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  1. #1
    Moderatore BI BI DA L'avatar di Jaqen
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    Predefinito [USA Midterm 2010] November - A month for Mourning, Omens, Tea, and Ballots

    Mi sembra di avere sia il tempo sia l'occasione per uno dei miei soliti topic ammeriganeggianti, quindi ne approfitto (finalmente) per aprire qualcosa sulle imminenti elezioni USA di midterm 2010.
    Come al solito, cercherò di tenere il primo post il più strutturato possibile, e sarà ovviamente una semplificazione su tutti i fronti, per ovvie ragioni di spazio e di tempo. Farò uno sforzo di essere vagamente obiettivo, ma l'invito migliore è sempre quello: informatevi (non solo da internet) e fatevi una opinione vostra.

    Introduzione - Ah, ma votano?

    . A novembre 2010, fra meno di un mese, ci sono in USA le consuete elezioni di metà mandato. Ovviamente non coinvolgono il presidente, che ha un mandato di quattro anni, ma la camera bassa, circa un terzo dei seggi del senato, e svariati governatori e amministrazioni dei singoli stati.
    Negli USA funziona infatti così (semplificando molto): ogni due anni viene rinnovata buona parte del corpo rappresentativo del paese.
    - I senatori hanno un mandato di 6 anni, ma vengono eletti a scaglioni seprati ogni 2 anni.
    - Le amministrazioni dei singoli stati hanno il solito mandato quadriennale.
    - I membri del congresso invece hanno un mandato secco di 2 anni.


    Quadro Globale -

    Gli USA sono in crisi. Ancora, e pure tanto. Economica e politica.
    In poche parole: La disoccupazione è molto più alta del previsto, al record negativo degli ultimi 27 anni, e non accenna a scendere, il deficit è stato gonfiato in modo ancor più marcato di quanto non avesse fatto Bush da bailout in sequenza, poi da uno stimulus la cui utilità è quantomeno dubbia, e da una riforma sanitaria decisamente onerosa. Una marea di tagli alle tasse promulgati dall'amministrazione precedente non sono stati rinnovati (nel tentativo responsabile di recuperare qualche entrata, anche se meno delle centinaia di milioni di dollari spesi in earmarks, durante i vari stadi del TARP), ed una fiducia dei consumatori molto bassa, che va ad aggiungersi alla continua volatilità del mercato.
    Aggiugiamo a tutto questo che La FED è sempre in ostaggio a una coppia di incompetenti (a voler esser gentili e non pensare male) emuli di Totò nella banda degli onesti.
    Poi abbiamo i soliti problemi di politica estera (v. sotto), e degli inediti problemi di politica interna, come un rinnovato conflitto giurisdizionale su poteri degli stati, del governo federale e costituzione (ad esempio, per quel che riguarda la legge sull'immigrazione dell'Arizona).
    E' pertanto comprensibile che, in tutta questa situazione, la credibilità e la fiducia nelle istituzioni siano a minimi pressochè record: l'approval rating nei confronti del congresso è più spesso ad una cifra che a due. Fra chi pensa che stiano facendo troppo e male, chi pensa che non stiano facendo abbastanza e chi pensa che stiano facendo solo i fatti loro, c'è un forte senso di protesta anti establishment e anti governativa.

    "Are you better off now, or 4 years ago...?"


    Se l'asino piange....

    Se gli USA sono in crisi, i democratici lo sono enormemente di più, ed in particolare l'amministrazione di Mr.Obama. Rispetto ai fuochi d'artificio, all'imbarazzante idolatria vicina al culto della personalità ed alle grandi aspettative della partenza, adesso sembrano rimaste solo rovine, cenere e disaffezione.

    La sua squadra di lavoro ha perso pezzi in continuazione lungo la strada, fra "licenziamenti" mascherati come rinunce e promozioni (l'ultimo dei quali riguarda il suo portavoce, Rahm Emanuel, mandato a fare il primo sindaco dell'Obamiana Chicago che in quasi 60anni non sia un Dewey), e defezioni che sanno più di "ratti che abbandonano la nave" (fra cui Larry Summers, di fatto del dream team economico di Obama è rimasto in piedi solo il peggiore, Tim Geithner).
    In politica estera, le relazioni con Israele sono ai minimi storici, e freddine sono pure quelle con molti alleati vecchi (GB) e nuovi (blocco est europeo). La situazione in afghanistan rimane bloccata, ed i generali lamentano sia disinteresse che incompetenza di un amministrazione interessata solo ad annunciare scadenze.
    In cambio di questo nuovo corso, l'Iran continua allegramente a trollare l'amministrazione e l'influenza USA nel sudamerica continua a calare, la Cina continua a fare il suo interesse in termini di valuta e i rapporti con la Russia sono alla solita altalena.

    La riforma economica in itinere di wall street è considerata inefficace (specie nella sua forma di "autorità di lolcontrollo"), la riforma sanitaria (passata con il mitico "You have to pass the bill to know what is in it" ) resta ampiamente impopolare (talmente imbarazzante che NESSUN candidato democratico pubblicizza il suo eventuale voto a favore, ma sono anzi in molti a pubblicizzare e vantare l'esatto contrario), bailout e sopratutto stimulus non parliamone (impopolari e inefficaci), il cap and trade un vero suicidio politico. Non aiuta nemmeno sapere che la stessa HHS ha fallito nel raggiungere già sette delle deadlines previste per la riforma sanitaria (1/3 di quelle up to date).

    L'amministrazione Obama è quindi riuscita in questo notevole triplice "successo":
    - Ha deluso i suoi sostenitori più liberal-radicali, facendo (comprensibilmente) meno di quanto messianicamente si attedevano da lui, vuoi con riforme molto meno ambiziose e invasive di quanto veniva caldeggiato e sopratutto confermando quelle politiche tanto invise a certi ambienti, sia in tema di Afghanistan, sia in tema di lotta al terrorismo, o anche solo, per citare banalità, gli ultimi provvedimenti di controllo e sorveglianza della rete.
    - Ha alienato i suoi simpatizzanti fra gli indipendenti, quelli con il cui voto ha vinto le elezioni del 2008. Seriamente, pensava davvero di poter mandare in porto tutto quanto citato sopra, e di rimanere in testa al voto degli indipendenti?
    L'abbandono della bipartisan politics, le nomine non proprio neutrali di giudici della corte suprema (Sotomayor e Kagan), il passaggio controverso dell'Obamacare e la generale percezione di "big government advocate" gli stanno risultando fatali, e stanno gettando a manciate percentuali gli indipendenti fra GOP e Tea Partiers.
    - Ha galvanizzato la variegata galassia dei suoi oppositori. Non c'è molto da dire... come delle iene, sentono l'odore del sangue di un leone ferito. D'altronde, l'amministrazione democratica ha offerto infinite frecce all'arco dei critici:
    francamente, hanno solo l'imbarazzo della scelta.

