Questa estate, durante una nottata buia e tempestosa, mi sono concesso qualche momento di riflessione in più del previsto. Ho preso una penna e ho iniziato a scrivere quello che pensavo...di qui il testo seguente.
"Universo. Spazio. Tempo. Esistenza. Parole tra loro correlate, incantarono i grandi filosofi dei secoli precendenti, in modo che ciascuno di essi cantasse in modo diverso. Ed ora tocca a me ad intonare la mia canzone.
Iniziamo a riflettere sul concetto del movimento: in matematica questo è descritto dalla velocità, ossia dallo spazio diviso tempo. Questa è l'unica cosa di cui sono certo. Poichè esiste il movimento (mi muovo), esiste anche il tempo; diversamente l'equazione v= s/t risulterebbe falsa. Il vero problema è il rapporto del tempo con lo spazio, inteso come universo. Analizziamo singolarmente l'universo. Non sappiamo nulla circa la sua origine e la sua dimensione; sia essa finita o infinita. Se esso fosse finito avrebbe una sorta di confine con il nulla, ente che in questo caso risulterebbe paradossalmente essere qualcosa. Di conseguenza non vedo come l'U. possa considerarsi limitato. Essendo però infinito, è al di la della portata della nostra mente, capace di raffigurarsi solo ciò che si pone dei limiti fisici.
Da tutto ciò segue che l'idea di universo non può essere pensata, ma solo immaginata.
Per quanto riguarda la sua origine, esso è stato necessariamente creato da Dio, unica entità da considerarsi eterna per definizione; se non fosse creato da Dio, l'universo sarebbe eterno e da considerarsi quindi divino, sia causa che effetto della sua esistenza. Io però credo più nell'esistenza di queste due entità intese separatamente, che come cosa coincidente.
Dio inoltre è il supremo ordinatore del caso, della sorte. Esistiamo grazie alla sorte, ed essendo "governata" dal divino, posso affermare che il libero arbitrio non esiste, ma è solo una nostra illusione. Pregando, ad esempio, non facciamo che chiedere di modificare il fato a nostro favore.
L'uomo è inoltre mosso da un forte egoismo che però non va inteso negativamente in quanto parte dell'indole umana. Se fosse negativo significa che potrebbe essere diversamente (quindi positivo) cosa impossibile, poichè l'egoismo è parte della nostra essenza. Quando ad esempio facciamo un'azione giudicata dalla società in cui viviamo come buona, lo facciamo solo per sentirci meglio con la nostra coscenza. L'egoismo può poi degenerare nel male e nel bene, la cui massima espressione è l'amore."
Scrissi questo. Ora non ho tempo di rileggerlo e di correggerlo, probabilmente ci sono delle imprecisioni...magari domani gli darò una sistemata