[RUBRICA] Oggi ho visto....

[Isola]

Vorrei dire qualcosa sul secondo ma a metà me so abbioccato, giuro, e non avendo manco tutta sta voglia di rivederlo sono condannato a non avere mai un giudizio a riguardo se non "una discreta ora di sonno"

per il primo è andata cosi anche per me,per il secondo anche peggio.

Mi addormentai a metà film col primo al cinema,il vicino mi ha svegliato 3 volte perchè russavo troppo,non sto scherzando.....
Sti sherlock holmes sono una busta de piscio...
E dopo n film di merda passiamo a uno piacevole:


Veramente gradevole.....a parte il solito Clichè del partner superficiale associato a una relazione assurda....ma vabbè..

[Nevade]

No io almeno ero a casa sul divano al cinema no c'è un limite a tutto

[Isola]

No io almeno ero a casa sul divano al cinema no c'è un limite a tutto

Bhè anche io le altre 4 volte che ho cercato di rivederlo,però niente da fare....Non mi capacitavo ,TUTTI sostenevano che era un filmone,un vero revamp di Sherlock Holmes,Giovine,dinamico,più attinente ai libri con le sue debolezze bli blo bla.....na merd.

[HomeBoy]

Lol sto diventando bravo a schivarli i film di merda al cinema, i due Sherlock secondo Downey Jr. li ho entrambi balzati pur avendo ricevuto continue richieste da amici per andare a vederlo. In compenso oggi ho completato la saga di Chucky con un mio amico, consapevoli di condannarci a quasi tre ore di purammerda.



Bride Of Chucky di Ronny Yu. Non brutto brutto in modo offensivo come il 3, tutto sommato. La svolta comedy c'è, in modo ufficiale, ma poco efficace. La moglie è anche abbastanza simpatica, sotto forma di bambola. John Ritter che diventa Pinhead () è riuscito a farmelo sopportare visto che lo odio come attore (escludendo It in cui mi piacque, e comunque mai quanto il figlio Jason). L'idea di trasformarlo in un'avventura on the road non è malvagia ma delude per i personaggi, banali o addirittura odiosi come l'amico gay della protagonista. Squartamenti vari e addirittura esplosioni, sembra il più costoso della saga. Finale WTF al punto giusto e Dourif che per lo meno riesce a rendere Chucky simpatico ancora ancora: "Who THE FUCK is Martha Stewart?". Tra l'altro con tutte le cuciture è decisamente più figo, e il parallelo con Bride Of Frankenstein carino. Insomma un film di merda, ma c'è di peggio, tipo:



Seed Of Chucky di Don Mancini. Devo ammetterlo, i primi 5 minuti mi avevano fatto ben sperare. Invece è semplicemente ORRIDO, penso addirittura il peggiore della saga. Incomprensibile svolta infantile che ha reso Chucky una macchietta, pieno di battute sarcastiche e per nulla porcello come dovrebbe. Ritorna la moglie e non se ne sentiva il bisogno, e poi arriva Glen (o Glenda, questa citazione m'è piaciuta dai) direttamente dal culo di Tim Burton. No seriamente, ma che cazzo c'entra con lo stile della serie? A parte che è forse il peggior personaggio della saga, ma poi perché? È orribile. Totalmente abbandonata la trama principale (ma Andy che fine ha fatto?) sembra che voglia imitare l'ironia e le tematiche di Scream, fallendo miseramente. Tilly nel ruolo di sé stessa proprio non era necessaria, né tantomeno il tizio lì, Redman (?). Cameo della Spears pietoso (manco è lei, cazzo vuol dire se non usano quella vera?), situazioni imbarazzanti, dialoghi che boh e un finale semplicemente SENZA SENSO. Ciò non ha fatto altro che aumentare a dismisura la curiosità per il sesto capitolo, Revenge Of Chucky, che dovrebbe arrivare l'anno prossimo. Alcuni questo manco lo considerano canonico da quant'è merdoso. Poi fanno pure il remake, speriamo sia carino come i primi due, gli unici film realmente salvabili della saga.

La sera comunque con altri amici ci siamo scelti roba di ben diversa caratura:



The Fly di David Cronenberg. Me lo sono rivisto decisamente volentieri, è uno dei miei preferiti del regista canadese. L'ho addirittura apprezzato ancor di più, per i più svariati motivi. Goldblum epico e le trasformazioni sono davvero disgustose, non ricordavo certi dettagli. Un gran bel film.



