Nell'editoriale dell'altro ieri, a proposito di Gmail, tra i vari interventi nel forum è saltato fuori il discorso della privacy, parola che come dice giustamente ilgrillo è ormai piuttosto inflazionata, a voler essere ottimisti. In un mondo come il nostro non è poi così impossibile avere momenti, tempi e luoghi da dedicare solo a noi stessi e ai nostri cari, senza che nessuno venga a ficcare il naso in quello che facciamo. Nel momento in cui ci colleghiamo al mondo in uno qualsiasi dei numerosi modi oggi disponibili, tuttavia, dobbiamo essere consci che la distinzione tra quello che vorremmo rimanesse "nostro" e quello che non lo è si fa sempre più sottile.
Non sono un esperto in materia e non so se qualche misteriosa agenzia governativa mondiale (o più semplicemente Google) possa veramente controllare ogni mia mail, ogni mia telefonata, ogni fax che spedisco; credo sia tecnicamente possibile, ma se anche così fosse la cosa non mi preoccupa più di tanto. Penso alla mole pressochè infinita di dati che viaggiano tutti i giorni lungo le dorsali oceaniche e i satelliti: miliardi (miliardi) di telefonate, fax e email vengono scambiate quotidianamente nel mondo, per non parlare dei messaggi sui siti internet. Quante risorse (elettroniche ed umane) sono necessarie non già per filtrare tutto, ma anche solo per salvare - per quanto tempo? - da qualche parte tutti questi dati? Insomma, se il Grande Fratello esiste, siamo in troppi perchè possa controllarci...