Lone Wolf MHIML ha scritto sab, 07 giugno 2003 23:03
Mithrandir81 ha scritto gio, 05 giugno 2003 12:21
forse non hai capito...mi pare ke qui nessuno stia negando il fatto ke sia necessario un controllo di accesso a certe tipologie di VG...ma si tratta di un controllo di accesso, il figlio di 3 anni di un tuo amico (è solo per riprendere il tuo esempio, nn farne una cosa personale) guarda Vietcong e BloodOmen 2 perchè gli viene permesso...questo non significa che Vietcong o BloodOmen 2 debbano essere condannati censurati o modificati, distorcendo quella ke era il lavoro originale, al contrario: si pigli il bambino, lo si porti via dalla stanza e gli si piazzi il Lego davanti.
E' difficile farlo?...Ah...se tutto fosse facile...
Fin qui sono perfettamente d'accordo
Quote:
Poi ti chiedi perchè ci piaccia tanto giocare alla guerra...beh, perchè la guerra è affascinante, così come lo sono la distruzione e la morte...e non cadiamo nell'ipocrisia, è la verità...altrimenti la gente non sarebbe avida di notizie catastrofiche e documentari del genere, non accorrerebbe con la sua brava telecamerina per prendersi un "ricordino" sul luogo dove accadono fatti eccezionali. E questo fascino innegabile non lo si perde, credo, almeno finchè non ci si trova dentro: "tanto...succede agli altri...keccefrega...", è più o meno quello ke si pensa...questo non significa ke una persona DESIDERI la guerra, non significa che provi piacere nel vedere la gente morire, significa semplicemente che la cosa incuriosisce, attira, affascina...non ci si può far niente...quanti di voi sono rimasti di fronte allo schermo durante il recente conflitto in Iraq a guardare gli iracheni sparare sul fiume dove era caduto un militare, domandatevi COME avete guardato quelle immagini, se con la preoccupazione di conoscere la sorte del militare, o con la curiosità: "DAI DAI, VEDIAMO CHE SUCCEDE!"
Io continuo a giocare ai giochi di guerra...continuo a guardare immagini di guerra...e lo ammetto, mi incuriosiscono, mi affascinano, anche nella consapevolezza ke si tratta di cose ke non vorrei accadessero più. Sono un essere umano, limitato, che non sa cosa significa vivere certi orrori, certo...da condannare per questo motivo? Significa ke non sono in grado di decidere cosa fare e cosa non fare? significa ke domani prendo il coltello da cucina e mi metto ad ammazzare chi mi sta antipatico?...non credo...
Che questi avvenimenti provochino attenzione e curiositá morbose é innegabile (per esempio come i rallentamenti causati dai curiosi che guardano l'incidente nella corsia opposta dell'autostrada).
Di fronte alle "immagini del fiume" io mi chiedevo se il militare americano se la sarebbe cavata, cercavo di immaginare come si possa sentire una persona sola, in territorio ostile, braccata e senza nessuna possibilitá di aiuto mentre io stavo nella mia casa al sicuro. Allo stesso modo mi domandavo come si sentissero i soldati di entrambi gli schieramenti nel vivere questa guerra.
Ribadendo che il libero arbitrio nelle persone normali non puó essere sovvertito da un videogioco, per quanto violento, mi permetto un paio di considerazioni. Anch'io gioco (anche) con giochi violenti come gli fps ma lo considero un modo come un altro per sfogare l'aggressivitá che penso sia insita in noi. Insomma, un modo sano di mettere un po' di adrenalina in circolo senza esagerare e senza fare del male a nessuno. Peró non sopporto i giochi con ambientazione realistica, li trovo disgustosi e di pessimo gusto. Mi spiego meglio: gli fps tipo half-life erano meno divertenti perché fantascientifici? Perché nel fare un fps si valuta la possibilitá di una ambientazione realistica (passata o presente)? Per speculare su guerre vere, sulla morte di persone vere, sul fatto che tutto questo aumenterá il potenziale di vendita grazie all'attrattiva da parte degli acquirenti di cui parli anche tu. Nel momento in cui gioco a qualcosa che si rifá ad un evento reale mi viene da pensare che in quel momento ció sta accadendo davvero, o é accaduto davvero, e non riesco piú a divertirmi. Il problema é una certa mancanza di sensibilitá da parte di una generazione (la mia), che vissuta nel benessere e lontano dalle guerre non coglie appieno la drammaticitá degli avvenimenti e i sentimenti di chi li ha vissuti in prima persona.
Provate ad immaginare come potrebbe sentirsi un profugo di guerra davanti ad un gioco del genere, cosa potrebbe pensare di persone che si divertono con giochi simili.