In effetti è probabile che chi si lamenta della grafica "peggiorata" lo stia giocando molto basso, causa rallentamenti/rogne/solite cose del day oneNon so davvero, a me pare migliore, sia nella mappa tattica sia in quella strategica.
Poi c'è qualche pecca nella IA sulle battaglie, ma non mi aspetto che si comporti come una persona, ad oggi non penso esista una IA che possa battere un 'creativo' (cit).
Il gioco è bello e le novità rispetto al primo ROME mi fanno venir voglia di continuare a giocare e non è poco.
In più c'è la modalità 'cinematica' che ti fa seguire l'unità selezionata da vicino e puoi impartire comandi ( con la fanteria decidi chi attaccare, con la ballista decidi dove sparare ), non è una funzione che rivoluziona il gioco però è divertente.
La cosa che mi piace di più è che finalmente c'è un implementazione di colline e montagne degna di questo nome.
Che ti devo dire, a me i videogiochi piacciono.
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New sinistra incoming...
http://video.repubblica.it/politica/.../139464/138005
Spoiler:http://www.huffingtonpost.it/2013/09...m_hp_ref=italy
Maurizio Landini in marcia con Stefano Rodotà verso un nuovo soggetto: "Se serve, occupiamo le fabbriche"
“Non siamo più disponibili a firmare accordi che chiudano le fabbriche. Metteremo in campo gesti di difesa totale delle fabbriche e dei posti di lavoro. Se necessario, anche con l’occupazione delle fabbriche”.
Maurizio Landini non li chiama gesti estremi, perché sa che l’espressione potrebbe dar adito a un mare di polemiche. Ma ci tiene a far capire che la crisi morde e qui bisogna far sul serio. Occupare le fabbriche, dunque, è un’idea da prendere in considerazione. L’affollata assemblea al Centro Congresso Frentani, convocata dal segretario Fiom insieme a Stefano Rodotà, si carica e applaude. Forse ripensa all’occupazione e autogestione delle fabbriche in Argentina nei primi anni duemila. Oppure al ‘biennio rosso’, proprio qui in Italia, dopo la prima guerra mondiale, quando occupare fabbriche e terre era pratica comune di lotta, armi in pugno, all’occorrenza. Ora non è questione di armi: no violenza, sa va sans dire, ci mancherebbe. Anzi l’assemblea si scioglie con l’impegno a preparare la manifestazione del 12 ottobre a Roma anche contro la guerra in Siria, se sarà il caso. Ma, bastonato dalla frustrazione di non sentirsi rappresentato, deluso dai grillini o dagli altri partiti del centrosinistra, tutto questo mondo – un po’ di sinistra, un po’ noglobal post-Genova 2001, un po’ anti-berlusconiano, tanto Fiom e operaista, un po’ intellettuale – ora si rimette in marcia per “preparare il terreno ad un soggetto politico: perché la domanda c’è, le modalità le vedremo man mano”, ci spiega Rodotà.
Platea stracolma, al Frentani aprono la galleria e poi ancora un’altra sala. Roba da eventi speciali per questo centro congressi abituato ai ‘comitati politici nazionali’ (proprio così) di Rifondazione, frequentati dai soli diretti interessati. Tutto ruota intorno al documento ‘La via maestra’, cioè la Costituzione, firmato oltre che da Landini e Rodotà, da don Luigi Ciotti di Libera e dai costituzionalisti Gustavo Zagrebelsky e Lorenza Carlassarre, lei che già a luglio si è dimessa polemicamente dal comitato dei saggi scelti dal governo per studiare le modifiche alla Costituzione. E’ la stessa rete che il 2 giugno ha manifestato a Bologna in difesa della Costituzione, “perché - ci spiega Rodotà criticando il governo – derogare all’articolo 138, anche solo per una volta, vuol dire sospendere la Carta e questo è tipico solo di certi regimi…”. Da giugno la rete si è allargata e ora si punta alla manifestazione di ottobre. Chi ci sta? Al Frentani girano volti noti del movimento anti-G8 di Genova 2001, da Vittorio Agnoletto a Luca Casarini, che ora si occupa di ‘co-working’ a Palermo, “nuova frontiera di rivendicazione dei diritti”, ci dice. Si affacciano Nichi Vendola e dirigenti di Sel, del Pd ci sono solo Vincenzo Vita con Art.21 e Corradino Mineo (“Sono solo eletto, non sono iscritto…”, si difende quest’ultimo), ci sono Antonio Ingroia e Paolo Ferrero, per stare ai politici. Ma c’è tanta altra gente: attivisti della rete referendaria per l’acqua pubblica, gente normale attratta da Rodotà, fans di Landini, gente che semplicemente cerca una speranza di voto o di militanza a sinistra, decisa però a muoversi per piccoli passi per non ripetere gli errori del passato. Sono tanti e pesano.
Ora: il problema più complicato da risolvere ce lo spiega Rodotà: “Non vogliamo ripetere gli errori di esperienze negative come la Sinistra Arcobaleno o Rivoluzione Civile”. Lo dice chiaro e tondo Rodotà: i rispettivi leader sono avvisati. “Servire su un piatto la struttura organizzativa sarebbe letale, intempestivo e autoreferenziale – continua – ora si tratta di creare una massa critica: questa non è un’operazione di minoranza e non è la zattera che offre rifugio ai fuoriusciti da altri movimenti o partiti. Va costruita una democrazia davvero partecipata: la democrazia non è solo Facebook”. Landini la chiama “operazione culturale, non politica”. E con chi insiste su eventuali sbocchi elettorali, sottolinea: “Vanno ricostruiti i canali della partecipazione perché, se da 20 anni abbiamo Berlusconi, non è colpa sua, ma degli altri. Però la soluzione non sta nella creazione dell’ennesimo partito: noi non vogliamo ricreare la sinistra e noi non siamo contro qualcuno. Piuttosto vogliamo essere uno strumento di pressione sui partiti. Chi vuole può agire con noi, ma questo è il momento della responsabilità, non dell’appartenenza”.
Insomma, nulla è escluso in partenza, ma intanto si parte. “Non ipotechiamo ora le modalità, siamo qui perché girare la testa dall’altra parte logora la politica…”, afferma Rodotà. Si vedrà man mano. Primo test: il successo della manifestazione del 12 ottobre. Da qui alla mobilitazione, iniziative nelle città: veicolare pensieri critici e idee anche forti, come può essere quella di Landini sulle fabbriche, per dire. “Non è più tempo per parole inzuccherate”, urla dal palco Paolo Flores D’Arcais. Ma l’applauso più grosso se lo conquista quando cita Matteo Renzi, perché al Frentani – manco a dirlo – la maggioranza non si sente rappresentata nemmeno dal sindaco di Firenze: “La più grande vittoria del Thatcherismo in Inghilterra è stato Blair, sarà così in Italia se vince Renzi”. Delicata la Carlassare, che tra gli applausi spiega bene il senso della giornata: “La Costituzione dice che le pubbliche funzioni dovrebbero essere esercitate con disciplina e onore. Oggi siamo tutti disonorati, dobbiamo alzare la testa. Il potere non vuole limiti e regole ma noi dobbiamo farglieli rispettare. E’ molto più comodo guidare un gregge ignorante. Invece bisogna animare le coscienze e non sostenere piccole ambizioni: qui non c’è gente che nutra ambizioni”.
Dopo due settimane in Kenya in mezzo alla Savana senza internet, telefono, giornali ecc mi sembra di essere stato ibernato per 100 anni![]()
proprio quel che ci vuoleNew sinistra incoming...
http://video.repubblica.it/politica/.../139464/138005
Spoiler:http://www.huffingtonpost.it/2013/09...m_hp_ref=italy
Maurizio Landini in marcia con Stefano Rodotà verso un nuovo soggetto: "Se serve, occupiamo le fabbriche"
“Non siamo più disponibili a firmare accordi che chiudano le fabbriche. Metteremo in campo gesti di difesa totale delle fabbriche e dei posti di lavoro. Se necessario, anche con l’occupazione delle fabbriche”.