    Tutto questo, unito al quadro generale di crisi, non può che generare insoddisfazione e sfiducia, che colpisce in modo
    particolare il partito che è al governo (inoltre, è tradizione degli americani votare per ribilanciare i rapporti di forza a
    sfavore delle maggioranze, come se avessero un innato meccanismo mentale che li spinge a massimizzare il sistema di checks and balance).
    Non male, considerando che gli "analisti politici" () liberal avevano predetto un dominio incontrastato nella nuova era della politica, quando adesso invece i numeri della "party affiliation" democratica sono al minimo storico negli
    ultimi 20 anni.
    I democratici hanno anche un enorme problema di immagine: appaiono come il partito dell'elite snob-intellettuale dell'Ivy
    league, dei ricconi liberal e degli avvocati (e probabilmente lo sono, considerando che il 58% dei registered voters americani con un reddito sopra i 250.000 $ è con loro), in aggiunta alla classica immagine del partito "tax and spend" che questi ultimi anni non hanno assolutamente cambiato.

    Senza parlare poi dell'appoggio delle Labor Union, fra i veri e principali grandi elettori di Obama, che stanno forse facendo
    più danno che altro al partito, fra le accuse che ricevono su vari fronti (vere e presunte), la sciagurata proposta di legge
    per rendere obbligatorio a tutti i lavoratori iscriversi ad un sindacato, e la marcia che doveva fare da contraltare al raduno "Restoring Honor" di Beck e che si è rivelata un floppone (stalinist in ideals, siberian in numbers è stato un commento tranchant al riguardo )
    Appare abbastanza lapalissiano che i democratici quindi stiano per perdere. Il punto è... quanto perderanno? Tanto o
    limiteranno i danni? Siamo all'ennesima riprova che Obama non è altro che un Carter redivivo, o i dem sapranno cambiare leadership, guardare al futuro, e restare in partita come ai tempi del buon vecchio Zio Bill?


    ... L'elefante non ride

    Il GOP al momento è in una posizione per sfruttare al massimo la crisi dei democratici. Probabilmente non lo farà appieno.

    Perchè, con tanta, tanta onestà, è ridotto in un cotale stato di disorganizzazione che messo peggio c'è forse solo il PD italiano Però, c'è una consolazione, come guerre interne e partito dell'ammore superano sia PD che PDL messo insieme.

    Steele (l'RNC chairman) è un incompetente, inetto e ignorante, non sa comunicare e non ha mai un idea stabile di che strategie seguire. La Palin è una maverick fuori dal partito, (v. Tea Parties sotto), McCain è l'esponente di punta di quella corrente pseudo-moderata pro establishment dei "repubblicani di Washington" che appare bloccata in una situazione di mexican standoff per il controllo del partito con la destra religiosa, con gli esponenti del social and fiscal conservatorism, e con i residui dei cosiddetti "neocon". Senza contare i furbi come Bobby Jindal o i pazzoidi come Ron Paul.
    Alla fine il partito in sè si aggrappa ai suoi governatori ed ai suoi senatori storici, e sopratutto ai suoi think-tank e
    fondazioni. In particolare, è sempre Karl Rowe che di fatto sta tirando le fila della campagna repubblicana, con due semplici basi: "Stay on the Message", dove il messaggio è "less spending, responsible budget, deficit reduction, re-introduction of tax-cuts", e "Pick candidates who actually have a chance to get elected". Quest'ultimo ragionamento, per quanto più che sensato, lo sta mettendo proprio in attrito con i vari Tea Party. Là dove l'idea di KR è quella sensata conventional wisdom per cui in stati blu o difficili le sfide elettorali si vincono con candidati moderati, quella dei Tea Party è sostanzialmente quella di spingere avanti chiunque sia più radicale, dicendo che "tanto con candidati moderati si perde lo stesso (sostanzialmente accurata anche questa affermazione), tanto vale provare con chi ci offre quello che vogliamo sentire".
    Finora hanno avuto ragione entrambi, il TP nelle elezioni speciali in Virginia e in Massachucoso (non mi ricordo mai come si scrive), e KR la avrà quasi sicuramente con la O'Donnell a queste elezioni.
    In generale, fra il GOP ed i TP ci sono sempre più forti contrasti, principalmente perchè la base elettorale del GOP è sempre più diffidente nei confronti del GOP stesso e sta iniziando a premere pesantemente per avere un rinnovamento totale anche del proprio partito, sopratutto per quel che riguarda l'appoggio alle politiche che hanno segnato il secondo mandato di Bush in termini di spesa pubblica incontrollata (e già all'epoca, quelli che ora sono le fondazioni nucleo della protesta dei TP avevano criticato pesante i repubblicani).

    Il punto è che sostanzialmente la gente non sta votando il GOP perchè sia contento della loro piattaforma, ma perchè "They might suck slightly less than the dems". Un altro punto è che molti dei delusi da Bush, risultano ancora più delusi da Obama, e sopratutto la maggior parte degli elettori vede in un voto per i Dem una conferma delle policy di Obama, mentre allo stesso modo pensa (non necessariamente a ragione, eh) che un voto al GOP porterebbe a policy sostanzialmente diverse da quelle di Bush (purtroppo la fonte è finita nell'archivio premium di RReports quindi non ho più accesso ai numeri precisi, ma credo che fossero 56 e 38.)
    Non esattamente la base per un successo, tantomeno duraturo, per quanto, se si andasse a vedere una mappa degli stati uniti, la si colorasse in accordo ai sondaggi sulle ultime intenzioni di voto (per il senato e per la camera), si vedrebbe che il GOP sta riducendo il partito democratico sul mero controllo del proprio nucleo elettorale, vale a dire le due coste, con pochissimi avamposti come Nevada e Illinois ancora in bilico.

    E c'è anche da dire che nella maggioranza dei "key topics" (come Sicurezza, Economia, etc..), la fiducia dell'elettorato è sempre molto più alta nel GOP che nei DEMs, e che allo stesso tempo, per questo giro di elezioni, appare chiaro che la maggioranza degli elettori registrati come indipendenti non voterà per i democratici.

    (CONTINUA...)
    Ultima modifica di Jaqen; 07-10-10 alle 17:24:50

  2. #2
    Suprema Borga Imperiale L'avatar di Marlborough's
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    Predefinito Riferimento: [USA Midterm 2010] November - A month for Mourning, Omens, Tea, and Ball

    Non l'ho ancora letto ma una cosa mi sento di dire:

    2 Novembre...una data un destino.

  3. #3
    Moderatore BI BI DA L'avatar di Jaqen
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    Predefinito Riferimento: [USA Midterm 2010] November - A month for Mourning, Omens, Tea, and Ball

    Tè Amaro (del Gaburri, cit.) -

    Il movimento dei Tea Party è un fenomeno strano, variegato, e direi squisitamente e tipicamente americano.
    In un certo, mi sentirei di riassumerlo con il titolo di un buon libro di Scott Rasmussen, "In Search of Self-Governance", che non parla esattamente di quello (è leggermente precedente al boom di popolarità del TP), ma dove intuisce con molto acume quegli stessi umori e sentimenti che faranno da terreno fertile proprio a questa esplosione liberatria-conservatrice.
    In poche parole all'origine del movimento dei Tea Party l'ispirazione principale è sempre lui: (il mai abbastanza compianto) Ronald Reagan, mischiato ad una forte spinta federalista e localista, e sopratutto ad una richiesta neatta: MENO GOVERNO NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI, possibilmente con meno tasse e sopratutto meno spesa pubblica.

