Supercoppa Italiana, si va verso la scelta di RomaIl presidente di Lega boccia Pechino, si gioca in Italia. La decisione definitiva nel Consiglio del 27, l'opzione capitolina è quella più chiara
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TORINO. Stai a vedere che, alla fine, per disputare ’sta benedetta Supercoppa sarà il buon senso a trionfare. Dopo accuse e repliche, controaccuse e silenzi, parole al vento e comunicati avvelenati, la distanza fra Juventus e Lazio si sta pian piano riducendo. Così il primo atto ufficiale della stagione dovrebbe “consumarsi” in Italia, allo stadio Olimpico di Roma. Quella della città capitolina, tuttavia, non è ancora una scelta ufficiale, ma le basi sembrano piuttosto solide.
CIAO ESTERO Ci ha pensato, ieri mattina, il numero 1 dei club della massima serie Maurizio Beretta a tracciare un solco
: «La Supercoppa si giocherà sicuramente in Italia il 18 agosto». E ancora:
«La sede non è stabilita, però mi auguro che si possa trovare una soluzione condivisa. Il 27 giugno sarà convocato un Consiglio di Lega e un’assemblea. Sarà quella la sede deputata per la decisione, anche se auspico una soluzione condivisa prima». Prospettiva complicata, visto che le parti non hanno alcuna voglia di anticipare i tempi. L’ipotesi estera, dunque, perde quota. Perché, è bene ribadirlo, c’è un regolamento votato a maggioranza che da 22 anni stabilisce che la Supercoppa debba essere disputata in casa della squadra vincitrice dello scudetto, con buona pace delle pretese di chi si è aggiudicato la Coppa Italia. Vero, esiste una deroga secondo la quale la sede della partita può essere trasferita all’estero col beneplacito di entrambe le contendenti. Ma si dà il caso che la Juventus, a suo tempo (con l’ormai nota missiva dell’8 marzo), avesse manifestato il proprio diniego a giocare a Pechino, teatro dell’ultima, burrascosa, finale tra i bianconeri e il Napoli battuto e in fuga dal palco della premiazione.
NON SOLO TORINO Il rifiuto bianconero alla Cina scatenò la reazione furibonda di Claudio Lotito al termine dell’ultima riunione in Via Rosellini, con gli strali lanciati verso Andrea Agnelli («La Juve cambia le carte in tavola, non è la Lega») e la conseguente risposta bianconera («Lotito ignora che la conquista della Supercoppa fa sorgere in capo alla Lazio il diritto a disputarla, non quello ad incassare una somma garantita»). Il patron biancoceleste minacciò pure di chiedere i danni, frutto dei mancati incassi derivanti da una tourneé sudamericana già programmata e dalla trasferta pechinese. Ma con la Juve impegnata nel tour degli States non sarebbe stato possibile “obbligare” i campioni a sobbarcarsi un altro “viaggione”. Le parti, insomma, si stanno venendo incontro: peraltro la Juve, pur non volendo trattare con Lotito, non coltiva tutto questo desiderio di giocare per forza a Torino. Da Corso Galileo Ferraris filtra una posizione ben precisa: deciderà la Lega, nessuna questione sarà posta in ballo e l’eventuale quanto probabile decisione di stabilire la sede a Roma non sarebbe accolta dai bianconeri con l’ascia di guerra. Mentre la Lazio si sta convincendo, dopo aver battagliato a lungo nel far notare che nel Consiglio (dove la Juve non è rappresentata) convocato il 4 marzo (4 giorni prima della lettera ufficiale bianconera) per fissare date e orari, si era parlato della possibilità di disputare la Supercoppa il 10 agosto a Pechino o il 17 in Italia se una delle due contendenti fosse stata impegnata nei preliminari di Champions. Un’eventualità, quest’ultima, che non si è concretizzata e che, dunque, poteva segnare un punto a favore dei biancocelesti, “tifosi” di Pechino. Ma Beretta ha ormai deciso e per Lotito, tra gli sponsor della rinconferma del presidente in Via Rosellini, il fatto di dover compiere un passo indietro non sarà stato accolto benevolmente.
FRIZIONE Lo stesso patron ha scelto una linea morbida:
«In un sistema conta il rispetto delle regole. E quando c’è un processo di prevaricazione, c’è il malcontento - dice il presidente della Lazio a Radio Radio
-. «Però mi atterrò alle decisioni del Consiglio di Lega. Certo, è sotto gli occhi di tutti il fatto che, non facendo la finale a Pechino, la Lazio ha rinunciato a 1,8 milioni. Se si dovesse disputare a Roma, mi auguro che la Lazio non ne abbia un nocumento economico». Lotito e Beretta, peraltro, si rivedranno a Roma per la riunione della Fondazione per la mutualità. Chiara la frizione tra i due, chissà cosa ne verrà fuori...
GUADAGNI La soluzione capitolina accontenterebbe tutti. In questo senso, dall’entourage biancoceleste filtra un primo, sommario, calcolo: il guadagno complessivo del match all’Olimpico si aggirerebbe intorno ai 2,4 milioni, stimando uno stadio occupato da circa 55.000 tifosi. Il tutto, in un impianto che può ospitare quasi il doppio degli spettatori; in uno stadio in cui i posti sarebbero divisi a metà, garantendo anche ai bianconeri una cornice di pubblico da big match, lì dove il tifo per la Juve non è mai di poco conto. Senza contare il fatto che, a dispetto di quanto accadrebbe a Roma, allo Stadium non è così scontato che la metà dell’impianto sarebbe occupata interamente dai supporter laziali. Nella Capitale le parti massimizzero più o meno i ricavi, la volontà della Lazio di non giocare a Torino sarebbe soddisfatta, mentre la Juve avrebbe una grande occasione: vuoi mettere la goduria nel vincere nella tana del nemico?