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Riferimento: I Demoni - Dostoevskij [Meeting Inside]
Ma guarda Ken che non è un tono canzonatorio, più che altro è accondiscendente ed alla fine Trofimovic è il personaggio positivo, anche per la sua ingenuità. Se ci pensi è molto, e sottolineo molto, più critico con Nikolai... Il suo modo di insinuare le cose è molto più subdolo di quanto appaia in superficie... Per Dostoevskji Nikolai è apparentemente giudicato male dalla società, che imputa a fellonia le sue stranezze, solo per poi giistificarle nel racconto con una sorta di ipocondria o schizofrenia che lo colpisce... Tuttavia appare chiaro che è solo un modo per ingannare il lettore in superficie, con il tempo Stavroghin assume tratti da Robespierre dei poveri, con il suo fare annoiato ed al tempo stesso arrogante, sempre più marcato... Forse il tutto coincide proprio con il passaggio di testimone tra lui e Trofimovic, come personaggio attorno a cui ruota la vicenda...
Per esempio nel discorso con Kirillov sulla fede ed il suicidio, Stavroghin esprime vero disgusto nei confronti dell'unico personaggio che rimarrà fedele a se stesso fino all'ultimo...
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Non so a che punto sei tu Zeppeli, forse l'avevi già letto -mi pare?-, ma ora non saprei bene quale sia il personaggio che rimarrà fedele a sé stesso fino all'ultimo: Kirillov? Sciatov?
Comunque la discordanza sembra esserci solo sul significato che io e te diamo al vocabolo "canzonatorio": io parlo di aria divertita, beffarda, come prendere in giro bonariamente -ma con insistenza e costanza- qualcuno che alla fin fine non ci dà noie né ci crea problemi nella sua innocuità.
Questo è quello che mi sembra del tono usato per descrivere le paturnie del povero Stepan.
Ben diversa è per ora la cautela con cui Dostoevskij sta tratteggiando le figure di Stavrogin e Kirillov da un lato, e diversamente ma in modo egualmente curato quella del giovane Verchovenskij.
La critica comunque appare generalizzata e sentita più che altro alla società russa dei salotti, dei potentucci, dei loro branchi belanti e delle convenzioni, ma questo ce lo aspettavamo.
pag. 323
Niente da dire per ora. Tutto rimane nebuloso, i tuoni aumentano leggermente.
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finita la prima parte, pag 209 ( se non erro ).
Certo che quest'aria "tesa" giova molto al racconto. :o
Mi piacciono molto le dinamiche di inizio secolo scorso, la rigida educazione ( o maleducazione in certi casi ), le impertinenze e i pettegolezzi che diventano il centro della giornata.
Ritiro quello che ho detto su Trofimovic :consola:, mi piace molto suo figlio come personaggio e attendo sviluppi impazientemente( un po' frustrato pero' da quello che scrive Shabby :bua: ).
Noto una differenza particolarissima fra questo romanzo e tutti gli altri scritti di Dostoevskij che ho già letto.: in questo il centro della scena sono i dialoghi e i rapporti fra i personaggi principali. Negli altri, pur dedicando a questo aspetto un'importanza preponderante, mi pare l'autore riuscisse a tratteggiare pure un sfondo ( la Russia, nello specifico quella dell' '800 ) molto piu' ... :uhm: non "solido" ma ... di primo piano? :pippotto: ( non so se mi spiego.... ) Cioè si respirava l'aria dell'epoca, si spendevano copeche in vino e in donne, si passeggiava tra le vie di San Pietroburgo o nelle sue campagne, si faceva anticamera negli appartamenti dell'alta società... se un amico m'avesse chiesto soldi in prestito gli avrei chiesto gli interessi e li avrei pretesi in rubli :asd: ..insomma mi manca un po' ( ma questo è piu' da incasellare nel reparto "aspettative" che in quello "mancanze narrative" :sisi: ).