    Il cuore degli obiettivi del movimento è stato riassunto nel "Contract from America", inventato da un avvocato di Houston in Texas, è una specie di "promessa" che si chiede ai candidati per avere l'appoggio del TP.
    Sono riassumibili in generici 10 punti: Protect the Constitution, Reject Cap & Trade, Balanced Budget, Tax Reform, Fiscal Responsability & Limited Government, Cap on annuary Government Spending, Repeal & Replace Obamacare, New Energy Policy, Stop
    all Earmarks, No more Tax Hikes.
    Curioso come il GOP abbia di recente risposto con un "Pledge to America", che riprende in gran parte il Contract, e che molti degli attivisti del Tea Party hanno commentato con un "bene, ma non pensate che ci basti per venderci". Insomma, la lotta fra TP e GOP è solo agli inizi, e per ora entrambe le parti stanno cercando di manipolarsi e di spingersi a vicenda: non è affatto chiaro come finirà, se con un assorbimento, con una partnership, con sole alleanze locali, con una rottura o con un completo takeover di uno dei due gruppi.

    Come al solito, il complesso di mainstreammedia liberal (di ogni genere, dal NYT arrivando persino a Rolling Stones ) ha trovato subito prioritario diffamare e delegittimare in ogni modo possibile i raduni dei TP. La grande maggioranza dei servizi e degli speciali sui TP contiene delle vagonate di incredibili puttanate pseudocomplottistiche (però almeno su qualcosa si sono ricreduti, persino la MSNBC non
    sostiene più che siano tutti pagati per le manifestazioni. Adesso sono semplicemente "stupid ignorant people manipulated by rich evil people", uooo che profondità di ragionamenti).
    Interessante pensare che la maggior parte dei gruppi accusati di "manipolare" il TP, come la BP (sicuro guarda ) e GoldmanSachs siano in realtà fra i più generosi finanziatori dei democratici. Altrettanto
    insostenibili le accuse per quel che riguarda Karl Rowe (le cui liti con il TP abbondano e le abbiamo già riportate prima).
    D'altronde, quando vedi che chi scrive e sposa certe tesi è anche Krugman, allora sei sicuro che sono per buona parte gente a posto

    Allo stesso modo è indubbiamente vero che un sacco di gente è salita sul carro mentre prende velocità, e fra questi abbondano anche i gruppi di estremisti, buffoni, razzisti e truffatori (e ci sono andato piano). O di semplici approfittatori. O addirittura, le fondazioni civetta (recentissimo il caso di uno dei TEA Party Florida, che si è scoperto finanziato da un congressman democratico ed è stato sconfessato dal resto della federazione ). E fra questi, non mancano certamente gli esempi di ignoranza, razzismo più becero e in generale di schifo politico.

    Tuttavia, basta andare un po' sui siti e sugli aggregatori che hanno visto nascere e promuovere il movimento del Tea Party, e che ancora oggi ne sono i sostanziali laboratori ideologici e organizzativi, per rendersi conto che stiamo parlando di frange che sono tutt'altro rispetto alla maggioranza del movimento e agli obiettivi principali. Anche in questo, il TP è decisamente un movimento unico rispetto a quelli che possono essere i vari movimenti localisti o libertari europei.

    Inoltre, come avevo già avuto modo di osservare in un intervento in Titanic, avendo degli obiettivi molto ben specifici ma in un certo senso "limitati" come scopo e come rosa di argomenti, il TP tende ad accettare di sponsorizzare i candidati più radicali e convinti dell'importanza di quegli obiettivi, INDIPENDENTEMENTE dal resto delle loro posizioni, difendibili o ridicole che non siano. Questo è un errore che il TP occasionalmente paga caro, nel caso ad esempio della O'Donnell in Delaware, in quanto capita che il candidato più vicino agli scopi del TP non sia esattamente il più presentabile o il più eleggibile.

    Ancora, il Tea Party al momento soffre dei problemi tipici di tutti i movimenti grassroots, ovvero:
    - E' disomogeneo (vedi sopra) e prono ai rischi di inflitrazioni di ogni tipo. Anche se stanno facendo molto per curare la propria immagine.
    - E' disorganizzato (ma meno di altri), essendo una galassia di federazioni e associazioni e fondazioni e siti internet sparsi su tutto il territorio degli USA
    - E' poco propositivo: Essendo, come tutti i movimenti, nato come PROTESTA nei confronti di qualcosa, sta facendo fatica a passare dalla fase del "questo non va bene" (giustissima) alla fase programmatica. Da questo punto di vista, il contract from america è un passo avanti, ma non può essere considerato del tutto sufficiente.
    Fortunatamente il TP, non soffre, come molti altri movimenti, la necessità di avere un unico leader carismatico da seguire (magari con tutto il suo bagaglio di puttanate e credenze, implying implications). Anzi, per la sua stessa natura, è molto ma MOLTO refrattario all'idea stessa di avere una necessità del genere.

    Comunque, Per farvi un idea un po' più precisa del TP, date un occhiata a questo mini documentario, che è fatto piuttosto bene:


    Oppure, per tentare di capire il tea party in 30 secondi, questo video è piuttosto azzeccato, un misto di retorica, propaganda, mezze verità, indiscutibili certezze e una chiarezza di intenti molto netta:


    Come già detto, il TP ed il GOP sono in un rapporto di amore-odio e di tentativo di sfruttarsi a vicenda, che produce effetti strani e difficilmente prevedibili, per la gioia (e la disperazione) di analisti politici, sondaggisti e giornalisti. Molto spesso il TP ha di fatto consentito delle vittorie insperate ai repubblicani, di recente però sono parecchi anche i danni che hanno fatto al GOP, giusto per citarne alcuni (v. il discorso su Rowe fatto sopra):

    - La O'Donnell, sconfiggendo Castle in Delaware, ha magimagicamente spostato ogni sondaggio da un seggio tendente al GOP ad un seggio del senato in sicura riconferma per i Democratici. Not exactly as planned.
    Poco importa che il suo avversario si professi allegramente marxista e nessuno ci ricami sopra, i mainstream media hanno trovato una nuova emula di Sarah Palin da riempire di flak, ed in effetti la O'Donnell con la sua ignoranza, la sua scarsità
    di qualsivoglia cultura e le sue posizioni che al minimo si possono definire controverse è il perfetto personaggio per il baraccone mediatico a cui le televisioni sono tanto affezionate.
    - In Nevada Sharron Angle ha vinto delle primarie piuttosto animate, ma di fatto, con la sua etichetta di candidato "Tea Party approved" ha involontariamente dato un boost ad un Harry Reid che rischiava clamorosamente la poltrona senatoriale. Che tipo di vantaggio? Semplice: prima della sua vittoria alle primarie, erano molti i democratici (e tantissimi gli indipendenti) che per far passare un messaggio punitivo nei confronti dell'amministrazione e dell'Obamacare, anche a costo di votare un repubblicano moderato. D'altra parte, quelli disposti a votare una candidata conservatrice dura e pura come la Angle (che comunque non è una O'Donnell qualunque) sono MOOOOLTI ma mooolti meno. Assieme all'effetto Arizona sul voto dei Latinos, Reid è tornato in gara (ma sta perdendo di nuovo qualcosa negli ultimi giorni).
    - E poi c'è chi sale sul bandwagon, come Rand Paul in Kentucky :FACEPALMHARD:. NO MA :FACEPALMHAAAAAARDEEEER:. Se non
    si è capito, non mi piace il bamboccio ipocrita degno figlio di cotanto padre. Sono abbastanza contento di non essere assolutamente l'unico, anche vedendo gli aggregatori e i pensatoi di riferimento del TP.