Maurizio Landini non li chiama gesti estremi, perché sa che l’espressione potrebbe dar adito a un mare di polemiche. Ma ci tiene a far capire che la crisi morde e qui bisogna far sul serio. Occupare le fabbriche, dunque, è un’idea da prendere in considerazione. L’affollata assemblea al Centro Congresso Frentani, convocata dal segretario Fiom insieme a Stefano Rodotà, si carica e applaude. Forse ripensa all’occupazione e autogestione delle fabbriche in Argentina nei primi anni duemila. Oppure al ‘biennio rosso’, proprio qui in Italia, dopo la prima guerra mondiale, quando occupare fabbriche e terre era pratica comune di lotta, armi in pugno, all’occorrenza. Ora non è questione di armi: no violenza, sa va sans dire, ci mancherebbe. Anzi l’assemblea si scioglie con l’impegno a preparare la manifestazione del 12 ottobre a Roma anche contro la guerra in Siria, se sarà il caso. Ma, bastonato dalla frustrazione di non sentirsi rappresentato, deluso dai grillini o dagli altri partiti del centrosinistra, tutto questo mondo – un po’ di sinistra, un po’ noglobal post-Genova 2001, un po’ anti-berlusconiano, tanto Fiom e operaista, un po’ intellettuale – ora si rimette in marcia per “preparare il terreno ad un soggetto politico: perché la domanda c’è, le modalità le vedremo man mano”, ci spiega Rodotà.
Platea stracolma, al Frentani aprono la galleria e poi ancora un’altra sala. Roba da eventi speciali per questo centro congressi abituato ai ‘comitati politici nazionali’ (proprio così) di Rifondazione, frequentati dai soli diretti interessati. Tutto ruota intorno al documento ‘La via maestra’, cioè la Costituzione, firmato oltre che da Landini e Rodotà, da don Luigi Ciotti di Libera e dai costituzionalisti Gustavo Zagrebelsky e Lorenza Carlassarre, lei che già a luglio si è dimessa polemicamente dal comitato dei saggi scelti dal governo per studiare le modifiche alla Costituzione. E’ la stessa rete che il 2 giugno ha manifestato a Bologna in difesa della Costituzione, “perché - ci spiega Rodotà criticando il governo – derogare all’articolo 138, anche solo per una volta, vuol dire sospendere la Carta e questo è tipico solo di certi regimi…”. Da giugno la rete si è allargata e ora si punta alla manifestazione di ottobre. Chi ci sta? Al Frentani girano volti noti del movimento anti-G8 di Genova 2001, da Vittorio Agnoletto a Luca Casarini, che ora si occupa di ‘co-working’ a Palermo, “nuova frontiera di rivendicazione dei diritti”, ci dice. Si affacciano Nichi Vendola e dirigenti di Sel, del Pd ci sono solo Vincenzo Vita con Art.21 e Corradino Mineo (“Sono solo eletto, non sono iscritto…”, si difende quest’ultimo), ci sono Antonio Ingroia e Paolo Ferrero, per stare ai politici. Ma c’è tanta altra gente: attivisti della rete referendaria per l’acqua pubblica, gente normale attratta da Rodotà, fans di Landini, gente che semplicemente cerca una speranza di voto o di militanza a sinistra, decisa però a muoversi per piccoli passi per non ripetere gli errori del passato. Sono tanti e pesano.
