
Originariamente Scritto da
Glorfindel75
Un teatro è la risposta.
Un teatro con pochi posti, che verrebbe comunque riempito da coloro che possono pagare prezzi più alti per i biglietti.
A questo punta la società.
Da una parte vi è il "tifo" organizzato che si lamenta, cosa per la quale non posso dare il mio sostegno, perchè in Italia, come per ogni settore, mi sembra che tu possa avere forza solo se fai parte di un club, di una corporazione. Se questo da una parte è corretto per fare sentire la propria voce, dall'altra è espressione di come funzionano nei fatti le cose italiane, ovvero fare parte di una corporazione per difendere solo i propri desideri, infischiandosene di quelli degli altri (notate: gli operai in cassa integrazione o sull'orlo della fine del proprio lavoro salgono sulle ciminiere per fare sentire la voce dei lavoratori, di tutti i lavoratori. Il problema è che quando le cose vanno bene, mica ci salgono sulla ciminiera quando va male a qualche altra azienda. Non se ne fottono proprio nulla, ma vogliono il sostegno del mondo quando capita a loro). Ed il problema è che, come qualcuno ha detto, se non ascolti le loro voci (ordini) vieni pure preso di mira, tanto non sei nessuno (e mi ricordo anche io benissimo cosa succedeva in curva nord nello stadio della mia città, in cui ci si andava per ubbidire a chi dettava ordini, non sapendo nemmeno chi cazzo fosse, ma di sicuro qualcuno da temere... e a cui ubbidire: come per la politica italiana).
Dall'altra parte una società che, appunto, vorrebbe un ambiente più sobrio, tipo un teatro per ricchi, in cui fare pagare biglietti più cari e in cui spremere soldi con tutte le altre cose che ci costruisci intorno. La squadra sul campo è solo l'esca per attirare i cuori, cuori che però debbono sborsare soldi.
Per una società che, d'altro canto, non ha nessuna intenzione di costruire una squadra per vincere (top player? No, i conti prima. Strano che non lo faccia anche lo Stato? No perchè la Juve è privata).
Da un certo punto di vista io preferirei la seconda visione, perchè se fossi un padre di famiglia che se lo possa permettere, porterei i miei figli allo stadio anche in curva, per pagare meno, sicuro di vedere la partita senza rompiscatole che mi dicano cosa fare della mia vita.
Il problema è che, comunque, non sono un padre di famiglia che se lo possa permettere, e che vede dalla distanza solo un altro imprenditore che vuole creare un solco profondo tra chi può e chi non può.
Tra seguire uno che si incazza perchè vorrebbe ma non può, ed uno che non si incazza perchè non ha bisogno di incazzarsi dopo che deve solo ringraziare Gesù Cristo per essere nato col potere... beh, io preferisco seguire il primo.