    Di contro, in stati come l'Alaska e la Florida, la vittoria dei candidati del TP alle primarie ha invece aumentato nettamente lo svantaggio dei democratici. "It's hard to tell", direbbe il saggio, ma probabilmente dipende sia dalla qualità dei candidati sia dagli orientamenti politici dello stato stesso.


    Le Sfide principali -

    Nel già citato Nevada la candidata del Tea Party Sharron Angle lotta con il Senate Majority Leader (equivalente di capogruppo+portavoce) Harry Reid. Reid è uno dei simboli e dei portabandiera di questa amministrazione democratica, ed ha sempre ottenuto maggioranze schiaccianti negli ultimi 3 dei suoi 4 precedenti mandati senatoriali. E' anche uno dei principali sostenitori dell'Obamacare. Prima della vittoria di Angle alle primarie il suo seggio era dato quasi per perso, ma adesso i giochi sono aperti, ed i due sono appaiati in un testa a testa letale. E' evidente per gli elettori del nevada che hanno di fronte una scelta importante: Una eventuale sconfitta di Reid sarebbe una catastrofe per i DEM: in Nevada devono assolutamente tenere. Per gli stessi motivi, per il TP una eventuale vittoria di Angle sarebbe una forte iniezione di fiducia.

    In Illinois ci sono importanti elezioni sia per governatore che senato, dove i candidati GOP e DEM sono appaiati. Al senato lo scontro è fra Kirk e Giannoulias, e . L'Illinois, stato che ha visto la formazione e l'ascesa politica di Obama, è tradizionalmente un Blue state a livello locale (più volatile durante le presidenziali), ma sconta tre amministrazioni DI FILA concluse con il governatore in prigione per reati vari ai danni della pubblica amministrazione, ed una marea di scandali locali (fra i quali si può ricordare la vicenda della compravendita del seggio di Obama, ma non solo ). Aggiungiamoci il fatto che qui la crisi ha colpito durissimo, e si capisce perchè ci sia una situazione molto incerta e molto fluida. Anche qui, una eventuale doppietta repubblicana sarebbe devastante per i DEM. Al contrario del Nevada, il rischio di vittoria del GOP è più concreto.

    In Wisconsin e Washington ci sono altri testa a testa. Mi sento di dire che il Wisconsin andrà probabilmente a Ron Johnson, dei repubblicani, mentre a Washington penso che prevarrà sul filo del rasoio il democratico Murray.

    In California c'è una competizione serrata fra due donne, molto aggressive e non esattamente diplomatiche. Una campagna elettorale piena di parecchi colpi bassi, fra Barbara Boxer e Carly Fiorina (l'ex CEO di HP, fra parentesi). Sicurissimi che le donne in politica portino per forza "il meglio", come ci propina ogni volta gente come la Sotis ? Comunque, sono quasi certo che, nonostante l'incertezza nei sondaggi, vincerà la democratica Boxer.

    Storie interessanti -

    Per la poltrona di governatore in California, si sfideranno l'ex CEO di E-Bay, Meg Withman, donna ricchissima e classico esempio dei repubblicani moderati della west coast, e Jerry Brown, un simpatico vecchietto che ha già avuto quella poltrona 26 anni fa, e poi è rimasto sempre nella politica, dopo un paio di tentativi di passare a livello nazionale con scarso successo, diventando infine attorney general dello stato nel 2006. La cosa divertente, a parte la strana sfida, è che Brown praticamente non ha fatto campagna elettorale, ed ha speso solo 1mln di $, contando sull'alta riconoscibilità del suo nome, specie verso gli elettori abituali, e quasi disinteressandosi della corsa. La Withman, d'altro canto, ha speso la cifra RECORD di 120mln di $ per la sua campagna elettorale. E paradossalmente non solo la Whitman continua a rimanere leggermente indietro nei sondaggi, nonostante le milionate spese in spot elettorali continui, e di ogni genere, ma i sondaggi stessi sembrano essere pressochè invariati sin da quando la campagna è entrata un po' nel vivo.
    C'è anche da dire che la Withman paga pesantmente dazio sulle politiche e sullo stato disastroso dell'amministrazione Schwarzenegger (che in tutta onestà, è finita impaludata in modo totalmente bipartisan. Ma giustamente, chi mette e perde la faccia è il governatore, anche considerato che in California è uno degli stati dove ha di fatto meno potere, con le prerogative forti sia della legislazione statale che delle ultraonnipresenti Unions), però è una corsa interessante per chi sta all'esterno. Gli elettori della california, si sentono abbastanza schifati.

    In Colorado, la sfida principale è fra il candidato Democratico Hoeckenopper, ed il candidato dell'American Constitution Party, Tom Tancredo, che è un partito di destra ultra-federalista. Di fatto, Maes, il candidato del GOP, arriva a malapena in doppia cifra nei sondaggi. Interessante nota di colore: in Colorado c'è l'opzione sulla scheda "Nessuno dei candidati"!

    Nel Rhode Island (un blue state per eccellenza) ci sono segni imminenti della Dempocalypse. Collegi che avevano dato il 65% a Obama e oltre il 60% a Kerry stanno vedendo i democratici faticare a raggiungere il 40%. Un po'come se a Livorno i sondaggi dessero avanti il PDL. Sempre nel Rhode Island, il candidato per la carica di governatore leggermente in testa è il repubblicano Lincoln Chafee, che corre come indipendente contro Frank Caprio dei democratici, ed il candidato ufficiale del GOP, un lontano 3°

