unkle ha scritto gio, 07 aprile 2005 alle 09:07
Ben Gurion ha scritto gio, 07 aprile 2005 alle 01:35
cmq, oramai dichairarsi ateo equivale a dichiarsi credente di una qualsiasi religione...
in entrambi i casi, l'80% delle volte la posizione non è dettata da riflessioni profonde ma da scelte superficiali: la tradizione familiare da una parte, l'essere fico e illuministo-razionalista dall'altra.
La tua è la solita analisi superficiale e generalista.
C'è molta gente come me che non crede, e non si pone il problema di essere fichi o meno.
E non è una malattia che si trasmette da padre in figlio, e non è neanche una tradizione.
Smettiamola di fare "folklore".
E credimi, sembra facile, ma è molto difficile essere atei.
A me piacerebbe credere, piacerebbe pensare che dopo la morte ci sia un'altra vita, ma non ci riesco.
Più mi guardo intorno e noto con grande tristezza che non c'è nulla che ti spinga a credere.
Come si fa a credere se non avendo il dono della fede?
Io non c'è l'ho.
Lo vorrei.
Guardo quasi con invidia chi crede, perchè credo che la loro esistenza sia più facile, più fiduciosa. (A tal proposito un quesito ai credenti: che differenza c'è tra fede e speranza?)
Io invece sono un pessimista, e più mi guardo in giro non vedo alternative al mio infelice ateismo...