infatti mi porto via il cane![]()
Ma almeno c'è anche Mastrota?
io preferivo la ex moglie non so tu...![]()
ho scoperto che la causa di tutti i mali del mondo sono gli acari.
è vero, ma nel materasso in lattice non allignano![]()
Non è vero, dopo qualche anno il lattice inizia a sfaldarsi facendo delle belle tane pronte per gli acari.
Questo mi ricorda che domani devo passare a prendere la scatola del vaccino. "solo" 400 euro di roba non mutuabile...![]()
questo perchè non usano vero lattice, che è uno dei materiali piu' rari del pianetaNon è vero, dopo qualche anno il lattice inizia a sfaldarsi
Ed è incredibile quante migliaia di ricerche anonime dimostrino cose incredibili.
BRUXELLES - Come si direbbe in Italia: «Chi la fa l’aspetti». O meglio: «Il bue non chiami cornuto l’asino». Come si direbbe in Italia, si dice oggi in Olanda: dove il bue del proverbio, con rispetto parlando, sarebbe Geert Wilders; e l’asino, gli immigrati tur*chi o nordafricani. Perché Wilders, il deputato dal ciuffo giallissimo e dal*l’occhio ceruleo finito sotto processo per incitamento alla discriminazione e al*l’odio religioso, l’uo*mo che vince le ele*zioni gridando «No all’Eurarabia» o «l’Olanda agli olande*si », e invocando la cacciata di tutti gli im*migrati musulmani «che non rispettano la nostra cultura», lo stesso che per le sue idee viene espulso dalla Gran Bretagna e che i nemici bef*fardi chiamano «il più bianco dei bianchi», insomma proprio lui sareb*be in qualche modo «nero»: figlio e ni*pote di immigrati dall’Asia, pronipote di meticci dalla pelle scura, discen*dente di musulmani. In altre parole un «indo», come nella lingua di tutti i giorni molti olandesi chiamano que*sti cittadini. Parentele neppure trop*po lontane, poi: già la nonna materna di Wilders, Johanna Ording-Meijere, moglie di un colono olandese nelle ex-Indie Orientali (l’attuale Indonesia, il più grande paese a maggioranza musulmana nel mondo) avrebbe avuto, come si usa dire, sangue misto. Tutto questo ha rivelato un esperto di genealogia, ricostruendo l’«albero» dei Wilders, e ora lo conferma - con uno studio di sei pagine appena pubblicato sul settimanale dei Verdi di Amsterdam - un’antropologa cul*turale, Lizzy van Leeuwen, che ha svolto lunghe ricerche negli archivi nazionali e che aggiunge un pizzico velenosetto della sua scienza alla zup*pa già piccante delle polemiche: an*che il ciuffo quasi albino e clamorosa*mente ritinto di Wilders, dice infatti la studiosa, si può spiegare con la vo*lontà di nascondere certe radici, di fuggire da un passato familiare che Wilders avrebbe sempre nascosto o dimenticato, tant’è che non lo cita nel*le sue biografie. E anche le sue idee sarebbero così radicali, proprio per il desiderio di chiudere certe pagine.
Secondo la ricostruzione fatta ora, Johann Ording, il nonno materno di Wilders, proveniva da un’antica fami*glia ebrea della madrepatria e si era trapiantato nell’isola di Giava, in Indo*nesia, come direttore dell’amministra*zione finanziaria. Sua moglie, Johan*na, era una di quelle bellezze eu*ro- asiatiche che così spesso si incon*travano nelle famiglie dei coloni: e aveva, ovviamente, dei parenti musul*mani. Gli Ording erano benestanti, avevano una numerosa servitù. Ma in*torno al 1930, Johann fu colpito da un dissesto finanziario, e mentre era in vacanza in Olanda scoprì di essere sta*to licenziato. Seguirono periodi di cri*si e di frustrazione, anche perché nel 1949 l’Indonesia divenne indipenden*te e molti altri coloni rimpatriarono. Negli anni '70, con l’esplodere dell’im*migrazione dal Nordafrica e dalla Tur*chia, crebbero le difficoltà per gli «in*di », in un mercato del lavoro sempre più ristretto (molti di loro, ricordano gli storici locali, militavano nei partiti di estrema destra). E nacquero i primi attriti con gli «altri», i musulmani: an*che questo sfondo avrebbe contribui*to al germogliare delle idee di Wil*ders. Il quale, finora, non ha replicato alle ricostruzioni: lavora a preparare le prossime elezioni a L’Aja, distribui*sce vignette satiriche su Maometto, ri*pete che «non ho nulla contro i mu*sulmani come persone» e nel frattem*po auspica che Romania e Bulgaria «lascino l’Unione Europea». Chissà se qualcuno sta già cercando un bisnon*no romeno, in quello stesso albero ge*nealogico.