    Interessante anche il discorso del voto dei Latinos, ovvero dei cittadini americani di orgine messicana o centroamericana/caraibica di prima o seconda generazione. Sono un gruppo demografico in maggioranza democratico, e sono stati uno dei tanti fattori alla base del successo di Clinton (e secondo alcuni analisti, sono la ragione per cui non potrà mai più esserci un presidente GOP). Il problema è che si sentono molto sottorappresentati ed ignorati dal governo (complice anche l'esclusione dalle stanze dei bottoni del loro paladino Bill Richardson, per una vicenda giudiziaria poi sgonfiatasi che molti maligni attribuiscono a complotti interni ai DEM), e non sembrano paradossalmente credere molto alle politiche Obamiane, nonostante ne siano, specie in termini di Obamacare, fra i maggiori beneficiari. Si prevede infatti un bassissimo turnout di questo gruppo alle imminenti elezioni (ancora più basso di quello medio americano, già ridicolo per i nostri standard), cosa che metterà ancora più in crisi i Democratici.
    Si può tuttavia parlare di un certo "effetto Arizona" che in parte dovrebbe controbilanciare questa bassa affluenza alle urne per i Latinos. Così come la causa contro l'Arizona sulla sua legge per l'immigrazione ha fornito cartucce a chi fa campagna contro il centralismo di washington, la difesa di questa stessa legge da parte del GOP e del TP ha scatenato molti timori nell'elettorato Latinos, in parte irrazionali (ie: deportazioni di massa), in parte reali (moltissimi hanno parenti e amici non proprio "in regola"). Questo ha per la prima volta portato a dei sondaggi che segnalano una situazione DIFFICILE per il GOP in TEXAS, ed ad un notevole boost per Reid in Nevada e per i DEM in California, altri stati dove la comunità ispanoamericana è molto presente.


    Analisi, prospettive ed un paio di previsioni -

    Volevo fare anche una analisi un po' più seria, ma mi sono un po' rotto di scrivere papiri , quindi vedo di tagliare cortino.

    Secondo me il GOP vincerà, ma non abbastanza decisamente da trasformare Obama nella lame duck che si aspettano, ma abbastanza da far sentire il fiato sul collo a dei DEM che saranno sempre più impauriti e sempre meno incisivi. Sul futuro del TP, non mi sbilancio, la situazione è troppo fluida. Alcuni dicono che si potrebbe essere vicini ad uno di quei grandi cambiamenti della politica americana, come quello che nel 1850 distrusse il sistema partitico esistente. Me lo auguro, per loro (e per noi).

    Inoltre, trovo interessantissima la nuova divisione che da quasi un annetto Rasmussen Reports fa degli elettori. Non più solo "destra e sinistra", ovvero "GOP, DEM e indip", ma direttamente "Political Class" e "Mainstream Class". Guardatevi le definizioni sul loro sito, è tutto molto interessante .

    Butto lì anche alcune previsioni:

    +48 per il GOP alla camera
    52-48 per i DEM al senato (+8 GOP)
    +9 governatori per il GOP


    Link (magari meno conosciuti) e saluti

    http://www.gallup.com
    http://www.pollster.com
    http://www.rasmussenreports.com (my fav)
    http://www.politico.com/
    http://www.realclearpolitics.com/
    http://www.investors.com/ (fazioso - cons)
    http://www.huffingtonpost.com (fazioso - lib)
    http://hotair.com/ (decisamente fazioso - cons & tp)
    http://www.redstate.com/ (tp)
    http://www.freedomworks.org/ (tp)
    http://www.dailykos.com/ (vomitevole - l'indymedia americano - commie - linko solo per insultarlo)
    http://spectator.org/ (non semplicemente fazioso, di piuuuù - cons)
    http://biggovernment.com/ (fazioso con brio - tp)
    http://www.washingtonexaminer.com (appena fazioso - cons)
    http://thinkprogress.org/ (moderatamente fazioso - lib)
    http://themoderatevoice.com/ (in realtà una lettura inutile, lo metto for TEH LULZ)
    http://newsbusters.org/ (piuttosto fazioso - cons)
    http://www.cqpolitics.com
    http://thehill.com/
    http://www.nationalreview.com/campaign-spot
    http://www.thecontract.org/support/ (il contract from america citato nel testo)
    http://www.cnn.com/POLITICS/ (sempre la più indipendente)
    http://www.washingtonpost.com/wp-srv...d=top_politics
    http://www.nytimes.com/pages/politics/index.html (sconsiglio, ma metto per dovere di cronaca)
    http://www.latimes.com/news/politics/ (sconsiglio, ma metto per dovere di cronaca)
    Ultima modifica di Jaqen; 07-10-10 alle 17:30:11

  4. #4
    Vitor
    ospite

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    beh innanzitutto complimenti per l'immane lavoro. però il tema non è che mi appassioni più di tanto, ammetto che a metà del secondo post ho avuto un po' di appisolamento

  5. #5
    Moderatore BI BI DA L'avatar di Jaqen
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    Ma infatti so benissimo che appassiona quasi solo me (e lo fa perchè ritengo che la politica americana ci riguardi molto più direttamente di quanto non si possa immaginare, struca struca sono sempre la potenza egemone della nostra area macroeconomicaeculturale), però lo sai com'è, mi piace fare le cose complete, ed il più per bene possibile.

    Poi c'è da dire che sono ritrovato millemila tentazioni di mezze risposte e mezzi interventi sparsi fra Titanic e altri thread, ma non volevo fare la figura di quello che risponde solo in due righe e in modo apparentemente semplicistico

  6. #6
    Vitor
    ospite

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    ma il Tea Party è la versione americana conservatrice di Grillo?

  7. #7
    alberace
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    il video conservatore-
    una cosa che non capisco sul taglio delle tasse: chi dovrebbe pagare per chi non si può permettere certa roba?
    e tutte le infrastrutture?

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da Vitor Visualizza Messaggio
    ma il Tea Party è la versione americana conservatrice di Grillo?
    In tutto il papiro che ho scritto dovrebbero essere abbastanza evidenti anche le differenze con Grillo, che poi sono meglio esemplificabili da chi conosce di più Grillo che da me, visto che del M5S fottesega roteante
    E comunque direi che anche solo un documentarsi rapidamente sul TP dovrebbe fornire le risposte da solo. Allo stesso modo, può avere qualche punto di contatto con l'UKIP o la Lega, ma sempre in modo piuttosto blando.

    Comunque, in - le differenze e in + le somiglianze:

    + Nato come movimento di protesta contro il sistema politico esistente
    + Sfrutta internet per organizzarsi
    + Porta occasionalmente avanti personaggi discutibili
    - Estremamente federalizzato.
    - Assenza di forte dipendenza da capo carismatico.
    - Totally uncaring su un largo numero di issues, al contrario di M5S (o Lega) che hanno opinione su tutto.
    - Estremamente disomogeneo.
    - Demografica molto differente.
    - Appeal bipartisan e verso gli indipendenti (in questo è quasi più simile a FLI , cfr. RReports e vecchi dati che avevo postato in titanic), mentre M5S ha composizione di voti quasi al 100% in una sola area.
    - Temi programmatici molto diversi (area economica) ed enormemente più dettagliati
    - Peso elettorale
    - Non disdegna alleanze e accordi per vincere, perchè non vuole "rottamare la politica, eeeh"
    - Origini molto più profonde (di fatto una federazione di tanti movimenti libertari e localisti pre-esistenti): Obama è stato solo un catalizzatore.



