SCOMMESSE - l'Inter avrebbe dovuto vincere segnando almeno tre gol, ma finì 1-0
Quei 150mila euro su Inter-Lecce
Tra gli scommettitori anche Bettarini
Paoloni fece credere che sarebbe riuscito a contattare alcuni giocatori del Lecce per «combinare» la partita
Giuseppe Signori si reca in questura (Ansa)
MILANO - Alcune delle persone coinvolte nell'inchiesta sul calcio scommesse puntarono anche sulla partita di serie A Inter-Lecce del 30 marzo scorso, ma gli andò male. Come emerge infatti dall'ordinanza firmata dal gip
di Cremona Guido Salvini, Marco Paoloni, ex portiere della Cremonese attualmente al Benevento, arrestato nell'inchiesta della Procura di Cremona, aveva fatto credere ad altre persone che sarebbe riuscito a contattare alcuni giocatori del Lecce per «combinare» la partita.
BETTARINI - Tra gli scommettitori nell'ordinanza viene indicato anche Stefano Bettarini. Sulla partita era stato scommesso che l'Inter avrebbe dovuto vincere segnando almeno tre gol, ma il match terminò «con il risultato finale di 1-0». Su questa partita alcuni degli arrestati, fra cui Signori, hanno investito, secondo le indagini, circa 150 mila euro.
L'ORDINANZA - Al fine di modificare il risultato, si legge nell'ordinanza del tribunale di Cremona, «venivano compiute, tra l'altro, le seguenti attività fraudolente tendenti alla manipolazione del risultato: Paoloni riferiva a Erodiani (del gruppo dei bolognesi) di avere contatti con alcuni giocatori del Lecce; Erodiani comunicava a Pirani la certezza della vittoria dell'Inter e del relativo Over; il gruppo di scommettitori degli Zingari (con in testa Almir Gegic, detto lo zingaro, calciatore slovacco del Chiasso ed ex compagno di squadra di Bressan) si dimostrava interessato a forti scommesse, chiedendo come garanzia l'incontro con almeno due giocatori corrotti», quindi, continua il giudice del tribunale di Cremona «Giannone chiedeva e otteneva da Erodiani conferme sulla certezza del risultato; Bellavista riferiva a Erodiani della richiesta di garanzie finanziarie da parte del gruppo dei Bolognesi nei suoi confronti, gruppo che alla fine investiva sul risultato garantito circa 150mila euro (fino al punto di «svenarsi»), partecipando in particolare Beppe Signori, Manlio Bruni e Francesco Giannone». Inoltre, continua l'ordinanza nella sua ricostruzione «Pirani comunicava a Erodiani di puntare per lui 10mila euro sulla partita; Giannone comunicava a Erodiani la necessità della segnatura di almeno quattro reti per realizzare un guadagno adeguato sulla manipolazione dell'incontro; Parlato forniva a più scommettitori notizie certe in ordine alla vittoria dell'Inter e sul raggiungimento dell'Over» e infine «il 20 marzo 2011 Giannone informava che il gruppo Bolognese, costituito da lui, Signori e Bruni, aveva puntato sulla partita la somma di 150mila euro». Per gli inquirenti il reato è stato commesso a Milano e in altre località il 20 marzo 2011 e nei giorni immediatamente antecedenti.
LE MINACCE - Quando poi la scommessa falliva Bellavista, Erodiani e Giannone (il grupo dei bolognesi) passavano alle minacce nei confronti del portiere della Cremonese con frasi del seguente tenore:
«qua veramente la gente ti viene a sparare…ti faccio vedere io che fine fai…vengo io a casa tua…i soldi a me…velocemente, i 13.000 euro!! Veloce!...Se no stasera sono a casa tua…vai dove cazzo devi andare,…dagli usurai, vatti ad ammazzare, ma tu mi devi portare 13.000 euro! Se no io stasera sono da te…io stasera vengo a casa tua».