Ora: il problema più complicato da risolvere ce lo spiega Rodotà: “Non vogliamo ripetere gli errori di esperienze negative come la Sinistra Arcobaleno o Rivoluzione Civile”. Lo dice chiaro e tondo Rodotà: i rispettivi leader sono avvisati. “Servire su un piatto la struttura organizzativa sarebbe letale, intempestivo e autoreferenziale – continua – ora si tratta di creare una massa critica: questa non è un’operazione di minoranza e non è la zattera che offre rifugio ai fuoriusciti da altri movimenti o partiti. Va costruita una democrazia davvero partecipata: la democrazia non è solo Facebook”. Landini la chiama “operazione culturale, non politica”. E con chi insiste su eventuali sbocchi elettorali, sottolinea: “Vanno ricostruiti i canali della partecipazione perché, se da 20 anni abbiamo Berlusconi, non è colpa sua, ma degli altri. Però la soluzione non sta nella creazione dell’ennesimo partito: noi non vogliamo ricreare la sinistra e noi non siamo contro qualcuno. Piuttosto vogliamo essere uno strumento di pressione sui partiti. Chi vuole può agire con noi, ma questo è il momento della responsabilità, non dell’appartenenza”.
Insomma, nulla è escluso in partenza, ma intanto si parte. “Non ipotechiamo ora le modalità, siamo qui perché girare la testa dall’altra parte logora la politica…”, afferma Rodotà. Si vedrà man mano. Primo test: il successo della manifestazione del 12 ottobre. Da qui alla mobilitazione, iniziative nelle città: veicolare pensieri critici e idee anche forti, come può essere quella di Landini sulle fabbriche, per dire. “Non è più tempo per parole inzuccherate”, urla dal palco Paolo Flores D’Arcais. Ma l’applauso più grosso se lo conquista quando cita Matteo Renzi, perché al Frentani – manco a dirlo – la maggioranza non si sente rappresentata nemmeno dal sindaco di Firenze: “La più grande vittoria del Thatcherismo in Inghilterra è stato Blair, sarà così in Italia se vince Renzi”. Delicata la Carlassare, che tra gli applausi spiega bene il senso della giornata: “La Costituzione dice che le pubbliche funzioni dovrebbero essere esercitate con disciplina e onore. Oggi siamo tutti disonorati, dobbiamo alzare la testa. Il potere non vuole limiti e regole ma noi dobbiamo farglieli rispettare. E’ molto più comodo guidare un gregge ignorante. Invece bisogna animare le coscienze e non sostenere piccole ambizioni: qui non c’è gente che nutra ambizioni”.![]()
Stamane mia moglie cercava di convincermi ad andare in Kenya...
...in realtà per distogliermi dall'idea dell'andare a fare le immersioni in gabbia con gli squali bianchi in Sud Africa.
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Fosse facile...
Il problema è stato l'incidente con gli sci che le è costato un (quasi) anno di stop all'attività sportiva...
...ovviamente sugli sci ce l'ho messa io.
Da allora tende a guardare con sospetto le attività ludico/sportive proposte da me.
Però è diventata una sciatrice provetta.
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ma manco per il quarzo
caesarx vieni brixen a capodanno che andiamo insieme e lasciamo le moglie a casa coi pargoli. O ai mercatini di Natale o dove razzo vogliono. Sopratutto mi serve un socio per gli itinerari eno-enologi nella zona![]()
Se tanto mi dà tanto, diventerà "The fabolous and mysterious one-legged shark Queen!"Fosse facile...
Il problema è stato l'incidente con gli sci che le è costato un (quasi) anno di stop all'attività sportiva...
...ovviamente sugli sci ce l'ho messa io.
Da allora tende a guardare con sospetto le attività ludico/sportive proposte da me.
Però è diventata una sciatrice provetta.
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ma no, perché maiFosse facile...
Il problema è stato l'incidente con gli sci che le è costato un (quasi) anno di stop all'attività sportiva...
...ovviamente sugli sci ce l'ho messa io.
Da allora tende a guardare con sospetto le attività ludico/sportive proposte da me.
