Secondo me tutta la logica del finale sta nelle parole dette da Tyrell poco prima a Roy Batty. Tutto il discorso della candela che brucia in metà del tempo, della creazione, del desiderio di più vita crea un parallelismo tra l'uomo e Dio e tra l'uomo e la macchina.
Come l'uomo è la macchina creata da Dio, Batty è la creazione dell'uomo che si deve rivolgere al suo creatore come fosse un Dio.
Il guaio però è che mentre i replicanti sono forti, belli, giovani, energici e arroganti (nella eccezione positiva), gli uomini sono ormai delle creature corrotte dall'inquinamento e dalla troppa tecnologia, piccoli esseri patetici simili a topi con malattie di invecchiamento giovanile.
Io, ma non solo io, ci leggo una metafora dell'illuminismo, epoca in cui l'uomo ha rivendicato il primato della sua ragione sulla natura e sopratutto sulla perfezione di Dio.
E allora qui sta il nodo gordiano: Come fa una creatura senziente a dimostrare la sua superiorità a Dio? Con un atto di creazione, o meglio, con un atto di disinteressato altruismo che spezzi le regole imposte dal padre. Batty doveva essere un droide creato solo per combattere, e il fatto di provare pietà è una dichiarazione di indipendenza tipo il "cogito ergo sum" Cartesiano (concetto che senti espresso in un programma sul cinema su Studio Universal) che ribalta completamente il ruolo dei replicanti.
E poi la frase di Hauer è perfetta... (e inventata dallo stesso attore)