Psycho di Alfred Hitchcock. Ebbene sì si conclude in bellezza. Non lo vedevo da anni e quindi perché no. Film praticamente perfetto, inutile spenderci troppe parole (e poi sono cotto).

[HomeBoy]

Con il commento su Ritter intendevo dire che non lo odio mai quanto il figlio eh, attenzione che magari capite che mi piace 'sto qua



Poi devo capire perché non riesco a modificare i messaggi.

[HomeBoy]

In preparazione per la tesina (già, lol) che tratterà della tragedia di Euripide paragonata con le trasposizioni cinematografiche della stessa, mi sono visto le due Medea più famose, rispettivamente di Pier Paolo Pasolini e di Lars Von Trier (in realtà il secondo è un film per la TV):



Dalla stessa trama, due film completamente diversi, quasi antitetici. Il primo è di caratura più epica, quasi pomposa. La recitazione di Maria Callas è molto buona ma forse il doppiaggio della versione restaurata non gli rende giustizia. La tematica del mondo barbaro e irrazionale contro quello pragmatico ed "evoluto" permea tutto il film, che quindi si adatta alla realtà moderna in maniera piuttosto esplicita. Interessante la figura del Centauro, totalmente assente nella tragedia di Euripide, al quale sono affidati i discorsi più interessanti del film. Bella anche la doppia morte di Glauce, di cui la prima è solo immaginata da Medea stessa (ed è quella della tragedia originale). Il finale brusco mi è piaciuto moltissimo, è spiazzante esattamente come nell'opera da cui è tratto. Insomma un film forse troppo compiaciuto, ma d'altronde è Pasolini. Quello di Von Trier è completamente diverso: prima di tutto inizia in medias res, non parla neanche degli eventi precedenti alle azioni tragiche di Medea. Molto belle le ambientazioni, nordiche e medievali, completamente opposte a quelle calde e mediterranee della Grecia immaginata da Pasolini. In originale rende molto, gli attori sono bravissimi (in certi casi anche più di quelli nella versione italiana) e nel complesso l'opera è più fedele, più vicina all'immaginario di Euripide. L'uccisione sofferta dei figli l'ho anche preferita: macabro il pezzo in cui il figlio aiuta Medea e si lega da solo il cappio intorno al collo. Forse non è così importante come l'opera di Pasolini visto che oltre alla re-interpretazione della figura della protagonista non offre molto, però mi è piaciuto.



La Città Incantata di Hayao Miyazaki. Non ho parole. In due ore di film c'è tutto: animazioni divine, personaggi assurdi e interessantissimi (e poi sono tanti cavolo, tantissimi, almeno una quindicina e tutti spettacolari), una storia tenerissima grazie alla protagonista e che riesce ad essere anche inquietante, epica, profonda. Rimandi a grandi classici come Alice nel Paese delle Meraviglie e il Mago di Oz intrisi dello stile giapponese. Dal punto di vista tecnico è stupefacente, e da quello artistico e poetico semplicemente incredibile. Sul tema di fondo del passaggio all'età adulta ci sta anche un sacco d'altra roba: nel lavoro alle fonti termali io ci ho visto addirittura l'alienazione del proletariato, con tanto di capitalista (la strega cattiva ). Ma a me piace come cosa e la vedo ovunque. Senza Volto è meraviglioso, ma anche Boh, la rana, Haku, Dr. Eggman (chiedo venia)... Ambigue le figure dei genitori, che all'inizio si comportano in modo più infantile addirittura della figlia. Un altro thumbs up per lo Studio Ghibli, e siamo a 3/3.

[SLYVERR®]

vabbè visto sto shame. Mero esercizio di stile e di recitazione, ottimi entrambi come esercizi ma per il resto un film furbo furbo.

[Alastor_Tiziano]

Cosa intendi per furbo ? Spiegati meglio

[SLYVERR®]

Furbo. Che sfiora solo l'idea di una tematica senza metterci l'impegno che meriterebbe, forse perché lo sceneggiatore consapevole dei suoi limiti.

