La mia filosofia...rev 2.0

[St1ll]

Questa estate, durante una nottata buia e tempestosa, mi sono concesso qualche momento di riflessione in più del previsto. Ho preso una penna e ho iniziato a scrivere quello che pensavo...di qui il testo seguente.
"Universo. Spazio. Tempo. Esistenza. Parole tra loro correlate, incantarono i grandi filosofi dei secoli precendenti, in modo che ciascuno di essi cantasse in modo diverso. Ed ora tocca a me ad intonare la mia canzone.
Iniziamo a riflettere sul concetto del movimento: in matematica questo è descritto dalla velocità, ossia dallo spazio diviso tempo. Questa è l'unica cosa di cui sono certo. Poichè esiste il movimento (mi muovo), esiste anche il tempo; diversamente l'equazione v= s/t risulterebbe falsa. Il vero problema è il rapporto del tempo con lo spazio, inteso come universo. Analizziamo singolarmente l'universo. Non sappiamo nulla circa la sua origine e la sua dimensione; sia essa finita o infinita. Se esso fosse finito avrebbe una sorta di confine con il nulla, ente che in questo caso risulterebbe paradossalmente essere qualcosa. Di conseguenza non vedo come l'U. possa considerarsi limitato. Essendo però infinito, è al di la della portata della nostra mente, capace di raffigurarsi solo ciò che si pone dei limiti fisici.
Da tutto ciò segue che l'idea di universo non può essere pensata, ma solo immaginata.
Per quanto riguarda la sua origine, esso è stato necessariamente creato da Dio, unica entità da considerarsi eterna per definizione; se non fosse creato da Dio, l'universo sarebbe eterno e da considerarsi quindi divino, sia causa che effetto della sua esistenza. Io però credo più nell'esistenza di queste due entità intese separatamente, che come cosa coincidente.

Dio inoltre è il supremo ordinatore del caso, della sorte. Esistiamo grazie alla sorte, ed essendo "governata" dal divino, posso affermare che il libero arbitrio non esiste, ma è solo una nostra illusione. Pregando, ad esempio, non facciamo che chiedere di modificare il fato a nostro favore.

L'uomo è inoltre mosso da un forte egoismo che però non va inteso negativamente in quanto parte dell'indole umana. Se fosse negativo significa che potrebbe essere diversamente (quindi positivo) cosa impossibile, poichè l'egoismo è parte della nostra essenza. Quando ad esempio facciamo un'azione giudicata dalla società in cui viviamo come buona, lo facciamo solo per sentirci meglio con la nostra coscenza. L'egoismo può poi degenerare nel male e nel bene, la cui massima espressione è l'amore."

Scrissi questo. Ora non ho tempo di rileggerlo e di correggerlo, probabilmente ci sono delle imprecisioni...magari domani gli darò una sistemata

[ReWirra]

il bello del nostro io è quando si manifesta nella sua visione del vero!


P.s. un domanda ma ki è nella sign?

[St1ll]

Questo tuo intervento non l'ho capito perfettamente...o meglio non ho capito a cosa ti riferisci.
La tipa della sign è Evangeline Lilly, di lost

[ReWirra]

divagazione!
sorry

[Jimmy]

Trovo discutibile praticamente tutto
Ma soprattutto 2 cose. La prima è l'uso dell'equazione v=s/t per giustificare tempo e movimento. Un'equazione è un "a posteriori" ricavato sperimentalmente e perciò non può essere utilizzata a ritroso per confermare un'esistenza.
La seconda è che si facciano buone azioni solo per sentirsi meglio con la coscienza. E' così qualche volta, non sempre, a mio avviso... ma qui si apre un baratro.

[St1ll]

Trovo discutibile praticamente tutto
Ma soprattutto 2 cose. La prima è l'uso dell'equazione v=s/t per giustificare tempo e movimento. Un'equazione è un "a posteriori" ricavato sperimentalmente e perciò non può essere utilizzata a ritroso per confermare un'esistenza.
La seconda è che si facciano buone azioni solo per sentirsi meglio con la coscienza. E' così qualche volta, non sempre, a mio avviso... ma qui si apre un baratro.

Sulla prima, pensandoci, sono d'accordo. Sulla seconda no

[Ronin]

ma veramente il tempo non ha bisogno di alcun movimento per essere giustificato (vedi mio intervento nel topic sul tempo, qui accanto); quello che gli serve per esistere è genericamente un atto, ossia una trasformazione di energia, che non necessariamente è movimento (anzi, può essere appunto uno sforzo di stare fermo, cosa che per un atomo è assai difficile).

Quella che chiamate equazione, inoltre, non è altro che la DEFINIZIONE di velocità: in essa si suppone dunque che esistano le grandezze che chiamiamo tempo e spazio (che non a caso dispongono di unità di misura cosiddette "fondamentali"), e se ne definisce il rapporto come velocità; ne discende automaticamente che essa non giustifica l'esistenza del tempo, nè tantomeno dello spazio.

indi, l'universo: tema alquanto complesso; inutile discuterne senza prima aver precisato cosa si intende per esso: l'universo, definito come insieme delle cose riconducibili a materia ed energia, è attualmente in fase di continua espansione (è un fatto dimostrato): ciò naturalmente non implica che un giorno non decida di tornare a comprimersi; eppure, se è in continua espansione, dovrà pur avere un confine: ciò appare impossibile, ma non è detto, per due motivi:
1- potrebbe essere delimitato da qualcosa che non è nè materia nè energia (e che quindi non abbiamo modo di misurare), ma che pure esiste (e non farebbe parte della definizione "correntemente accettata" di universo)
2- potrebbe essere la nostra capacità di comprensione che è limitata. es: un ipotetico essere bidimensionale (ricerca suggerita in google: flatlandia) posto sul nastro di moebius ( http://www.dipmat.unipg.it/iniziativ...foto/QV011.jpg ) penserebbe di trovarsi su un oggetto privo di confine (esso può infatti essere continuativamente percorso su entrambe le "facce" senza discontinuità), quando in realtà tridimensionalmente è chiaro come questo confine esista.
Allo stesso modo noi siamo omini tridimensionali posti all'interno di uno spazio-tempo quadridimensionale (fino ad oggi... domani chissà): ecco che il confine dell'universo potrebbe trovarsi nella quarta dimensione (e cioè essere un confine temporale, e non spaziale): in tal caso, per limitatezza delle nostre percezioni, non ce ne potremmo accorgere fino al momento stesso in cui venisse raggiunto, momento nel quale presumibilmente nessuna forma senziente sarebbe ancora presente.

infine, dire che l'uomo è mosso dall'egoismo è disconoscere il lavoro di generazioni di antropologi: è oramai assodato e condiviso che nell'uomo, per quanto razionale possa essere, continuano a convivere i due istinti animali primordiali, ovvero l'istinto di sopravvivenza (dell'individuo) e l'istinto di conservazione (della specie); i due spesso entrano in conflitto, e non è predeterminato il vincitore: l'egoismo (inteso come categoria morale) è un riflesso di questo conflitto subcosciente, assai più profondo del livello razionale.

[Dunkan]

Sulla prima, pensandoci, sono d'accordo. Sulla seconda no

Vuoi dirmi che tu non hai mai fatto una buona azione se non per sentirti a posto con la coscienza?