Non c'è bisogno di scomodare addirittura un fisico, basto io.
Le dimostrazioni non vanno imparate a memoria.
È vero, ma questo non significa che non sia in grado di capire le dimostrazioni e debba impararsele a memoria.
Io ho fatto il dottorato, ma non so bene cosa cosigliarti. Se il PhD sia un'esperienza bella/brutta e utile/inutile dipende molto dal gruppo di ricerca in cui ti inserisci. Ogni gruppo è diverso.
Se stai pensando di fare il PhD, immagino che hai già in mente in quale gruppo di ricerca provare ad entrare. Immagino tu ti stia muovendo per fare una tesi di ricerca. In tal caso puoi sfruttare il periodo della tesi per capire com'è l'ambiente. Poi non so bene come funzioni a Milano, penso siano più organizzati che qui a Pisa, o almeno mi è sembrato di capirlo parlando alle summer school con dottorandi in ingegneria dell'informazione al polimi.
Il mio dottorato mi è servito per capire che la ricerca non era la mia strada. Perlomeno non come è svolta nelle università (non solo Italiane, in generale). Quindi dopo il dottorato me ne sono andato a lavorare in un'azienda, dove ora scrivo codice e son felice. Tuttavia non mi pento della mia scelta, fare il dottorato è stata una bella esperienza. Viaggi, partecipi a conferenze, se vuoi ti fai un periodo all'estero fino a 6 mesi (io mi son fatto 3 mesi nell'automation and control institute dell'università tecnologica di Vienna).
Se ti preoccupa il fatto che la carriera accademica in Italia sia bloccata, puoi sempre fare l'italians. Facendo il dottorato stringerai contatti con gruppi di ricerca all'estero ed è molto comune che dopo un dottorato in Italia si continui il proprio percorso di ricerca fuori.
Se, vabbè, mi fanno sempre ridere quelli che misurano la difficoltà di un esame in pagine.
Poi ha detto di fare ingegneria dell'automazione al polimi, quindi un'università del nord, visto che hai i pregiudizi.
Io ho fatto ingegneria informatica a Pisa, non so se per te è troppo a sud ma alla fine le cose non cambiano. Ad ingegneria non ci sono libroni da studiare. O meglio, ci sono anche ma io li ho usati solo di rado e per chiarimenti. Io generalmente prendevo gli appunti a lezione e studiavo su di quelli che si faceva molto prima. Stare attenti a lezione e capire quello che dice il prof ti risolve già gran parte del lavoro.
Chiaro. Quello che mi lascia perplesso e' il fatto basare certi esami (orali) di una facolta' applicativa su decine di dimostrazioni che difficilmente poi si rivelano utili nella pratica professionale (ciao Weierstrass ). Personalmente avrei preferito dei programmi di analisi piu' snelli, e magari un maggiore focus su argomenti come Laplace o il FEM con cui ho effettivamente a che fare ogni giorno.
Beh, sono comunque esami che ti danno le basi e ti abituano a pensare in un certo modo. Poi non so come sia la situazione attuale, ma quando ho fatto io ingegneria informatica a Pisa, gli esami di matematica e fisica li avevamo solo al primo anno, poi c'erano gli altri 2+2 per cose più specifiche.Chiaro. Quello che mi lascia perplesso e' il fatto basare certi esami (orali) di una facolta' applicativa su decine di dimostrazioni che difficilmente poi si rivelano utili nella pratica professionale (ciao Weierstrass ). Personalmente avrei preferito dei programmi di analisi piu' snelli, e magari un maggiore focus su argomenti come Laplace o il FEM con cui ho effettivamente a che fare ogni giorno.
Beh, sono comunque esami che ti danno le basi e ti abituano a pensare in un certo modo. Poi non so come sia la situazione attuale, ma quando ho fatto io ingegneria informatica a Pisa, gli esami di matematica e fisica li avevamo solo al primo anno, poi c'erano gli altri 2+2 per cose più specifiche.Chiaro. Quello che mi lascia perplesso e' il fatto basare certi esami (orali) di una facolta' applicativa su decine di dimostrazioni che difficilmente poi si rivelano utili nella pratica professionale (ciao Weierstrass ). Personalmente avrei preferito dei programmi di analisi piu' snelli, e magari un maggiore focus su argomenti come Laplace o il FEM con cui ho effettivamente a che fare ogni giorno.
(Poi a me la matematica è sempre piaciuta. )
ad analisi 1 avevo come prof un 110 e lode alla Normale di Pisa che assomigliava a Rocco Siffredi
Beh, sono comunque esami che ti danno le basi e ti abituano a pensare in un certo modo. Poi non so come sia la situazione attuale, ma quando ho fatto io ingegneria informatica a Pisa, gli esami di matematica e fisica li avevamo solo al primo anno, poi c'erano gli altri 2+2 per cose più specifiche.
Beh, sono comunque esami che ti danno le basi e ti abituano a pensare in un certo modo. Poi non so come sia la situazione attuale, ma quando ho fatto io ingegneria informatica a Pisa, gli esami di matematica e fisica li avevamo solo al primo anno, poi c'erano gli altri 2+2 per cose più specifiche.