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Mi aggrego anche io al meeting come promesso (vi ho dato giusto un pò di vantaggio :snob:).
Aspettative iniziali: per me Dostoevskij è il miglior scrittore di tutti i tempi punto e basta e, sempre mia opinione, i lettori si dividono in "quelli che hanno letto il dosto" e "quelli che non l'hanno letto". Per me è un autore troppo importante, soprattutto per come ha influenzato con il suo romanzo Delitto e Castigo tutta la narrativa (ma non solo quella) moderna. Penso che non ci sia autore che sappia descrivere meglio di lui gli stati d'animo, le sensazioni, i veri e propri demoni che albergano nell'animo umano. Parto quindi con aspettative enormi per questo romanzo e so che non mi deluderà. Ovviamente non so nulla di nulla di questo libro, so solo che si chiama I demoni e questo mi basta :sisi:
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Citazione:
Originariamente Scritto da
david
Mi aggrego anche io al meeting come promesso (vi ho dato giusto un pò di vantaggio :snob:).
Aspettative iniziali: per me Dostoevskij è il miglior scrittore di tutti i tempi punto e basta e, sempre mia opinione, i lettori si dividono in "quelli che hanno letto il dosto" e "quelli che non l'hanno letto". Per me è un autore troppo importante, soprattutto per come ha influenzato con il suo romanzo Delitto e Castigo tutta la narrativa (ma non solo quella) moderna. Penso che non ci sia autore che sappia descrivere meglio di lui gli stati d'animo, le sensazioni, i veri e propri demoni che albergano nell'animo umano. Parto quindi con aspettative enormi per questo romanzo e so che non mi deluderà. Ovviamente non so nulla di nulla di questo libro, so solo che si chiama I demoni e questo mi basta :sisi:
this^ alla n :snob:
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Io sono arrivato circa a pagina 190 ma per il momento non ho nulla da aggiungere se non che mi sta piacendo molto :sisi:
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pag 243
La trama si infittisce.
Mi stuzzica il rapporto tra i figli dei "protagonisti" e in parte anche Kirilov che finalmente comincia a "fare qualcosa" ( dopo che tutti piu' o meno ne avete parlato come un "protagonista" ).
La narrazione procede ad un ritmo "lento" utili a capire i rapporti fra i tantissimi personaggi.
Molto, molto, molto bello.
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kirilov è più un personaggio "teorico" che un personaggio "d'azione", ma rimane sicuramente tra i 2-3 più affascinanti
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pag. 423
Bellissimo svolgimento degli eventi.
Succede poco in questo romanzo, ma tanto si intuisce che abbia da avvenire, e altrettanto almeno si sente avvenire nei personaggi.
(spoilero ma non è un granché, non svelo nulla)
La trama inizia a dipanarsi più sostanziosamente, ma non m'importava un granché, avrei potuto continuare a leggere quadretti di vita sociale russa-provinciale di XIX secolo ancora a lungo :asd:
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Mi manca giusto l'appenice (20 pagine) per finirlo.
Posso dire che è un grandissimo romanzo. Probabilmente il seguito spirituale di Delitto e Castigo.
E' un'opera molto politica ma anche molto cupa. Il finale è da brividi. Ora mi leggo l'appendice per riuscire a capire tutto il puzzle ma posso dire che il numero dei personaggi è giustificato perchè questo I demoni è un grande gioco ad incastro.
L'unica cosa è forse la figura di Stepan Trofimovic che mi ha lasciato un pò perplesso (però devo ancora leggere l'epilogo).
Comunque domani posto un commento più articolato ma posso dire fin da subito che confermo in toto le aspettative iniziali. Opera indimenticabile :sisi:
E Dostoevskij veramente uno di quelli in anticipo sui tempi in ogni (e dico ogni) romanzo :sisi: Non aprite se non avete finito
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ma ... :o David!!!
500 pagine in due giorni!??!?!?
( get a life? :asd: )
io, pag 318.