Inviato dal mio GT-I9003

[Mikk]

Generalmente usavo il termine "furbo" con una connotazione del tutto diversa, ovvero come un film che semplicemente si limita a dare a uno specifico target di pubblico tutto quello che quel target vuole avere, senza accennare a nulla di complesso o controverso e appiattendo la realtà semplicemente su un determinato gusto. Ovviamente, con questa definizione Shame non è "furbo" per niente
E va senza dire, anche, che non concordo nemmeno con l'altra definizione di furbo data da Sly. Shame è un film molto più profondo di ciò che si può inferire solo da quanto detto o da quanto viene fatto su schermo (così come lo era Hunger). Purtroppo questo non è il luogo più adatto per una discussione approfondita del genere (e mi pare che nel topic dedicato ci fosse) e non me la sento nemmeno di intraprenderla perché il film merita tempo di riflessione che al momento non ho.

[Alastor_Tiziano]

Visto J.Edgar



Il nostro caro e vecchio Eastwood affronta nuovamente un tema biografico, scagliando come il suo solito le sue solite frecciatine al governo americano, la storia di un personaggio non molto noto qui da noi, colui che fondò la più grande organizzazione investigativa al mondo, l'uomo che ha rivoluzionato con i suoi metodi all'epoca avveneristici l'intero sistema, la vita pubblica e privata di un uomo patriottico, esigente ed instancabile ( probabilmente anche razzista o intollerante verso i non americani ) a cui fu dato un potere quasi illimitato negli Stati Uniti ove fu proclamato più volte come eroe nazionale.

Il film risulta non del tutto riuscito purtroppo, per essere un film biografico si vede molto poco dei 45 anni di attività di J.Edgar, troppo spazio è stato dedicato ( secondo me ) al rapporto singolare con l'ossessiva madre e sulla sua presunta omosessualità, restituendo al pubblico un prodoto molto lento e pieno di buchi nella sceneggiatura, complice anche una storia priva di mordente raccontata attraverso dei continui, e spesso confusi, flashback.

Quello che indubbiamente da valore al titolo in questione ( e che quindi lo rende meritevole di una visione ) è la bravura del cast, soprattutto di Leonardo Di Caprio, che migliora le sue interpetazioni ogni film che realizza, risultando un attore del tutto completo e probabilmente tra i migliori in circolazione .

I neo più grossi del film in questione però sono altri e vorrei segnalarli, il trucco utilizzato per l'invecchiamento dei personaggi e a tratti ridicolo ( avrei preferito di gran lunga veder attori diversi in queste scene ), e il doppiaggio italiano di Di Caprio è terribilmente inadatto ad una persona anziana, infatti ho immediatamente impostato la lingua originale restituendo all'interpretazione dei caratteri più idonei ed appaganti.
Un buon film quindi, che produce qualche sbadiglio soprattutto nella prima parte ma che offre ottimi momenti soprattutto nella seconda ora di visione.

[HomeBoy]

Concordo sul doppiaggio di DiCaprio. Come film l'ho mal digerito sinceramente, si sofferma troppo sull'omosessualità di Edgar (come dici) senza dare un effettivo pensiero riguardo la sua importanza politica, un po' banale sotto questo aspetto. Cerca di stare con un piede in due scarpe, appena sufficiente secondo me.

Io invece ho fatto la Rob Zombie Night.



