al suo amicone Bergamo. Aggiunge pressappoco “una cosa sono i rapporti istituzionali, un’altra è rendere conto a un solo padrone” ed è sempre la stessa Fazi che racconta a Bergamo il contenuto di due incontri a Roma e Torino avuto con Moggi. Avvocato Prioreschi, perché il suo cliente perdeva tempo ad incontrare la Fazi, una donna della quale il dr. Narducci non ha ancora capito che ruolo avesse (e quindi quale rendita avesse)?. L’aiuto, Avvocato: forse la Fazi era quella signora a cui bisognava sistemare il figlio con un contratto in FIGC prolungato sennò poteva far scoppiare un bubbone? Questo bubbone non doveva scoppiare perché c’erano due persone che grazie ad un loro dominus avevano ricoperto fino a quel momento un ruolo che aveva dato grande visibilità, ricchezza e soddisfazioni per cui non si poteva trascurare le rivendicazioni della Fazi? Chi sono le due persone? E il dominus lo sa, Avvocato?

    Capo R) Siena-Messina. Contatti telefonici tra Moggi, Fabiani e Bertini su linee telefoniche riservate (aridaje), ammonizione dolose di Aronica e Coppola del Messina prossimo avversario della Juve (Moggi non guardava per il sottile nemmeno contro l’amico Messina, d’altra parte si era in piena fase in cui “anche quelli che ci davano adesso non ci danno più niente” per cui non si può andare per il sottile). Si rilevano contatti su linee riservate tra diversi sodali e si evidenzia che intorno al 07.02.2005 Moggi ha contatti ridotti con Bergamo. Il motivo è semplice, il designatore livornese ha terminato il credito telefonico per cui dovrà telefonare a Moggi “svizzero” con l’utenza fissa per ricevere i codici di ricarica. I commenti di Prioreschi? Non pervenuti.

    Capo Z) Roma-Juventus 1-2. Arbitra Racalbuto, 4° uomo Gabriele, l’uomo che deve portare con sé durante la partita un’utenza sicura nel caso ci fosse bisogno. Giraudo e Gabriele assolto da tale imputazione nel rito abbreviato. Contatti su telefoni riservati Moggi-Racalbuto (era più forte di lui, non poteva stare senza) e la gara si segnala per una conversazione post-partita Carraro-Bergamo sulla falsariga di quella avuta prima di Inter-Juventus. Si assiste ad un violento sfogo del presidente federale che intravede nell’arbitraggio pro-juve di Racalbuto la volontà di favorire la vittoria della squadra di Moggi. Evidentemente Carraro ha subito pressioni dagli ambienti romani ma con “Torino non incassa mai nessuno”. La legga questa conversazione avvocato chissà che riesca a comprendere anche il significato di quella tra Carraro e Bergamo ante Inter-Juventus! Che dire: un’altra madre di tutte le intercettazioni con la quale, parole di Italo Cucci (!!!!!), Moggi si appresta a ridare i due scudetti alla Juventus……. Robe dell’altro mondo!

    Chievo-Fiorentina, Fiorentina-Milan e Lecce-Parma. Moggi risponde in concorso per tali reati di frode in quanto alleato con i Della Valle (prima nemici poi, folgorati sulla via di Damasco, scendono a patti con il direttorissimo per salvarsi); d’altra parte, confida Mazzini a Giraudo che “perdere i Della Valle come pagatori per salvare quella testa di c***o di Lotito senza un soldo, non conviene”.

    In dibattimento le difese hanno scomodato pure un luminare per dimostrare che la partita Lecce-Parma non fosse decisiva e quindi non era una priorità taroccarle. Nei fatti se la Fiorentina avesse vinto l’ultima gara contro il Brescia e il Parma non avesse vinto a Lecce e il Bologna non avesse vinto con la Sampdoria, la viola si sarebbe sicuramente salvata dalla serie B. E così successe nonostante le pretese combinazioni fantascientifiche delle difese avessero individuato in 7-8-9 partite potenzialmente influenti sulla salvezza dei viola.

    Bergamo nelle intercettazioni aveva perentoriamente sentenziato: decisiva è la partita Lecce-Parma per salvare la squadra dei Della Valle e a chi si affida la cupola diretta da Moggi? Ma a Massimino, il presidente dell’Astrea come lo definiva Mazzini. Lecce-Parma termina 3-3, il Parma va allo spareggio contro il Bologna e lo affronterà con squadra decimata perché nella partita con i salentini si vedrà ammonire nell’ordine: Bolano, Bonera, Contini, Dalla Bona, Gilardino, Morfeo e Vignaroli. Contini sarà espulso, Morfeo verrà ammonito con un cartellino pervenuto a partita già terminata così come Gilardino ,che scoprì solo qualche giorno dopo di essere stato ammonito perché nessuno si era accorto di niente.

    In relazione a tale gara, l’ex calciatore del Lecce Vignaroli, sentito come teste, affermava: “De Santis ci disse che questa partita non la potevamo vincere”. Il Parma non deve vincere ed il perché lo spiega Baraldi e riguarda il trasferimento di Di Vaio alla Juventus. Così recita il dr. Capuano in requisitoria: La cessione è una cessione per circa 27 miliardi di lire, questo è negli atti il contratto di Di Vaio, pagabili in 5 anni poiché in questo modo avrebbero violato le norme federali. Prevedono una prima tranche di 3 anni e poi, con una scrittura privata, anche attraverso quella che è una compartecipazione del 50% del calciatore Matteo Brighi si arriva a pagare per gli ulteriori 2 anni il prezzo globale del cartellino di Di Vaio, che rappresenta ribadisco i 27 miliardi. In quei due anni quindi balla una comproprietà di Brighi che viene falsamente valutata per circa il 50% per circa 10 miliardi e mezzo. Quando c’è poi da andare quindi a ratificare su una carta federale valida la compartecipazione di Brighi per quel prezzo, quindi l’acquisto del 50% da parte di Brighi a quel prezzo, ritorna ad andare a contrattare il teste Baraldi che rientra proprio nel giugno 2004, quando scade il biennio di compartecipazione tra Parma calcio e Juve del giocatore Brighi. “Bisognava formalizzare sui moduli della lega questa scrittura privata – questo è il teste Baraldi che riferisce – io telefonai a Giraudo… ”Viene letta la deposizione di Baraldi. Più avanti il teste Baraldi parlerà anche di minaccia ricevuta. Ecco perché può giocarsi lo spareggio il Parma con il Bologna del non allineato Gazzoni-Frascara e salvarsi la Fiorentina. D’altra parte come diceva Mazzini “i cavalli boni escono sempre”, “le nostre pedine funzionano sempre”. Hanno funzionato fino al maggio 2006 caro Innocenzo Mazzini, mica poco. Solo un diamante è per sempre.

  25. #12600
    beren
    ospite

    Predefinito Riferimento: Calciopoli...se ne parla qua...e solo qua!

    doppio, sorry

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