
Originariamente Scritto da
Alfio
赤線地帯/Akasen Chitai/Street of Shame ultimo film di Mizoguchi, girato nel 56, stesso anno della sua morte (ormai le volte un cui ho voglia di vedere un suo film diventano una all'anno

e devo ancora farmi la maratona dei 47 ronin

)
Non si può dire che sia un testamente spirituale, piuttosto l'ultima fase della sua interminabile indagine sull'animo femminile come riflesso dei cambiamenti della società giapponese. Sceglie, in maniera piuttosto insolita, un'ambientazione contemporanea, una casa di piacere negli anni del dopoguerra, quando ormai i tempi d'oro delle geisha e di Yoshiwara erano passati, e rimaneva solo la miseria della ricostruzione e di donne che cercavano di campare (a stento) con i soldi ricavati dalla vendita del proprio corpo. Gli uomini, come accade spesso in Mizoguchi, fanno la parte dei deboli o dei vani, mentre ogni donna, ognuna con un obiettivo diverso, resiste stoicamente contro le miserie e le angherie che come sempre mizoguchi riversa loro addosso. Non ha la forza visiva ed emotiva dei suoi 3-4 film migliori ma si attesta comunque su livelli alti, e le ultime immagini toccano il cuore, non consolano e sono una conclusione degna (e pessimistica nei riguardi del futuro) di una delle più grandi carriere nella storia del cinema