    Citazione Originariamente Scritto da alberace Visualizza Messaggio
    il video conservatore-
    una cosa che non capisco sul taglio delle tasse: chi dovrebbe pagare per chi non si può permettere certa roba?
    e tutte le infrastrutture?
    Visto solo quello corto (che è pura propaganda, come ho già detto), senza sforzarti di guardare altro -
    Comunque i conservatori cattivi vogliono che paghino tutto i bimbi povri -
    E' per questo che non li mangiano come i comunisti, li schiavizzano come in Matrix -

  9. #9

    Predefinito Riferimento: [USA Midterm 2010] November - A month for Mourning, Omens, Tea, and Ball

    I Democratici sono in crisi, fuor di dubbio, ma i Tea Parties sono troppo estremisti.

    Possono anche spadroneggiare alle Primarie, però a parte qualche distretto ultra-conservatore (dove comunque i Dems non hanno speranze) non possono sperare di vincere in zone più moderate.

    Alla fine in America a vincere è sempre il candidato più centrista, chi si sposta troppo a destra o a sinistra è destinato a perdere dato che spaventa gli elettori Indipendenti che sono sempre l'ago della bilancia (dato che sono spesso il 15-20% degli elettori di quello Stato o Distretto).

    Comunque io consiglio sempre di seguire RealClearPolitics, le loro medie e serie storiche di sondaggi sono sempre accurate (ci hanno praticamente sempre azzeccato).

    Al senato danno 48 Democratici, 46 Repubblicani, 6 Toss Up... Ciao ciao filibuster-proof majority (che comunque Obama già aveva perso dalla morte di Ted Kennedy in pratica) in ogni caso.

    Alla camera danno 210 seggi al GOP e 186 ai Dems, con 39 toss up.

    Per le elezioni dei governatori, i Repubblicani stanno 27-16 con 7 toss up, ma la California dopo l'era del Gubernator Swarznegger sembra tornare Democratica.

    Secondo me la cartina tornasole sarà il Nevada... se Reid riuscirà a tenere il seggio allora per Obama sarà una buona serata, altrimenti il GOP prenderà entrambe le camere.

  10. #10
    alberace
    ospite

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    Citazione Originariamente Scritto da Jaqen Visualizza Messaggio
    Visto solo quello corto (che è pura propaganda, come ho già detto), senza sforzarti di guardare altro -
    Comunque i conservatori cattivi vogliono che paghino tutto i bimbi povri -
    E' per questo che non li mangiano come i comunisti, li schiavizzano come in Matrix -
    anche io sono affascinato dalle teorie sull'anarchismo, ma per ora tendo a non poter prescindere dal garantire un vita dignitosa a tutti.
    è così difficile per i repubblicani capire perchè esistono i democratici?
    e viceversa, ovviamente-

  11. #11
    Moderatore BI BI DA L'avatar di Jaqen
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    Citazione Originariamente Scritto da Capitan Harlock Visualizza Messaggio
    I Democratici sono in crisi, fuor di dubbio, ma i Tea Parties sono troppo estremisti.

    Possono anche spadroneggiare alle Primarie, però a parte qualche distretto ultra-conservatore (dove comunque i Dems non hanno speranze) non possono sperare di vincere in zone più moderate.

    Alla fine in America a vincere è sempre il candidato più centrista, chi si sposta troppo a destra o a sinistra è destinato a perdere dato che spaventa gli elettori Indipendenti che sono sempre l'ago della bilancia (dato che sono spesso il 15-20% degli elettori di quello Stato o Distretto).

    Comunque io consiglio sempre di seguire RealClearPolitics, le loro medie e serie storiche di sondaggi sono sempre accurate (ci hanno praticamente sempre azzeccato).

    Al senato danno 48 Democratici, 46 Repubblicani, 6 Toss Up... Ciao ciao filibuster-proof majority (che comunque Obama già aveva perso dalla morte di Ted Kennedy in pratica) in ogni caso.

    Alla camera danno 210 seggi al GOP e 186 ai Dems, con 39 toss up.

    Per le elezioni dei governatori, i Repubblicani stanno 27-16 con 7 toss up, ma la California dopo l'era del Gubernator Swarznegger sembra tornare Democratica.

    Secondo me la cartina tornasole sarà il Nevada... se Reid riuscirà a tenere il seggio allora per Obama sarà una buona serata, altrimenti il GOP prenderà entrambe le camere.
    Quello che dici sulle vittorie al centro è molto vero (ed è sostanzialmente la conventional wisdom, la stessa che provoca l'attrito fra Karl Rowe ed i TP), ma è ancor più vero per le elezioni presidenziali piuttosto che per quelle locali.

    Onestamente la vedo molto dura che i democratici perdano sia il Nevada, che la maggioranza in entrambe le camere. Mi sento di scomettere che continueranno ad avere una maggioranza al Senato (ricordo anche che in caso di 50-50, è il VP Biden ad avere il tie-breaking vote). In Nevada, non so proprio dire, ma dovessi azzardare un parere pistola alla tempia secondo me Reid alla fine la spunterà.

    E sì, Real Clear Politics è un ottimo sito (equilibrato e per tutti i gusti), è fra i posti che frequento più spesso e l'ho messo anche fra i link.

  12. #12

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    Io credo che alla fine il Senato rimarrà democratico, la Camera diventerà Repubblicana.

    Obama si ritroverà, purtroppo per lui, nella stessa situazione di Clinton, anche perchè senza i 60 senatori gli serve comunque l'accordo con i Repubblicani per far passare le leggi anche lì.

  13. #13
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    Probabile, vedremo se sarà all'altezza di Bill.

  14. #14
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    Complimenti per il post.Molto interessante.

    Per il resto volevo sapere, se possibile, alcune cose in più in merito a questo:

    Sul futuro del TP, non mi sbilancio, la situazione è troppo fluida. Alcuni dicono che si potrebbe essere vicini ad uno di quei grandi cambiamenti della politica americana, come quello che nel 1850 distrusse il sistema partitico esistente. Me lo auguro, per loro (e per noi).

    Per il resto, a meno di sorprese, non vedo nessun Diocleziano o Costantino all'orizzonte....quindi la vedo estremamente dura per l'impero...
    Ritieni possibile, nel corso di questo decennio e nel prossimo, che si possa verificare una disgregazione della repubblica federale?

  15. #15
    alberace
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    ora che mi ricordo, stamane su radio24 parlavano di un potenziale terzo partito che si presenta alle prossime elezioni americane, in contrasto con gli estremismi degli attuali due schieramenti.

  16. #16

    Predefinito Riferimento: [USA Midterm 2010] November - A month for Mourning, Omens, Tea, and Ball

    Citazione Originariamente Scritto da Edward Green Visualizza Messaggio
    Complimenti per il post.Molto interessante.

    Per il resto volevo sapere, se possibile, alcune cose in più in merito a questo:




    Per il resto, a meno di sorprese, non vedo nessun Diocleziano o Costantino all'orizzonte....quindi la vedo estremamente dura per l'impero...
    Ritieni possibile, nel corso di questo decennio e nel prossimo, che si possa verificare una disgregazione della repubblica federale?
    Credo non si riferisse alla Guerra Civile, ma a ciò che gli americani chiamano "party sistem" (ora siamo nel fifth party system se non erro, che è cominciato con Johnson nel '64 quando i Democratici decidono di abbracciare la causa dei Neri e quindi perdono il loro consenso negli Stati razzisti del Sud, diventando più popolari nel nord "progressista" mentre i Repubblicani compiono il processo inverso).