Mi sta piacendo da morire. Vero succede poco, ma gli avvenimenti accennati e mai spiegati fino in fondo attaccano alle pagine. :sisi:
Adoro i dialoghi e come evolvono i rapporti fra i vari personaggi.
Se proprio devo trovare un difetto ... :uhm: forse è che il figlio di Trofimovic fin qui è lo stereotipo del "cattivo", appena parla o fa qualcosa subito mi sta sul c.... :asd:
David, m'è cascato l'occhio sulla 4a qualche giorno fa, c'ho letto che è il continuo spirituale di Delitto & Castigo, ora lo scrivi anche tu. Si puo' avere piu' hype leggendolo sto romanzo che prima di iniziarlo? :bua:
Dostoevskij :rullezza:
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Non mi ricordo nulla del romanzo, ma mi sento di poter nuovamente postare un commento critico: Stavrogin :rullezza:
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Ecco il commento come promesso
Citazione:
Forse l’opera più cupa ed oscura che ho letto tra quelle di Dostoevskij, questo I demoni mi ha lasciato, una volta terminato, un senso di disagio, un senso di malinconia interiore acuito probabilmente anche dalle ultime pagine e da un epilogo in puro stile dostoevskijano. Non è completamente azzardato considerare questo romanzo come il seguito spirituale di Delitto e Castigo, questo perché nuovamente abbiamo un giovane della buona borghesia russa che, tediato forse dalla vita troppo tranquilla e semplice, si lascia sedurre dal demonio o comunque è fortemente dedito ad atteggiamenti licenziosi e poco edificanti. Quindi il paragone tra Raskol’Nikov e Nikolaj Stavrogin non è, a mio avviso, azzardato, ma anzi trova forse, in più momenti, valide ragioni per essere considerato.
In primo luogo però I demoni è un’opera politica, nel senso che cova dentro di sé il seme della rivoluzione, della discordia, del dissidio giovanile per dimostrare, tramite atti che non lesinerei a definire terroristici a tutti gli effetti, che è possibile aizzare la folla, svegliare le masse “dormienti” contro il potere. Tuttavia Dostoevskij mostra il lato brutale della rivoluzione, quello ricco di sotterfugi, di macchinazioni, di complotti, ma anche quello più oscuro e sanguinoso, perché non esiste lotta politica senza spargimenti di sangue.
Due sono le personalità che spiccano: uno è, come già citato prima, Nikolaj Stavrogin, l’altro è Piotr Stepanovic. Il primo è la mente oscura che sta dietro tutto il complesso meccanismo ordito dall’autore. Sempre ai margini del romanzo, latita spesso, mai protagonista in prima persona, eppure alla fine la figura che rimane più impressa è proprio la sua, quella del ragno tessitore (qualcuno si ricorda di Varys?), quello che non si sporca mai le mani in prima persona e che non rischia apparentemente nulla. Il secondo invece è colui il quale esegue il cosiddetto lavoro sporco, che si occupa di reclutare personale ma soprattutto istiga ed aizza gli animi e le persone, portandole a compiere gesti scellerati.
Bisogna comunque aggiungere che I demoni non è un romanzo semplice. E’ un grande gioco ad incastri, sovente ci sono solo dei rimandi a situazioni chiarificate successivamente (penso al discorso tra Stavrogin e Sciatov sulla moglie che verrà chiarito solo nel finale) e comunque Dostoevskij, con questa sua opera, ha mantenuto un alone di mistero, di verità dette e non dette che contribuisce a lasciare un po’ smarriti in alcuni momenti. Non nego che più di una volta ho creduto di aver ben trovato il senso finale del libro, ma invece ero fuori strada. Solo nell’appendice finale e nella conclusione si avranno chiari tutti i punti. I personaggi sono molti e spesso ci si domanda se veramente necessari o forse solo delle mere comparse senza troppo significato. In realtà tutti sono funzionali al grosso progetto di Dostoevskij, anche se probabilmente Stepan Trofimovic è quello che mi ha lasciato più perplessità di tutti. Forse egli rappresenta l’ultimo grande intellettuale, quella figura che Dostoevskij ammira in maniera incondizionata a differenza della nuova gioventù nichilista russa, che condanna senza appello.
