Para Noir ha scritto mar, 12 aprile 2005 alle 15:56
skywolf ha scritto mar, 12 aprile 2005 alle 10:39
Ho fatto un pò di casino
cerco di spiegarmi meglio.
Ateismo secondo me andrebbe inteso come a-teo, cioè senza-dio, e finita lì. Però se lo chiedi in giro scopri che ateismo viene comunemente inteso come "negazione" dell'esistenza di dio (questo è stato dovuto all'interferenza delle religioni nei secoli, ci scommetto). Ecco io personalmente non conosco nessuno in grado di dimostrarmi l'inesistenza di dio, ed è forse per questo che non conosco nessun ateo che si dichiari tale secondo questa seconda definizione, perchè è una posizione troppo facilmente attaccabile. Di fatto negare l'esistenza di dio è un'atto di fede. Io quindi praticamente conosco solo agnostici, che però magari si dichiarano lo stesso atei. E' per questo che dico che gli atei sono pochissimi, perchè in realtà se ci discuti scopri che sono angnostici.
Per l'altro discorso.. beh discutendo di ateismo online e nella real life per gli ultimi 5 anni, sono arrivato alla conclusione che anche agnosticismo è un termine equivocabile. In teoria un'agnostico non esclude l'esistenza di dio tanto da, in certi casi limite, diventare quasi credente. Ecco perchè, al di là delle altre questioni, trovo che definirsi non credente sia, "per la maggiorparte di noi atei/agnostici/ecc.", un termine che ci calza molto meglio, ed è pure più adatto ai massmedia. Ateismo ha tutt'oggi quell'alone di negatività nell'opinione pubblica.
Quanto all'unicorno, facciamo pure conto che non abbia colore. Il mio era un'esempio che si ricollega al concetto di non-falsificabilità di Popper. Era per dire che ci sono affermazioni, non falsificabili, che in quanto tali non ha senso considerare. E sulle quali non si può esprimere un parere. Il che rende poco sostenibile un ateismo che nega una proposizione non falsificabile come "dio esiste", invece di sbattersene, come fanno i "semplici" non credenti