House Of 1000 Corpses e The Devil's Rejects. Cioè ma davvero il secondo è un sequel del primo? Va be' andiamo con ordine. Il primo è una boiata tutto sommato divertente, fortemente influenzata da Texas Chainsaw Massacre, The Hills Have Eyes (nel secondo c'è Pluto infatti :rox: ) e affini. Un horror slapstick che diventa sempre più assurdo e surreale, presentando una carrellata di personaggi che devono molto agli incredibili volti che li interpretano (un grande lavoro di casting per entrambi, secondo me il punto più forte dei due film). Il regista è un musicista e si vede, sceglie le canzoni molto bene e i montaggi sono molto belli, come quando fanno fuori i poliziotti. Sul finale inizia il delirio e fondamentalmente l'unica sopravvissuta si ritrova all'Inferno: c'è un ottimo lavoro visionario nel creare look assurdi ai personaggi che abitano la "Casa" come il Dr. Satan o quella specie Leatherface. Però tutto sommato non ha molto da offrire se non una visione un po' schizzata degli horror exploitation, citazionista e sgangherata. Funziona ma non esalta. Poi arriva il seguito e boh, mi ha confuso. Dell'originale è abbandonata tutta la... definiamola "mitologia" un po' carnevalesca se non il personaggio di Tiny, il gigante deforme (ho letto che l'attore è morto, peccato perché doveva fare il film su André The Giant) che comunque appare in due scene molto brevi. La regia è decisamente migliorata e lo si vede, sembra fatto da una persona diversa. È un film particolarissimo in cui i protagonisti sono quelli che di solito, negli altri film, si vedono solo urlare con un machete in mano squartando gente a caso. È inquietante come il film riesca ad avvicinare ai personaggi, emblema della feccia dell'umanità, appunto dei reietti. Non solo loro sono violenti però: anche il poliziotto che gli dà la caccia. Intendiamoci non è un film profondo, però fa un qualcosa di più che lo eleva dalla massa dei soliti filmetti, un lavoro simile a quello che fece Carpenter con Halloween direi, nello scavare nella psicologia del mostro e nella radice della violenza. (tant'è che la curiosità per i remake di Zombie m'è salita vertiginosamente e penso proprio che in questi giorni me la leverò). Il finale con i Lynyrd Skynyrd... be' capisco perché è un cult. Sono due film che fatico comunque ad analizzare, e che proprio non riesco ad accomunare, sicuramente un caso particolare nel genere.

[alberace]

l'umanità intera che si stringe attorno a tre psicopatici, gran bel film

[Mikk]

Concordo sul doppiaggio di DiCaprio. Come film l'ho mal digerito sinceramente, si sofferma troppo sull'omosessualità di Edgar (come dici) senza dare un effettivo pensiero riguardo la sua importanza politica, un po' banale sotto questo aspetto. Cerca di stare con un piede in due scarpe, appena sufficiente secondo me.

Personalmente, mi pare tutt'altro che pacifico che un biopic debba necessariamente dare pensieri a fatti e ripercussioni della personalità di cui sta narrando la vita. D'altronde, il "che cosa" che ha reso Hoover famoso lo si può leggere in qualsiasi libro o sulla pagina di Wikipedia. A me, pare di gran lunga più importante capire il "perché", e per farlo la dimensione intima e privata di una persona ne è elemento non solo centrale, ma fondamentale e il più importante. Fermo restando che, ovviamente, non esiste ricetta che vada bene per tutte le occasioni, per quanto personalmente ritengo che il privato senza il pubblico può funzionare, mentre il pubblico senza il privato non è molto più profondo di una raccolta di ritagli di giornale.
Ad esempio al momento sto leggendo la giocosa autobiografia di Feynman e ti posso assicurare che non c'è una singola virgola sulle scoperte e gli articoli che lo hanno reso famoso, ma capisci tutto del personaggio e come sia arrivato a dare l'impatto che ha dato al secolo scorso.

[slon]

Mi son fatto la nottata norvegese con Troll Hunter e Dead Snow.
Il primo è divertente, riesce anche a trasmettere tensione agli inizi nel bosco. Avrei solo risparmiato l'inquadratura

Spoiler:

cloverfieldiana del mostro che tira su il cameraman e lo uccide, temevo di vederla dal primo minuto e alla fine è arrivata.

L'idea e la realizzazione buoni, bel personaggio il cacciatore.

Il secondo comincia male. Da l'idea di voler spaventare per una buona metà, l'incoerenza del tutto è fastidiosa. E' difficile perdonare zombie più che centometristi (sembrano i vampiri di True Blood), la capacità di ogni personaggio di sbucare dal nulla come gli attori di Intralci, la vista a tubo catodico scassato degli zombie, l'inutilità del vecchio che una volta esaurito il suo compitino di narrare la storiella si fa uccidere nella tendina da 3.99 €.
Menomale alla fine esce fuori per quello che è: una puttanata trash splatter e ridendo dimentichi i punti di sopra.