Io sono dell’idea che Dostoevskij sia uno dei più grandi (se non il) scrittore di tutti i tempi. Senza di lui, a mio avviso, non ci sarebbe stata grossa parte della letteratura moderna che deve molto a questo autore per il modo in cui ha saputo mettere per iscritto le paure, i tormenti, i veri e propri demoni dell’uomo, il senso di solitudine che prova nel vasto mondo ed il senso di impotenza di fronte a Dio. Questo I demoni rimane per me una lettura imprescindibile per tutti; necessita di due prerequisiti: aver letto buona parte della produzione dell’autore russo (almeno Delitto e Castigo, i Karamazov e forse anche l’Idiota) e, cosa forse più importante, aver ben presente che, se si vuole cimentarsi nella lettura, si andrà incontro ad un’opera complessa, importante e molto ma molto cupa. Le soddisfazioni che si ricaveranno dalla lettura (ma soprattutto dal bellissimo finale) saranno però enormi.
Libro splendido!
Inutile dire che gli ho dato 5 stelle :caffe: e che la tirata ne è valsa la pena :sisi:
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pag 350.
sempre piu' bello.
La struttura a matrioska ( :lul: ) non aiuta molto la lettura a piccole dosi ( come purtroppo sto facendo io per forza di cose ), pero' questo romanzo è superlativo.
Apprezzo tantissimo il modo in cui Dostoevkij tira fuori i colpi di scena cercando di non suscitare clamore ma mettendoli li' come fatti già accaduti.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
sava73
pag 350.
sempre piu' bello.
La struttura a matrioska ( :lul: ) non aiuta molto la lettura a piccole dosi ( come purtroppo sto facendo io per forza di cose ), pero' questo romanzo è superlativo.
Apprezzo tantissimo il modo in cui Dostoevkij tira fuori i colpi di scena cercando di non suscitare clamore ma mettendoli li' come fatti già accaduti.
Pearls to the porks :snob:
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Citazione:
Originariamente Scritto da
sava73
:uhm:
non vedo perchè.
Il dosto regala perle a noi comuni mortali :sisi: (mi sentivo di usare questo inglesismo :snob:).
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p. 469
Niente da aggiungere, se non che prima o poi tutti i personaggi presentati (e sono tanti) ricevono un trattamento personalizzato da parte del narratore.
Niente comparse, o meglio, qualcuna è rimasta ma a questo punto possiamo arguire che ce ne sarà anche per loro. Ovvio che ci sono impersonazioni che si rifanno a personaggi realmente esistiti e facenti parte del substrato sociopolitico contemporaneo a Dostoevskij, ma il peso che ha l'analisi dostoeschiana (massì, usiamo sti orrendi italianismi 'a la "niciano" :asd: ) proietta queste maschere come assoluti nella società umana.
Continuo la lettura.
Aggiungo che la sensazione di trovarsi a teatro è costante, e meravigliosa :sisi:
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pag. 409
La votazione per la "seduta" :rotfl:
Cioè Dostoevskij riesce ad essere pure comico.
Romanzo affascinantissimo. Diverso da tutti gli altri letti, ma non per questo peggiore. Mi pare che la Madre Russia non sia così la protagonista come nelle precedenti opere lette, ma infondo c'è pure un perchè piu' che logico ( almeno fin'ora ).
Bellissimo, vorrei solo avere piu' tempo per leggerlo per poter immergermici completamente.
Voi dove siete arrivati? :look:
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Citazione:
Originariamente Scritto da
sava73
pag. 409
La votazione per la "seduta" :rotfl:
Cioè Dostoevskij riesce ad essere pure comico.
