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Ranieri, l'allenatore incedibile
Cobolli Gigli: "Claudio non si tocca" E l'allenatore: "Stagione strepitosa"
MASSIMILIANO NEROZZI
TORINO
Si tratta, e si tratterà, su quelli da comprare o da vendere, non su chi allenerà la truppa juventina che ne verrà fuori: «Ranieri non si tocca - ha detto ieri il presidente, Giovanni Cobolli Gigli - sta lavorando benissimo e dopo aver fatto un primo campionato dove ci ha riportato in Champions, molto probabilmente si ripeterà anche in questa stagione. Lui ha dimostrato di avere in mano non solo il gruppo, ma anche la tecnica e la tattica». Sulla stessa linea, l’ad, Jean Claude Blanc: «Ranieri non si discute». Già rinnovata dietro le quinte la fiducia nell’allenatore subito dopo l’eliminazione dall’Europa, contro il Chelsea, ieri i vertici della Juve si sono così esposti ufficialmente, mentre presentavano il piano di finanziamento del Credito sportivo al nuovo stadio bianconero.
Il club ha digerito l’uscita continentale e apprezzato la reazione della squadra, con il 4-1 sul Bologna, mica troppo scontato dopo un primo tempo orribile. Cobolli Gigli, non a caso, ha sottolineato «come Ranieri ha gestito la gara con il Chelsea, soprattutto nel tentativo di rimonta della ripresa, con l’inserimento di Giovinco. E l’atteggiamento nel secondo tempo contro i rossoblù», in una partita che poteva diventare complicata. Tecnico incedibile, allora, almeno fino a giugno 2010, data di scadenza del contratto.
Filerà di certo così se l’andamento della squadra continuerà sulla rotta fin qui tenuta, cioè arrivando almeno secondi dietro l’Inter o, comunque, evitando il preliminare di Champions che toccherà alla quarta: solo un finale disastroso, infatti, potrebbe innescare clamorose retromarce. Considerata la concorrenza, e l’epidemia di infortuni che gli ha spesso decapitato l’assetto, sicuramente a oggi Ranieri ha pilotato un buonissimo campionato: «Strepitoso», ha precisato il diretto interessato. Diventerebbe miracoloso, si presume, nel caso riuscisse a sfilare lo scudetto ai nerazzurri, ma il tecnico non crede molto ai prodigi, al contrario di diversi suoi giocatori: «Fa piacere che alcuni ragazzi pensino sempre in grande - ha spiegato l’allenatore - ma noi dobbiamo essere realisti: questo scudetto lo può perdere soltanto una squadra, ma non si può sperare solamente nelle disgrazie altrui, noi abbiamo molto da costruire». Meglio non illudersi, allora: «Di motivazioni reali ne abbiamo tantissime, ma a me piace essere realista: se poi qualcuno lo perde, noi non lo buttiamo, ma a me piacciono le competizioni vere, quelle possibili».
Possibilissima s’annuncia la sfida di stasera all’Olimpico capitolino, contro la Roma, anche se Ranieri non si fida troppo di un nemico decimato: «Ci vorrà comunque la miglior Juve - ha aggiunto - perché anche senza Francesco Totti, la Roma rimane una grande squadra con un pubblico straordinario». Al solito, ne ha anche lui di infortunati: Legrottaglie, Amauri, Sissoko, tanto per spolverare le ultime rotture, e Marchisio, per restare a quelle di ieri («botta al ginocchio»). Dietro ci sarà Chiellini mascherato, mentre nel mezzo rispunteranno Tiago e Poulsen, i superstiti. In attacco, Iaquinta e Del Piero sono favoriti sul ripescaggio di Trezeguet, mentre il resto è in bilico: tra la blindatura di Salihamidzic (a destra) o l’insolito abbinamento di Nedved e Giovinco, camminando tra il trequartista e le tre punte: a Roma, un anno fa, la Juve si presentò proprio impugnando con il tridente.
Anche marchisio out, evviva. Vabbè vediamo quello che combinano i tiago e poulsen. Abbiamo dato via Brighi per avere Emerson, vediamo se sono almeno più forti di lui...