Inter, Mancini querela: "Stressato da Mourinho" E chiede al Giornale tre milioni e mezzo di euro
Via da Milano per colpa sua
Mancini «nel capoluogo lombardo, sede dell’Inter, è costretto a subire immediatamente il confronto con la nuova gestione dell’allenatore Mourinho. Tale insostenibile situazione determina l’impellente necessità per il signor Mancini di trasferirsi da Milano verso una destinazione ancora indefinita».
La casa affittata all’ambasciata
«Il signor Mancini prevedendo di rimanere a Milano almeno per il prossimo anno, ha concesso in locazione all’Ambasciata di Colombia la propria abitazione romana per un periodo di anni 4+4». Il tecnico chiede quindi che venga risarcita anche «la differenza tra il canone percepito per l’abitazione romana della famiglia Mancini (inferiore al valore di mercato) e quello che dovrà versare per risiedere in altra abitazione comunque adeguata al proprio stile di vita»
Finora nessuna offerta
«Il signor Mancini, nonostante le indubbie capacità professionali che ne hanno fatto, nel giro di pochi anni, uno dei più noti e stimati protagonisti del calcio mondiale, allo stato non ha ricevuto proposte di lavoro da parte di club di rilevanza internazionale stante il clamore derivante da una squallida vicenda di basso giornalismo, e per tornare ad allenare dovrà accettare offerte economiche molto meno vantaggiose».
La solitudine di Mancini
«Lo stress psichico connesso alla diffamazione ha compromesso lo stato d’animo e le relazioni interpersonali con parenti e amici \ la permanenza a Milano espone il signor Mancini alla sofferenza di vivere in una città dove non può contare su relazioni personali di natura affettiva, se si escludono sua moglie e i suoi figli».
Il calo di concentrazione
«La diffusione della notizia diffamatoria precede di pochissimi giorni la partita decisiva per l’assegnazione dello scudetto, con comprensibile compromissione del livello di concentrazione che un allenatore deve mantenere in tali occasioni».
«Una coltre di silenzio»
Il danno è dimostrato anche «dalla drastica riduzione della visibilità dell’allenatore, il quale appariva quotidianamente sui principali quotidiani nazionali ed esteri per i suoi successi professionali, mentre adesso è costretto a patire una coltre di silenzio».