Romanzo affascinantissimo. Diverso da tutti gli altri letti, ma non per questo peggiore. Mi pare che la Madre Russia non sia così la protagonista come nelle precedenti opere lette, ma infondo c'è pure un perchè piu' che logico ( almeno fin'ora ).
Bellissimo, vorrei solo avere piu' tempo per leggerlo per poter immergermici completamente.
Voi dove siete arrivati? :look:
:look:
Comunque questo romanzo è un mix di generi (anche se è riduttivo e banale dire così). Poi arriverà anche la parte "dark" :rullezza:
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Mi manca poco, tipo quaranta pagine.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Ken Shabby
Mi manca poco, tipo quaranta pagine.
Allora hai già passato
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Sì,sì, espressione di pura superiorità letteraria dostoeschiana
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Finito.
Allora, ho già detto fin troppo finora, per cui sarò breve.
La lettura di questo romanzo é un'esperienza piacevole.
Non mi va din dire impegnativa, perché io parlo per me, e le letture impegnative per me sono altre, e quelle non ti tengono sveglio la sera, non sì infilano in ogni quarto d'ora libero. I protagonisti sono costruiti meravigliosamente, così come l'impalcatura generale del racconto é disvelata con rapide accelerazioni ed efficaci approfondimenti, mai banale,difficilmente prevedibile.
Diverso dal resto che ho letto di suo,qui la scena provinciale russa é però orchestrata con maestria pari a quelle cittadine..
Non ho voglia di spoilerare,ma le scene madri del racconto sono gestite veramente bene.
Boh, voto massimo per me. Dostoevskij non mi ha MAI deluso.
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Sicuramente è l'opera più politica tra quelle che ho letto di Dostoevskij :sisi:
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pag 472
credo che la piu' grande differenza fra questo e tutti gli altri ( letti ) di Dostoevskij sia il punto di vista della narrazione.
In questo, pur essendo interno al racconto, è quasi super-partes e onniscente. Passa da un personaggio all'altro in maniera quasi schematica, senza "approfondimento" intimo del personaggio, ma raccontandone solamente i fatti.
Il romanzo ne giova solo per la grande qualità dell'autore, e per il fatto che chi si pone davanti alla lettura non si ferma ai "pettegolezzi" narrati ma sà che deve leggere oltre le righe.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
david
Sicuramente è l'opera più politica tra quelle che ho letto di Dostoevskij :sisi:
Senz'altro, poi anche il modo in cui sono gestite le dinamiche interne al "movimento" è davvero magistrale.
Più ci ripenso e più mi sembra che il tono generale dell'opera sia molto ironico.
Di più di altri romanzi? E' passato molto tempo da che li ho letti ma a quanto ricordi mi sembra di sì, anche situazioni in teoria fortemente drammatiche sono narrate con un distacco beffardo che è delizioso.
A mio parere l'unica figura davvero tragica è quella di Stavrogin, lui sì, carico di tensione e di un senso di vuoto pauroso.
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pag 537
sto leggendo molto lentamente ma ogni volta che riprendo in mano sto libro la prima cosa che penso e che lo vorrei leggere tutto d'un fiato. Mi sta piacendo sempre di piu'. Mi piace come Dostoevskij scenda sempre a fondo nei sentimenti umani, districamndoli dalla loro matassa informe e presentandoceli così... chiari.
Le vicende appassionano, peccato ogni tanto per le digressioni di contorno che allungano il brodo, ma ne capisco pure la necessità al fine della comprensione dei vari motivi dei personaggi.
Non mi piace affatto l'evidente limite della pubblicazione a fascicoli ( e le anticipazioni che l'autore fa per tenere i lettori incollati alla "prossima puntata" ).
Detto questo: piu' leggo Dostoevskij piu' penso che come lui non c'è stato ancora nessun'altro.
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Che libro meraviglioso :sisi:
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Citazione:
Originariamente Scritto da
sava73
pag 537
Detto questo: piu' leggo Dostoevskij piu' penso che come lui non c'è stato ancora nessun'altro.
aye aye sir!