Chiaro. Quello che mi lascia perplesso e' il fatto basare certi esami (orali) di una facolta' applicativa su decine di dimostrazioni che difficilmente poi si rivelano utili nella pratica professionale (ciao Weierstrass ). Personalmente avrei preferito dei programmi di analisi piu' snelli, e magari un maggiore focus su argomenti come Laplace o il FEM con cui ho effettivamente a che fare ogni giorno.
credo sia meglio.un whooperChiaro. Quello che mi lascia perplesso e' il fatto basare certi esami (orali) di una facolta' applicativa su decine di dimostrazioni che difficilmente poi si rivelano utili nella pratica professionale (ciao Weierstrass ). Personalmente avrei preferito dei programmi di analisi piu' snelli, e magari un maggiore focus su argomenti come Laplace o il FEM con cui ho effettivamente a che fare ogni giorno.
me cojoni
large o king?
cioè ma non avevi fatto il poli?Beh, sono comunque esami che ti danno le basi e ti abituano a pensare in un certo modo. Poi non so come sia la situazione attuale, ma quando ho fatto io ingegneria informatica a Pisa, gli esami di matematica e fisica li avevamo solo al primo anno, poi c'erano gli altri 2+2 per cose più specifiche.
il poli è ovunque
non fosse così si chiamerebbe mono
no beh, non lo so ancora, una delle prime robe che il prof della tesi mi ha chiesto è se volevo fare il dottorato, easy manNon c'è bisogno di scomodare addirittura un fisico, basto io.
Le dimostrazioni non vanno imparate a memoria.
È vero, ma questo non significa che non sia in grado di capire le dimostrazioni e debba impararsele a memoria.
Io ho fatto il dottorato, ma non so bene cosa cosigliarti. Se il PhD sia un'esperienza bella/brutta e utile/inutile dipende molto dal gruppo di ricerca in cui ti inserisci. Ogni gruppo è diverso.
Se stai pensando di fare il PhD, immagino che hai già in mente in quale gruppo di ricerca provare ad entrare. Immagino tu ti stia muovendo per fare una tesi di ricerca. In tal caso puoi sfruttare il periodo della tesi per capire com'è l'ambiente. Poi non so bene come funzioni a Milano, penso siano più organizzati che qui a Pisa, o almeno mi è sembrato di capirlo parlando alle summer school con dottorandi in ingegneria dell'informazione al polimi.
Il mio dottorato mi è servito per capire che la ricerca non era la mia strada. Perlomeno non come è svolta nelle università (non solo Italiane, in generale). Quindi dopo il dottorato me ne sono andato a lavorare in un'azienda, dove ora scrivo codice e son felice. Tuttavia non mi pento della mia scelta, fare il dottorato è stata una bella esperienza. Viaggi, partecipi a conferenze, se vuoi ti fai un periodo all'estero fino a 6 mesi (io mi son fatto 3 mesi nell'automation and control institute dell'università tecnologica di Vienna).
Se ti preoccupa il fatto che la carriera accademica in Italia sia bloccata, puoi sempre fare l'italians. Facendo il dottorato stringerai contatti con gruppi di ricerca all'estero ed è molto comune che dopo un dottorato in Italia si continui il proprio percorso di ricerca fuori.
Se, vabbè, mi fanno sempre ridere quelli che misurano la difficoltà di un esame in pagine.
Poi ha detto di fare ingegneria dell'automazione al polimi, quindi un'università del nord, visto che hai i pregiudizi.
Io ho fatto ingegneria informatica a Pisa, non so se per te è troppo a sud ma alla fine le cose non cambiano. Ad ingegneria non ci sono libroni da studiare. O meglio, ci sono anche ma io li ho usati solo di rado e per chiarimenti. Io generalmente prendevo gli appunti a lezione e studiavo su di quelli che si faceva molto prima. Stare attenti a lezione e capire quello che dice il prof ti risolve già gran parte del lavoro.
la verità è sono abbastanza stanco di studiare
le trasformate di laplace una volta avevo anche capito per bene la differenza dalla trasformata di fourier, poi mi sono reso conto che all'atto pratico non cambia una sega.Chiaro. Quello che mi lascia perplesso e' il fatto basare certi esami (orali) di una facolta' applicativa su decine di dimostrazioni che difficilmente poi si rivelano utili nella pratica professionale (ciao Weierstrass ). Personalmente avrei preferito dei programmi di analisi piu' snelli, e magari un maggiore focus su argomenti come Laplace o il FEM con cui ho effettivamente a che fare ogni giorno.
Al dottorato mica studi. Cioè studi, ma in maniera totalmente diversa. Scordati il preparare esami. È tutta un'altra cosa.
laureato in ingegneria dell'automazione a 24 anni niente male! in quel campo piovono tanti soldini, complimenti
manager in un mc?
primo in catena di montaggio?
automazione dei rifiuti umidi? tipo che.lui e' l'automazione.tra.cassonetto.e camion?
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cazzo al posto di tiger andrei a Londra a sto punto