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ma nessun accenno sulla frist lady nipponica e il fatto che è stata rapita dagli alieni? asd
Ma l'avete vista l'intervista a Noemi?![]()
Lo chiamo papi xkè è così dolce.
Asd.
http://www.youtube.com/watch?v=Bi9ImgAN67Q
sembra l'intervista ad un bambino di 10 anni.
consiglio il minuto 2:22
dedicata agli attivisti del forum e di Facebook![]()
Gustosa...![]()
sì ma pure questi che la fanno parlare, ma che diamine.
Wall of text di Uriel, concetto semplice ma non per molti, evidentemente.
E’ diffusa, in alcune aree politiche, l’abitudine di sfidare qualcuno a battersi menare sonori cazzottoni, e se poi lui reagisce mettersi a gridare “fascista, fascista!”. Ora, vorrei solo far notare una cosa: se sali sul ring e cominci a menare, anche l’avversario e’ legittimato a menarti. E non sono i mezzi che distinguono il bene dal male, ma gli obiettivi.
Citare per danni un giornale e’, innanzitutto, un diritto. Chiunque, me compreso, voi compresi, avete il diritto di citare per danni l’ Unita’, la Repubblica,Feltri, Berlusconi, chiunque. Questo e’ dovuto al fatto che il ricorso alla legge di per se’ non e’ qualcosa di punitivo in se’, ma e’ semplicemente il diritto di chiunque a pretendere che una contesa sia regolata secondo le leggi.
L’unita’ scrive, con la sua ormai patetica prosopopea (1), di essere vittima di un’aggressione fascista. No. Il ricorso alla legge e’ quanto di meno “fascista” possa esistere. Innanzitutto perche’ ci si affida ad una parte terza, che e’ il giudice. Non mi risulta che Mussolini abbia citato per danni MAtteotti. E non mi risulta nemmeno che lo abbia fatto Muti.
Non direi che durante il regime fascista qualche giornale di opposizione sia mai stato “citato per danni”, direi semplicemente che siano stati chiusi, o asserviti alla propaganda del minculpop(2) con una legge. Un caso assai diverso dall’essere citati per danni.
Come fa notare Concita , una citazione per danni a livello civile non e’ una querela penale. Cosi’, non si svolge cercando le colpe di un crimine, ma semplicemente cercando di verificare il danno. Berlusconi (o meglio i suoi avvocati) non stanno affermando che Unita’ abbia commesso un crimine (altrimenti avrebbero sporto querela), ma che abbia causato danno illecito. Causare un danno illecito non e’ necessariamente un crimine, cioe’ un reato ti tipo penale, ma e’ semplicemente il fatto di aver causato un danno a qualcuno operando contro le regole dell’attivita’ che ha causato danno.
Se io mi metto a far confluire le acque pluviali del mio terreno nel terreno della mia lontana di casa, allagandolo ad ogni pioggia sto violando delle leggi. Non si tratta di un crimine, ma semplicemente di un torto: siccome ho torto, la legge mi obblighera’ a smettere e mi obblighera’ a pagare i danni, se si dovesse stabilire che ci siano stati danni.
Si dice che un giornale abbia liberta’ di espressione, o liberta’ di stampa: vero, ma con dei limiti. E intendiamoci, in qualsiasi paese normale l’ Unita’ sarebbe stata distrutta a furia di cause legali.
Quando si parla di liberta’ di espressione e di liberta’ di stampa, si dividono i fatti dalle opinioni. E’ perfettamente legale postare i fatti, ed e’ perfettamente legale postare le opinioni su un fatto.
E’ invece illegale presentare le opinioni come fatti, o parlare di fatti inesistenti. Un giornalista puo’ parlare delle intercettazioni riguardanti i pompini della Carfagna solo se dispone di tali intercettazioni. Non “se esse esistono in astratto”, ma se dispone di una prova che esistano. Deve averle viste, ascoltate, fotografate, averne una qualche copia tangibile. Per un giornalista, il “fatto” e’ qualcosa della cui esistenza ha raccolto prove.
