LEGITTIMO IMPEDIMENTO
Brancher: "Contro di me odio e cattiverie"
E il ministro balbetta sulle deleghe.
Poi al Tg3 gli chiedono quali sono le sue competenze: "Sono tante...sono quelle scritte,...quelle scritte". Pd e IdV per le dimissioni. Bocchino: "Una brutta figura che si sarebbe potuta evitare"
Il ministro Aldo Brancher
ROMA - Dopo aver annunciato che affronterà il processo e l'udienza del 5 luglio, e quindi dopo aver rinunciato 1 ad avvalersi del legittimo impedimento, Aldo Brancher si è detto "tranquillo". E pronto "ad andare avanti". "'Le dimissioni non sono assolutamente in programma. Non ho nulla da rimproverarmi, ho tanto lavoro da fare e vado avanti", ha detto il ministro aggiungendo però di essere rimasto "stupito" da tanta "cattiveria e dall'odio, a tutti i livelli" nei suoi confronti. "Quando accetto un impegno so perfettamente cosa vado a fare - ha concluso - chi non conosce il mio lavoro si informi, prima di parlare".
In serata, raggiunto al telefono dal Tg3, il ministro non ha saputo indicare in modo chiaro quali sono le deleghe affidategli dal presidente del Consiglio. "Sono quelle scritte, quelle scritte...sono sulla Gazzetta ufficiale...però non sono state ancora pubblicate...". Insomma, nessuna chiarezza sui compiti di un ministero che non solo all'opposizione, ma anche ad ampi settori della maggioranza, pare senza ragione d'essere. Nella stessa intervista anche la frase: "
L'Italia perde i Mondiali e se la prende con me...mi ritengo una persona equilibrata e onesta di buon senso che ha sempre lavorato e continua a lavorare".
L'opposizione considera la vicenda niente affatto risolta. E chiede le sue dimissioni. "La vicenda è grottesca e paradossale e tutt'altro che conclusa. Il vero scandalo, lo ribadiamo, è la sua nomina a ministro per sfuggire alle aule giudiziarie e la rinuncia al legittimo impedimento non cambia di una virgola la sostanza del problema", hanno detto i presidenti dei gruppi parlamentari di Italia dei valori di Camera e Senato, Massimo Donadi e Felice Belisario.
Che aggiungono: "Qui c'è un intero Paese preso in giro. La sua nomina è un imbroglio dimostrato dal fatto che non ha uno straccio di delega o competenza. Il ministro Brancher deve andare a casa. Per questo, Italia dei valori ribadisce l'invito a tutte le opposizioni e a tutti i parlamentari che hanno ancora a cuore le istituzioni e la dignità di questo Paese a sottoscrivere una mozione di sfiducia unitaria. Siamo disponibili a incontrarli il più presto possibile".
Dello stesso avviso Andrea Orlando, responsabile giustizia del Partito democratico: "Al momento non sappiamo neppure di che cosa dovrebbe occuparsi Brancher, visto che nessuna delega gli è stata assegnata a dieci giorni dalla sua nomina. Siamo di fronte a una incredibile buffonata - insiste - finalizzata a evitare i processi. Se nella maggioranza c'è ancora un po' di senso delle istituzioni si farebbe dimettere subito il ministro al legittimo impedimento e si cancellerebbe il suo inutile e inesistente ministero".
Di "autogol" e "figuraccia" parla anche il finiano Italo Bocchino, vicepresidente del gruppo Pdl alla Camera, per il quale "se la nomina di Brancher fosse stata discussa dall'Ufficio di presidenza del Pdl avremmo evitato una brutta figura a Pdl, maggioranza, governo e Berlusconi 2". "La decisione di Brancher di accogliere il nostro invito di rinunciare al legittimo impedimento è saggia e utile - aggiunge Bocchino - per evitare altri autogol come questo, d'ora in poi sarebbe opportuno discutere di più negli organi di partito, dove si chiede la conta soltanto per mettere in minoranza Fini, che poi sulla legalità è in linea con la maggioranza dei nostri elettori".