Ho ricevuto numerose segnalazioni, sia nel forum che via posta elettronica, da parte di molti di voi, riguardanti il brutto fatto di cronaca avvenuto in Cina qualche giorno fa, ben raccontato - incredibile! - da questo articolo del Corriere della Sera: dopo aver conquistato la "Spada del Drago" nel gioco Legend of Mir 3, il quarantunenne Qiu Chengwei ha prestato l'oggetto a Zhu Caoyuan, che invece di restituirlo ha preferito venderlo al miglior offerente per 7200 yen, all'incirca 700 euro.
Una pratica piuttosto comune, quella di comprare oggetti "craftati" da qualcun altro, dietro cui si nasconde un mercato piuttosto redditizio.
Qiu ha denunciato il furto alla polizia (perchè di quello si tratta, alla fine), che non ha potuto fare granché: simili oggetti non sono protetti dalla legge, poiché "di fatto" non esistono; arrabbiato per il duplice torto subito, Qiu ha aggredito Zhu e l'ha ucciso pugnalandolo al petto, dopodichè si è consegnato alle autorità di sua spontanea volontà.
La faccenda è piuttosto complessa, e anche delicata: un simile gesto, nella sua atroce assurdità, porta sotto la luce dei riflettori un problema che si presenterà sempre più spesso in futuro, e che potrebbe persino costringere il legislatore a studiare delle leggi in materia, o quantomeno a regolamentare anche dal punto di vista giuridico i mondi virtuali che centinaia di persone popolano quotidianamente.
Ma come? Il dibattito è aperto...
PS Oggi è il primo d'aprile, e giustamente i server hanno pensato bene di giocarci un bel pesce, inchiodandosi a metà mattinata e causando qualche disagio che dovrebbe essere risolto.
Ce ne scusiamo con tutti.