«Dal momento che accettiamo il principio per cui “la fede religiosa deve essere rispettata per il semplice fatto che si tratta di fede” è difficile negare rispetto anche alla fede di Osama e dei kamikaze». Questo è ciò che afferma Richard Dawkins – biologo, evoluzionista e divulgatore scientifico britannico – nel suo ultimo libro, intitolato The God Delusion. Si capisce subito che, come molti altri uomini di scienza, Dawkins ha un approccio del tutto particolare all’argomento religioso. E come lui anche Sam Harris e Daniel Dennett, noti «scienziati della mente» di Oxford, appartengono a quello che può essere definito il movimento dei nuovi atei, ovvero la corrente di pensiero di chi condanna non solo la fede in un Dio, ma anche la tolleranza nei confronti di chi ha un credo religioso. Dalla capitale della ragione, Oxford, i tre scienziati lanciano la sfida al mondo: «è tempo di prendere posizione ed esorcizzare finalmente questa calamità debilitante che è la fede». Secondo loro, infatti, Dio è solo una menzogna creata dall’uomo per controllare le menti degli individui, e la scienza sarebbe in grado di provarlo: «la scienza, in definitiva, gioca con le probabilità, e la probabilità che dio esista – spiega Dawkins – se non nulla, è infinitesimale». Quella dell’ateismo non è certo una corrente di pensiero recente, ha camminato fianco a fianco con lo sviluppo della società e con il diffondersi delle religioni. Ma i tre cervelloni sono andati oltre la semplice negazione dell’esistenza di una divinità, negando di fatto il diritto di chiunque a una presa di posizione neutrale. Nel mirino dei nuovi atei non ci sono in realtà i fedeli, quanto piuttosto i non praticanti, tutti coloro che non credono ma non si pongono criticamente nei confronti di chi crede: potenziali proseliti del Nuovo Ateismo. E secondo Dawkins, la massa di potenziali nuovi atei sarebbe davvero imponente: «negli Stati Uniti ci sono almeno 30 milioni di persone non religiose: più del totale di ebrei nel mondo. Gli atei sono più numerosi di quel che si pensa. Molte persone intelligenti sono atee. Ma i conti non tornano, perché nessun membro del Congresso americano ammette di esserlo. Quindi le cose sono due: o si tratta di persone stupide o di bugiardi». E il fatto che negli Usa l’ateismo è praticamente un tabù sarebbe di per sé una buona ragione per mentire. Secondo Sam Harris, inoltre, finché l’uomo non rinuncerà alla fede sarà impossibile impedire che le violenze religiose portino alla distruzione della nostra civiltà. Il percorso mentale necessario per staccarsi dalla fede e giungere a quella che Harris definisce la religione della ragione è lo stesso che ha portato alla fine dello schiavismo. Ciò che nell’800 era considerato moralmente accettabile (uccidere, rapire intere famiglie, ridurle in schiavitù, costringerle a lavorare e vendere i loro bambini) oggi è visto con disgusto e disapprovazione. Così, liberandoci oggi dalla schiavitù della fede, «la ragione riuscirà a soggiogare la superstizione, l’intelligenza avrà la meglio sulle illusioni e saremo in grado tenere a bada la demoniaca tentazione della fede». E la religione diventerebbe così un semplice ricordo della nostra natura primitiva.