    In America il sistema partitico è quasi sempre stato bi-partitico... Però non è sempre stato Democratici vs. Repubblicani.

    Vi sono stati il Partito Federalista, il Partito Democratico-Repubblicano, i Liberali, i Progressisti di Teddy Roosevelt, il "New Deal Block"... Ognuno di questi cambiamenti ha modificato la geografia parlamentare Americana per decenni. La rivoluzione partitica del 1912 ha creato un periodo di dominio dei democratici molto lungo, dato che ha visto le sole presenze di Hoover ed Heisenower (che pure era molto centrista, non un classico Repubblicano) fra i presidenti, ed un quasi ininterrotto dominio Democratico al Congresso.

    Il successivo cambiamento del sistema partitico, che ha creato l'attuale quinta era della politica americana ha invece portato ad uno spostamento più verso i Republicani.

    Infatti abbiamo avuto come presidenti Democratici Carter, Clintonx2 e Obama, mentre i Repubblicani hanno avuto Nixonx2, Ford, Reaganx2, Bush Sr, Bush Jrx2 e un generale controllo maggiore del Congresso.

  17. #17
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    Citazione Originariamente Scritto da Edward Green Visualizza Messaggio
    Per il resto, a meno di sorprese, non vedo nessun Diocleziano o Costantino all'orizzonte....quindi la vedo estremamente dura per l'impero...
    Ritieni possibile, nel corso di questo decennio e nel prossimo, che si possa verificare una disgregazione della repubblica federale?
    Per rispondere alla tua domanda, non lo credo possibile nel prossimo decennio, posta però l'assenza di sconvolgimenti dell'ordine e della stabilità mondiale di dimensioni epiche (e non molto piacevoli, ma pur sempre possibili ) come guerre mondiali, crisi economiche con collassi totali molto peggiori degli attuali, or so on.

    Invece, se parliamo dei prossimi 25-50 anni, credo la situazione cambi, e quello che dici possa iniziare ad essere una possibilità concreta. Da questo punto di vista, mi sento di azzardare tre strade maestre (sempre fatte salve le considerazioni di semplificazione di cui sopra).
    - Gli USA accentrano molto il governo ed i suoi poteri, che guadagna però forza e legittimità anche grazie ad un ricambio della classe politica, e diventano una versione grande e federata di uno stato su modello europeo come la Francia (o il Canada), con i problemi più tipici. A questo punto le possibilità di un collasso dell'unione calano, ma c'è da tenere d'occhio la questione immigrazione.
    - L'ondata "rivoluzionaria/riformista" prende corpo, e si ritorna ad un governo limitato e poco interventista.. Il governo USA perde di ampiezza di poteri, ma l'unione diventa più salda in quanto ogni stato riguadagna ampia discrezionalità. Direi in questo caso possibilità quasi azzerata.
    - Il governo rimane centrale e distante, ma debole e deligittimato. La situazione prosegue in una stagnazione altalenante senza nessun vero cambiamento, fino ad uno stato di crisi totale, sia sociale che costituzionale. A quel punto è ampiamente plausibile che o la west coast se ne vada per conto proprio, o lo faccia il sud ed i red states. Probabile frattura in 3 o 4 stati diversi.

    Per quello che chiedevi sul paragone fra adesso e la rivoluzione partitica del 1850: Innanzitutto, come ha risposto Harlock, mi riferivo al sistema partitico, e non ad una guerra civile . Però è vero che quel collasso e l'agonia dei Whig e dei Jacksonian Democrats dopo il Missouri Compromise hanno portato esattamente a quello. Guarda, ti metto sotto spoiler un buon articolo al riguardo, prima che passi nella parte "premium" di RR
    Spoiler:
    The New York Times has written, in explaining why the political parties have lost the confidence of the public: "Their machinery of intrigue, their shuffling evasions, the dodges, the chicanery and the deception of their leaders have excited universal disgust, and have created a general readiness in the public mind for any new organization that shall promise to shun their vices."
    The New York Evening Post, in explaining the same condition, has written that the people "saw parties without any ... difference contending for power, for the sake of power. They saw politics made a profession, and public plunder an employment ... They beheld our public works the plaything of a rotten dynasty, enriching gamblers, and purchasing power at our expense."
    The dates of those articles were November and December 1855 (See "The Origins of the Republican Party" by William E. Gienapp, Oxford University Press, 1987, page 98.)
    When those words were written, the Whigs and the Democrats were the two great parties. The Whigs soon went extinct, the dominant Democrats went on to lose every White House election between 1860 and 1912, except for the elections of Grover Cleveland. The Republicans came into being and won all the elections the Democrats lost.
    I have a sense that we may be at the early stages of going through a similar transformation of our party system as we did 155 years ago when the Jacksonian party system failed.
    Of course, with the exception of immigration and corruption, the issues are almost completely different today. At the national level back then, the danger of the spread of slavery to western territories was the dominant issue.
    Even more tellingly, in 1853-1855, state politics was overwhelmed by a witch's brew of issues (temperance, corruption, immigration, public schools policy and funding, and Protestant/Catholic hostility). And it was those issues that drove the Whigs out of business -- even though they thought the pro-slavery Kansas-Nebraska Act at the national level would guarantee their success for the foreseeable future. The anti-slavery issue eventually drove the creation and success of the Republican, not the Whig, Party.
    What is the same? Unlike most elections, in 2010 -- as in the 1850's -- the public sees Washington corruption not as something to be lived with, but as a bipartisan, potentially fatal blight to be actively fought by citizens.
    And what is also the same is that new big issues are emerging for the first time in generations -- and neither major party is seen having the answers or the will to advance the solutions.
    The GOP is very, very likely to win very, very big in November.
    But how each party charts the next two years (and then the next four years) may determine whether one or both of the parties go the way of the Whigs and whether a new major party comes into being, as the Republicans did by 1856.
    The 2010 Republicans have the opening advantage in 2011 of being generally on the right side of the election -- driving issues of excessive deficits, constitutionally limited government, low taxes and job-creating policies.
    Both parties currently are suspect on the issues of corruption and immigration.
    The GOP has a policy advantage over the Democrats on the issues of middle-class virtues and cultural issues -- although GOP practices reduce that policy advantage.
    The Democrats have the strategic disadvantage -- if current trends continue -- of having the reputation of the Obama administration as a millstone round its neck, as they did with President Carter, and as the GOP did with Herbert Hoover.
    But the GOP challenge will be two-fold if they win the House or Senate: 1) They must present a 10-year budget resolution that deals realistically with the unsustainable deficit and tax policies. If they use the usual bipartisan accounting tricks and other Washington policy dodges, their tea party electors will (and should) be powerfully driven toward a third party in 2012. (2) Like the Whigs, they can't rely on the great national issues driving the public perceptions. They will have to avoid letting unlikely tangential issues drive the Washington story. Strange issues have a way of jumping up -- e.g., air traffic controller strike in 1981; gays in the military, 1993; Bay of Pigs, 1961.
    In other words, GOP leadership and political skills will be tested. On the great central economic issues, the key leader will be Congressman Paul Ryan -- presumably chairman of the Budget Committee in a Republican House.
    He would look to be the right man at the right moment. The GOP has yet to catch up with his bold budget, entitlement and deficit proposals. Anything less than that -- and perhaps even more than his proposals -- will be needed if the GOP is to be seen to deliver on those central issues.
    Of course, the president may oppose that policy and veto later in the year appropriations that make a budget resolution corporeal, but he cannot veto a House budget resolution. So the GOP will not be able to avoid the judgment of their electors on the central issues.
    Most challengingly, the GOP Senate and particularly House leaders will have to lead a new, large conference that neither owes much to the Washington GOP, nor holds Washington in much positive regard.
    They must create party congressional cohesion and substantive solutions to the great electing issues without compromising the freshman's policy and personal integrity.
    (Nor will GOP presidential aspirants be permitted the luxury of caution. They must stand and fight in 2011 on the great issues -- not duck, cover and keep their options open. Their absence from the policy and political battlefield in 2011 would cost them dearly in 2012. As Shakespeare's Henry V said of those who did not fight with him at Agincourt: in the future, they "will hold their manhood cheap.")
    Tony Blankley is executive vice president of Edelman public relations in Washington.

