Le cronache videoludiche di questi giorni sono state dominate dalla faccenda di GTA: San Andreas, cui oggi si è aggiunta l'ultima levata di ingegno di Jack Thompson, avvocato anti-videogiochi con qualche problema (leggetevi le dichiarazioni riguardo a Sims 2 e ditemi che non è vero). Una risata e via? Fosse facile.
Non vi nascondo una certa preoccupazione. La caccia alle streghe di questi giorni nasconde insidie che fanno passare il buonumore, più che altro perchè - a differenza di quelle cui abbiamo assistito negli anni passati - cominciano a produrre risultati concreti (riclassificazione di San Andreas, il calo delle azioni di Take Two, ecc.)
E' fin troppo facile prendersela con il ridicolo puritanesimo americano, quando la maggior parte dei publisher sono comunque statunitensi, quando l'industria del videogioco ruota intorno agli Stati Uniti.
Quali conseguenze future avrà tutto questo? Innanzitutto una maggiore cautela, da parte delle software house e dei publisher, nello sviluppo e nel finanziamento di giochi "maturi", per timore di finire nelle grinfie del Jack Thompson di turno, innescando processi involontari di autocensura preventiva. Senza arrivare a prefigurare scenari in cui tutti giocano a Super Mario o Tetris, l'idea non è certo esaltante. E poi: che succederà alle comunità dei modder? Come reagirà? Verrà osteggiata dalle stesse software house per timore di altro? Potremo ancora aspettarci giochi "moddabili"?