Si parlava dell'importanza del multiplayer giusto qualche giorno fa, discettando di quanto contasse l'implementazione del gioco in rete a prescindere da tutto il resto.
Più o meno sul medesimo argomento è intervenuto anche Raph Koster della Sony Online Entertainment, con un post piuttosto provocatorio pubblicato sul suo blog personale, nel quale esordisce affermando che i giochi single player costituiscono, storicamente, un'aberrazione. «Il single player è uno strano mostro mutante, che è esistito per 21 anni e sta per estinguersi, perchè si tratta di un essere innaturale e anormale».
L'assunto non è facile da mandar giù, soprattutto di lunedì mattina.
L'autore compie una interessante distinzione tra giochi (non necessariamente elettronici) simmetrici e asimmetrici: i primi sono quelli che mettono a disposizione delle entità coinvolte le medesime scelte e possibilità. Per comprendere il concetto, basta pensare al calcio o agli scacchi.
Nei videogiochi, in particolare all'inizio, ha dominato il concetto di asimmetria: il giocatore ha potenzialità e strumenti di gran lunga superiore agli avversari: da Space Invaders a F.E.A.R., quello che noi possiamo fare è molto più di quello che possono fare i nostri nemici.
Le cose sono cambiate - e parecchio - da quando è stato possibile andare in rete: non si compete più con una AI limitata, ma con gente che fa esattamente ciò che facciamo noi, e spesso lo fa meglio. Il gioco diventa simmetrico. Quindi, secondo Koster, più divertente e longevo (quanti anni hanno gli scacchi?).
E parlando di rete, la tendenza pare inarrestabile: non c'è piattaforma ludica che non preveda una connessione, e nel futuro questo aspetto sarà sempre più marcato. A ciò si aggiunge il fatto che aumentano gli strumenti con cui si può rimanere in contatto con altre persone pur vivendo esperienze "solitarie", dalle chat ai forum, che integrano l'esperienza ludica e la rendono più condivisa.
Argomento "pesantuccio", mi rendo conto, ma molto intrigante. Che ne pensate?
PS piccolo post scriptum personale: oggi la piccola Sara compie quattro anni. Sembra ieri che scrivevo in questo spazio un editoriale tutto per lei... Accipicchia come passa il tempo quando ci si diverte!