Se io dico che Berlusconi usa il Viagra, devo aver visto che berlusconi usa il viagra, e avere qualche prova di questo fatto. Se “penso” che probabilmente, vista l’eta’ , lo debba usare(3), siamo nel campo delle opinioni. E nel campo delle opinioni ci sono dei limiti: un’opinione NON puo’ presentarsi come fatto o raccontare un fatto.
In qualsiasi paese del mondo, raccontare di intercettazioni che testimonierebbero i pompini di un ministro SENZA disporre di tali intercettazioni produce una causa per danni. In QUALSIASI paese “normale”. Non basta averne il sentore, il racconto, eccetera: nei paesi normali, se non c’e’ l’intercettazione che parla del pompino con le sue bobine, ne’ il direttore del giornale ne’ il redattore consentono che la notizia vada in stampa.
L’Unita’ e’ stata in questo un esempio di cattivo giornalismo : in qualsiasi paese NORMALE di questo mondo, posso dire che tizio usa il viagra solo se lo vedo fare, se qualcuno mi rilascia un’intervista ove si dice questo (e io la registro) , o se c’e’ qualche riscontro materiale di questo. Tempo fa (attorno agli anni ‘80) , un giornalista ando’ a frugare nei rifiuti di Madonna, e ci trovo’ una pomata per le emorroidi.
Il giornalista scrisse semplicemente un articolo con “nei rifiuti di Madonna”, elencando le cose buffe che ci aveva trovato. NON fu citato per danni, perche’ aveva a disposizione i rifiuti.
Un altro , meno serio, prese spunto da quell’articolo e scrisse che Madonna avesse le emorroidi: fu citato per danni, dal momento che Madonna sostenne che la pomata fosse della colf.
La differenza si nota subito: il primo giornalista si limito’ a scrivere di fatti. Ho frugato tra i rifiuti di Madonna e ci ho trovato questo. Fine: fatto allo stato puro. Il secondo prese la sua deduzione , cioe’ una sua opinione, e scrisse che Madonna aveva le emorroidi. Risultato: citazione per danni.
In realta’, fu il redattore del secondo giornale a sbagliare, permettendo che un simile errore andasse in stampa; forse pensava di non venire notato, o cosa. In realta’, il compito delle redazioni e dei direttori e’ ANCHE quello di verificare che non si offra il fianco.
Questo e’ il problema di oggi dell’ Unita’: probabilmente ha torto marcio. Ha fatto un pessimo giornalismo, la redazione e il direttore hanno fallito nel loro compito di vigilare, e il risultato e’ stato che gli avvocati di Berlusconi hanno una grossa probabilita’ di vincere la causa.
Alcuni giornali inglesi hanno riportato dichiarazioni di una delle tante bagasce di berlusconi, che sosteneva fosse impotente, o che a letto non valesse granche’.(4) Il giornale, pero’, che sa fare il proprio mestiere, ha parlato della testimonianza di tal dei tali, mettendo tra doppio apice la dicharazione della donna: lo dice lei.
In caso Berlusconi citi per danni il giornale, il giornale esibira’ le bobine della registrazione e dira’ “io ho scritto il vero, e cioe’ che questa donna dichiara di essere stata amante di Berlusconi e che dichiara non fosse un granche’ a letto”. Il fatto che il giornale riporta, cioe’, non e’ che Berlusconi sia una sega a letto, ma che ci sia una donna che lo dichiara.
Bisogna stare molto attenti alla differenza: se la Litizzetto avesse detto che “si dice che Berlusconi sia impotente”, avrebbe potuto farlo passare come un fatto, perche’ il fatto e’ “si dice che“. Ed e’ vero che si dice, basta ritagliare un giornale scandalistico con le interviste. Ma se scriviamo “Berlusconi prende il viagra perche’ e’ impotente”, il fatto non e’ che “si dice che “, ma “prende il viagra”. E a quel punto dobbiamo portare delle prove: La Litizzetto ha visto questa cosa?
Se anche glielo avesse detto qualcuno, e si potesse provare che qualcuno loha detto, la Litizzetto avrebe dovuto comunque scrivere “si dice che”. Per scrivere questo, l’ unica scappatoia della Litizzetto e’ di dichiarare di esserci stata a letto e di avergli visto ingerire Viagra.(5) E non sono certo che funzionerebbe.
Sia l’ Unita’ che la signora Guzzanti invece hanno fatto una cosa assai stupida, che i giornali anglosassoni ed i giornalisti professionisti evitano: parlare di un fatto del quale non hanno in tasca alcuna testimonianza.