Spoiler:

Una marea di colpi di classe:
Appesi sul burrone per le intestina del nazi zombie, il mangiucchiamento vissuto in prima persona, eliminare il residuo del Terzo Reich con la tecnica Wile il Coyote, la mitragliatrice messa sulla slitta, la molotov e poi trovano la motosega. Dio mio la motosega

[HomeBoy]

Personalmente, mi pare tutt'altro che pacifico che un biopic debba necessariamente dare pensieri a fatti e ripercussioni della personalità di cui sta narrando la vita. D'altronde, il "che cosa" che ha reso Hoover famoso lo si può leggere in qualsiasi libro o sulla pagina di Wikipedia. A me, pare di gran lunga più importante capire il "perché", e per farlo la dimensione intima e privata di una persona ne è elemento non solo centrale, ma fondamentale e il più importante. Fermo restando che, ovviamente, non esiste ricetta che vada bene per tutte le occasioni, per quanto personalmente ritengo che il privato senza il pubblico può funzionare, mentre il pubblico senza il privato non è molto più profondo di una raccolta di ritagli di giornale.
Ad esempio al momento sto leggendo la giocosa autobiografia di Feynman e ti posso assicurare che non c'è una singola virgola sulle scoperte e gli articoli che lo hanno reso famoso, ma capisci tutto del personaggio e come sia arrivato a dare l'impatto che ha dato al secolo scorso.

Boh, penso ci debba essere perlomeno equilibrio tra le due cose, e J. Edgar dedica decisamente troppo spazio al tema dell'omosessualità, tutto qua. Un brutto film non lo è, d'altronde c'è DiCaprio e dietro alla telecamera Eastwood, ma poteva dare sicuramente di più. Senza contare che per quanto molto probabile, non è proprio ufficiale che lo fosse. Insomma il punto è che ci vuole una via di mezzo, e poi quello che intendevo con "è un film che cerca di mettere un piede in due scarpe" è che in certi punti mi è sembrato difendesse la figura di Hoover, e che in altri invece l'accusasse. Questa è un'impressione mia, però penso che o si prende una posizione, o nessuna, non entrambe... Penso dovrei rivederlo sapendone di più sul personaggio comunque.

Dead Snow è vero parte proprio male, ma sul finale fa morire. Troll Hunter mi manca invece.

[yarir]

Furbo. Che sfiora solo l'idea di una tematica senza metterci l'impegno che meriterebbe, forse perché lo sceneggiatore consapevole dei suoi limiti.

Inviato dal mio GT-I9003

Tu cosa avresti voluto vedere, per discutere meglio la tematica?
Oh, non è una di quelle domande retoriche idiote tipo "avresti voluto fare te il film?", sto proprio chiedendo secondo te cosa mancava.

Visto J.Edgar


I neo più grossi del film in questione però sono altri e vorrei segnalarli, il trucco utilizzato per l'invecchiamento dei personaggi e a tratti ridicolo ( avrei preferito di gran lunga veder attori diversi in queste scene ), e il doppiaggio italiano di Di Caprio è terribilmente inadatto ad una persona anziana, infatti ho immediatamente impostato la lingua originale restituendo all'interpretazione dei caratteri più idonei ed appaganti.

Beh niente da dire, trucco e doppiaggio da vecchio provocano davvero ilarità.

[SLYVERR®]

Red State di Kevin Smith, fantastico

[Ash84]

Fantastico tanto quanto shame è furbo?

[Il becchino]

Ho i biglietti gratis questa settimana per il cinema.
Che mi guardo di bello?

[yarir]

Red State di Kevin Smith, fantastico

Non cagare le mie domande

[SLYVERR®]

ah si, vabbè in due parole per evitare spam: l'ho detto, il tema portante è tenuto in vita troppo flebilmente, penso sia anche voluto ma per me non è appagante sotto quel punto di vista. Avrei voluto più creatività di "scrittura" e invece si è puntato tutto su una bella regia (molto bella in effetti) ed una recitazione sopra le righe. Tutto qui.

[HomeBoy]

Una Meravigliosa Domenica di Akira Kurosawa. Sul finire degli anni '40 il regista giapponese è chiaramente molto influenzato dal neorealismo di De Sica. M'è parso impossibile non fare un paragone con Ladri Di Biciclette, anche se ovviamente le motivazioni dei personaggi sono diverse, l'estrazione sociale e la condizione di povertà di Roma e Tokyo è la stessa. Pure la scena in cui il protagonista viene picchiato fuori dal concerto m'ha ricordato il finale del film di De Sica, che comunque racchiudeva un significato ben diverso sia chiaro. Comunque a differenza di altri film più pessimisti di Kurosawa, come Vivere, il finale suggerisce una svolta positiva per i due personaggi, anche se ovviamente non viene chiarito. Un caso particolare in cui la quarta parete viene sfondata, mi pare unico nella filmografia di Kurosawa o sbaglio? Bellissima comunque la scena in cui conduce un'orchestra invisibile. Io personalmente preferisco il Kurosawa epico comunque a quello umanista, che però nei suoi piccoli capolavori riesce a toccare sempre nel profondo, in modo semplice e diretto.