Però è diventata una sciatrice provetta.
http://www.youtube.com/watch?v=JISd9DF5SEwIn 2005, a British tourist, Mark Currie, was nearly killed when a 20-foot (6.1 m) great white shark bit through the bars of a shark cage being used during a recreational shark dive off the coast ofSouth Africa.[3][4] The shark circled several times before charging the cage; biting through a portion of the cage. The shark then severed it from the cable connecting it to a boat on the surface. Currie realized that his cage was sinking as the shark mounted what would have been its final attack. Currie quickly swam out of the top of the cage and was pulled to safety by the boat's captain, who fended off the shark with blows to its head.[4]
A seconda del tipo di safari e struttura scelta, potrebbe esserci una % di rischio similenoi (e, nell'intero resort, solo altre due coppie) abbiamo optato per il campo tendato senza recinto. Ogni sera verso mezzanotte venivano ad abbeverarsi tre leoni alla pozza d'acqua, che poi si mettevano a camminare tra le tende assieme a elefanti, babbuini, ecc. Ovviamente c'era il divieto tassativo di uscire dalle tende di notte...gli animali di per sè non entrano e comunque c'erano sempre un paio di Masai per tenere relativamente a bada i leoni; solo che sentirsi grattare la tenda di notte non è piacevolissimo, tra l'altro dai babbuini che per certi versi sono peggio dei felini
Gli elefanti invece curiosavano innocentemente e basta![]()
Sono maestro Jedi dell'eno-eno gastronomia Altoatesina.
Inizio la pianificazione.
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Che figata, mi piacerebbe fare una vacanza del genere prima o poi. Fisicamente è impegnativo, o sei trattato come Alberto Sordi?A seconda del tipo di safari e struttura scelta, potrebbe esserci una % di rischio similenoi (e, nell'intero resort, solo altre due coppie) abbiamo optato per il campo tendato senza recinto. Ogni sera verso mezzanotte venivano ad abbeverarsi tre leoni alla pozza d'acqua, che poi si mettevano a camminare tra le tende assieme a elefanti, babbuini, ecc. Ovviamente c'era il divieto tassativo di uscire dalle tende di notte...gli animali di per sè non entrano e comunque c'erano sempre un paio di Masai per tenere relativamente a bada i leoni; solo che sentirsi grattare la tenda di notte non è piacevolissimo, tra l'altro dai babbuini che per certi versi sono peggio dei felini
Gli elefanti invece curiosavano innocentemente e basta![]()
ma... è una figata assurdaA seconda del tipo di safari e struttura scelta, potrebbe esserci una % di rischio similenoi (e, nell'intero resort, solo altre due coppie) abbiamo optato per il campo tendato senza recinto. Ogni sera verso mezzanotte venivano ad abbeverarsi tre leoni alla pozza d'acqua, che poi si mettevano a camminare tra le tende assieme a elefanti, babbuini, ecc. Ovviamente c'era il divieto tassativo di uscire dalle tende di notte...gli animali di per sè non entrano e comunque c'erano sempre un paio di Masai per tenere relativamente a bada i leoni; solo che sentirsi grattare la tenda di notte non è piacevolissimo, tra l'altro dai babbuini che per certi versi sono peggio dei felini
Gli elefanti invece curiosavano innocentemente e basta![]()
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congratulescions!![]()
Interessante...A seconda del tipo di safari e struttura scelta, potrebbe esserci una % di rischio similenoi (e, nell'intero resort, solo altre due coppie) abbiamo optato per il campo tendato senza recinto. Ogni sera verso mezzanotte venivano ad abbeverarsi tre leoni alla pozza d'acqua, che poi si mettevano a camminare tra le tende assieme a elefanti, babbuini, ecc. Ovviamente c'era il divieto tassativo di uscire dalle tende di notte...gli animali di per sè non entrano e comunque c'erano sempre un paio di Masai per tenere relativamente a bada i leoni; solo che sentirsi grattare la tenda di notte non è piacevolissimo, tra l'altro dai babbuini che per certi versi sono peggio dei felini
Gli elefanti invece curiosavano innocentemente e basta
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Impegno fisico zero, dato che nella Savana (tranne alcuni fuoripista e guide piuttosto accondiscendenti) NON puoi scendere dalla jeep/pulmino; l''eccezione è nel Masai Mara, dove ti fanno fare dei giri a piedi assieme a 1-2 Masai e a 1-2 ranger con fucile. L'unico stress è il sopportare senza problemi tante ore di macchina piene di sobbalzi e un pò di polvere...di per sè i lodge interni, tendati e non, sono comunque piuttosto "lussuosi" (per gli standard africani). La tenda era fissa e aveva il bagno in muraturail limite entro il quale non ci si poteva allontanare da soli era di circa 5 metri dal campo, ovviamente per fare i coglionazzi non lo abbiamo assolutamente rispettato; questo il primo giorno, quando il Masai ancora non aveva rilevato la presenza della famigliola di "Simba" che scorrazzava per il campo
Per il resto, tanta macchina e miliardi di foto assolutamente incredibili (un esempio, la classica fila indiana di elefanti al tramonto, gli animali ad abbeverarsi alle pozze, un elefante solitario che in una vallata enorme guadava il fiume Galana, ecc).