Sabrina Guzzanti ha dichiarato che la Carfagna abbia fatto pompini a Berlusconi, ed e’ stata citata per danni per questo. Se avesse detto “si dice che”, probabilmente si sarebbe salvata. Siccome ha detto “ha fatto”, adesso non dovra’ dimostrare che “si dice”, ma che l’ “ha fatto”.
Lo stesso dicasi per l’ Unita’: il giornale ha perso di vista, nella furia della sua nota militanza, le piu’ elementari regole di prudenza che sono tipiche dei paesi democratici. I redattori NON hanno fatto bene i redattori e il direttore NON ha fatto bene il direttore, se sono finite in stampa delle cose simili.
In nessun paese democratico del pianeta i giornali fanno simili errori ormai da anni, in TUTTI i paesi normali quando commettono tali errori vengono citati per danni , con conseguenze spesso disastrose. E questo non e’ “fascismo”, e’ semplicemente l’applicazione di leggi dello stato.
LO stesso dicasi per le domande di Repubblica. Se io scrivo “e’ vero che piove?” sto facendo una semplice domanda. Se io scrivo “dal momento che hai l’ AIDS, e’ vero che piove?”, non sto facendo una semplice domanda. Sto affermando che tu abbia l’aids. Cosi’, i giornalisti dei giornali veramente professionali badano moltissimo a tenere al minimo le assunzioni contenute nelle proprie domande, dal momento che se le domande sono lecite, le assunzioni verranno passate al setaccio degli avvocati che sono in cerca di appigli.
Anche Repubblica, con le sue “dieci domande”, ha dimenticato questo principio di prudenza, e se non disporra’ di prove documentali di tutte queste assunzioni, probabilmente dovra’ pagare. Ovviamente Repubblica ha altri mezzi a disposizione, quindi pagare non sara’ (in caso ) un problema.
In tutto questo gioco non c’e’ niente di fascista, dal momento che tutto si gioca sull’applicazione di leggi in vigore, e la richiesta di verificare che le leggi siano state rispettate e’ l’esatto OPPOSTO del fascismo. Il fascista prevarica la legge, non la rispetta. I tribunali che reprimevano gli oppositori fascisti erano chiamati “tribunali speciali” proprio per questo; erano enti diversi dal resto dei tribunali; non per nulla la costituzione repubblicana democratica sancisce il diritto ad un giudice naturale, cioe’ a non venire dirottati verso un tribunale “speciale” a seconda del caso o della persona. (6)
Mi spiace, ma l’ Unita’ ha commesso degli errori che costano caro in qualsiasi paese “normale”, e il fatto che Berlusconi li citi per danni e’ , semmai, il primo atto “normale” di uno scontro.
Se Concita ritiene di aver rispettato la legge, il fatto che berlusconi chieda milioni di euro oppure miliardi di euro non cambia nulla; il giudice le fara’ vincere la causa. Il problema viene se per caso qualcuno di quegli articoli e’ andato oltre la legge.
Concita fa riferimento alla differenza tra causa civile e causa penale. Il motivo e’ abbastanza semplice: in una causa di tipo penale e’ possibile chiedere la produzione di atti, per dirne una la pubblicazione di un dossier o di intercettazioni telefoniche. E’ l’accusa a dover dimostrare tutto.
In una causa civile del genere,io affermo di aver subito un danno , e chiedo al giudice di stabilire se sia illecito. Il giudice confronta il comportamento della persona con la legge, ed e’ semmai la difesa a dover dimostrare che il comportamento rientra nella legalita’.
Ed e’ qui il punto.
Se tutto si e’ svolto secondo i crismi della legalita’, Unita’ non ha nulla da temere. Ha il budget per pagare un avvocato che la difenda. Non e’ un privato come Luttazzi.
Il problema viene se invece ha torto, perche’ non avra’ alcuno strumento per poter chiedere una perquisizione o una violazione dei diritti della controparte (non siamo in un processo penale) ma dovra’ dimostrare in qualche modo che Berlusconi sia impotente.Ha a disposizione qualche cartella clinica? Ha toccato con mano?
Il problema, come ho scritto non e’ che sia vero o meno. Il problema e’ che sia un fatto giornalistico, cioe’ qualcosa di cui il giornalista ha traccia materiale. E se manca la traccia materiale, la vedo male.
Nessun fascismo: semplice legge dello stato. Unita ad un certo dilettantismo di alcuni giornalisti.
