Guarda alle volte il caso: si parlava proprio ieri se sia giusto o meno attendersi, da parte degli sviluppatori, una sorta di «codice etico» che si rifletta anche nei loro prodotti, visto l'impatto che essi hanno sul cosiddetto grande pubblico. Quasi a volersi mettere di mezzo, arriva la notizia che in quel di Seattle i legiferatori stanno valutando l'ipotesi di introdurre una simpatica legge che renda direttamente responsabili gli sviluppatori per i videogiochi che creano; di fatto, se la legge passasse, essi diventerebbero responsabili civilmente e penalmente per qualsiasi persona sotto i diciassette anni che commettesse un atto criminale legato in qualche modo (qualsiasi, per essere precisi) ad un videogioco. Il ragazzino ruba una macchina, spara ad un poliziotto, picchia una donna con una mazza da baseball? Basta che dica «Gioco a GTA! Gioco a GTA!», e potrà tornarsene a casa (più o meno), mentre la Rockstar annegherà nelle cause per danni. Dovesse passare una simile aberrazione, ogni disquisizione sul concetto di «etica» nei videogiochi perderebbe automaticamente di significato; probabilmente passerebbe anche la voglia di sviluppare un gioco come Tetris, per paura che qualche bimbo getti dei mattoni dalla finestra. Oppure, ipotesi che senz'altro troverebbe più concreta applicazione, i videogiochi sparirebbero completamente dai negozi dello stato di Washington e in tutti quelli toccati dalla legge. Carino...