ELUANA:RICCIO,POCHI GIORNI E RISCHI DANNI IRREVERSIBILI/ANSA
(ANSA) - ROMA, 6 FEB - Sei o sette giorni. E' quanto potrà resistere, presumibilmente, l'organismo di Eluana Englaro prima che la sospensione della nutrizione e idratazione artificiale rischi di provocare dei danni irreversibili agli organi. A sottolinearlo, precisando tuttavia che molto dipende dalle condizioni della paziente, è Mario Riccio, l'anestesista che ha aiutato Piergiorgio Welby a morire. "Secondo il protocollo già reso noto - spiega Riccio - oggi i medici dovrebbero aver ridotto del 50% l'apporto nutritivo alla donna; domani dovrebbe essere ridotto di un ulteriore 25% e domenica si dovrebbe arrivare alla sospensione completa di nutrizione e idratazione artificiale. A partire da quel momento, ovvero dalla sospensione completa, è tecnicamente possibile che l'organismo di Eluana possa resistere altri 3 o 4 giorni senza riportare danni importanti. Trascorso questo tempo - afferma l'esperto - c'é il rischio che possano verificarsi danni seri e irreversibili". Tuttavia, precisa Riccio, "é difficile stabilire con esatteza quando può iniziare un danno d'organo grave per effetto della sospensione di tali trattamenti, poiché molto dipende dalle condizioni soggettive del paziente, tanto più in una condizione particolare come quella di Eluana". I danni maggiori, spiega inoltre Riccio, "derivano soprattutto dalla disidratazione. Per questo, credo che Eluana potrebbe sopravvivere, a partire dalla sospensione totale dei trattamenti, per un periodo di 8-10 giorni". Ma c'é un 'punto di non ritorno', ovvero un momento a partire dal quale diventerebbe troppo tardi riprendere i trattamenti interrotti? "Dopo 3-4 giorni dalla sospensione totale di nutrizione e idratazione il rischio di danni irreversibili è concreto, tuttavia - conclude Riccio - tecnicamente è possibile ripristinare la nutrizione e idratazione artificiale, insieme al sostegno delle altre funzioni vitali come la respirazione, anche dopo un periodo maggiore, e ovviamente fino a quando non sopraggiunga l'arresto cardiaco".