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SECCA REPLICA DELL’AVV. PALUMBI VICEPRESIDENTE FORTITUDO
Sabatini non sa leggere i bilanci
«Dovrebbe frequentare un corso accelerato, ha confuso il passivo con le perdite»
di Giuliano Musi
BOLOGNA - Oltre ai due derbies di campionato a Bologna lo scontro Fortitudo- Virtus è all’ordine del giorno. Domenica il patron delle Vu nere Sabatini ha portato l’ennesimo assalto nei confronti dell’Aquila, ieri gli ha replicato con decisione l’avv. Renato Palumbi, vicepresidente vicario della Fortitudo.
Una risposta a tutto campo che si focalizza su due punti: la posizione delle due società nell’ambito della Lega che a parte i comportamenti di Sabatini ha comunque una comunità d’intenti, e una posizione invece antitetica in materia di bilanci.
Si parte dalla Lega.
« Quello che non condivido di Sabatini
- dice l’avv. Palumbi - è il comportamento nel corso delle riunioni e la volontà di fare vere e proprie ”rivoluzioni” in cinque minuti. Prendiamo l’ultima riunione di Lega a cui Sabatini ha preso parte. Si è discusso a lungo di vari argomenti e solo all’ultimo momento, quando ormai ci si stava alzando, Sabatini ha messo sul tavolo un suo progetto per la gestione della Lega che si può definire rivoluzionario.
Un progetto che anche la Fortitudo condivide in molti punti ma che non poteva ovviamente avere il via libera all’istante. Quando gli abbiamo fatto presente che sarebbe stata necessaria una profonda analisi del progetto perchè, proprio perchè era interessante e condivisibile, implicava una sterzata basilare nella gestione dei club, Sabatini si è inalberato perchè la sua proposta non è stata messa immediatamente ai voti, ha abbandonato la riunione e dal quel giorno non lo abbiamo più visto ».
Quali sono le linee essenziali della proposta Sabatini?
« Lo scopo primario è quello di ristabilire una gestione sana delle società con equilibrio assoluto tra spese e ricavi. E’ una strada obbligata se si vuole evitare che in tempi brevi salti in aria l’intero movimento cestistico. Lui ha proposto una tassa di desione alla Lega non inferiore ad un milione di euro. Una tassa che assicurerebbe un avvenire alla stessa Lega e farebbe pulizia nei conti dei club perchè li obbligherebbe ad una gestione oculata.
Una tassa giusta aggiungo io perchè se si vuole godere di una certa vetrina come quella che assicura anche la Lega è giusto partecipare alle spese. Noi saremmo addirittura propensi ad arrivare ad 1,5 milioni di euro di tassa d’ammissione ».
Su cosa non siete in sintonia?
« Sulle modalità di attuazione del provvedimento. Sabatini vuole tutto e subito noi pensiamo invece che sia indispensabile un’applicazione graduale, modulata alle esigenze delle società, anche perchè poche hanno i mezzi per adeguarsi immediatamente. Un provvedimento del genere, pur se preso legittimamente, in piena autonomia dalla Lega, va comunque armonizzato anche con la Legadue. La creazione delle franchigie va studiata a fondo perchè si giustifica solo se ha come obiettivo primario la riduzione dei costi.
Facciamo un esempio.
Reggio Emilia si è trovata a pagare una tassa di ammissione che è lievitata da un anno all’altro da 25 mila a 250 mila euro. Una botta terribile che è stata assorbita ma solo favorendo la società consentendole una certa gradualità nella copertura della cifra ».
Arrivare ad un milione sarebbe ancora più difficile « Per molti sarebbe impossibile se si facesse un salto immediato senza correttivi come wild card, modulazione dell’impegno e altro. Su un punto però siamo e saremo irremovibili. Ogni novità, ogni modifica strutturale deve essere mirata al contenimento dei costi. E lo stesso criterio deve essere alla base di ogni modifica ai regolamenti federali (in particolare nel tesseramento e nel numero dei giocatori impiegabili). L’imposizione di Petrucci è stata solo la causa scatenante della nostra opposizione. Abbiamo infatti riscontrato, dopo un’attenta analisi fatta in base ai nostri bilanci, che la Fortitudo si sarebbe trovata a sostenere costi identici anche con le nuove regole sui tesseramenti. In sostanza non sarebbe cambiato nulla mentre noi vogliamo che tutto tenda alla riduzione dei costi. In caso contrario non ha senso cambiare se poi non si ottengono risultati positivi, incoraggianti, che diano sicurezza economica
».
Servono regole nuove e flessibili per recuperare anche le grandi piazze decadute « Noi siamo pronti a dare battaglia per l’introduzione del ranking, della contrattazione, della wild card, della possibilità di riscattare una retrocessione. Si potrebbero fare aste alla rovescia. Se avessimo potuto muoverci con maggior libertà casi come la Virtus e Pesaro in Legadue e serie B1 non si sarebbero mai verificati e il basket avrebbe avuto sempre due piazze al massimo livello, due piazze che assicurano almeno 15000 presenze.
Il concetto di sportività è basilare ma è altrettanto basilare l’affidabilità dei bilanci. Quando a fine stagione si presentano rendiconti con deficit a nove zeri restano solo due strade, o si ha un presidente appassionato che azzera le perdite o si fallisce. Per questo noi insistiamo, vogliamo che tutti i club rispettino l’equilibrio tra entrate ed uscite ».
In merito ai bilanci Sabatini ha messo sotto accusa anche la Fortitudo « Sabatini non sa quello che dice. Ancora una volta, facendosi i fatti degli altri a sproposito, accusa la Fortitudo di non portare attenzione ai bilanci collocandola peraltro tra i club che stanno peggio. Bisognerebbe che il signor Sabatini frequentasse un corso accelerato di lettura dei bilanci. Nel caso Fortitudo ha confuso il passivo (che è la differenza tra costi e ricavi) con le perdite; e non è cosa di poco conto ».