Nell'elenco di cose di cui non se ne può più (pubblicato qualche giorno fa) ho dimenticato di citare i problemi di vulnerabilità di Internet Explorer, l'ultimo dei quali ha messo in allarme mezzo mondo, con alcune uscite pseudo-scandalistiche da parte di alcuni giornali generalisti che annunciavano in pompa magna la "fine di Internet" e il "crollo della rete ad opera della mafia russa". Le cose andranno in maniera molto meno drammatica: sono passati dieci giorni dalle prime avvisaglie di questo ennesimo baco e non mi pare che si siano verificati poi tutti 'sti problemi. A scanso di passare per quello che parla sempre male di Microsoft, vorrei precisare che il motivo per cui se ne parla tanto è legato alla sua posizione dominante rispetto a tutti gli altri, che la mette in una posizione di maggiore responsabilità (il che ci obbliga a "farle le pulci" più di altri) e al tempo stesso la rende preda privilegiata di cracker e pirati di mezzo mondo. Non credo che Mozilla o Linux non abbiano falle o siano immuni dai virus: semplicemente uno che vuole fare danni tende a farne il più possibile, quindi prende di mira Windows ed Explorer, i programmi più utilizzati del mondo. La cosa irritante di questa situazione è la pervicacia con cui alcune testate ignorano l'esistenza di browser alternativi, che - almeno fino alla prossima patch - dovrebbero tenere al riparo gli utenti da possibili danni, e l'assoluto silenzio da parte di Microsoft, che finora si è limitata a consigliare di aumentare il livello di sicurezza del browser...