Il Settimo Sigillo di Ingmar Bergman. Eh sì, il primo film che vedo del regista svedese, era tempo di togliersi anche questo sassolino. Ho iniziato col suo più famoso e conturbante, m'è piaciuto tantissimo. L'opera è teatrale e si vede un po', ma rende il tutto molto più surreale e inquietante. Un susseguirsi continuo di scene allegorico che hanno come tema centrale la morte, ma anche la fede. Anticlericale (sconvolgente e angosciante la scena dei flagellanti che si auto-puniscono per evitare la peste), ma non atea. Von Sydow è bravo ma ovviamente il protagonista assoluto è Ekerot, perfetto nel suo ruolo. Il film alterna momenti molto cupi e terrificanti ad altri quasi comici (rispettivamente propongo la crocifissione dell'eretica e la morte dell'attore che cade dall'albero). Nel complesso il film non dà risposte, anche perché non può, ma scava nel profondo, è innegabile. Il film è stato parodiato spesso (Monty Python :rox: ) ma a differenza del prossimo, mantiene la sua forza anche più di mezzo secolo dopo. Ora ditemi qualche altro immancabile di Bergman, su.



Dracula di Tod Browning. Be' bisognava vederlo. Però l'han preso davvero troppo per il culo questo film nel corso di un secolo, l'hanno stuprato di su di giù e di lato. Il risultato è che ora risulta ingenuo, quasi ridicolo. Tutti parlano della recitazione di Lugosi teatraleggiante, ma non è l'unico film: Van Sloan ha un accento assurdo e fantastico, e Frye è totalmente fuori. Poi nel 2012 i pipistrelli di plastica che penzolano dal soffitto non possono che fare un effetto. Comunque rimango dell'idea che Browning era un pazzo visionario e geniale, ma curiosamente non per questo film in particolare. Comunque tre cose di questo film sono immortali: la fama, Lugosi e la colonna sonora, davvero stupenda.

And that's all for tonight, folks.

[Alfio]

Una Meravigliosa Domenica di Akira Kurosawa. Sul finire degli anni '40 il regista giapponese è chiaramente molto influenzato dal neorealismo di De Sica. M'è parso impossibile non fare un paragone con Ladri Di Biciclette, anche se ovviamente le motivazioni dei personaggi sono diverse, l'estrazione sociale e la condizione di povertà di Roma e Tokyo è la stessa. Pure la scena in cui il protagonista viene picchiato fuori dal concerto m'ha ricordato il finale del film di De Sica, che comunque racchiudeva un significato ben diverso sia chiaro. Comunque a differenza di altri film più pessimisti di Kurosawa, come Vivere, il finale suggerisce una svolta positiva per i due personaggi, anche se ovviamente non viene chiarito. Un caso particolare in cui la quarta parete viene sfondata, mi pare unico nella filmografia di Kurosawa o sbaglio? Bellissima comunque la scena in cui conduce un'orchestra invisibile. Io personalmente preferisco il Kurosawa epico comunque a quello umanista, che però nei suoi piccoli capolavori riesce a toccare sempre nel profondo, in modo semplice e diretto.

a me è piaciuto più di quel che pensassi da un kurosawa "minore". Il paragone col neorealismo ci sta, ma penso sia dovuto a fattori più interni (giappone appena uscito perdente dalla guerra, il clima che si respirava non era esattamente ottimista) che ad una influenza vera e propria se pensi che quando gli fecero notare le somiglianze tra vivere e umberto d., lui rispose di non averlo visto (vado a memoria eh).
La scena dell'orchestra immaginaria è potentissima ed è sbalorditivo quando la tipa si rivolge agli spettatori, in effetti un unicum in kurosawa.

per bergman: il posto delle fragole, basterebbe solo l'incipit per quanto mi riguarda

[HomeBoy]

Segnati entrambi (anche Umberto D. che mi manca, e se mi dici che è simile a Vivere siamo a cavallo ), grazie.

Comunque sì è ovvio che uscendo le due nazioni da esperienze simili di degrado, abbiano sviluppato una visione artistica simile.