    Se ti interessa invece qualcosa di più su quel periodo storico, ti consiglio proprio di guardare tutto il balletto intorno al Missouri Compromise e relative reazioni del pubblico (e dei partiti). Anche Fillmore e (Fail)Buchannan sono due personaggi di cui merita leggere qualcosa.

    Ps: grazie per i complimenti
    Pps: FFUUUUU mi si era mangiato il primo post.

    Ppps: This just in:
    The latest Rasmussen Reports telephone survey of Likely Nevada Voters shows Angle hitting the 50% mark for the first time since mid-August, while Reid earns 46% of the vote. Two percent (2%) prefer some other candidate in the race, and two percent (2%) more are undecided.

  18. #18
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  19. #19
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    Alcune domande da un lurker:
    - Perchè i repubblicani non riescono a penetrare sulle coste ( penso soprattutto a stato di Washington e all'area del New England / New York)?
    - Come sono messi all'interno del partito repubblicano a rapporti di forza? C'è speranza che tornino in forze repubblicani fiscal conservative e socially liberal o i repubblicani continueranno ad appoggiare cose come creazionismo nelle scuole, astinenza come soluzione delle gravidanze di teenagers ecc...?
    - Mi interesserebbe sapere di più su come le dinamiche demografiche in Usa possano cambiare la politica, in particolare : gli americani di origine asiatica come sono messi ad influenza e posizione politica? Il fatto che reddito e patrimonio continuino ad essere sbilanciati verso caucasici e asiatici quanto può influire sul crescente peso demografico di latinos e neri?
    Ultima modifica di Zappo88; 07-10-10 alle 22:38:02

  20. #20
    L'Onesto
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    Immenso Jaqen! Lavorone!

  21. #21

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    Citazione Originariamente Scritto da Zappo88 Visualizza Messaggio
    Alcune domande da un lurker:
    - Perchè i repubblicani non riescono a penetrare sulle coste ( penso sopprattutto a stato di Washington e all'area del New England / New York)?
    - Come sono messi all'interno del partito repubblicano a rapporti di forza? C'è speranza che tornino in forze repubblicani fiscal conservative e socially liberal o i repubblicani continueranno ad appoggiare cose come creazionismo nelle scuole, astinenza come soluzione delle gravidanze di teenagers ecc...?
    - Mi interesserebbe sapere di più su come le dinamiche demografiche in Usa possano cambiare la politica, in particolare : gli americani di origine asiatica come sono messi ad influenza e posizione politica? Il fatto che reddito e patrimonio continuino ad essere sbilanciati verso caucasici e asiatici quanto può influire sul crescente peso demografico di latinos e neri?
    Da Reagan in poi i conservatori si sono curati molto del loro orticello nella bible belt e meno del resto.
    E poi è divertente vedere la schizofrenia americana quando si parla di tasse: buona parte dei Tea Parties sono composti da persone che con un taglio delle tasse guadagnerebbero uno sputo, mentre in realtà beneficerebbero moltissimo di una ristrutturazione del malandato welfare americano...

  22. #22

    Predefinito Riferimento: [USA Midterm 2010] November - A month for Mourning, Omens, Tea, and Ball

    Citazione Originariamente Scritto da Zappo88 Visualizza Messaggio
    Alcune domande da un lurker:
    - Perchè i repubblicani non riescono a penetrare sulle coste ( penso sopprattutto a stato di Washington e all'area del New England / New York)?
    - Come sono messi all'interno del partito repubblicano a rapporti di forza? C'è speranza che tornino in forze repubblicani fiscal conservative e socially liberal o i repubblicani continueranno ad appoggiare cose come creazionismo nelle scuole, astinenza come soluzione delle gravidanze di teenagers ecc...?
    - Mi interesserebbe sapere di più su come le dinamiche demografiche in Usa possano cambiare la politica, in particolare : gli americani di origine asiatica come sono messi ad influenza e posizione politica? Il fatto che reddito e patrimonio continuino ad essere sbilanciati verso caucasici e asiatici quanto può influire sul crescente peso demografico di latinos e neri?
    http://elections.nytimes.com/2008/re...ident/map.html

    Clicca su "County Leaders" ti da un'Idea più generale.

    Prova a cliccare sul Texas (stato solidamente Repubblicano) e poi sulla California (stato solidamente Democratico).

    In linea tendenziale, i Democratici sono forti nelle Città mentre i Repubblicani nelle campagne. Infatti nel Texas, Obama ha prevalso nelle Contee di Dallas, Austin e San Antonio, le tre principali metropoli.

    In California Obama vince nella costa altamente urbanizzata e perde nell'entroterra.

    Questo significa che anche nel New England se si va fuori dai grandi centri abitati i Repubblicani hanno una base solida.

    Sulle dinamiche demografiche... Apri ancora la cartina del Texas, guarda il colore delle contee al confine con il Messico (piene di immigrati latinos)...

  23. #23
    La Nebbia
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    Citazione Originariamente Scritto da Capitan Harlock Visualizza Messaggio


    In linea tendenziale, i Democratici sono forti nelle Città mentre i Repubblicani nelle campagne. Infatti nel Texas, Obama ha prevalso nelle Contee di Dallas, Austin e San Antonio, le tre principali metropoli.
    Questo lo sapevo, forse mi sono espresso male nel messaggio precedente, ma quello che mi interessava veramente sapere è perchè i democratici siano forti proprio nelle grandi città.

  24. #24
    alberace
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    in una città americana puoi crescere come vuoi.
    in provincia no.
    è una questione culturale-

  25. #25
    Shogun Assoluto L'avatar di н¢ε
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    Grande post, complimenti.

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