Alcuni dicono che il fatto grave e’ che questa sia una rappresaglia: ovvio che lo sia. Vi siete voluti battere, non potete chiedere che l’avversario non vi colpisca.
Uriel
(1) No, un farlocco che gira con la bandiera della pace NON rappresenta ne’ la resistenza ne’ i partigiani. La GUERRA di resistenza fu una GUERRA. Non una pace. C’erano uomini grandi e grossi che sparavano e scannavano fascisti, non c’era un branco di radicalchic con il macintosh e l’ultimo monile fighetto di Dolce & Gabbana addosso, a combattere la GUERRA di resistenza. E quelli dormivano sulle montagne, puzzavano e in primavera si prendevano pure le zecche. Non erano dei Luxuria che manifesta. Non era una manifestazione. Era una GUERRA. Lo ******o con la bandiera arcobaleno della pace NON li rappresenta, perche’ una bandiera della pace non rappresenta una GUERRA.
(2) Chi ha inventato questo nome (MINistero per la CULtura POPolare) doveva essere sbronzo, o sottilmente antifascista.
(3) Il fratello di mia nonna spendeva la pensione a bagasce all’eta’ di 84 anni suonati, al punto che dovettero fargli togliere la facolta’ di intendere e prendere sotto controllo la pensione stessa. Credo che dal suo punto di vista il concetto di “viagra” corrispondesse con quello di “donna”. Mori’ qualche mese dopo. Mia nonna racconto’ questa cosa a Lady Uriel (sono passato da MrS Uriel a Lady Uriel da quando ho scoperto che legge questo blog ) , a sottolineare che tutti i maschi della mia famiglia siano dei maiali. Ho apprezzato particolarmente mia nonna, in quel momento.
(4) Quasi tutte le donne, fuori tempo massimo, cercano di colpire in questo modo gli ex. Quasi tutte le donne falliscono, perche’ i goal segnati dopo la fine della partita non valgono.
(5) Non e’ cosi’ facile, ovviamente. Bisogna inventare una data, un posto, e pregare che non vi siano prove che Silvio fosse altrove o in altre faccende indaffarato proprio in quel momento.
(6) Molti dei paragrafi della costituzione sembrano pure formalita’, ma se si esaminano bene si tratta spesso di veri e propri anticorpi contro i metodi del fascismo. Sancire che una persona abbia diritto ad un giudice assegnato senza riferimento al caso o alla persona stessa significa impedire la consuetudine fascista di deferire alcuni individui ed alcuni casi a tribunali “speciali”.
Cristallino.![]()
Sacrosanto.
Lunghissimo![]()
no scusate
http://www.youtube.com/watch?v=hWxnU01HGSo
![]()
Chissà se Bruno Ganz si immaginava tutto questo![]()
Oddio vitor![]()
la parte sulle domande di repubblica non l'ho mica capita.
o meglio, io l'ho capita, ma mi sa che non l'ha capita lui
prima cosa: ho riletto le 10 domande.
le assunzioni fatte (ad esempio, il fatto che abbia mentito fornendo diverse versioni di come ha conosciuto la famiglia Letizia e di quando e come avesse frequentato Noemi) mi paiono ampiamente dimostrabili ricorrendo a filmati, interviste e dichiarazioni rilasciate dallo stesso berlusconi.
quindi le accuse dovrebbero finire, giustamente, in una bolla di sapone.
però bisogna vedere cosa disporrà nel frattempo il magistrato. è probabile un decreto ingiuntivo che obblighi repubblica, in attesa del giudizio, a non pubblicare ulteriormente le domande.
Proprio per quello è stata intentata una causa penale, ed èesattamente ciò che vuole berlusconi, far cadere il silenzio sulla vicenda. e, quando tra 3 anni il magistrato dirà che le domande erano del tutto lecite, a nessuno fregherà più niente di questa storia.
mission accomplished.
il ragionamento di uriel, che pecca (come sempre) di quel meccanicismo politico che spesso mi capita di notare anche in queste pagine, non farebbe una grinza se la magistratura decidesse istantaneamente o quasi.
Quindi secondo il medesimo ragionamento le querele prese da Feltri e soci nel corso degli anni erano da parte di gente che voleva insabbiare il tutto?Proprio per quello è stata intentata una causa penale, ed èesattamente ciò che vuole berlusconi, far cadere il silenzio sulla vicenda. e, quando tra 3 anni il magistrato dirà che le domande erano del tutto lecite, a nessuno fregherà più niente di questa storia.
mission accomplished.