"I bambini dovrebbero passare più tempo a giocare all'aria aperta. Voglio dire, è la loro unica possibilità da giovani. Potranno sempre giocare ai videogiochi quando saranno vecchi". Così si è epresso al GDC2005 Teika Takahashi, la mente dietro a Katamari Damacy.
Se il creatore di uno dei più innovativi puzzle game degli ultimi anni la pensa in questo modo ci deve essere una verità di fondo, non necessariamente il verde primaverile nei prati.
Il videogioco sta spostando anno per anno il suo target verso un'utenza più matura. Pensateci.
Il processo è lento ma inesorabile, il videogioco ci segue, ci pedina, ci accompagna mano nella mano nel nostro invecchiamento. L'ombra che vedete procedere al vostro fianco non è lo spirito di Patrick Swayze innamorato di voi.
Soffermandovi a osservare quello che state giocando o che avete giocato nell'ultima annata potrete notare cenni di profondità sempre più evidenti. Quello che giocate ora è nettamente diverso da quello che giocavate 20 anni fa e la colpa non è tutta dell'innovazione tecnologica.
La domanda è: vi sentite in-target oppure aspirate a qualcosa di differente da ciò che ci viene proposto?
E - tanto per mettere altra carne al fuoco - una volta superati i 50 saremo ancora in buona compagnia o verremo abbandonati dinanzi a qualche bagina decadente? Qual è il futuro che ci attende?