Juve, il dopo Nedved passa dalla Croazia? Parla Ivan Rakitic
21:00 del 10 febbraio
E' l'astro nascente del calcio croato e l’oggetto del desiderio delle grandi d'Italia. Inter e Juventus sembrano pronte a scatenare un'asta estiva pur di assicurarsi le prestazioni di questo talentuoso centrocampista. Perché, a dispetto della sua giovane età (21 anni il prossimo 10 marzo ndr), Ivan Rakitic ha già fatto vedere di essere pronto per palcoscenici importanti.
In Bundesliga si sta facendo apprezzare per l’eccellente visione di gioco e la capacità di saltare l’uomo e mettere i compagni davanti alla porta, ma anche per le ottime doti realizzative. I numeri lo confermano: 47 presenze e tre gol in Germania, con lo Schalke 04, 5 reti in 16 apparizioni con la maglia della nazionale. Senza contare i 10 gol messi a segno in 32 partite con il Basilea, squadra in cui è cresciuto calcisticamente.
E, forse, sarà anche per questo che la Juventus sta pensando a lui come possibile erede di Pavel Nedved. “Non scherziamo, Pavel è un fuoriclasse, un giocatore incredibile”, ha raccontato Rakitic in esclusiva a calciomercato.com. “Penso non si possa fare un paragone con me: lui è da più di un decennio che gioca ai massimi livelli, io invece sono all’inizio della mia carriera. Quello che posso dire è che ogni giorno do il massimo per migliorare, ho fiducia nelle mie qualità e credo che sarei in grado di sostituirlo”.
In altre parole dobbiamo solo attendere la firma?
“Io sto benissimo qui in Germania. Allo Schalke c’è tutto quello che un calciatore può desiderare. Non escludo la possibilità di un mio trasferimento in Italia in estate, ma è ancora presto per parlarne: bisogna capire se i club italiani siano realmente interessati a me e se i nostri progetti possano incontrarsi”.
Che effetto ti fa sapere dell’interesse di club del calibro di Juventus e Inter?
“Sapere che società così importanti siano interessate a me non può che essere un onore, oltre che una conferma del buon lavoro che sto facendo. Ma, ripeto, è presto per parlare di certe cose. Ho ancora due anni di contratto con lo Schalke e sono felice di come sta andando la mia esperienza in Germania”.
Insisto: faresti le valigie per l’Italia a giugno?
“Beh, come si può rifiutare un’offerta da società così prestigiose”.
Chi ha più chance di arrivare a Rakitic tra Inter e Juventus?
“Sono club con una storia importante alle spalle e una bacheca piena di coppe, è impossibile scegliere. Alla Juventus troverei Del Piero, Trezeguet, lo stesso Nedved, ma non nego che l’idea di essere allenato da Mourinho, che considero uno dei migliori allenatori al mondo, mi affascina altrettanto. Ad Appiano Gentile potrei crescere moltissimo, senza dimenticare che giocherei con Ibrahimovic, uno dei più forti attaccanti del pianeta”.
Ma pensi che avresti difficoltà ad adattarti al calcio italiano?
“La serie A è molto diversa dalla Bundesliga, questo è evidente. In Italia il gioco è molto più tattico e le squadre curano molto di più l’aspetto difensivo. Ad ogni modo, in Germania ho imparato a difendermi con le unghie dai marcatori troppo aggressivi, a non tirare mai indietro la gamba e dare il massimo fino al novantesimo”.
Domani sei impegnato con la tua nazionale contro la Romania, in amichevole. Sarà un’altra opportunità per metterti in mostra…
“Ad essere sinceri, quando indosso la maglia della Croazia non penso a questo, ma solo a rappresentare al meglio il mio Paese. Vogliamo vincere anche per prepararci al meglio per i prossimi impegni di qualificazione ai mondiali del 2010”.
Credi che ci sarà posto anche per la Croazia in Sud Africa?
“Sì, anche se, certamente, non sarà facile soffiare il primo posto nel girone all’Inghilterra. Ma ci sono ancora tante partite da giocare e sono fiducioso. Faremo di tutto per qualificarci”.
Ultimissima: in Italia arriverai accompagnato da Tatjana Batinic (nel dicembre scorso la stampa rosa gli attribuì una presunta love story con Miss Austria ndr)?
“I giornali possono scrivere ciò che vogliono, ma a me non piace parlare della mia vita privata. Il mio mestiere è il calciatore e preferisco che sia il campo a parlare per me”.