Alvin A. Davis, quarantaduenne di New York è stato condannato a sei mesi di prigione e al pagamento di quattromila dollari di multa dopo essere stato giudicato colpevole di vendere CD pirata sul proprio sito Internet EmpireRecords.com (che è stato chiuso, non perdete tempo ad andarci). È stato possibile smascherare il pirata grazie all'opera di un agente dell'FBI che sotto copertura (e vorrei anche vedere...) ha comprato oltre duecento CD da Davis.
La RIAA non ha mancato di applaudire la sentenza, ricordando a tutti che (da leggere con tono imperioso e stentoreo) "casi come questi dovrebbero mettere in allarme tutti i pirati, che sono destinati a pagare il fio delle loro bravate. Commerciare in musica pirata è illegale, e può portare a pene severe"!
Niente da dire sul caso in questione, risolto brillantemente e punito in maniera adeguata. Meno apprezzabile il commento della RIAA, che dopo aver minacciato causa a tutto il mondo, ai ragazzini di dodici anni e alle loro nonne, si ritrova a dover commentare un singolo arresto per pirateria cosiddetta "grave" (estesa, e legata ad un grosso giro d'affari economico), ben distante da quella - ugualmente illegale - di chi si scarica l'ultimo singolo di Christina Aguilera; nel frattempo, le sue tanto strombazzate cause a mezza America stagnano nei tribunali.
Sono questi i risultati della campagna del terrore dei mesi scorsi? Sperano davvero di convincere la gente ad allacciarsi le cinture di sicurezza dopo aver arrestato un automobilista senza patente e assicurazione, ubriaco fradicio che guidava un'auto rubata contromano in una affollata via del centro? Buon fine settimana a tutti!