Che seccatura, internet e la possibilitą che ha chiunque di dire quello che gli pare. Questo pił o meno č quello che devono star pensando in questo momento i politici degli Stati Uniti, impegnati come non mai in questi mesi a proporre (e vedersi bocciare) leggi su leggi per la restrizione della vendita di videogiochi violenti.
Quando nell'occhio del ciclone c'erano i film, i fumetti o la musica rock, questi strumenti non c'erano, e la gente non aveva modo di "organizzarsi" e far sentire in maniera forte la propria voce. Sicuramente non con una visibilitą a livello mondiale.
Questa lunga premessa per annunciare l'ultima iniziativa della Entertainment Software Association, che ha aperto ieri i battenti della Videogame Voters Network, che si prefigge l'obiettivo di tenere informata la gente sugli accadimenti "politici" che riguardano l'industria videoludica, incoraggiando tutti i giocatori a far sentire la loro voce e addirittura contattare i propri rappresentanti locali.
L'idea, insomma, č di creare una vera e propria forza politica, una lobby, di videogiocatori, come dice lo stesso Will Wright, impegnato in prima fila nel progetto: «I videogiochi rappresentano uno dei pił importanti media di questa generazione. Diversamente da altre forme di intrattenimento, essi offrono la possibilitą di essere creativi, apprendere tramite l'interazione, ed esprimere sé stessi agli altri. Č di vitale importanza proteggere e prendersi cura di questa nuova arte, affinché possa esprimersi al massimo del suo potenziale. Come la maggior parte delle nuove espressioni artistiche venute prima (musica, romanzi, film), i critici pił ostinati dei videogame sono quelli che non li giocano».
Per il momento tutto ha l'aria di una gigantesca mega petizione contro il Family Entertainment Protection Act proposto dal Senato qualche settimana fa, inserita in una cornice dall'aspetto pił serio e professionale. Staremo a vedere quali azioni e conseguenze avrą davvero questa iniziativa.
Per il momento, sposo completamente il pensiero di chi si chiede se sia una buona idea dare voce ai videogiocatori, col rischio di sentire solo "lol", "pwned", "gg" e compagnia bella.