Mithrandir81 ha scritto sab, 18 marzo 2006 alle 09:50
Mr. Orange ha scritto sab, 18 marzo 2006 alle 02:30
per poi finire a un Dick nel quale non si sa più qual è la realtà e anzi la tecnologia rende ancora più confuso e indistinguibile il confine fra reale e non-reale, fra umano e non-umano
mhm...magari perchè era quello che Dick voleva esprimere e la cornice fantascientifica faceva da pretesto? Ricorda che in realtà il confine fra reale-non-reale, umano non-umano, questa confusione, in Dick si esprime nei romanzi che di effettivamente fantascientifico hanno poco o niente.
Blade Runner secondo me non è per niente esemplificativo degli scritti di Dick. Puoi prendere BR magari come esempio di produzione fantascientifica che si lega al discorso che tu vuoi fare...ma se vuoi allargarti all'intero P.Dick come esempio di quel tipo di produzione, secondo me canni alla grande.
Anche Solaris (che sto ri-leggendo in questi giorni) usa la fantascienza come palese pretesto per temi che son tutt'altro che fantascientifici e profondamente umani.
Forse il modo giusto di affrontare il tema è in fin dei conti osservando che la fantascienza permette di guardare ai "soliti" temi dell'umanità, in un contesto esasperato e portato all'eccesso, irreale, ma che in questo modo tira fuori in maniera più evidente ciò che un ambiente usuale non riesce a tirar fuori.
Anche solo quando film o romanzo che sia, rende un'abitudine qualcosa che si scontra nettamente con le nostre abitudini, riesce per contrasto a far rimuginare.
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...Su una Terra devastata da radiazioni nucleari, ci sono due anziani in vacanza che parlano allegramente del loro sessagesimo (eutanasia), che è la norma e la legge...
...sul pianeta Solaria la gente non si incontra più di persona, si guarda solo via schermo, e si ritiene disdicevole l'idea di incontrarsi...
...sempre sulla terra, i morti non sono completamente morti...e i vivi possono andare a trovarli e parlare loro...