Nella lotta senza confine allo spam, il buon Bill Gates ha deciso di dare il suo appoggio alla impopolare proposta di applicare un "francobollo" virtuale alle email (vedi Repubblica.it e Corriere.it), con un costo pressochè irrisorio di un centesimo a lettera. È da due giorni che mi ci sto arrovellando, e ancora non so dire se si tratti di una buona o una pessima idea. Di primo acchito mi viene da dire che sia pessima: perchè dobbiamo pagare ciò che fino ad oggi è stato gratuito (o perlomeno, io lo considero "integrato" ei costi di connessione)? D'altro canto non posso non condividere il ragionamento compiuto dallo stesso Gates: se la posta ordinaria non avesse costi, le nostre cassette delle lettere sarebbero straripanti di monnezza pubblicitaria spedita da chissà dove. Supponiamo di pagare: io spedisco una trentina di email al giorno, il che significa una decina di euro al mese. Ogni giorno nel mondo viaggiano miliardi di email: un giro d'affari di miliardi di dollari. A chi andranno questi soldi? Considerato che non si tratta di coprire nuovi costi per un servizio aggiuntivo (o meglio, i costi verrebbero agilmente coperti nel giro di pochi giorni), ma solo di una "barriera" per arginare gli spammer (che in proporzione pagherebbero *molto* di più), sarebbe bello se quei soldi venissero destinati a qualcosa di utile come il programma di prevenzione all'Aids in Africa, e non a gonfiare le tasche dei soliti noti... Ecco, in quel caso pagherei più che volentieri...