E’ il giorno del bizzoso Boateng
09.08.2010 08:00 di
Antonio Vitiello articolo letto 8464 volte
Fonte: La Gazzetta dello Sport
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Un combattente, con tredici tatuaggi e il culto delle frasi ad effetto. Un esempio? «Ho due scelte: una è ridere, l’altra è piangere». Kevin-Prince Boateng, il centrocampista ghanese nato in Germania è questo e tante altre cose. Secondo
La Gazzetta dello Sport oggi può essere il giorno decisivo per il suo sbarco al Milan via Genoa. È un ragazzone di 22 anni dal fisico straripante. È stato uno dei punti di forza delle Black Stars al Mondiale, trascinate nei quarti anche dal suo gol agli Stati Uniti. É uno dei migliori giocatori emersi in Sudafrica. La storia KP Boateng ha una vita famigliare piuttosto travagliata. Il padre, Prince Boateng, lascia il Ghana nel 1981 in cerca di fortuna in Germania. Coltiva grandi progetti, ma alla fine sbarca il lunario come dj e cameriere. Sposa Catherine: nascono Kevin e George. Il matrimonio dura poco: presto Prince e Catherine si separano. Appendici famigliari: lo zio paterno di Kevin è stato calciatore del Ghana, la nonna materna è stata la cugina di Helmut Rahn, l’uomo che nel 1954 segnò il gol decisivo nella finale mondiale Germania-Ungheria. Kevin padre mette su un’altra famiglia ed ecco Jerome. Anche lui diventerà calciatore, ma nel 2010, alla vigilia del Mondiale, le strade si separano: Kevin-Prince sceglie il Ghana, Jerome la Germania. Non è una separazione indolore: i due fratelli litigano e il calcione che KP rifila a Ballack, impedendo al tedesco di partecipare al Mondiale, li allontana ancora di più. Mail calcio è spietato e il 23 giugno 2010 ci scappa la sfida tra le due nazionali. Germania-Ghana finisce 1-0, male Black Stars, miglior nazionale africana del mondiale sudafricano, fanno un figurone. In uno dei suoi tatuaggi, Kevin-Prince ha inciso questa scritta: «Qui si vedono l’Africa e il Ghana». Kevin-Prince, nato nel quartiere popolare Wedding di Berlino, è cresciuto nell’Hertha e nel 2007 si trasferì al Tottenham: festeggiò la firma due giorni dopo, sposando Jennifer. Due stagioni a Londra, un breve interludio nel Borussia Dortmund e nel 2009 il ritorno in Inghilterra, al Portsmouth. Bene lui — 22 presenze e 3 gol—, male il club, retrocesso e fallito. KP Boateng è di ferro: certe volte entra «palla o piede». Se prende il pallone, tutto bene. Se colpisce il piede, fa saltare gli avversari e rimedia cartellini a volontà. MaKP sa giocare a calcio: tiro, dribbling, senso tattico. Se frena l’irruenza, può diventare qualcuno. Con il fratellino ora è tornata la pace.