xam ha scritto ven, 08 luglio 2005 alle 13:07
io credo si debba parlare di strumenti di informazione paralleli. è chiaro che l'esperienza e la cultura di un giornalista non sono quelle dell'uomo di strada. costui può metterci la freschezza, la sua testimonianza.
poi la legge dei grandi numeri crea l'attendibilità. cioé se ci sono 30 foto amatoriali di un'esplosione e la BBC parla di guasto, la prima ipotesi diventa la più credibile.
c'è però un altro fattore da tenere in considerazione, in ambito terroristico. mostrare immagini ad alto contenuto di sangue e terrore equivale a fare il gioco di quelli che hanno architettato tutto questo.
lasciare che l'informazione viaggi attraverso canali paralleli di questo genere può tradursi - in questi casi - in una mossa a favore del polo sbagliato.
a differenza di quanto accaduto a New York, i media sono stati più attenti a contenere l'orrore di quello che è accaduto (anche perché era difficile nascondere alla vista due torri enormi che crollavano al centro di una cittadina, con tutto quello che succedeva attorno).
la totale mancanza di controllo dell'informazione dal basso potrebbe provocare anche questo genere di danni. i terroristi vogliono provocare terrore e non ci devono riuscire.