Basta che mi metto a piangereora dal balcone vedo la cristoforo colombo e il palazzo della regione lazio, quello di fantozzi.
Tzé, turisti.
Aggiungo, con mio stupore, che si mangia benissimoe che i Kenyoti reggono l'alcool come delle fottute bestie, il vino di cocco ha steso la nostra comitiva più volte (prezzo: 0.40 euro/bottiglia)
Vino di cocco : cazzo non sapevo manco esistesse, riunisce due mie passioni in una sola cosa![]()
'sta minchia vers. 2.0A seconda del tipo di safari e struttura scelta, potrebbe esserci una % di rischio similenoi (e, nell'intero resort, solo altre due coppie) abbiamo optato per il campo tendato senza recinto. Ogni sera verso mezzanotte venivano ad abbeverarsi tre leoni alla pozza d'acqua, che poi si mettevano a camminare tra le tende assieme a elefanti, babbuini, ecc. Ovviamente c'era il divieto tassativo di uscire dalle tende di notte...gli animali di per sè non entrano e comunque c'erano sempre un paio di Masai per tenere relativamente a bada i leoni; solo che sentirsi grattare la tenda di notte non è piacevolissimo, tra l'altro dai babbuini che per certi versi sono peggio dei felini
Gli elefanti invece curiosavano innocentemente e basta![]()
In realtà non aspettarti chissà cosa: è spillato e servito direttamente dalla palma da cocco. Bevuto subito o in mattinata è dolciastro, per diventare rapidamente acidulo con una fermentazione velocissima...a mio parere va bevuto solo in giornata, dopo 24h è passato e diventa troppo forte e con un sapore troppo acidulo. Inutile dire che lì ci si devastano, visto anche il costo ridicolosi beve con una cannuccia con filtro fatto di fili di cocco oppure dopo averlo filtrato con un colino dello stesso materiale, altrimenti ci sono un pochino di impurità
:imodium:
Come ti capiscoImpegno fisico zero, dato che nella Savana (tranne alcuni fuoripista e guide piuttosto accondiscendenti) NON puoi scendere dalla jeep/pulmino; l''eccezione è nel Masai Mara, dove ti fanno fare dei giri a piedi assieme a 1-2 Masai e a 1-2 ranger con fucile. L'unico stress è il sopportare senza problemi tante ore di macchina piene di sobbalzi e un pò di polvere...di per sè i lodge interni, tendati e non, sono comunque piuttosto "lussuosi" (per gli standard africani). La tenda era fissa e aveva il bagno in muraturail limite entro il quale non ci si poteva allontanare da soli era di circa 5 metri dal campo, ovviamente per fare i coglionazzi non lo abbiamo assolutamente rispettato; questo il primo giorno, quando il Masai ancora non aveva rilevato la presenza della famigliola di "Simba" che scorrazzava per il campo
Per il resto, tanta macchina e miliardi di foto assolutamente incredibili (un esempio, la classica fila indiana di elefanti al tramonto, gli animali ad abbeverarsi alle pozze, un elefante solitario che in una vallata enorme guadava il fiume Galana, ecc).
Basta che mi metto a piangereora dal balcone vedo la cristoforo colombo e il palazzo della regione lazio, quello di fantozzi.
Grazie delle info.