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Pagina 641
Dopo una breve pausa di una settimana circa ho ripreso in mano il libro ed ho "macinato" circa 150 pagine in circa 4 giorni.
Dopo una serie di episodi clou il ritmo ha subito un netto cambio di marcia ed ormai quasi ogni paragrafo può nascondere un colpo di scena.
Purtroppo, essendo "Delitto e Castigo" il mio unico termine di paragone, non ho modo di soffermarmi su alcuni paragoni che ho letto nei commenti precendenti comunque, forse proprio perché è un'opera molto politica, mi sta davvero entusiasmando.
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pag 633
come Nead sono entrato in berserk :asd:
prima o poi doveva succedere qualcosa... in questo punto succede tutto e diventa impossibile staccarsi dalla lettura!
Non ho la piu' pallida idea di cosa succederà da qui alla fine e la cosa mi piace assai :o
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Lo finisco per domani sera e ti spoilero tutto alla partita :sisi:
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Riferimento: I Demoni - Dostoevskij [Meeting Inside]
pag 693
:uhm:
:uhm:
in fase di "digestione" direi... ho iniziato il particolare stato d'animo che solo questo autore sà regalarmi. La storia è "praticamente" finita, manca solo l' APPENDICE e spero mi regali almeno UNA soddisfazione perchè fin qui... a livello di fabula... zero :asd:
vado di spoiler
@Olengatt: non capisco tutto quel ":rullezza:" per Stravoghin, cioè alla fine esclusa una scena memorabile e grandiosa nei significati è un essere meschino e niente di piu', lontano anni luce dal carisma di Mitja o Raskolnikov.
Ormai sono in dirittura d'arrivo, per un commento finale pero' aspettero' qualche giorno in piu' per permettermi di elaborare bene la grande confusione di spirito che il Grandissimo autore russo ha saputo generare con questo romanzo in me.
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Riferimento: I Demoni - Dostoevskij [Meeting Inside]
ho letto solo ora il quote del primo post in cui di solito metto la 4a.
( sono diventato bravissimo a fare copia/incolla senza leggere nulla :lol: )
ma è di uno spoiler CLAMOROSO!!!
io la levo :sisi:
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ho scoperto per per caso il vostro forum e vorrei chiedervi un opinione sul finale dei demoni... qualcosa a me sfugge, nonostante l ho già riletto diverse volte... qualcuno mi sa dire perchè quando
Se qualcuno di voi lo ha capito attendo l'aiuto...
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Riferimento: I Demoni - Dostoevskij [Meeting Inside]
( ho aggiunto io lo spoiler per evitare che altri inavvertitamente scoprissero cose sul finale prima di leggere il romanzo ).
secondo me dai troppo spessore a Stravoghin, io ad un certo punto del romanzo ho cominciato a svalutarlo fino al finale.
Lui è quello che sembra.
...magari avendo letto anche "Memorie del sottosuolo" avresti potuto fare il paragone con il "tipo di personaggio" che Dostoevkij ama creare.
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infatti mi pare proprio che nel finale anche lui si riduca come tutti gli altri demoni a un mezzo ciarlatano...
il personaggio che a me è piaciuto di più è il vecchio trofimovic, che risale la china e prima
tra i "demoni" salverei kirillov che sembra avere una qualche pazzesca fede in quello che dice e fa (almeno è simpatico). Alla fine stavr. mi scade un po pure lui quasi a livello di piotr... era partito come incarnazione perfetta del male... alla fine fa un po ridere...
le memorie le avevo lette tanti anni fa e mi ricordo solo che le avevo trovate snervanti.
questo romanzo invece ha il suo fascino, devo ancora farmi un idea definita... lo trovo troppo "rosa" all'inizio (e divagatorio...) mentre sono grandiosi i monologhi politici / spirituali!
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Riferimento: I Demoni - Dostoevskij [Meeting Inside]
si ok ma mettilo uno spoiler ogni tanto :bua: