Molto interessante il dibattito di questi giorni su Avalanche, il presunto nuovo protocollo Microsoft per il peer-to-peer: secondo Redmond, il suo nuovo sistema prende tutto il "buono" da BitTorrent e aggiunge un meccanismo di redistribuzione dei singoli frammenti di file che dovrebbe garantire una maggiore velocità di download. Non mi dilungo nei dettagli tecnici, e vi rimando direttamente l'articolo dei ricercatori (in formato pdf).
Bram Cohen, l'inventore dell'originale BT, sostiene che tutto il lavoro presentato da MS non sia altro che spazzatura, vaporware. L'editorialista John Dvorak ritiene che la mossa di Microsoft vada di pari passo con le voci che girano ultimamente secondo cui nel protocollo BT ci siano svariati "problemi legati a spyware e alla sicurezza", e faccia tutto parte di un enorme "gomblotto" per screditarlo, e quindi disincentivarne l'uso (un terzo del traffico su internet è BT, principalmente per cose non propriamente legali). Poi altri rispondono a Dvorak accusandolo di essere un paranoico, e via di questo passo.
Da una parte non si può non notare l'interesse (orientato in una direzione ancora non chiara) di colossi come Microsoft che fino a ieri consideravano innominabili cose di questo tipo, il che apre diversi scenari per il futuro del digital delivery; d'altro canto, tutta questa faccenda comincia ad assomigliare sempre più a qualsiasi bega politica di poco conto.
Il che, con i tempi che corrono, non è necessariamente un male.